La congiura degli innocenti, The trouble with Harry 1955

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Il film
rispondeva al mio desiderio
di stabilire un contrasto
di lottare contro la tradizione,
contro gli stereotipi.
Nella congiura degli innocenti
tolgo il melodramma dalla notte buia
per portarlo alla luce del giorno.
E' come se facessi vedere un assassino
in riva a un ruscello che mormora
e versassi una goccia di sangue
nell'acqua limpida.


Alfred Hitchcock

 
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view post Posted on 11/9/2010, 10:06     +1   -1
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La congiura degli innocenti
( The trouble with Harry - 1955 )


di Alfred Hitchcock


Dal racconto "The trouble with Harry" di Jack Trevor Story


Shirley MacLaine, Edmund Gwenn,
John Forsythe, Mildred Natwick,
Jerry Mathers, Mildred Dunnock.

Riprese - settembre, novembre 1955







La trama:

La sonnolenta vita di un piccolo paese nella campagna del Vermont viene sconvolta dal ritrovamento, nel bosco vicino, del cadavere di uno sconosciuto.
Lo scopre per primo l'anziano cacciatore Albert Wiles (Edmund Gwenn), che si spaccia per ex comandante di marina in pensione e che, avendo appena sparato ad una presunta lepre, teme di aver colpito la preda sbagliata: unica cosa da fare, seppellirlo alla chetichella. Ma non è così facile: l'angolo di bosco dove è avvenuto il fattaccio pare più frequentato che il centro di Manhattan.
Arriva per primo un vagabondo che, vista l'ottima fattura delle scarpe indosso al cadavere, se ne appropria. Poi il medico del paese, miope e distratto, che vaga per il bosco leggendo, inciampa nel cadavere e, nel ricercare gli occhiali cadutigli, non si accorge del defunto. Quindi un bambino, che chiama la mamma, la bella e giovane signora Jennifer Rogers (Shirley MacLaine), sulla quale ha già messo gli occhi il pittore Sam Marlowe (John Forsythe). Jennifer scopre che il corpo senza vita è quello del marito Harry, da lei lasciato dopo la prima notte di nozze e prima di stabilirsi nel paese, il quale ha cercato il giorno precedente, senza successo, di convincerla a tornare da lui. Arriva successivamente l'anziana (ma non troppo) zitella Ivy (Mildred Natwick), che ha respinto poco prima le avances dello sconosciuto, palesemente ubriaco, colpendolo in testa con l'acuminato tacco di una scarpa, ed infine giunge anche il pittore, che non trova di meglio che mettersi a schizzare su un foglio le sembianze del defunto, mentre il cacciatore spasima per l'attesa di trovarsi solo con la salma per poterla sotterrare.
È al pittore però che ricorre il cacciatore per farsi aiutare nella bisogna. Ma, appena inumato lo sconosciuto, sorge un dubbio ad entrambi, ed il corpo del medesimo viene riesumato. La cosa si ripete successivamente più volte, mentre lo sceriffo, insospettito dalla vista di un vagabondo con indosso le scarpe di un signore di città, scopre dalla giustificazione del vagabondo stesso l'esistenza di un misterioso cadavere nella sua giurisdizione.
Nella casa della giovane Jennifer vengono fuori a poco a poco le paure dei presunti omicidi, ma nasce anche la complicità fra di loro, ciascuno dei quali è convinto di aver accidentalmente mandato all'altro mondo lo sconosciuto ed ha quindi tutto l'interesse a che il cadavere non venga scoperto dallo sceriffo, cui per altro non par vero di trovarsi di fronte ad un caso più unico che raro di omicidio, proprio nel paese sotto la sua tutela. Riesumato per l'ennesima volta, il corpo dell'ormai non più sconosciuto Harry viene portato nella casa della giovane Jennifer, ripulito, e viene chiamato il medico, sfidando i sospetti dello sceriffo.
Nel frattempo il sedicente comandante scopre che i proiettili del fucile con cui sparò alla presunta lepre avevano colpito bersagli più innocui, poi i timori degli altri autosospettatisi omicidi vengono fugati dal referto del medico che individua in un infarto la causa del decesso. Il che rende tutti felici, compreso il pittore che potrà sposare la giovane Jennifer, ormai certamente libera da vincoli matrimoniali in quanto indiscutibilmente vedova.
Anche il cacciatore sedicente comandante di marina, che confessa di non aver mai lasciato il porto di New York nel quale ha condotto per tutta la vita un rimorchiatore, conquista il cuore della zitella Ivy.
Il cadavere viene riportato nel bosco ove era stato trovato e fatto riscoprire dal figlio di Jennifer che, non avendo ben chiaro ancora in mente il susseguirsi dei giorni della settimana, non potrà fornire allo sceriffo alcun elemento che possa far incriminare i protagonisti, fosse anche solo per occultamento di cadavere.





 
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Il film:

"E' un film che ho girato molto liberamente a partire da un soggetto che avevo scelto, e quando l'ho terminato, nessuno sapeva cosa farne, come sfruttarlo...era troppo strano ma, per me, non lo era assolutamente. E' adattato molto fedelmente da un romanzo inglese di Jack Trevor Story e, per il mio gusto, conteneva un umorismo molto ricco..."; così racconta Hitchcock a Truffaut a proposito della Congiura degli innocenti.

Hitch aveva letto il romanzo di Story nel 1950, all'epoca della sua uscita, e già qualche tempo prima di andare in Francia a girare Caccia al ladro, nell'estate del 1954, aveva chiesto allo sceneggiatore Hayes di cominciare a lavorarci sopra.
Per la verità alla Paramount, uno degli uomini incaricati di vagliare i soggetti aveva dato parere sfavorevole sull'opportunità di trarre un film da quel bizzarro romanzo; tuttavia Hitchcock, forte del grande successo a cui sembrava avviato La finestra sul cortile, ebbe infine carta bianca e ottenne un budget di un milione di dollari.

Si trattava di una cifra piuttosto contenuta, ma del resto questa volta Hitch non aveva intenzione di imbucarsi in una mega-produzione con riprese costose e star di primo piano.
Al contrario concepiva il film come un divertissement personale: un'opera in scala minore da girare in pochi giorni nel Vermont ( dove era stata spostata l'azione, nel romanzo ambientata in Gran Bretagna ) approfittando del magico ( e breve ) periodo d'inizio autunno, quando le foglie cambiano colore...

Gli attori furono scelti fra artisti più o meno sconosciuti ( per la MacLaine si trattò del debutto sul grande schermo ) o caratteristi di talento, come Edmund Gwenn, con cui Hitch aveva lavorato altre volte, a partire da Fiamma d'amore del 1931. ( Mar L8v )



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Piogge autunnali:

La necessità di ridurre al minimo il tempo dedicato alle riprese indusse Hitch e la troupe ad adottare una tecnica quasi televisiva, che sarebbe stata utilizzata con successo nei telefilm che il regista avrebbe cominciato a girare di lì a poco.
Purtroppo abbondanti piogge costrinsero a riprese in studio più di quanto Hitchcock avrebbe voluto ( l'unitarietà della scenografia tuttavia non ne risente ).

Il direttore della fotografia Roebrt Burks seppe esaltare a dovere gli splendidi colori autunnali, nonchè seguire efficacemente le varie fasi della giornata - dal mattino alla notte - nell'arco della quale si svolge la vicenda, ottenendo risultati cromatici e luministici di grande effetto ( potenziati sul grande schermo dall'uso del sistema VistaVision ).



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Un'altra collaborazione fruttuosissima fu quella del compositore Bernard Herrmann, di cui Hitchcock si avvalse qui per la prima volta. Nonostante la soddisfazione di Hitch ( che dichiarò più volte di sentirsi affezionato a questo film ), La congiura degli innocenti, negli Stati Uniti, fu un fiasco.
Forse vi contribuirono alcune incertezze nella campagna pubblicitaria: la Paramount, che non sapeva bene come promuovere il film, enfatizzò in modo forse eccessivo la sua diversità rispetto ai precedenti thriller di Hitchcock...ma più probabilmente il pubblico era lontano dall'umorismo tutto inglese della Congiura degli innocenti; tant'è vero che il film fu invece accolto piuttosto bene in Gran Bretagna, sia dal pubblico sia dalla critica.
Anche in Francia, dove i giovani fan dei Cahiers du Cinema andavano facendo proseliti, la Congiura degli innocenti riscosse un buon successo: a Parigi tenne il cartellone per ben sei mesi consecutivi. ( Mar L8v )
 
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Il gusto del paradosso:

Non ci si può nascondere che La congiura degli innocenti è un film che lascia perplessi: per il disagio e l'imbarazzo provocati da questo morto bistrattato: per l'inverosimiglianza della storia e dei caratteri ( ma sappiamo che Hitch non ha mai puntato al realismo ); per la staticità o, meglio, la ripetitività esasperante di una narrazione quasi del tutto priva di suspense e segnata piuttosto dal continuo e defatigante seppellimento e disseppellimento del povero Harry.



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Ma a ben vedere, proprio questi elementi sconcertanti forniscono la chiave del film, che consiste appunto nel suo humour macabro e irriverente, corrosivo e paradossale: "Tutto l'umorismo del film nasce da un unico meccanismo sempre lo stesso, una specie di flemma esagerata; si parla del cadavere come se si trattasse di un pacchetto di sigarette", osserva Truffaut. "E' il principio, niente mi diverte di più di questa comicità basata sull'understatement", conferna Hitch.

Un evento terribile e dalle conseguenze potenzialmente drammatiche per ognuno dei protagonisti . ciascuno dei quali potrebbe essere l'assassino - viene rovesciato in una commedia degli equivoci dissacratoria e addirittura spietata ( sarà questo lo spirito di molti telefilm firmati dal regista ).

Lo humour nero già abbondantemente presente in Nodo alla gola e nella Finestra sul cortile giunge qui al suo apice; oltre al fatto che per Hitch solo così è possibile rappresentare l'esser morti, vi è anche da considerare il gusto tipico del regista per i contrasti beffardi, soprattutto per quelli capaci di scardinare stereotipi, cinematografici e non, consolidati: "Nella Congiura degli innocenti tolgo il melodramma dalla notte buia per riportarlo alla luce del giorno", dice il regista.

Ma fa anche altro...

Toglie un morto dal chiuso di una stanza o di una tomba e ce lo pone davanti come se si trattasse, appunto, di un pacchetto di sigarette; una consapevole sfida al tabù che la morte costituisce per la nostra civiltà. ( Mar L8v )



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Colpevoli o innocenti ?:

Un morto e un paesaggio radioso e pieno di poesia; un morto e nessuna pietà; un morto e nessun orrore; un morto e nessun senso di colpa; un morto e una moglie nient'affatto desolata; un morto e due altre coppie che si innamorano intorno alla sua tomba; un morto e focaccine ai mirtilli....la struttura della Congiura degli innocenti poggia interamente su una serie continuata di insidiose, inquietanti contrapposizioni; da qui il nostro disagio !

Analogo a quello che suscita - su un altro livello, con risvolti anche drammatici e non solo grotteschi - l'episodio di un bel film di Robert Altman, "America Oggi" (1993): in una sperduta località di montagna tre amici pescatori trovano nell'acqua di un torrente il cadavere di una ragazza violentata e uccisa; per non interrompere la battuta di pesca finiranno con l'avvisare le autorità solo al termine della loro vacanza e per un paio di giorni continueranno dunque a pescare imperterriti attorno al corpo della sventurata.



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Ma i protagonisti della Congiura degli innocenti sono colpevoli o innocenti ?

Secondo Chabrol e Rohmer il tema del "transfert della colpa" - presente in tanti film di Hitch in cui si confrontano un innocente ( che pure spesso qualche colpa ce l'ha, anche se magari non quella attribuitagli ) e un colpevole - è nella Congiura degli innocenti spinto fino all'assurdo: "I personaggi non sono solo innocenti ritenuti colpevoli: essi stessi si credono tali: vogliono esserlo.
Un cadavere giace nella foresta del Vermont, sotto il purpureo fogliame d'autunno. Tutti coloro che, in successione, lo scoprono, non soltanto si compiacciono della sua morte, ma ne rivendicano gelosamente la paternità".

E Rivette ( citato da Chabrol e Rohmer ): "Il fatto più curioso di questo film è che non è possibile decidere una volta per tutte se i personaggi sono oppure no 'buoni' o 'cattivi'; sono forse estranei a questa logica ?". Difficile stabilirlo...rimane comunque l'impressione che, tra tutti i film di Hitchcock, La congiura degli innocenti sia, per usare ancora le parole di Chabrol e Rohmer, "Il più aspro nei dialoghi, il più scabroso nelle situazioni,e, a parte I prigionieri dell'oceano, il più misantropo. ( Mar L8v )



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Essere o non essere ?:

Nella Congiura degli innocenti vi è qualcosa che ricorda le commedie shakesperiane come Sogno di una notte di mezza estate ( anche il romanzo da cui è tratto il film e, si ricordi in inglese ): forse l'atmosfera un po' fiabesca, l'intrecciarsi delle storie, il gioco degli equivoci...

Un riferimento esplicito al grande drammaturgo elisabettiano si ha nella scena in cui il dottore, passeggiando di notte nel bosco, declama alcuni famosissimi versi, appartenenti però a una tragedia, l'Amleto: "Essere o non essere; questo è il problema: se sia più nobile all'animo sopportare gli oltraggi, i sassi, i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli. Morire, dormire, nulla più, e con un sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie, retaggio naturale della carne, è soluzione da accogliere a mani giunte".

Parole che...hanno senz'altro un diretto riferimento alla situazione del povero Harry... ( Mar L8v )



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Edited by Milea - 15/9/2010, 21:37
 
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Lo spirito di tutta la storia:

La congiura degli innocenti è tratto come abbiamo già detto, da un romanzo di John Trevor Story che Hitchcock aveva particolarmente apprezzato per il suo "umorismo molto ricco".
"Per esempio, quando il vecchio Edmund Gwenn trascina il cadavere per la prima volta", spiega il regista a Truffaut "la zitella lo incontra nella foresta e gli dice: 'Ha delle noie, capitano ?'. E' una delle frasi più buffe e per me racchiude lo spirito di tutta la storia".

Ecco dunque le prime battute che si scambiano il capitano e la signorina Gravely nel film:

Lei - Capitano Wiles !
Lui - Oh, Miss Gravely !
Lei - ( senza scomporsi ): E' accaduto forse qualcosa capitano ?
Lui - ( imbarazzato ): Bè, ecco...veramente ha tutta l'aria di un incidente inevitabile...è morto...
Lei - Si... ( tocca il cadavere con la scarpa ) ...sono della stessa opinione...Per quanto non me ne intenda molto a dire il vero...
Lui - E lo...lo conoscete Miss Gravely ?
Lei - No, non viveva qui attorno...
Lui - Ma ci è morto, è quello che conta ora.
Lei - Imbarazzante...E che...che pensate di farne capitano ?
Lui - Miss Gravely, a quale scopo nascondervi la verità ? Voglio farlo sparire, nasconderlo, scordarmelo...
( Mar L8v )



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Qualche sofisma...:

La Congiura degli innocenti è costellato di dialoghi e battute paradossali. Eccone un esempio, che ricorda un poco i sofismi di Brandon in Nodo alla gola; il pittore si rivolge al capitano Wiles e, riferendosi naturalmente alla morte di Harry, osserva: "E' stato un caso, un atto di Dio forse. Dovreste anzi provare una certa gratitudine per aver avuto parte nel compiere il destino di un altro essere umano. Supponete che fosse scritto nei libri del fato che la morte di costui dovesse aver luogo proprio oggi e in questo posto, e supponete pure che l'attuazione della sua dipartita fosse stata ostacolata da qualche imprevisto...Può darsi che dovesse morire di un fulmine e che non ci fosse sottomano un temporale...Ecco che arrivate voi e lo sistemate: la volontà del cielo è fatta e il destino compiuto: la vostra coscienza è pulita, non avete niente da rimproverarvi". ( Mar L8v )



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Edited by Milea - 15/9/2010, 21:39
 
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...e molta sfiducia !:

Alle osservazioni del pittore, il capitano ribatte: "Senti, io non ce l'ho la coscienza e non è il cielo che mi preoccupa, perchè non credo che ci andrò mai a finire, nè tutte quelle nobili cose di cui hai parlato. No, niente di tutto questo. Vedi, è di me stesso che mi preoccupo, di me e del mio futuro, perchè lo so io quanto è sospettosa la polizia: per loro sei senz'altro colpevole, finchè non provi di essere innocente. Seppelliamolo dico io, e che sia finita ! Tanto ormai non serve a nessuno !".

Oltre a evidenziare l'incredibile mancanza di scrupoli del personaggio ( che, del resto, non si comporta poi in modo molto differente dagli altri protagonisti della vicenda ), queste battute sottolineano ancora una volta la totale sfiducia di Hitch nella polizia.
Secondo le regole del diritto, infatti, un imputato è innocente fino a che non è dimostrata la sua colpevolezza: ebbene, nelle parole del capitano Wiles, per la polizia vale esattamente il contrario. ( Mar L8v )



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Corpi senza vita:

Che cosa c'è di più inquietante e incomprensibile di un corpo senza vita ? La presenza di cadaveri nei film ( e nei telefilm di Hitchcock ( e nei telefilm ) di Hitchcock è un elemento ricorrente: senza eccessiva insistenza ma con regolarità Hitch torna ripetutamente a porre al centro dell'attenzione , a volte addirittura al centro della messinscena, il corpo di un morto.

Benchè nelle ultime opere si assista a un mutamento di rotta ( il corpo mummificato della signora Bates in Psyco; il cadavere dilaniato dell'agricoltore negli Uccelli, le donne strozzate seminude e con la lingua a penzoloni in Frenzy e, sempre nello stesso film, l'agghiacciante "lotta" di Bob Rusk con il corpo senza vita della povera Babs ), solitamente non è il particolare raccapricciante che interessa il regista; l'ineluttabile e sconvolgente "presenza" della morte si percepisce addirittura meglio quando il cadavere non appare nemmeno o è appena mostrato.



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Il caso più emblematico si ha in Nodo alla gola, in cui il corpo di David appare solo per pochi secondi all'inizio del film, per scomparire poi nella cassapanca sulla quale viene imbandita la cena: intorno alla sua presenza-assenza gravita l'intera azione; e quando alla fine Rupert Cadell apre la panca, l'espressione del suo volto è ben più forte ed eloquente di qualsiasi inquadratura che avesse mostrato il cadavere dell'ucciso.

Già in Rebecca, la prima moglie, del resto, parte del racconto ruota attorno al corpo scomparso della bella sposa di Maxin de Winter; e quando infine esso viene recuperato dal panfilo sommerso dove giaceva da tempo, tutto viene lasciato all'immaginazione dello spettatore, in particolare nella brevissima scena dell'autopsia.

Un cadavere che mai compare nel film ma che risulta anch'esso centrale e costantemente presente ( se non altro nelle ipotesi dei protagonisti ) è poi quello della signora Thorwald nella Finestra sul cortile...
Per Hitchcock l'incredibile essere e non essere del corpo morto può venire messo in scena e rappresentato solo per assurdo, come avviene nella Congiura degli innocenti, dove nessuno riesce nemmeno per un attimo a prendere sul serio l'ingombrante cadavere di Harry: anzi, tutti si sforzano congiuntamente di rimuoverlo ( in senso letterale e figurato ).
E' notevole inoltre il fatto che il viso di Harry non sia mai inquadrato ( compare solo nel ritratto del pittore, ma come semplice oggetto di studio ): confrontarsi con il volto del morto significherebbe infatti riconoscergli quella umanità e quella vicinanza a sè che nessuno dei personaggi ( nè tantomeno lo spettatore ) ha intenzione di ammettere.

Per Hitch, "la morte è la figura dell'irruzione del disordine nelle certezze del mondo" e proprio nella Congiura degli innocenti il regista, ci mostra inequivocabilmente che quando ( la morte ) si verifica diventa scomoda, estranea, un oggetto che mina radicalmente l'ordine del mondo, un fardello che siamo costretti a trascinarci dietro come il povero Harry e che cancella ogni normalità. L'irruzione coincide con l'espulsione del vivente nello spazio della morte...
Un indugio di quest'ultimo nel luogo che non gli compete più catalizza ogni assurdità conenssa con l'idea stessa di morte.

La Congiura degli innocenti, con il suo humour paradossale e grottesco, ci mette a disagio, proprio perchè ci pone di fronte all'incomprensibilità e all'indicibilità dell'essere morti. ( Mar L8v )



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Shirley Maclaine:

Per sempre Irma "la dolce": così si potrebbe riassumere la carriera di questa affascinante attrice, diventata celebre (anche) per aver portato sullo schermo, duettando in modo sublime con Jack Lemmon, la prostituta più bella, romantica e affettuosa della storia del cinema. Ma Shirley MacLean Beaty si è saputa reinventare, nel corso della sua carriera, anche come scrittrice, attività a cui ha dedicato gli ultimi anni della sua vita.

Nata a Richmond, in Virginia (USA), il 24 aprile 1934 da padre professore di psicologia e filosofia e madre attrice, Shirley viene presto spinta da quest'ultima nel mondo dello spettacolo: a due anni prende lezioni di danza, a quattro recita in una pubblicità. Quello artistico è d'altronde un clima che respira in famiglia e non è un caso che anche il fratello diventerà una celebre star di Hollywood (Warren Beatty, famoso rubacuori dentro e fuori dallo schermo).

A sedici anni Shirley decide di andare a New York per intraprendere la carriera di ballerina professionista. Esordisce a Broadway nel 1950 come ballerina di prima fila, ma il colpo di fortuna arriva quattro anni dopo, quando nel 1954 sostituisce Carol Haney nel musical "Pajama Game". La performance le fa guadagnare un contratto cinematografico con il produttore Hal Wallis, traguardo che le permette una più solida prospettiva economica. Nello stesso anno sposa il produttore Steve Parker dal quale avrà una figlia, Sachi. Anche se il marito andrà a vivere per lavoro in Giappone, il matrimonio durerà a lungo, fino al divorzio avvenuto nel 1982.

Shirley MacLaine debutta con Alfred Hitchcock in "La congiura degli innocenti" (1956) e lo stesso anno recita a fianco di Jerry Lewis e Dean Martin in "Artisti e modelle". Nel 1959 riceve un premio al Festival di Berlino con "Tutte le ragazze lo sanno", a cui seguono bellissimi titoli come "Can Can" e "L'appartamento" di Billy Wilder (film che porta Shirley ad una nomination per gli Oscar e a una per il Golden Globe).
Il genio della commedia rimane così incantato dall'innocenza e dalla purezza di Shirley da volerla a tutti i costi, tre anni più tardi, per il riadattamento cinematografico di quel grande successo teatrale che era "Irma la dolce".
Il film entra nella storia del cinema e Shirley MacLaine ottiene un'altra nomination per l'Oscar, bissando anche il Golden Globe.

La brava attrice non si è mai accontentata dei successi raggiunti, non ha mai dormito sugli allori, avendo sempre avuto una forte coscienza civile e un interesse non secondario per la politica. Durante gli anni '60 si dedica sempre meno al cinema e sempre più al movimento femminista e alla scrittura.
Pubblica il suo primo romanzo autobiografico "Don't fall off the mountain" nel 1970, mentre l'anno dopo partecipa ad un serial televisivo ("Shirley's World"), che ha sempre goduto di ampio seguito nel suo Paese.

Negli anni '70 il suo film più importante è "Oltre il giardino" (1979), ma è nel 1983 che finalmente riceve il primo Oscar per "Voglia di tenerezza" di James Brooks.

Oramai sempre più immersa in problematiche trascendentali e religiosi, si dedica allo spiritualismo e allo studio delle teorie sulla reincarnazione; le ricerche l'allontanano nuovamente dall'effimero mondo dello spettacolo. Nel 1988 vi fa ritorno vincendo la Coppa Volpi alla Mostra di Venezia con "Madame Sousatzka", cui seguono i fortunati "Fiori d'acciaio" (1989) di Herbert Ross e "Cartoline dall'inferno" (1990) di Mike Nichols.
Nel 1993 recita in "La vedova americana" a fianco di Marcello Mastroianni.

Di nuovo l'interesse per il misticismo e la psicologia prendono il sopravvento, cosicché mette ancora da parte il cinema e si limita a partecipare prevalentemente a film per la TV.

Tra gli ultimi impegni la troviamo in "Vita da strega" (Bewitched, 2005, con Nicole Kidman) e "In her shoes - Se fossi lei" (2005) film dove fa coppia con Cameron Diaz e per il quale nel 2006 è stata candidata al Golden Globe. Nel 2008 veste i panni di Coco Chanel in un'omonima fiction per la tv che racconta la storia della grande stilista francese.
 
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Fotobuste b/n Usa:



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Locandine:



Belgio:


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Finlandia:


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Francia:


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Germania:


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Giappone:


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Italia:


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Portogallo:


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Usa:


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Dov'è Hitch ?:


Si vede mentre cammina all'aperto, nei pressi della mostra del collezionista John Forsythe.
Minuto dell'apparizione: 21'



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