Cap.7 - Renzo si improvvisa “violento”

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view post Posted on 20/9/2010, 22:02     +1   -1
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Cap.7 - Renzo si improvvisa “ violento”


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Mentre Lucia accetta di buon grado gli incoraggiamenti ad aver fede del buon cappuccino, Renzo e Agnese, al pari di molti cristiani "fai da te" che sono esistiti in tutte le epoche, continuano a coltivare il loro progetto e riescono a tenerlo nascosto a padre Cristoforo.


Ma Lucia, speranzosa in quel tenue filo di cui ha parlato il suo padre spirituale, crede di potersi opporre alle nozze clandestine. Renzo che la conosce bene, improvvisa, quasi istintivamente una reazione abbastanza violenta lasciando immaginare chissà quali terribili iniziative nei confronti di don Rodrigo: “La farò io, la giustizia, io! E' ormai tempo (…) lo libererò io, il paese: quanta gente mi benedirà…! E poi in tre salti! (…) E bene! Io non v' avrò; ma non v'avrà né anche lui. Io qui senza di voi, e lui a casa del…”
Naturalmente la reazione di Lucia, ma anche di Agnese, è prevedibile: ambedue cercano di calmarlo, di distoglierlo dai suoi sconsiderati progetti, ma l'unica cosa che può calmare Renzo è la promessa, strappatale a malincuore, che Lucia fa di accettare il progetto del matrimonio clandestino.

Gradevolissima a questo punto è la sosta che Manzoni propone al lettore per invitarlo alla riflessione. Ecco quel che dice a proposito di Renzo: “In mezzo a quella gran collera, aveva Renzo pensato di che profitto poteva esser per lui lo spavento di Lucia? E non aveva adoperato un po' d'artifizio a farlo crescere, per farlo fruttare? Il nostro autore protesta di non ne saper nulla; e io credo che nemmen Renzo non lo sapesse bene. Il fatto sta ch' era realmente infuriato contro don Rodrigo, e che bramava ardentemente il consenso di Lucia; e quando due forti passioni schiamazzano insieme nel cuor d'un uomo, nessuno, nemmeno il paziente, può sempre distinguer chiaramente una voce dall'altra…” Ma anche per Lucia non manca la benevola considerazione: “Qui l'autore confessa di non sapere un'altra cosa: se Lucia fosse in tutto e per tutto, malcontenta di essere stata spinta ad acconsentire. Noi lasciamo (…)” la cosa in dubbio.
C'è in queste riflessioni tutta l'umanità di Manzoni, che sa perfettamente come il cuore umano sia davvero “un guazzabuglio” all'interno del quale è proprio difficile orientarsi; e d'altro canto i nostri personaggi non sono tanto impegnati a fare un'analisi dei propri sentimenti, quanto piuttosto a vivere delle circostanze che li hanno colti di sorpresa.
In tali circostanze non si improvvisa una reazione, ma ognuno reagisce secondo il proprio temperamento e le proprie convinzioni; ecco perché importante che ognuno abbia un patrimonio di educazione e di esperienza che gli permetta di non essere totalmente in balia di situazioni incontrollabili.

Lucia, come s'è visto, sa dare un giudizio chiaro, anche se la situazione si rivela tale che non le è possibile far seguire al giudizio il comportamento
, proprio perché deve tener conto dei fattori in gioco, e, istintivamente, sceglie il male minore; con quale autocoscienza lo stesso Manzoni non dice (e non potrebbe dirlo); ma appare in tutto coerente con il personaggio che finora abbiamo conosciuto.
Come appare coerente con se stesso anche il giovane Renzo, che è certamente un bravo giovine, ma, essendo più impulsivo, sa usare questo aspetto del suo temperamento per ottenere quel consenso che altrimenti Lucia forse avrebbe negato. E anche per lui Manzoni concede il beneficio del dubbio, non tanto per non volerlo giudicare, quanto piuttosto per l'impossibilità di passare al vaglio in modo esauriente i meandri della coscienza: scelta questa, volutamente esplicitata, per aiutare il lettore a riflettere proprio sul mistero insondabile del cuore di ogni uomo.




Edited by Milea - 24/7/2021, 17:18
 
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view post Posted on 20/9/2010, 22:30     +1   -1
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Arabesc497

Il padre Cristoforo arrivava nell'attitudine d'un buon capitano che, perduta, senza sua colpa, una battaglia importante, afflitto ma non scoraggiato, sopra pensiero ma non sbalordito, di corsa e non in fuga, si porta dove il bisogno lo chiede, a premunire i luoghi minacciati, a raccoglier le truppe, a dar nuovi ordini.
- La pace sia con voi, - disse, nell'entrare. - Non c'è nulla da sperare dall'uomo: tanto più bisogna confidare in Dio: e già ho qualche pegno della sua protezione.
Sebbene nessuno dei tre sperasse molto nel tentativo del padre Cristoforo, giacché il vedere un potente ritirarsi da una soverchieria, senza esserci costretto, e per mera condiscendenza a preghiere disarmate, era cosa piuttosto inaudita che rara; nulladimeno la trista certezza fu un colpo per tutti. Le donne abbassarono il capo; ma nell'animo di Renzo, l'ira prevalse all'abbattimento. Quell'annunzio lo trovava già amareggiato da tante sorprese dolorose, da tanti tentativi andati a vòto, da tante speranze deluse, e, per di più, esacerbato, in quel momento, dalle ripulse di Lucia.
- Vorrei sapere, - gridò, digrignando i denti, e alzando la voce, quanto non aveva mai fatto prima d'allora, alla presenza del padre Cristoforo; - vorrei sapere che ragioni ha dette quel cane, per sostenere... per sostenere che la mia sposa non dev'essere la mia sposa.

Renzo_lucia_Fra_Cristoforo

- Povero Renzo! - rispose il frate, con una voce grave e pietosa, e con uno sguardo che comandava amorevolmente la pacatezza : - se il potente che vuol commettere l'ingiustizia fosse sempre obbligato a dir le sue ragioni, le cose non anderebbero come vanno.
- Ha detto dunque quel cane, che non vuole, perché non vuole?
Non ha detto nemmen questo, povero Renzo! Sarebbe ancora un vantaggio se, per commetter l'iniquità, dovessero confessarla apertamente.
- Ma qualcosa ha dovuto dire: cos'ha detto quel tizzone d'inferno?
- Le sue parole, io l'ho sentite, e non te le saprei ripetere. Le parole dell'iniquo che è forte, penetrano e sfuggono. Può adirarsi che tu mostri sospetto di lui, e, nello stesso tempo, farti sentire che quello di che tu sospetti è certo: può insultare e chiamarsi offeso, schernire e chieder ragione, atterrire e lagnarsi, essere sfacciato e irreprensibile. Non chieder più in là. Colui non ha proferito il nome di questa innocente, né il tuo; non ha figurato nemmen di conoscervi, non ha detto di pretender nulla; ma... ma pur troppo ho dovuto intendere ch'è irremovibile. Nondimeno, confidenza in Dio! Voi, poverette, non vi perdete d'animo; e tu, Renzo... oh! credi pure, ch'io so mettermi ne' tuoi panni, ch'io sento quello che passa nel tuo cuore. Ma, pazienza! È una magra parola, una parola amara, per chi non crede; ma tu...! non vorrai tu concedere a Dio un giorno, due giorni, il tempo che vorrà prendere, per far trionfare la giustizia? Il tempo è suo; e ce n'ha promesso tanto! Lascia fare a Lui, Renzo; e sappi... sappiate tutti ch'io ho già in mano un filo, per aiutarvi. Per ora, non posso dirvi di più. Domani io non verrò quassù; devo stare al convento tutto il giorno, per voi. Tu, Renzo, procura di venirci: o se, per caso impensato, tu non potessi, mandate un uomo fidato, un garzoncello di giudizio, per mezzo del quale io possa farvi sapere quello che occorrerà. Si fa buio; bisogna ch'io corra al convento. Fede, coraggio; e addio.

Detto questo, uscì in fretta, e se n'andò, correndo, e quasi saltelloni, giù per quella viottola storta e sassosa, per non arrivar tardi al convento, a rischio di buscarsi una buona sgridata, o quel che gli sarebbe pesato ancor più, una penitenza, che gl'impedisse, il giorno dopo, di trovarsi pronto e spedito a ciò che potesse richiedere il bisogno de' suoi protetti.
- Avete sentito cos'ha detto d'un non so che... d'un filo che ha, per aiutarci? - disse Lucia. - Convien fidarsi a lui; è un uomo che, quando promette dieci...
- Se non c'è altro...! - interruppe Agnese. - Avrebbe dovuto parlar più chiaro, o chiamar me da una parte, e dirmi cosa sia questo...
- Chiacchiere! la finirò io: io la finirò! - interruppe Renzo, questa volta, andando in su e in giù per la stanza, e con una voce, con un viso, da non lasciar dubbio sul senso di quelle parole.
- Oh Renzo! - esclamò Lucia.
- Cosa volete dire? - esclamò Agnese.
- Che bisogno c'è di dire? La finirò io. Abbia pur cento, mille diavoli nell'anima, finalmente è di carne e ossa anche lui...
- No, no, per amor del cielo...! - cominciò Lucia; ma il pianto le troncò la voce.
- Non son discorsi da farsi, neppur per burla, - disse Agnese.
- Per burla? - gridò Renzo, fermandosi ritto in faccia ad Agnese seduta, e piantandole in faccia due occhi stralunati. - Per burla! vedrete se sarà burla.
- Oh Renzo! - disse Lucia, a stento, tra i singhiozzi: - non v'ho mai visto così.
- Non dite queste cose, per amor del cielo, - riprese ancora in fretta Agnese, abbassando la voce. - Non vi ricordate quante braccia ha al suo comando colui? E quand'anche... Dio liberi!... contro i poveri c'è sempre giustizia.
- La farò io, la giustizia, io! È ormai tempo. La cosa non è facile: lo so anch'io. Si guarda bene, il cane assassino: sa come sta; ma non importa. Risoluzione e pazienza... e il momento arriva. Sì, la farò io, la giustizia: lo libererò io, il paese: quanta gente mi benedirà...! e poi in tre salti...!
L'orrore che Lucia sentì di queste più chiare parole, le sospese il pianto, e le diede forza di parlare. Levando dalle palme il viso lagrimoso, disse a Renzo, con voce accorata, ma risoluta: - non v'importa più dunque d'avermi per moglie. Io m'era promessa a un giovine che aveva il timor di Dio; ma un uomo che avesse... Fosse al sicuro d'ogni giustizia e d'ogni vendetta, foss'anche il figlio del re...
E bene! - gridò Renzo, con un viso più che mai stravolto: - io non v'avrò; ma non v'avrà né anche lui. Io qui senza di voi, e lui a casa del...
- Ah no! per carità, non dite così, non fate quegli occhi: no, non posso vedervi così, - esclamò Lucia, piangendo, supplicando, con le mani giunte; mentre Agnese chiamava e richiamava il giovine per nome, e gli palpava le spalle, le braccia, le mani, per acquietarlo. Stette egli immobile e pensieroso, qualche tempo, a contemplar quella faccia supplichevole di Lucia; poi, tutt'a un tratto, la guardò torvo, diede addietro, tese il braccio e l'indice verso di essa, e gridò: - questa! sì questa egli vuole. Ha da morire!
- E io che male v'ho fatto, perché mi facciate morire? - disse Lucia, buttandosegli inginocchioni davanti.
- Voi! - rispose, con una voce ch'esprimeva un'ira ben diversa, ma un'ira tuttavia: - voi! Che bene mi volete voi? Che prova m'avete data? Non v'ho io pregata, e pregata, e pregata? E voi: no! no!
- Sì sì, - rispose precipitosamente Lucia: - verrò dal curato, domani, ora, se volete; verrò. Tornate quello di prima; verrò.
- Me lo promettete? - disse Renzo, con una voce e con un viso divenuto, tutt'a un tratto, più umano.
- Ve lo prometto.
- Me l'avete promesso.
- Signore, vi ringrazio! - esclamò Agnese, doppiamente contenta.


55I_promessi_sposi_-_ch7


In mezzo a quella sua gran collera, aveva Renzo pensato di che profitto poteva esser per lui lo spavento di Lucia? E non aveva adoperato un po' d'artifizio a farlo crescere, per farlo fruttare? Il nostro autore protesta di non ne saper nulla; e io credo che nemmen Renzo non lo sapesse bene. Il fatto sta ch'era realmente infuriato contro don Rodrigo, e che bramava ardentemente il consenso di Lucia; e quando due forti passioni schiamazzano insieme nel cuor d'un uomo, nessuno, neppure il paziente, può sempre distinguer chiaramente una voce dall'altra, e dir con sicurezza qual sia quella che predomini.
- Ve l'ho promesso, - rispose Lucia, con un tono di rimprovero timido e affettuoso: - ma anche voi avevate promesso di non fare scandoli, di rimettervene al padre...
- Oh via! per amor di chi vado in furia? Volete tornare indietro, ora? e farmi fare uno sproposito?
- No no, - disse Lucia, cominciando a rispaventarsi. - Ho promesso, e non mi ritiro. Ma vedete voi come mi avete fatto promettere. Dio non voglia...
- Perché volete far de' cattivi augùri, Lucia? Dio sa che non facciam male a nessuno.
- Promettetemi almeno che questa sarà l'ultima.
- Ve lo prometto, da povero figliuolo.
- Ma, questa volta, mantenete poi, - disse Agnese.
Qui l'autore confessa di non sapere un'altra cosa: se Lucia fosse, in tutto e per tutto, malcontenta d'essere stata spinta ad acconsentire. Noi lasciamo, come lui, la cosa in dubbio.
Renzo avrebbe voluto prolungare il discorso, e fissare, a parte a parte, quello che si doveva fare il giorno dopo; ma era già notte, e le donne gliel'augurarono buona; non parendo loro cosa conveniente che, a quell'ora, si trattenesse più a lungo.




Edited by Milea - 24/7/2021, 17:19
 
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