Lottovolante |
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Il piacere degli occhi:
Così ribatteva Hitchcock ai critici o agli spettatori che si mostravano scandalizzati per il comportamento del protagonista della Finestra sul cortile: "Diciamolo, Jeff era un voyeur...ma non siamo tutti dei voyeur ? Scommettiamo che nove persone su dieci, se vedono dall'altra parte del cortile una donna che si spoglia prima di andare a letto o semplicemente un uomo che mette in ordine la sua stanza, non riescono a trattenersi dal guardare ? Potrebbero distogliere gli occhi dicendo; 'Non mi riguarda'...e invece non lo fanno, staranno lì a guardare".
E come non essere d'accordo ?
Nel 1905 il dottor Sigmund Freud indicava la "scopofilia" ( = piacere di guardare ) come una delle pulsioni primarie dell'uomo; nel 1987 usciva postumo un volume contenente alcuni scritti di Truffaut dal titolo - scelto dallo stesso regista - "Il piacere degli occhi".
E che cosa se non il cinema ha meglio rappresentato questo piacere nel 20° secolo ? Essere al buio, spiare e poi chiudere gli occhi, essere lì e altrove al tempo stesso, provare paura ed eccitazione, curiosità e ansia di essere sorpresi: è il gioco del bambino ma anche quello dello spettatore ( soprattutto degli appassionati di thriller ! ). Ed è il gioco del foto-reporter della Finestra sul cortile...
Jeff/bambino/ spettatore cinematografico: i loro ruoli si intersecano, si sovrappongono. C'è qualcosa di infantile nel cortile di Jeff: sembra un teatrino, una casa di bambole; e se per i bambini bambole e pupazzi sono un modo per riprodurre il mondo dei grandi, per appropriarsene, per divertirsi, così anche per Jeff - che continua a sottrarsi a una vita familiare "adulta", rimandandola a un indeterminato futuro - il cortile offre uno spettacolo che serve a rappresentare come vanno le cose nel mondo, in particolare fra uomini e donne.
Così funziona anche il cinema per lo spettatore, scrivono Rohmer e Chabrol a proposito del film di Hitchcock: "Il tema centrale riguarda l'essenza stessa del cinema: la visione, lo spettacolo. Un uomo guarda e attende mentre noi guardiamo quest'uomo e attendiamo quel che lui attende", condividendone ansie, timori, desideri.
Ma tanto guardare ( soprattutto con l'avvento della televisione: le varie finestre dei vicini sembrano anche tanti piccoli monitor ) comporta dei rischi: non tanto il pericolo di scoprire un delitto, quanto quello di abbandonarsi alla totale passività della contemplazione: "Siamo diventati una razza di guardoni", commenta a un certo punto l'infermiera Stella "La gente farebbe meglio a guardare un pò dentro casa propria, tanto per cambiare".
E per finire, c'è un'altra importante categoria di "spioni" che dobbiamo citare: quella dei registi. Un'altra lettura del film di Hitchcock si aggiunge così alle altre:
"Il cortile è il mondo, il fotoreporter è il cineasta, il binocolo rappresenta la cinepresa coi suoi obiettivi. E Hitchcock in tutto questo ? E' l'uomo da cui ci piace saperci odiati"
Così parlò Truffaut. ( Mar L8v )
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