Il club dei trentanove, The thirty-nine steps 1935

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view post Posted on 19/9/2010, 12:35     +1   -1
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Quello che mi piace
nel Club dei trentanove
è l'estrema rapidità
dei paesaggi.
Bisogna lavorare molto
per realizzarla,
ma ne vale la pena.
Bisogna utilizzare un'idea dietro l'altra,
sacrificando tutto il resto
alla rapidità.



Alfred Hitchcock

 
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Il club dei trentanove / I trentanove scalini
( The thirty-nine steps - 1935 )


di Alfred Hitchcock


da una novella di John Buchan


Robert Donat, Madeleine Carroll
Lucie Mannheim, Godfrey Tearle,
Peggy Ashcroft, John Laurie

Riprese - gennaio 1935







La trama:

Siamo a Londra,all'interno di un music-hall: durante l'esibizione di Mister Memoria ,un fenomeno capace di ricordare migliaia di nozioni e di rispondere a qualunque domanda del pubblico, si scatena un disordine. Nel fuggi fuggi che segue , Richard Hannay (Robert Donat), un uomo canadese di passaggio in Inghilterra, incontra una donna che gli chiede aiuto e ospitalità. Lei dice di chiamarsi Annabella Smith (Madeleine Carroll), le dice di essere un'agente segreto e racconta che emissari di una potenza straniera stanno per entrare in possesso di informazioni vitali per la difesa aerea dell'Inghilterra. Lei ,incaricata di impedirlo, è braccata dagli appartenenti ai "39 scalini", l'oscura organizzazione nemica.
Il loro capo ha una caratteristica inconfondibile: gli manca l'ultima falange del mignolo destro. E'urgente che la donna si liberi degli inseguitori e arrivi in Scozia, dove vive una persona decisiva per la soluzione della vicenda. Hannay,benchè scettico, accetta di ospitarla, ma nella notte viene svegliato dalla stessa Annabella che, pugnalata,gli spira tra le braccia, stringendo in pugno una cartina della Scozia sulla quale ha messo in risalto il nome di un paese:Alt-Na-Shellad. Cosciente di poter essere accusato dell'omicidio, Hannay fugge proprio verso la Scozia,i giornali pubblicano la sua foto e lui ,riconosciuto da una giovane donna è costretto a saltare dal treno sul quale egli viaggia. Giunge così ad un villaggio dove ottiene ospitalità da un contadino avido e bigotto, che lo sospetta subito di insidiare la moglie: temendo di venire tradito, Hannay deve di nuovo fuggire, e giunge finalmente ad Alt-Na-Shellad. Lì si trova però nella tana del lupo:all'uomo che incontra, il professor Jordan (Godfrey Tearle), manca la falange del mignolo. Salvatosi miracolosamente dall'incontro,Hannay si precipita dalla polizia, che però non crede al suo racconto e cerca di arrestarlo. Altra fuga, questa volta all'interno di un locale nel quale si sta svolgendo un comizio. Lì, riconosciuto ancora da Pamela,la stessa donna che aveva già conosciuto in treno, viene riarrestato e condotto via insieme a lei ,ma capisce presto di essere capitato nelle mani dei "39 scalini". Riesce ancora a scappare e a trovare riposo in una locanda: lì giungono anche gli inseguitori,e da una loro conversazione Hannay capisce che il loro capo sta per lasciare l'Inghilterra. Si precipita allora al teatro Palladium, dove Jordan ha l'ultimo appuntamento con l'informatore...





 
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Il film:

Il club dei trentanove è uno dei film più famosi del periodo inglese di Hitch. Si trattava del diciottesimo lungometraggio di una intensa carriera cominciata alla metà degli anni '20 ma non sempre caratterizzata da libertà di scelta e di iniziativa; anzi, non erano molti i film che portavano i segni dell'autentico Hitchcock: ( The lodger, Blackmail, Murder, Number seventeen, la prima versione dell'Uomo che sapeva troppo ).

Ora però, dopo anni di alterna fortuna e momenti più o meno critici, Hitch stava trovando la sua strada; la conferma venne dal grande successo riscosso in Inghilterra e negli Stati Uniti dell'Uomo che sapeva troppo (1934). Per il regista questo significava innanzitutto godere di maggior credito presso i produttori; alla Gaumont-British per la quale lavorava dal 1933, Hitchcock aveva inoltre ritrovato - oltre ad un vecchio "nemico", C.M.Woolf, implacabile detrattore di Hitch fin dai tempi di The lodger, anche il produttore che aveva accompagnato il suo esordio cinematografico e che, ben consapevole del talento di Hitch, lo appoggiava con convinzione. ( Mar L8v )



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Un autore congeniale:

Il Club dei trentanove è tratto dalla novella omonima di John Buchan, un autore con cui Hitchcock si sentiva in sintonia. "In effetti possi dire di essere stato notevolmente influenzato da Buchan, molto prima di fare il Club dei Trentanove. Anche nell'Uomo che sapeva troppo si può avvertire la sua influenza" confermò il regista a Truffaut aggiungendo: "Quello che mi piace di Buchan è qualcosa di profondamente britannico, che in Inghilterra chiamiamo understatement, un modo di presentare avvenimenti drammatici con un tono leggero".

Vissuto tra il 1875 e il 1940, membro del Parlamento inglese, direttore dei servizi segreti nella prima guerra mondiale, corrispondente di guerra del Times, Alto commissario della Chiesa di Scozia e persino Governatore generale del Canada, Buchan scrisse una dozzina di romanzi che si inserivano nel filone anglosassone della spy-story, assai popolare in Gran Bretagna fin dagli inizi del secolo, e che contribuirono come pochi altri a definire lo spazio specifico del nuovo genere.

Come osservò Orio Caldiron, "nelle storie di Buchan non si trovano quasi mai investigatori, poliziotti o spie ufficiali, ma piuttosto detective involontari, i quali si guardano bene dal provocare l'avvenimento eccezionale: è piuttosto l'avvenimento che va a cercarli fino a casa per coinvolgerli in avventure sorprendenti".



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Si tratta quindi di veri e propri personaggi hitchcockiani; tipico, in tal senso, il protagonista di The thirty-nine steps del 1915, la novella che segna l'inizio della piccola saga ( 4 episodi ) dedicata alle avventure di Richard Hannay.
Partendo dunque da un soggetto congeniale, Hitchcock lavorò con entusiasmo. La sceneggiatura fu affidata alla moglie Alma e a Charles Bennett, con il quale Hitchcock aveva già collaborato nell'Uomo che sapeva troppo ( Bennett era inoltre l'autore del testo teatrale da cui Hitch aveva tratto Blackmail ).

Le riprese si svolsero in un'atmosfera piacevole e rilassata; Hitch si sentiva in piena forma e tutto lasciava presagire un ottimo risultato. Così fu: Il club dei trentanove ottenne un sensazionale successo di pubblico e di critica, in Inghilterra come in America.
Del Club dei trentanove sono stati fatti due remake, entrambi usciti in Italia col titolo I trentanove scalini: uno mediocre di Ralph Thomas con Kenneth More (1958), e uno di miglior qualità di Don Sharp, con Robert Powell (1978). ( Mar L8v )
 
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La nostalgia del cinefilo:

"Vedevo, [ Il club dei trentanove ] come un film e episodi...Volevo che ogni scena fosse molto solida in modo da costruire un piccolo film" ( Hitchcock ).

"Questo genere di cinema tende a eliminare le scene che sono unicamente funzionali allo svolgimento della narrazione per servirsi solo di quelle che sono divertenti mentre si girano e altrettanto divertenti quando si vedono" ( Bazin ).

"Perfettamente a suo agio, sicuro di sedurre, [ Hitchcock ] moltiplica le cose belle. E' rilassato. Alla pienezza dell'argomento corrisponde con assoluta semplicità la pienezza della sceneggiatura e della regia. Assimilate le influenze, la sua personalità diventa folgorante. Bastano due inquadrature per crearee l'atmosfera di un modesto music-hall londinese. La verità nasce senza nessuno sforzo dall'accumulo di dettagli pittoreschi. Le concatenazioni vanno da sè. Ogni seguenza diventa un pezzo di bravura, e la bellezza, quella bellezza naturale dei gesti e delle cose che sapeva creare così bene il grande Murnau, bagna intere scene, per esempio l'incontro col fattore scozzese e la moglie, oppure l'episodio delle pecore e della fuga sotto la cascata" ( Chabrol e Rohmer ).

Freschezza, libertà, rapidità, arguzia, umorismo: Il club dei trentanove , l'Intrigo internazionale del periodo inglese, come è stato definito, è una girandola di inseguimenti e colpi di scena ( il film stabilisce fra l'altro definitivamente la struttura e il tema del film a doppio inseguimento - l'innocente che cerca qualchuno per scagionarsi è a sua volta ricercato -, ricorrente in tutta l'opera di Hitch ).
Un racconto pieno di invenzioni e di tocchi umoristici, una narrazione spezzata, "episodica" per l'appunto, senza raccordi e senza preoccupazioni per le psicologie dei personaggi.
Non occorre precisare chi siano i protagonisti o che cosa facciano nella vita; sono la loro stessa storia e fanno quello che si vede; questo ci basta, non abbiamo bisogno di altro per seguire Hannay sul treno e in Scozia, nella fattoria e nella villa di Jordan, dallo sceriffo e al comizio, sotto la cascata e nella locanda...
Eppure in questo mondo un po' da cartone animato in cui tutto è possibile e l'incalzare delle avventure ci trascina senza fiato, al pari di Pamela ammanettata, si aprono parentesi quasi liriche: la sequenza della fattoria, giocata sui silenzi e sugli sguardi, le fughe di Hannay per la brughiera scozzese, con quella scenografia così finta eppure così suggestiva; la morte di Memory, condannato fino alla fine alla verità e alla memoria del suo estremo orgoglio professionale...

Gli occhi del cinefilo si velano un po' di nostalgia e di tenerezza nei confronti di questo cinema ingenuo...nello spirito s'intende, non nella forma...per dirla con un titolo di un altro film di Hitch di quel periodo, "giovane e innocente"... ( Mar L8v )




Edited by Milea - 24/9/2010, 19:27
 
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Croce e delizia:

Una storia raccontata con il sorriso sulle labbra, un sorriso analogo in tutto e per tutto a quello, ironico ma mai sprezzante, che compare spesso nel film sul volto di Robert Donat: Il club dei trentanove è anche un saggio esemplare dell'umorismo di Hitch, di quella capacità di osservare con ironia e understatement la stranezza della vita e dei rapporti umani che si trova in tanti altri film del maestro inglese.

Al centro dell'attenzione è la relazione uomo-donna, altra costante hitchcockiana: le principali figure femminili del film - Annabella, la giovane sposa del fattore, Pamela, la moglie di Jordan - offrono in tal senso un interessante campionario su cui si esercita l'occhio malizioso di Hitch.

L'avventura di Hannay è anche un viaggio, se non propriamente un'educazione, sentimentale. Ma senza addentrarci qui in una considerazione di tipo psicologico o sociale, Mi piace solo ricordare alcuni dei numerosi tocchi di ironia disseminati nel film: i rappresentanti che sciorinano biancheria intima sul treno, il bacio imposto a Pamela, la rocambolesca avventura della donna unita per forza ( dalle manette ) a Hannay e sballottata senza riguardo di qua e di là, la complice protezione offerta dalla locandiera ( che non ha capito nulla ) alla coppia, il gioco delle mani di Hannay sulle gambe di Pamela mentre lei si toglie le calze, l'acida battuta dello stesso Hannay che immagina il proprio risveglio accanto alla faccia "lucida e cisposa" della donna...E poi le mani dei due che si uniscono nell'inquadratura finale, in una stretta affettuosa e leggera, mentre dal polso di lui pendono ancora le manette: un'immagine che evoca altri finali di Hitch in cui l'unione fra uomo e donna è associata a qualche forma di costrizione ( La finestra sul cortile, Caccia al ladro ).

L'amore...croce e delizia. ( Mar L8v )
 
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Mr. Memory:

Il curioso personaggio di Mr. Memory, depositario del segreto di cui ''i trentanove scalini'' vogliono impossessarsi, prende spunto da un artista che Hitchcock aveva avuto modo di vedere al music-hall: "Si chiamava Datas ( a causa delle date ).
Il pubblico della sala gli poneva delle domande ed egli rispondeva dicendo le date esatte in cui era accaduto questo o quel fatto...qualcuno in vena di scherzi gli faceva delle domande maliziose; una di queste era:
'Quando Buon Venerdì è caduto di martedì ?" e la risposta era: "Buon Venerdì è un cavallo che correva a Volverhampton ed è caduto per la prima volta a un ostacolo martedì 22 giugno 1864 !".

Mister Memory, nota Truffaut, esemplifica una particolarità che si ritrova spesso nei film di Hitchcock e cioè "la caratterizzazione di un personaggio portata al limite, fino alla morte, con una logica imperterrita, che rende la morte contemporaneamente un po' ridicola e grandiosa, in un'atmosfera che va dal pittoresco al patetico". ( Mar L8v )




Edited by Milea - 24/9/2010, 19:29
 
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Il mondo che vogliamo:

Braccato dalla polizia, il povero Hannay viene scambiato dal pubblico di un comizio elettorale per l'oratore di turno; il suo discorso improvvisato ma toccante parla in primo luogo della sua condizione di perseguitato ( e, probabilmente, di certe paure ed emozioni dello stesso Hitchcock ); si possono trovare anche precisi riferimenti alla situazione politica di quel periodo: "So cosa vuol dire essere soli e senza aiuto e avere contro il mondo intero; e queste cose sono cose che uomo o donna non dovrebbero provare.
Chiedo al vostro candidato e a coloro che amano il loro prossimo di operare per fare di questo mondo un luogo più felice, un mondo dove nessuna nazione complotti contro l'uomo, dove non vi siano inseguimenti nè persecuzioni e ad ognuno vengano concesse le stesse possibilità di successo, dove la gente si aiuti e non si ostacoli, un mondo dal quale sospetti, crudeltà e paure siano per sempre bandite. Questo è il tipo di mondo che voglio: è questo il tipo di mondo che volete anche voi ?". ( Mar L8v )
 
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Come mettersi...:

L'episodio del Club dei trentanove in cui il protagonista viene ospitato da una coppia di contadini, caratterizzato da sfumature delicate e da una regia raffinata, non appartiene alla novella di Buchan ma fu suggerito a Hitch da una vecchia storiella, in verità un po' licenziosa. Racconta Hitchcock: "La storia narra di un agricoltore boero dell'Africa del sud, terribilmente austero, con una gran barba nera, e della bella moglie giovane insoddisfatta e piena di voglie. Il giorno del compleanno del marito uccide una gallina e con questa prepara un pasticcio. Fuori è una sera molto burrascosa e spera col pasticcio di fare una bella sorpresa al marito. Invece il marito si arrabbia e la rimprovera di aver ucciso un pollo senza il suo permesso. Triste sera di compleanno. Qualcuno bussa alla porta; è un bel giovane straniero che ha perso la strada. La donna lo fa sedere e gli offre da mangiare..."



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...nei pasticci !:

Prosegue Hitch nel racconto dell'agricoltore boero: "L'agricoltore, temendo che il forestiero mangi troppo, le dice: 'Attenzione perchè ci deve bastare fino alla fine della settimana'. La donna comincia a divorare con gli occhi lo straniero e si chiede: 'Come posso fare ad andare a letto con lui ?'. Il marito propone di farlo dormire nella cuccia del cane. La donna si oppone e finalmente si coricano tutti e tre nel letto grande, con l'agricoltore che dorme in mezzo. La donna farebbe di tutto per sbarazzarsi del marito. A un certo punto sente un rumore, sveglia il marito e gli dice: 'credo che le galline stiano uscendo dal pollaio'. Allora il marito si alza e lo si sente camminare nel cortile. La donna scuote lo straniero e gli dice: 'Presto, presto è arrivato il momento'. Lo straniero si alza velocemente e...finisce il pasticcio di pollo !". ( Mar L8v )


Edited by Milea - 24/9/2010, 19:31
 
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Film per golosi:

A proposito del Club dei trentanove, nota Truffaut che: "E' stato pressapoco in questo periodo che Hitchcock ha iniziato a forzare la sceneggiatura; nel senso che non attribuiva più molta importanza alla verosimiglianza dell'intreccio; in ogni caso, sacrificava questa esigenza alla ricerca dell'emozione pura. Per esempio, quando Robert Donat lascia Londra e sale sul treno, gli capitano in continuazione delle cose inquietanti o, in altri termini, interpreta ciò che gli accade in questo modo: crede che i due viaggiatori che sono davanti a lui lo stiano spiando da dietro il giornale; quando il treno si ferma in una stazione si vedono attraverso il vetro dei poliziotti, rigidi come manici di scopa, che guardano fisso nell'obiettivo. Tutto suggerisce paura, ogni cosa è vista come una minaccia; dietro a tutto questo c'è una chiara intenzione che costituisce un avvicinamento alla stilizzazione americana".

All'epoca della loro uscita, molti film di Hitch furono spesso criticati proprio per l'inverosimiglianza delle situazioni; ma un giudizio di questo tipo si basava su un errore di prospettiva.
A Hitchcock infatti non interessava tanto riprodurre "realisticamente" eventi e personaggi, quanto suscitare emozioni tramite un racconto. "La verosimiglianza non mi interessa" dice il regista parlando con Truffaut delo Club dei trentanove ma estraendo evidentemente queste considerazioni a tutta la sua opera. "Siamo logici: se si vuole analizzare e costruire tutto in termini di plausibilità e verosimiglianza, nessuna sceneggiatura che si basi sulla finzione resisterebbe a una simile analisi; a questo punto non resterebbe che una cosa da fare: dei documentari...Chiedere a uno che racconta delle storie di tener conto della verosimiglianza mi sembra tanto ridicolo come chiedere a un pittore figurativo di rappresentare le cose con esattezza".

E a Truffaut che gli rammenta una sua celebre frase ( certi film sono dei "pezzi di vita" - TRANCHES DE VIE -, i miei sono dei pezzi di torta - TRANCHES DE GATEAU ), Hitch spiega: "Non filmo mai un 'pezzo di vita' perchè tutti lo possono trovare senza alcuna difficoltà a casa loro, nelle strade, anche davanti all'ingresso del cinema. Non c'è bisogno di pagare per vedere un 'pezzo di vita'. Del resto non mi interessano nemmeno i soggetti puramente fantastici, perchè è importante che il pubblico possa riconoscersi nei personaggi. Girare un film, per me, significa innanzitutto raccontare una storia. Questa storia può essere inverosimile, ma non deve mai essere banale. E' preferibile che sia drammatica ed umana. Il dramma è una vita dalla quale sono stati eliminati i momenti noiosi".

La tecnica cinematografica stessa, a cui per altro Hitch prestò sempre attentissima cura, deve essere finalizzata alla rappresentazone drammatica: "Sono contrario ai virtuosismi. La tecnica deve arricchire l'azione. Non si tratta di scegliere un'angolazione che suscità l'entusiasmo del capo operatore. L'unica mia preoccupazione, mettendo la macchina in questo o in quel posto, è quella di ottenere la scena nella migliore forma possibile. La bellezza delle immagini, la bellezza dei movimenti, il ritmo, gli effetti, tutto deve essere subordinato e sacrificato all'azione". ( Mar L8v )
 
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Il finale eliminato:

Secondo il biografo di Hitch J.R.Taylor, il regista aveva previsto di far terminare il Club dei trentanove con una scena in cui Hannay comunica a Pamela che ormai devono ritenersi sposati, dato che, secondo le usanze scozzesi, per unirsi in matrimonio sarebbe sufficiente dichiarare, di fronte a testimoni, di essere marito e moglie, come avevano fatto appunto nella locanda in Scozia.

Hitchcock decise poi di eliminare la scena, che aveva pure girato "per rendere ancora più essenziale la vicenda".

Notiamo che la conclusione "matrimoniale" del film richiama quella di Intrigo internazionale, con cui il Club dei trentanove ha molti punti in comune. ( Mar L8v )
 
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Robert Donat:

Affetto da una malattia dello sviluppo, mantenne la voce di un bambino per l'intera sua esistenza. Questa caratteristica lo rese famoso in patria e lo condusse ad interpretare diverse opere shakespeariane a teatro, acclamate dal pubblico.

Nel 1924 si trasferì a Liverpool, entrando a far parte della compagnia del Liverpool Repertory Theater.

Le sue interpretazioni vennero notate dal regista Alexander Korda, che lo scritturò per delle apparizioni minori in una serie di tre film. A questi seguì il suo primo ruolo di rilievo, in Le sei mogli di Enrico VIII del 1933, diretto dal suo scopritore.

Nel 1934 si trasferì negli Stati Uniti, partecipando alle riprese de Il conte di Montecristo. Assunto dalla Metro Goldwyn Mayer, lavorò attivamente negli anni trenta, collaborando con Alfred Hitchcock (Il club dei trentanove) e conquistando una nomination all'Oscar come migliore attore nel 1939 per la sua interpretazione del Dottor Manson ne La cittadella, diretto da King Vidor, mentre nel 1940 conquista l'Oscar come migliore attore per Addio, Mr. Chips!, diretto da Sam Wood.
Rientrato in Gran Bretagna al termine della Seconda guerra mondiale, continuò la sua attività in patria, morendo nel 1958 a causa di un attacco di asma acuto.


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Madeleine Carroll:

Dopo essersi laureata in Belle Arti all'Università di Birmingham, nel 1927 abbandonò la carriera di insegnante per iniziare a recitare in teatro[1]. Nel 1928 debuttò nel cinema con The Guns of Loos, conquistando una rapida popolarità grazie alla sua bellezza ed eleganza, messe in evidenza in diverse pellicole popolari in Gran Bretagna nella prima metà degli anni trenta.

Nel 1935 la Carroll attrasse l'attenzione del regista Alfred Hitchcock, che la volle come protagonista del film Il club dei trentanove (1935). Con l'affascinante ruolo di Pamela, che si ritrova fastidiosamente ammanettata al fuggiasco Richard Hannay (Robert Donat), Hitchcock valorizzò il glamour signorile e aristocratico della Carroll, che è rimasta nell'immaginario collettivo come uno degli archetipi di bionda-platino favoriti dal regista, da sempre attratto dalla complessità caratteriale dei personaggi femminili, solo in apparenza algidi e distaccati.

La Carroll ottenne un grande successo personale quale eroina di spy story, tanto che Hitchcock la scritturò anche per il suo film successivo, L'agente segreto (1936), con l'idea di affiancarla nuovamente a Robert Donat. Il film, tratto da una novella di spionaggio di William Somerset Maugham, fu poi interpretato dalla Carroll e da John Gielgud, dopo che Donat dovette dare forfait per problemi di salute.

Nel 1936, la Carroll accettò le offerte da parte dei produttori di Hollywood e firmò un contratto con la casa produttrice Paramount, trasferendosi in California per interpretare alcuni grandi successi a fianco dei maggiori divi dell'epoca, quali Il generale morì all'alba (1936) accanto a Gary Cooper, I Lloyds di Londra (1936) con Tyrone Power, Il prigioniero di Zenda (1937) con Ronald Colman, Marco il ribelle (1938) a fianco di Henry Fonda, e Giubbe rosse (1940), ancora accanto a Cooper.

All'inizio degli anni quaranta, l'attrice iniziò a rallentare gli impegni cinematografici, passando a ruoli più disimpegnati, come nelle commedie Una notte a Lisbona (1941) con Fred MacMurray, e Lo scorpione d'oro (1942) accanto a Bob Hope. Profondamente colpita dalla tragica morte dell'unica sorella Margaret, perita sotto i bombardamenti che l'aviazione tedesca intraprese sulla Gran Bretagna tra il 1940 e il 1941, la Carroll si dedicò a tempo pieno al lavoro in diversi ospedali della Croce Rossa, tra cui il 61st Field Hospital allestito a Bari (Italia) nel 1944, per ospitare i soldati americani feriti. L'impegno della Carroll si concretizzò inoltre nel sostegno agli orfani di guerra, per i quali l'attrice mise a disposizione una sua residenza nei pressi di Parigi, per ospitare 150 bambini rimasti senza famiglia.

Divenuta cittadina statunitense nel 1943, la Carroll ricevette la Legion d'onore, una delle massime onorificenze francesi, per il suo impegno umanitario durante il periodo bellico.

L'attrice ritornò fugacemente sul grande schermo dopo la fine della seconda guerra mondiale, concludendo la sua carriera cinematografica con il ruolo di Mrs. Erlynne nel film Il ventaglio (1949) di Otto Preminger, tratto dalla pièce Il ventaglio di Lady Windermere di Oscar Wilde.
 
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Dov'è Hitch ?:


Robert Donat e Madeleine Carroll inseguono un autobus, mentre Hitch, che sta gettando la carta di una caramella, passa per strada
Minuto dell'apparizione: 6'
 
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