Il club dei trentanove, The thirty-nine steps 1935

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Lottovolante
view post Posted on 21/9/2010, 10:30 by: Lottovolante     +1   -1
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La nostalgia del cinefilo:

"Vedevo, [ Il club dei trentanove ] come un film e episodi...Volevo che ogni scena fosse molto solida in modo da costruire un piccolo film" ( Hitchcock ).

"Questo genere di cinema tende a eliminare le scene che sono unicamente funzionali allo svolgimento della narrazione per servirsi solo di quelle che sono divertenti mentre si girano e altrettanto divertenti quando si vedono" ( Bazin ).

"Perfettamente a suo agio, sicuro di sedurre, [ Hitchcock ] moltiplica le cose belle. E' rilassato. Alla pienezza dell'argomento corrisponde con assoluta semplicità la pienezza della sceneggiatura e della regia. Assimilate le influenze, la sua personalità diventa folgorante. Bastano due inquadrature per crearee l'atmosfera di un modesto music-hall londinese. La verità nasce senza nessuno sforzo dall'accumulo di dettagli pittoreschi. Le concatenazioni vanno da sè. Ogni seguenza diventa un pezzo di bravura, e la bellezza, quella bellezza naturale dei gesti e delle cose che sapeva creare così bene il grande Murnau, bagna intere scene, per esempio l'incontro col fattore scozzese e la moglie, oppure l'episodio delle pecore e della fuga sotto la cascata" ( Chabrol e Rohmer ).

Freschezza, libertà, rapidità, arguzia, umorismo: Il club dei trentanove , l'Intrigo internazionale del periodo inglese, come è stato definito, è una girandola di inseguimenti e colpi di scena ( il film stabilisce fra l'altro definitivamente la struttura e il tema del film a doppio inseguimento - l'innocente che cerca qualchuno per scagionarsi è a sua volta ricercato -, ricorrente in tutta l'opera di Hitch ).
Un racconto pieno di invenzioni e di tocchi umoristici, una narrazione spezzata, "episodica" per l'appunto, senza raccordi e senza preoccupazioni per le psicologie dei personaggi.
Non occorre precisare chi siano i protagonisti o che cosa facciano nella vita; sono la loro stessa storia e fanno quello che si vede; questo ci basta, non abbiamo bisogno di altro per seguire Hannay sul treno e in Scozia, nella fattoria e nella villa di Jordan, dallo sceriffo e al comizio, sotto la cascata e nella locanda...
Eppure in questo mondo un po' da cartone animato in cui tutto è possibile e l'incalzare delle avventure ci trascina senza fiato, al pari di Pamela ammanettata, si aprono parentesi quasi liriche: la sequenza della fattoria, giocata sui silenzi e sugli sguardi, le fughe di Hannay per la brughiera scozzese, con quella scenografia così finta eppure così suggestiva; la morte di Memory, condannato fino alla fine alla verità e alla memoria del suo estremo orgoglio professionale...

Gli occhi del cinefilo si velano un po' di nostalgia e di tenerezza nei confronti di questo cinema ingenuo...nello spirito s'intende, non nella forma...per dirla con un titolo di un altro film di Hitch di quel periodo, "giovane e innocente"... ( Mar L8v )




Edited by Milea - 24/9/2010, 19:27
 
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