Gli uccelli, The birds 1963

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Lottovolante
view post Posted on 29/9/2010, 20:00 by: Lottovolante     +1   -1
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La fragilità umana:

Nel corso degli anni Gli Uccelli ha suscitato le interpretazioni più disparate: letture in chiave esistenzialista o religiosa si sono sovrapposte ad altre di taglio sociologico e psicoanalitico.


Perchè gli uccelli attaccano ?

Quale ruolo hanno i protagonisti in tutto questo e Melanie in particolare ?

E' una rivolta della natura contro le persecuzioni umane, come suggerisce l'ornitologa nel ristorante ?

O si tratta di una punizione divina per le colpe degli uomini, di un flagello che si rinnova come sostiene l'ubriaco ?

Quale è il significato del finale ?




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Se già nel film precedente, Psyco, Hitchcock aveva volutamente spiazzato gli spettatori, eliminando la protagonista a metà film e offrendo un finale che forniva si una consolazione, negli Uccelli la sfida si fa ancora più forte. "Vi ho promesso che gli uccelli arriveranno ? Ecco, la promessa è mantenuta", può ben affermare il regista.
Ma in effetti non si è mai assunto anche l'impegno di spiegare perchè arrivano.
Qualche indicazione tuttavia, l'ha data, affermando per esempio che Gli Uccelli è un film sulla "complacency", vale a dire sull'autocompiacimento, quella sicurezza di sè tanto fastidiosa quanto in fondo vulnerabile che ostenta Melanie fin dal suo primo apparire e che è destinata a crollare man mano che gli eventi precipitano.
Che abisso fra la donna bella, elegante e ammirata delle prime inquadrature e quella ferita, fasciata, sotto schock del finale !



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Gli Uccelli, scrive il critico americano Robin Wood, "sono l'incarnazione dell'arbitrario e dell'imprevedibile, di ciò che rende la vita e le relazioni umane precarie, un monito alla nostra fragilità e instabilità, che non possono essere ignorate o eluse, e, ancor più, alla possibilità che la vita sia assurda e senza senso".

Gli uccelli colpiscono indiscriminatamente, attaccano i bambini, uccidono la sfortunata e devota Annie, non conoscono pietà. La loro presenza costringe però i protagonisti, in particolare le donne; Melanie, Lydia, Annie, a rivelarsi agli altri e prima ancora a se stessi, nelle loro debolezze e paure, nei loro desideri e fallimenti.
E alla fine, nonostante tutto, in tanta disperazione, rimane un filo di speranza nella solidarietà umana, nei rapporti d'affetto: lo dimostrano il sacrificio di Annie per salvare Cathy, il nascente amore fra Melanie e Mitch, il pordigarsi di quest'ultimo per salvare le persone che ama e soprattutto nel finale, il debolissimo ma inequivocabile sorriso di Melanie a Lydia, la stretta di mano fra le due donne, la preoccupazione di Cathy per i pappagallini...



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Ma al di là dei possibili significati, Gli Uccelli rimane nella memoria di ogni spettatore innanzitutto come una grandiosa fantasia fatta cinema, un incubo reso immagini e suoni, la rappresentazione - attraverso tutti i mezzi di cui il cinema dispone ( o almeno disponeva all'epoca ) - di paure remote, ancestrali, invincibili.
Colori slavati o lividi, silenzi allarmanti o suoni atroci, paesaggi brulli o interni cupi e, su tutto, una sensazione costante di angosciosa attesa che si condensa via via negli attacchi degli uccelli: un film aspro, crudele, inquietante come solo la realtà sa essere e come solo nei sogni capiamo, per dimenticarlo la mattina dopo.

Ma negli Uccelli...il risveglio non c'è. ( Mar L8v )



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