Gli uccelli, The birds 1963

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view post Posted on 27/9/2010, 12:04     +1   +1   -1
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Dopo che Melanie è stata attaccata
per la prima volta dal gabbiano
che l'ha ferita alla fronte,
mi sono preoccupato di mettere
un uccello morto che cade di notte
davanti alla porta dell'insegnante,
poi ancora alcuni passeri
sui fili del telegrafo,
quando la ragazza, di sera, se ne va a casa;
è come se dicessi al pubblico:
''Gli uccelli arriveranno, arriveranno,
non preoccupatevi...''.



Alfred Hitchcock



Edited by Lottovolante - 27/9/2010, 13:38
 
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Gli uccelli
( The birds - 1963 )


di Alfred Hitchcock


Dal racconto omonimo di Daphne Du Maurier



Tippi Hedren, Rod Taylor.
Jessica Tandy, Suzanne Pleshette,
Veronica Cartwright, Ethel Griffies


Ammaestratore uccelli: Ray Berwick

Riprese - marzo, giugno 1962







La trama:

In un negozio di animali a San Francisco s'incontrano l'avvocato Mitch Brenner (Rod Taylor) e la ricca e giovane Melanie (Tippi Hedren), figlia dell'editore di uno fra i maggiori giornali della città. Indispettita e insieme attratta dall'atteggiamento dell'uomo, Melanie decide di fargli una sorpresa e di recarsi a Bodega Bay - dove Mitch trascorre i fine settimana in compagnia della madre e della sorellina Cathy - col pretesto di donare alla bimba, per il suo compleanno, una coppia di pappagalli "inseparabili". Da poco arrivata sul posto, Melanie viene attaccata deliberatamente da un gabbiano che le ferisce la testa, mentre sta guidando un motoscafo nella baia. Melanie viene ospitata da Annie, maestra di scuola di Cathy e vecchia fiamma di Mitch. Durante la notte un gabbiano, inspiegabilmente, sbatte sulla porta di casa. È solo il primo di una serie di strani accadimenti che vedono protagonisti gli uccelli: le galline della casa si rifiutano di mangiare; durante la festa di Cathy uno stormo di gabbiani attacca i bambini; la sera stessa la casa dei Brenner viene attaccata da centinaia di passeri che entrano attraverso il camino; viene ritrovato nella propria dimora un cadavere a cui gli uccelli hanno strappato gli occhi; un peschereccio viene assalito dai gabbiani; una trentina di bambini vengono attaccati da una frotta di corvi mentre escono da scuola. I paesani sono per lo più increduli e tendono a minimizzare gli eventi, fino a quando non si verifica un attacco di vaste proporzioni in pieno giorno, sotto gli occhi di tutti gli abitanti di Bodega Bay. In breve tempo l'intera cittadina viene attaccata da migliaia di uccelli che seminano il terrore; anche la maestra Annie rimane vittima degli animali assassini, mentre i protagonisti si barricano in casa, assediati dagli uccelli che feriscono gravemente Melanie; Mitch decide di portarla all'ospedale. All'alba i quattro partono alla volta di San Francisco. Appollaiati ovunque, migliaia di uccelli li osservano immobili e minacciosi.








 
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Il film:

Gli Uccelli inaugurò un nuovo contratto concluso da Hitchcock con la Universal: Hitchcock lasciava così definivamente la Paramount, la casa di produzione con cui aveva in precedenza collaborato durante gli anni '50 a partire dalla Finestra sil cortile.

All'epoca di Psyco, è vero, c'erano state alcune incomprensioni fra il regista e i dirigenti della Paramount, ma i motivi del "trasferimento" erano dovuti principalmente al riassetto produttivo della Universal, rilevata proprio in quegli anni dalla MCA ( Music Corporation of America ), la colossale società - con interessi nel campo dello spettacolo, dei mass media e dell'industria - al cui servizio di agenzia Hitchcock si era affidato.



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Il rapporto con la Universal - durato fino alla morte del regista - non fu fruttuoso come quello con la Paramount. Alcuni film di Hitchcock andarono male o malissimo, Il Maestro invecchiava, si mostrava più nervoso e insicuro, realizzava assai meno film di un tempo e sembrava aver perso quel magico contatto con il pubblico che aveva saputo raggiungere negli anni precedenti. ( Mar L8v )



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Edited by Lottovolante - 28/9/2010, 21:10
 
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Hitchcock inquieto:

Gli Uccelli è tratto dal racconto omonimo di Daphne Du Maurier, la scrittrice inglese a cui Hitch si era ispirato anche per La taverna della Giamaica (1939) e Rebecca la prima moglie (1940).
Solo l'idea centrale della Du Maurier è rimasta però nel film, quella dell'attacco degli uccelli agli uomini, mentre trama e personaggi sono una creazione ex novo.

Hitch dedicò, come sempre del resto, una grande attenzione al lavoro dello sceneggiatore, Evan Hunter, che dovette rivedere lo script più volte; al regista stavano particolarmente a cuore lo sviluppo del personaggio di Melanie e la definizione delle reazioni dei protagonisti man mano che la vicenda diventava più drammatica. Hitchcock giunse a intervenire sulla sceneggiatura anche durante le riprese, improvvisando sul set, cosa del tutto insolita per lui; si sentiva inquieto e stranamente emozionato.

Gli ci volle del tempo anche per decidere il finale. Una versione prevedeva che i fuggiaschi sarebbero giunti a San Francisco dove avrebbero trovato il Golden Gate ricoperto da uccelli; poi il regista optò per un finale aperto a tutte le possibili interpretazioni e volle che dopo l'ultima inquadratura non comparissero le parole "the end", ma soltanto "a Universal release".



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Alla Universal non furono entusiasti di questa idea e, dal loro punto di vista, non avevano torto: anche il pubblico mostrò in seguito di non capire nè apprezzare questo finale tanto sconcertante.

Il film fu girato in parte in teatro di posa, in parte nella cittadina di Bodega Bay, dove è ambientata la storia, una località sulla costa, non molto distante da San Francisco.
Grande cura fu dedicata ai costumi dei personaggi e all'arredamento delle abitazioni, studiati fin nei minimi particolari, affinchè risultassero realistici e tipici del luogo.



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Anche per cercare di abbassare i costi, gli attori scelti per Gli Uccelli non furono dei divi: a causa degli effetti speciali occorrevano riprese lunghe e faticose, e i compensi delle star sarebbero stati troppo elevati. Per Tippi Hedren, la protagonista, si trattò della prima esperienza cinematografica: fino ad allora aveva fatto soltanto qualche pubblicità; Hitch cercò di ritagliare sulla sua personalità il personaggio di Melanie Daniels, un po' come aveva fatto con Grace Kelly per La finestra sul cortile.
Comunque, anche senza divi, il film risultò molto costoso in termini di tempo ( sei mesi per il montaggio e la messa a punto degli effetti speciali ), e denaro.

Hitchcock organizzò da par suo un'intensa e intelligente campagna pubblicitaria ma, nonostante il buon successo di pubblico, i profitti finali furono alquanto modesti.
In generale i critici americani riconobbero l'elevata qualità degli effetti speciali e l'efficacia di certe sequenze, ma per il resto si mostrarono piuttosto tiepidi: la storia d'amore non si legava sufficientemente con gli sviluppi drammatici, i personaggi erano poco convincenti, gli interpreti - e qui si può essere anche d'accordo - deboli, il finale oscuro...in breve il film non era all'altezza di altri classici del regista.

Tuttavia gli ammiratori, anche negli Stati Uniti non mancarono: sulla scia della critica francese, già da alcuni anni appassionata sostenitrice dell'opera di Hitchcock, gli studiosi più sensibili resero omaggio a questa nuova, inquietante, straordinaria fantasia del regista. ( Mar L8v )



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Edited by Milea - 3/10/2010, 17:02
 
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La fragilità umana:

Nel corso degli anni Gli Uccelli ha suscitato le interpretazioni più disparate: letture in chiave esistenzialista o religiosa si sono sovrapposte ad altre di taglio sociologico e psicoanalitico.


Perchè gli uccelli attaccano ?

Quale ruolo hanno i protagonisti in tutto questo e Melanie in particolare ?

E' una rivolta della natura contro le persecuzioni umane, come suggerisce l'ornitologa nel ristorante ?

O si tratta di una punizione divina per le colpe degli uomini, di un flagello che si rinnova come sostiene l'ubriaco ?

Quale è il significato del finale ?




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Se già nel film precedente, Psyco, Hitchcock aveva volutamente spiazzato gli spettatori, eliminando la protagonista a metà film e offrendo un finale che forniva si una consolazione, negli Uccelli la sfida si fa ancora più forte. "Vi ho promesso che gli uccelli arriveranno ? Ecco, la promessa è mantenuta", può ben affermare il regista.
Ma in effetti non si è mai assunto anche l'impegno di spiegare perchè arrivano.
Qualche indicazione tuttavia, l'ha data, affermando per esempio che Gli Uccelli è un film sulla "complacency", vale a dire sull'autocompiacimento, quella sicurezza di sè tanto fastidiosa quanto in fondo vulnerabile che ostenta Melanie fin dal suo primo apparire e che è destinata a crollare man mano che gli eventi precipitano.
Che abisso fra la donna bella, elegante e ammirata delle prime inquadrature e quella ferita, fasciata, sotto schock del finale !



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Gli Uccelli, scrive il critico americano Robin Wood, "sono l'incarnazione dell'arbitrario e dell'imprevedibile, di ciò che rende la vita e le relazioni umane precarie, un monito alla nostra fragilità e instabilità, che non possono essere ignorate o eluse, e, ancor più, alla possibilità che la vita sia assurda e senza senso".

Gli uccelli colpiscono indiscriminatamente, attaccano i bambini, uccidono la sfortunata e devota Annie, non conoscono pietà. La loro presenza costringe però i protagonisti, in particolare le donne; Melanie, Lydia, Annie, a rivelarsi agli altri e prima ancora a se stessi, nelle loro debolezze e paure, nei loro desideri e fallimenti.
E alla fine, nonostante tutto, in tanta disperazione, rimane un filo di speranza nella solidarietà umana, nei rapporti d'affetto: lo dimostrano il sacrificio di Annie per salvare Cathy, il nascente amore fra Melanie e Mitch, il pordigarsi di quest'ultimo per salvare le persone che ama e soprattutto nel finale, il debolissimo ma inequivocabile sorriso di Melanie a Lydia, la stretta di mano fra le due donne, la preoccupazione di Cathy per i pappagallini...



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Ma al di là dei possibili significati, Gli Uccelli rimane nella memoria di ogni spettatore innanzitutto come una grandiosa fantasia fatta cinema, un incubo reso immagini e suoni, la rappresentazione - attraverso tutti i mezzi di cui il cinema dispone ( o almeno disponeva all'epoca ) - di paure remote, ancestrali, invincibili.
Colori slavati o lividi, silenzi allarmanti o suoni atroci, paesaggi brulli o interni cupi e, su tutto, una sensazione costante di angosciosa attesa che si condensa via via negli attacchi degli uccelli: un film aspro, crudele, inquietante come solo la realtà sa essere e come solo nei sogni capiamo, per dimenticarlo la mattina dopo.

Ma negli Uccelli...il risveglio non c'è. ( Mar L8v )



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Gli effetti speciali:

Abituati come siamo agli straordinari effetti speciali deglki ultimi anni, quelli utilizzati per Gli Uccelli possono apparirci in confronto assai naif. Naturalmente all'epoca, erano invece all'avanguardia ( ricevettero fra l'altro una nomination all'Oscar ) e fu necessario un notevole impegno per la loro realizzazione.

Fondamentale fu la collaborazione di Ub Iwerks, per anni braccio destro di Walt Disney, di Lawrence A.Hampton e di Albert Whitlock, campione riconosciuto del disegno su pellicola. Da ricordare poi il contributo dell'addestratore degli uccelli Ray Berwick.



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Delle 1400 inquadrature circa di cui è costituito Gli Uccelli, il doppio di quelle di un normale film di Hitchcock, ben 370 richiesero l'intervento di molti effetti speciali. In molti casi si tratta di effetti fotografici speciali, con inquadrature provenienti da diverse riprese riunite poi in una sola immagine grazie a varie sovrapposizioni e combinazioni ottiche.

L'inquadratura finale è per esempio il risultato di un'esposizione multipla di ben 30 elementi diversi: differenti gruppi di uccelli vennero fotografati a varie distanze dalla macchina da presa e tutti i vari pezzi furono poi combinati assieme. Un'altra immagine straordinaria è quella in cui si vede Bodega Bay dall'alto; dopo pochi istanti, i gabbiani cominciano a entrare in campo. La cittadina così come appare è in realtà il risultato di un complicato lavoro condotto da Whitlock; l'incendio venne ripreso da una collina che sovrastava il parcheggio della Universal e anche i gabbiani furono filmati a parte e inseriti nell'inquadratura con il ratoscoping, una particolare forma di animazione.
A questa inquadratura di solo 20 secondi lavorarono due persone per ben tre mesi ! ( Mar L8v )



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Odio e amore:

Qual è il ruolo dei pappagallini "inseparabili" che Melanie acquista per Mitch e poi decide di regalare a Cathy ? Quando il film uscì, alcuni spettatori, resi perplessi dal fatto che non vi è alcuna spiegazione all'attacco degli uccelli, congetturarono che i responsabili della catastrofe fossero proprio i due piccoli pennuti.

In realtà, come nota Truffaut, i "love birds", questo il loro nome in inglese, si contrappongono agli altri uccelli che sono invece "uccelli d'odio".
Il fatto è che l'amore, commenta Hitch, sopravvive alle terribili prove a cui sono sottoposti i protagonisti: "Alla fine la ragazzina chiede: 'Posso portare gli uccelli d'amore ?'. Allora significa che qualcosa di buono sopravvive attraverso questa coppia di 'love birds'". ( Mar L8v )


Edited by Milea - 3/10/2010, 17:07
 
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Una vera tortura:

La scena in cui Melanie è assalita dagli uccelli in soffitta costituì per Tippi Hedren una vera tortura: come era già avvenuto per la famosa scena della doccia in Psyco, con la quale vi sono forti analogie, fu necessaria una settimana di riprese, con la differenza che qui non fu impiegata nessuna controfigura.

Poichè i soli effetti speciali non sarebbero stati sufficienti a rendere la drammaticità della sequenza, furono adoperati uccelli vivi, addirittura legati ai vestiti della povera attrice per evitare che si allontanassero troppo in fretta.
"Giorno dopo giorno" ricorda la colelga Jessica Tandy, " [ la Hedren ] se ne stette sola in quella stanza come chiusa in una gabbia, a recitare, con gli uccelli che le si avvicinavano, e poi i cambi di costume, di trucco, le applicazioni di sangue finto, e non poteva nemmeno interrompere per il pranzo...non so proprio come abbia fatto".

E' dunque la effettiva reazione emotiva dell'attrice sottoposta a tale tour de force, quella che appare sullo schermo... ( Mar L8v )
 
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Mai ( o quasi ) improvvisare...

Racconta Hitchcock a Truffaut: "Mi vanto sempre di non guardare la sceneggiatura mentre sto girando il film. Conosco il film a memoria, completamente. Ho sempre avuto paura di improvvisare sul set perchè al momento delle riprese, se si trova il tempo di avere delle idee, non si trova mai il tempo di esaminarne le qualità. Ci sono troppi operai, elettricisti e macchinisti e sono molto scrupoloso con le spese inutili.
Non potrei veramente imitare quei registi che fanno aspettare tutta un'equipe, mentre loro si siedono per riflettere, non potrei mai fare così".

Gli Uccelli ha costituito però un'eccezione: non soddisfatto di alcune scene e della caratterizzazione dei personaggi, inquieto e nervoso, per questo film Hitch ha anche osato improvvisare sul set...anche più di una volta. ( Mar L8v )
 
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Sotto l'ala...di Hitchcock:

Ricorda Tippi Hedren: "[...] nel suo modo di dirigere Hitchcock aveva sempre un quadro definitivo, che comprendeva ogni minimo spostamento del corpo [...].
E questo ti dava fiducia. Hitchcock dà davvero fiducia nel regista.
E non hai fiducia nel regista se non senti che ti rispetta.
Si è fidato di me e sono stata fortunata, è stato per me il primo vero regista.
Mi ha preso sotto la sua ala e mi ha dato un'educazione cinematografica che altrimenti avrei acquisito in quindici anni.
In ogni momento del film badava a ciò che gli attori sentivano, perchè solo così era sicuro che avremmo potuto fare ciò che voleva. ( Mar L8v )


Tippi Hedren: Nathalie Kay “Tippi” Hedren deve il suo successo a due film di Hitchcock: “Gli uccelli” e “Marnie”, che non hanno però consentito alla sua carriera di spiccare il volo. Al giorno d’oggi forse l’attrice è più famosa per essere la madre della collega e “donna in carriera” Melanie Griffith. Natalie Kay Hedren, soprannominata dal padre Tippi, nasce nel Minnesota da una coppia di immigrati svedesi e tedeschi ma durante l’adolescenza si trasferisce con la famiglia in California. A 18 anni la Hedren inizia la carriera da indossatrice a New York ed appare anche su riviste patinate come “Life Magazine”. Alfred Hitchcock la nota in uno spot pubblicitario televisivo e la sceglie come bionda e sofisticata protagonista de “Gli uccelli” (1963). Il regista inglese era da tempo alla ricerca di una nuova Grace Kelly, ormai da qualche anno divenuta principessa di Monaco, e il fascino di Tippi lo convince a puntare su un’esordiente come protagonista di uno dei suoi film più angoscianti. Si racconta che, per girare la scena in cui il personaggio di Melanie Daniels viene attaccato da uno stormo di corvi in una stanza, Hitchcock fece credere a Tippi di avere a che fare soltanto con volatili meccanici mentre l’attrice si ferì al volto e fu ricoverata per esaurimento nervoso. Sebbene l’accoglienza della critica sia stata piuttosto fredda, la Hedren conquista comunque un Golden Globe come miglior attrice esordiente. Il 1964 è l’anno di “Marnie”, sempre con la regia di Hitchcock, nel quale Tippi interpreta la giovane cleptomane, che ha un difficile rapporto con il sesso maschile. Anche questo film inizialmente non riscuote il successo della critica ma col tempo verrà rivalutato come un classico della cinematografia mondiale. Tippi non accetta di interpretare altri ruoli per il maestro del thriller ma veste i panni della moglie di Marlon Brando ne “La contessa di Hong Kong” (1967) diretto da Charlie Chaplin. Tra il 1967 e il 2000 Tippi Hedren recita in una quarantina di film e telefilm, tra cui “Il grande ruggito” (1981), di cui è anche produttrice, “Brividi nella notte” (1990) e “La cantina degli orrori” (1999). Nel 1994 l’attrice è sul set del remake de “Gli uccelli” diretto da Rick Rosenthal. Attiva animalista, Tippi ha fondato dal 1983 la riserva di Shambala nel deserto californiano di Mojave, dove vengono ospitate e curate numerose specie animali, tra cui antilopi e leoni. L’attrice risiede a Shambala e lì ha girato anche alcuni documentari (doppiati dalla figlia Melanie Griffith) sull’ecosistema della riserva. La vita privata di Tippi Hedren è stata piuttosto “movimentata” con ben quattro matrimoni ed una figlia: la già citata Melanie Griffith. Tippi l’ha avuta dal primo matrimonio con l’attore Peter Griffith, con il quale è stata sposata dal 1952 al 1961. L’attrice ha poi sposato l’agente Noel Marshall, che ha prodotto tre sue pellicole e nel 1985 l’uomo d’affari Luis Barrenechea. Nel 2002 la Hedren è convolata a nozze con il veterinario Martin Dinnes. Sebbene la sua carriera non sia costellata di successi, le va dato il merito di essere rimasta comunque nell’immaginario collettivo come la bionda protagonista di due celeberrimi film come “Gli uccelli” e “Marnie”.


Edited by Lottovolante - 2/10/2010, 10:16
 
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Hitch abile pubblicitario:

Nell'agosto 1962, mentre Hitchcock sta lavorando al montaggio degli Uccelli, giunge dalla Francia ad intervistarlo, il giovane critico e regista francese Francois Truffaut, all'epoca già piuttosto famoso.

Attento com'è alla promozione del film, Hitch spera che l'interesse del cineasta francese faccia aumentare le proprie quotazioni sul mercato della critica cinematografica, tantopiù che si prevede che il libro-intervista uscirà presto ( la prima edizione apparirà invece solo nel 1967 ).

Con questa prospettiva Hitchcock si prepara a mettere sul conto della produzione degli Uccelli ( sotto la voce "pubblicità" ) le spese di viaggio di Truffaut: quest'ultimo però insiste per pagare tutto lui e solo pochi costi - come il noleggio di una limousine - saranno infine fatti rientrare in quelli per la produzione del film. ( Mar L8v )



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Fobie per tutti i gusti:

Formiche giganti in Assalto alla terra (1954) di G.Douglas, cavallette in The beginning of the end (1957) di B.I.Gordon, piranha nell'omonimo film di J.Dante (1978), ragni in Aracnofobia (1990) di F.Marshall, zecche in Ticks (1992 ) di T.Randel.

E oltre sagli animali che attaccano in massa, quelli solitari, non meno temibili: lo scimmione di King Kong naturalmente...ve ne sono due versioni una del 1933 di E,B.Schoedsack e M.C.Cooper e una del 1976 di J.Guillermin, e poi il mostro preistorico del Risveglio del dinosauro (1953) di E.Louriè, lo squalo del celebre film omonimo di S.Spielberg (1975), il plantigrado di Grizzly, l'orso che uccide (1976) di W.Girdler, il rettile di Alligator (1980) e li San Bernardo di Cujo (1983) entrambi di L.Teague...

Le fobie per gli animali - il fondatore della psicoanalisi ne descrisse qualcuna in L'uomo dei lupi, L'uomo dei topi, Il piccolo Hans ( aveva paura dei cavalli ) - sono radicate in ciascuno di noi: e chi non ha un animale che teme di più ? Naturale che su questo soggetto si sia scatenata la fantasia di sceneggiatori e registi, Hitchcock compreso, attento com'era alle angoscie più profonde degli esseri umani.
Ma a differenza della maggior parte dei film di "catastrofismo animale", che prevedono interpretazioni più o meno moralistiche per i bestiali fenomeni messi in scena e spesso lieto fine per i protagonisti "buoni".

Gli Uccelli. come ho già detto, non concede allo spettatore alcun sollievo. La paura è "pura"; non c'è rimedio nè spiegazione...nè tantomeno catarsi. ( Mar L8v )



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Germania:


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Fotobuste U.K. :


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