Cap.36/37/38 - La lotta continua di Lucia e il sugo della storia, Conclusione: Fra Cristoforo scioglie il voto, Renzo e Lucia finalmente sposi

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Milea
view post Posted on 1/10/2010, 20:54 by: Milea     +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Cap.36/37/38

La lotta continua di Lucia e il sugo della storia




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Ai tempi di "lotta continua" negli anni '70 i giovani più sensibili erano certo affascinati da questa militia hominis che è la vita: il problema era ed è che la vera lotta continua non si attua contro gli altri, ma si ingaggia in modo veramente eroico contro se stessi. Un antico detto latino recitava: “imperium habere vis magnum? Impera tibi” (vuoi avere un vero potere? comanda a te stesso), ma è una frase poco conosciuta: oltretutto si fa di tutto per favorire l'ignoranza di questa lingua così preziosa che ce l'ha tramandata…
Lucia non ha studiato il latino, non ha partecipato al '68, però ha imparato a sue spese in che consista la vera lotta continua, la “militia hominis” nella vita.
Sappiamo le sue travagliate vicende; sappiamo del proditorio rapimento (che è solo una delle ultime angherie cui è stata sottoposta) e sappiamo del voto alla Madonna.
E sappiamo quanto ha dovuto lottare contro se stessa e contro le intrusioni indiscrete di donna Prassede per difendere la sua fedeltà a quel suo voto. L'ultima e più difficile tentazione è rappresentata per lei dall'incontro al lazzaretto con Renzo: è davvero troppo!
Era in via di guarigione dalla peste, aveva trovato un'affettuosa vedova come amica, con la quale attendeva il pieno ristabilirsi, s'era messa l'animo in pace dopo tante lotte contro il suo cuore sempre innamorato di Renzo…
Ed ecco ricomparire lui, che di mettersi l'animo in pace non ne ha la minima intenzione: è proprio la prova suprema. E la lotta diventa davvero impari per la giovane. Ma il progetto buono sulla loro vita si realizzerà, contro ogni previsione.
E' bene soffermarsi a questo punto per comprendere a fondo tutta la lotta di Lucia, che non ha fatto grandi studi, ma ha assimilato per osmosi il cristianesimo; e non trova strana o ingiusta la lotta contro sé stessa per affermare il progetto buono di Dio. Si scoprirà poi che non aveva diritto di impegnare anche la volontà di Renzo, cui si era promessa come sposa; ma la sua lotta non è stata vana, perché tutto concorre al bene del cristiano.

E' difficile comprendere che la vera realizzazione di sé, dal momento in cui i nostri progenitori hanno ceduto alla tentazione di essere loro a decidere del bene e del male, consiste in una continua lotta contro questa tentazione luciferina che è anche nostra. Si vorrebbe essere gli unici artefici della propria fortuna dimentichi del fatto che senza di Me non potete fare niente; si vorrebbe sempre fare quel che è meno faticoso e impegnativo, nell'illusione che ciò basti a realizzare la propria felicità… Ma, se non c'è sacrificio, se non c'è lotta, una lotta quotidiana soprattutto contro la propria istintività, non c'è possibilità di realizzare nulla di buono né per sé, né per le persone care. E il guaio è che non si è nemmeno coscienti del fatto che il sentimento, che è una delle componenti della conoscenza, non può essere eretto ad unico criterio della conoscenza stessa: il sentimento aiuta a focalizzare l'attenzione sull'oggetto, ma è la ragione che giudica, valuta e deve guidare la volontà.

Si tratta di un discorso davvero controcorrente, ma i cristiani per grazia hanno la possibilità anche di conoscerne le ragioni, che non sono un puro sadismo da parte di un Dio che ci ha scaraventati nella vita privi di qualsiasi possibilità di difesa e di comprensione; poiché l'immagine e somiglianza con il Creatore neppure la catastrofe del peccato delle origini ha potuto cancellarla; e tutta la vita ci è data per convertire mente e cuore a quell'immagine amabile. E il lavoro della conversione o metanoia è davvero faticoso, altrimenti è solo una caricatura della conversione e alla lunga l'inganno si svela.

Ma torniamo a Lucia. Padre Cristoforo poi la scioglierà dal voto di castità e sarà una gioia indicibile perché finalmente i due promessi potranno diventare sposi ed iniziare insieme l'avventura della vita.
Nascerà una bella nidiata di bambini ai quali Renzo (da buon padre) racconterà con affetto tutto quello che ha imparato dalla vita . "Ho imparato – diceva - a non mettermi ne' tumulti, ho imparato a non predicare in piazza, ho imparato a non alzar troppo il gomito(…) e cent'altre cose.
Lucia però, non che trovasse la dottrina falsa in sé, ma non n'era soddisfatta; le pareva, così in confuso, che ci mancasse qualcosa(…) un giorno disse al suo moralista: e io , cosa volete che abbia imparato? io non sono andata a cercare i guai: son loro che son venuti a cercare me. Quando non voleste dire – aggiunse soavemente sorridendo – che il mio sproposito sia stato quello di volervi bene e di promettermi a voi.”
E a questo punto lasciamo che sia il Manzoni stesso a far concludere ai due protagonisti: “Dopo un lungo dibattere e cercare insieme, conclusero che i guai vengono bensì spesso, perché ci si è dati cagione; ma che la volontà più cauta e più innocente non basta a tenerli lontani; e che quando vengono, per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore.”




Edited by Milea - 24/7/2021, 20:28
 
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