Paura in palcoscenico, Stage fright 1950

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Lottovolante
view post Posted on 1/9/2010, 14:54 by: Lottovolante     +1   +1   -1
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Raccontare il passato:

Il linguaggio cinematografico ha sempre avuto qualche difficoltà a introdurre nello sviluppo degli avvenimenti - che si svolgono sotto i nostri occhi in una narrazione "coniugata" al tempo presente - episodi o singole immagini riferiti al passato ( Flashback ) o al futuro ( Flashforward, molto più rari ).
Come interrompere la successione cronologica del discorso e come mettere in relazione ( e contemporaneamente distinguere ) sequenze ambientate in tempi diversi eppure in stretto rapporto fra loro ?

Il problema si è posto fin dagli inizi della storia del cinema; all'epoca in cui il linguaggio delle immagini in movimento era in via di sperimentazione e di codificazione erano naturalmente necessari elementi formali ben precisi per indicare allo spettatore gli eventuali salti temporali, altrimenti vi era il rischio ( soprattutto all'epoca del muto ) che questi non riuscisse più a seguire il filo del discorso.

Didascalie, dissolvenze incrociate, accompagnate dalle parole di chi sta narrando l'episodio remoto, sfocatura fino all'annebbiamento dell'inquadratura "del tempo presente" e successiva messa a fuoco di quella "del tempo passato": questi alcuni degli elementi classici per introdurre un flashback; utilizzati in abbondanza fino agli anni '50.

Successivamente, con un pubblico più smaliziato e meno bisognoso di indicazioni, il flashback ha potuto essere introdotto da semplici stacchi di montaggio. Può essere tuttora difficile distinguere i passaggi temporali in film che inserirono il flashback in maniera troppo "spregiudicata", anche se in molti casi la "confusione" dei tempi è dovuta a una precisa volontà dell'autore, a suggerire l'impossibilità di separare il presente dal passato, soprattutto quando i temi affrontati sono quelli della memoria e del significato della storia, individuale e collettiva. ( Ad esempio in alcuni film di A. Resnais - Notte di nebbia, 1955 e Hiroshima Mon Amour, 1959 ).

Il flashback può essere costituito propriamente da un semplice flash ( per fare un riferimento ad Hitch, ricordiamo la breve inquadratura di Io ti salverò in cui Ballantine rammenta l'incidente che aveva involontariamente provocato quando era bambino ), oppure estendersi per l'intera durata del film, che risulta in tal caso strutturato più o meno secondo lo schema: situazione del presente - lungo ( o lunghi ) flashback che spiegano tale situazione - ritorno alla situazione presente e sua eventuale risoluzione. ( Fra i gli esempi - Monsieur Verdoux, 1947 di C.Chaplin e Viale del tramonto 1950 di B. Wilder ).

In altri casi l'uso del flashback è più complesso e articolato, in relazione a ricordi e punti di vista di diversi personaggi: è il caso del film Quarto potere di Orson Welles, ( in cui un giornalista cerca di scoprire, attraverso varie testimonianze, il mistero che racchiudono le ultime parole del "cittadino Kane" ) o di film in cui i flashback che si riferiscono ad uno stesso episodio ricostruiscono addirittura verità completamente diverse ( celeberrimo è Rashomon, di Akira Kurosawa, 1950 ). ( Mar L8v )



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