Psyco, Psycho 1960

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view post Posted on 24/8/2010, 10:08     +1   -1
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La mia più grande soddisfazione
è che il film ha avuto un effetto sul pubblico,
ed era la cosa alla quale tenevo di più.
In Psyco del soggetto mi importa poco,
dei personaggi anche;
quello che mi importa è che il montaggio dei pezzi del film,
la fotografia, la colonna sonora
e tutto ciò che è puramente tecnico possano
far urlare il pubblico.
Credo sia una grande soddisfazione per noi
utilizzare l'arte cinematografica per creare
un'emozione di massa.
E con Psyco ci siamo riusciti.
Non è un messaggio che ha incuriosito il pubblico.
Non è una grande interpretazione che
lo ha sconvolto.
Non è un romanzo molto apprezzato che lo ha avvinto.
Quello che ha commosso il pubblico
è stato il film puro...


Alfred Hitchcock





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Psyco
( Psycho - 1960 )


di Alfred Hitchcock

Dal romanzo omonimo di Robert Bloch


Anthony Perkins, Janet Leigh,
Vera Miles, Martin Balsam, John Gavin
Patricia Hitchcock, John McIntire

Riprese - Fine novembre 1959 - 1 febbraio 1960







La trama:

Marion Crane fugge in auto dalla città di Phoenix con 40.000 dollari che ha sottratto alla società immobiliare per la quale lavora come segretaria. Dopo aver viaggiato per un giorno e mezzo, si ferma a pernottare in un motel gestito da Norman Bates, uno strano giovane che vive con la madre oppressiva e autoritaria. Mentre sta facendo la doccia, Marion viene uccisa a coltellate da quella che sembra essere la madre di Norman. È la scena più famosa del film, dominata dall'inquietante colonna sonora di Bernard Herrmann. Preoccupata per la scomparsa di Marion, la sorella Lila si reca da Sam, l'amante di Marion, ma il giovane, ignaro anche del fatto che avesse rubato 40.000 dollari, non ha idea di dove possa essere la ragazza. Interviene a questo punto il detective privato Milton Arbogast, incaricato dalla società immobiliare di investigare sulla scomparsa dei soldi e di Marion. Il detective, dopo molte ricerche presso i vari motel della zona, trova il Bates Motel e scopre che Marion vi ha passato la notte. Dopo aver avvertito Lila e Sam della scoperta, torna al motel per parlare con la madre di Norman, ma proprio dopo essere entrato in casa Bates, viene ucciso dalla stessa figura che aveva assassinato Marion. Lila e Sam, non avendo più notizie del detective, si recano a loro volta presso il motel. Con un sotterfugio, Lila riesce ad entrare in casa Bates, dove scopre il cadavere mummificato di una donna. In quel momento una persona, che sembra la madre di Norman, cerca di assalirla, ma Sam giunge in tempo e ferma il vero autore dei delitti: Norman. Il film si conclude con l'arresto del giovane, che in seguito verrà deportato in un manicomio. Uno psichiatra ne spiega infine il comportamento psicotico: è stato lui ad uccidere la madre anni prima, dopo averla scoperta insieme all'amante. Per compensare la perdita della madre, a cui era profondamente legato, e per lenire i sensi di colpa, ne conserva il cadavere mummificato nella cantina, e ne assume la personalità. Classico esempio di doppia personalità: Norman uccide le donne (altre due, oltre a Marion) verso cui si sente attratto, perché "posseduto" dalla gelosia materna.








 
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Il film:

Psyco nacque un po' casualmente, dopo che un altro progetto piuttosto impegnativo a cui Hitch stava pensando non potè essere realizzato. Il regista mirò a un film a basso costo, in bianco e nero, e lo concepì come una sfida: il suo scopo era ottenere un'opera di qualità in poco tempo, con pochi mezzi, senza star eccelse e utilizzando per di più un soggetto considerato degno di un horror di "Serie B".


Psyco è infatti tratto dal libro omonimo di Robert Bloch, un romanzo di scarso valore ispirato a un serial killer ( uno di quei pluriomicidi che tornano tragicamente a ripetere nel corso del tempo crimini simili, spinti dagli stessi moventi e con analoghe modalità ) realmente esistito, tale Edward Gein.
A differenza di altri film di Hitch, tratti dai romanzi, la vicenda di Psyco si attiene fedelmente alla storia originale.


Psyco2




Per le riprese ( durate dalla fine del novembre 1959 al 1° febbraio 1960 ), Hitch si servì prevalentemente di una troupe di formazione televisiva e il film - pur essendo prodotto per conto della Paramount e da questa distribuito - fu girato su un set degli studi Universal parzialmente già esistente.

Poichè i dirigenti della Paramount si mostravano sconcertati e riluttanti, Hitch finanziò l'impresa di tasca propria: la cifra assai contenuta di 800.000 dollari si rivelò in seguito essere stata un ottimo investimento...il film costituì infatti il maggior successo di Hitchcock sia negli Usa sia all'estero, con utili, nel corso degli anni, di milioni di dollari. ( Mar L8v )


Edited by Milea - 19/8/2014, 20:15
 
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La novità di Psyco:

Nonostante Hitchcock abbia insistito sul valore specifico "filmico" di Psyco - affermando che il soggetto e i personaggi gli interessavano relativamente rispetto a montaggio, fotografia, colonna sonora, gioco di suspense con lo spettatore -, non si può negare che nel film si ritrovino alcune costanti tematiche proprie del regista, che contrassegnano tutta la sua produzione cinematografica: l'interesse per la psiche umana, analizzata nei suoi recessi più intimi e tenebrosi, il tema del "doppio" - qui presente come dissociazione della personalità -, quello della sessualità rimossa o pervertita o vissuta come peccato, il rapporto fra consapevolezza e innocenza, l'ambiguità e la difficoltà dei rapporti umani, in particolare fra uomini e donne...


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Ma se è vero che già di per sè tali elementi possono costituire la base di un film intrigante, la forza di Psyco - e in questo caso ha ragione il regista - non risiede poi tanto in ciò di cui parla quanto in come parla.
A titolo d'esempio possiamo soffermarci brevemente su un paio di elementi chiave che caratterizzano appunto il "linguaggio" del film, il suo modo di narrare, il suo stile.

Notevole innanzitutto, la struttura complessiva dell'opera, il suo articolato e abile gioco di anticipazioni rivelatrici e di inganni tali da non falsificare propriamente il reale svolgersi degli eventi, ma da renderlo di più difficile interpretazione.

Psyco è fitto di allusioni costituite da battute, oggetti ( gli uccelli impagliati che Norman colleziona, ad esempio ), atteggiamenti dei personaggi ( Norman, inquadrato di spalle, che sale le scale di casa con un'andatura tipicamente femminile.


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D'altra parte il film presenta anche false piste: per esempio i soldi - su cui alcune inquadrature tornano ad insistere - non hanno in realtà nessun ruolo nel delitto, così come nessuna importanza nello svolgersi degli eventi riveste l'incontro col poliziotto o il cambio d'automobile effettuato da Marion.


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Un'altra modalità adottata nella "costruzione" del film è poi la negazione di quello che normalmente ci si aspetterebbe: la morte inattesa della protagonista a circa metà film e l'assassinio di Arbogast - un personaggio che sembrava fatto apposta per infondere sicurezza - hanno l'effetto di spiazzare completamente lo spettatore .


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Le voci fuori campo della presunta madre di Norman, le sue ambigue apparizioni, aiutate anche in un paio di casi, da ingegnose riprese dall'alto, contribuiscono a creare un senso generale di smarrimento.
Nessuna identificazione durevole è consentita - tutti i personaggi sono ugualmente minacciati, per nessuno di loro si ha la garanzia che sopravviverà fino alla fine del film - e il pubblico risulta coinvolto in un senso di attesa e di dubbio che costituisce la quintessenza della suspense.

Certo...è forse difficile rendersene conto oggi, dato che perlopiù il film è assai noto e che il meccanismo è stato utilizzato e ripreso da moltissimi altri registi.

E' giusto però riconoscerne la novità e l'originalità in Psyco... ( Mar L8v )


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Edited by Milea - 24/8/2010, 19:36
 
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Film puro:

In secondo luogo dobbiamo considerare la fotografia e l'uso del bianco e nero: è l'ultima volta che Hitch vi ricorre, e lo fa dopo una serie di opere in cui - se si eccettua Il ladro (1956) - ha usato il colore.

Nostalgico omaggio a una tradizione estetica a cui egli aveva molto contribuito ?


Una sfida ai film di "Serie B", realizzati in bianco e nero per questioni di economia, sul loro stesso terreno ?

...questi fattori devono aver avuto il loro peso, ma ad essi vanno aggiunti senz'altro motivi intrinseci al film stesso: Hitch riteneva infatti che il bianco e nero, nel suo tagliente contrasto di chiari e scuri, di luci e ombre, nella sua forte valenza espressionistica, avrebbe meglio reso la drammaticità della vicenda; non erano effetti di realtà quelli che cercava, tantomeno nelle scene di sangue, ma l'impatto di una violenza più sottile e penetrante.
E come non associare il bianco e nero con la duplicità del personaggio di Norman Bates ( vi è un'inquadratura in cui dopo aver spiato Marion che si spoglia, si volge verso la macchina da presa, e il suo volto appare nettamente diviso: una metà in ombra e una metà in luce - foto sotto ) ?.


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Molti altri elementi concorrono a determinare quello che - per dirla con gli addetti ai lavori - costutuisce lo "specifico filmico" di Psyco, ovverosia ciò che ne fa un'opera specificatamente cinematografica, quella che Hitchcock ha definito "film puro": montaggio, movimenti di macchina, scenografie, colonna sonora...
Del resto è nota - al punto da essere leggendaria - la cura meticolosa con cui il regista occupava ogni minimo dettaglio dei suoi film, a partire dalla sceneggiatura fino alla pubblicità: perchè ogni elemento contribuisce con pari importanza alla creazione di un'opera cinematografica, al suo ritmo, al suo stile, alla sua capacità di avvincere lo spettatore. ( Mar L8v )
 
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Un gioco di anticipazioni...

Il poliziotto a Marion che, esausta, durante la prima notte di viaggio ha dormito in macchina: "Perchè non si è fermata in un motel ? Sarebbe stato più sicuro...".

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Una prima perplessità a proposito di Norman Bates sorge quando, mentre mostra la camera del motel a Marion, non riesce a pronunciare la parola "bagno".

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Una cliente che, nel negozio di Sam, si accinge a comprare un insetticida, afferma energicamente: "Io sostengo che, insetto o uomo, la morte dovrebbe essere indolore".

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Un po' più avanti, lo sceriffo Chambers, parlando a Lila e a Sam, racconta come morirono la madre di Norman Bates e il suo amante: "Stracnina...una morte da cani".




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...e depistaggi.

Inquadrature iniziali del film: mentre una lenta panoramica sinistra/destra mostra una città un pò dall'alto, compaiono in sovraimpressione, in successione, le seguenti scritte: "Phoenix, Arizona/Venerdì 11 dicembre/2,43 di pomeriggio".
Seguono uno zoom avanti, a inquadrare un edificio in particolare, poi una dissolvenza e un altro paio di inquadrature che si avvicinano sempre più ad una finestra dalla tapparella semiabbassata.
Che cosa vi aspettereste di trovare all'interno della stanza ? ...molto probabilmente il corpo di un assassinato, un delitto in via d'esecuzione o qualcosa del genere.
Ebbene, niente di tutto questo: solo una coppia che, dopo aver fatto l'amore , si accinge a separarsi.

Depistaggio ?

Si, in un certo senso. Epperò, a ben guardare, gli elementi principali del film sono già tutti in questa scena...voyeurismo ( l'avvicinamento lento ma inesorabile, della macchina da presa alla finestra ), attrazione sessuale e nudità, amori impossibili, stanze d'albergo...
La scena del delitto è in effetti evocata fin qui, fin dall'inizio... ( Mar L8v )


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Edited by Milea - 24/8/2010, 19:40
 
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Andare alla polizia:

Nel libro intervista che Francois Truffaut ha dedicato ad Hitch, il famoso regista francese osserva che le scene in cui Lila e Sam si rivolgono allo sceriffo sono un po' vuote, superflue.

Hitchcock concorda e spiega: " Le ho messe perchè di solito giunge un momento in cui gli spettatori si domandano perchè i personaggi non vanno alla polizia ".
Ecco cosa succede quando lo fanno commenta Hitch: " Si perde l'azione. Come dire: non bisogna mai aspettarsi da un film la semplice riproduzione di una " ragionevole realtà ". ( Mar L8v )



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Edited by Milea - 25/8/2010, 15:31
 
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Sette giorni per una doccia:

"Credo che la sola cosa, del libro, che mi sia piaciuta, che poi mi ha convinto a fare il film sia stato il modo improvviso in cui si commette l'omicidio sotto la doccia; è del tutto imprevisto ed è questo che mi ha interessato".

Così Alfred Hitchcock nel famoso libro intervisa di Francois Truffaut...

Una rivelazione importante, dato che la "scena della doccia" è rimasta per gli spettatori la più famosa di Psyco.







Qualche dato tecnico e qualche curiosità: 70 posizioni di macchina e ben 7 giorni di riprese per...45 secondi di film ! ...fu anche utilizzata una controfigura di Janet Leigh, per sostituirla nelle scene di nudo integrale ( in realtà assai poco percepibili ).

La sequenza è diventata una delle più celebri della storia del cinema ed è stata "citata", esplicitamente o meno da numerosi altri registi: per esempio Brian De Palma in Vestito per uccidere (1980) e Mel Brooks in Alta tensione ( 1977), dove però la scena è riletta in chiave comica.



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Un'ultima osservazione: Hitchcock ha sicuramente rovinato a moltissimi dei suoi spettatori il piacere di una bella doccia rilassante: non sempre si spera, ma non vi è mai capitato, dopo aver visto Psyco di provare una certa, indefinibile inquietudine facendo la doccia tutti soli in casa, nudi, inermi e vulnerabili ? ( Mar L8v )



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Arbogast cade per le scale:

Curioso il modo in cui fu realizzata la scena durante la quale il detective Arbogast, pugnalato a morte, cade lungo la scala. Prima mediante un dolly ( una piccola gru, assai mobile e maneggievole, che sostiene la macchina da presa ), fu filmata la rampa di scale, con un movimento in discesa, dall'alto verso il basso.
Successivamente l'attore - ripreso frontalmente dal busto in su - fu fatto salire su una sedia: dietro di lui venivano proiettate le immagini della scala e, mentre qualcuno scuoteva la seggiola dal basso, l'attore agitava le mani e rovesciava indietro la testa...quanto bastava per dare la sensazione che stesse perdendo l'equilibrio, cadendo all'indietro... ( Mar L8v )







Provate a dare un'occhiata all'effetto finale...





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La trappola della vita:


Alcune significative battute dal dialogo tra Marion Crane e Norman Bates nel salotto del motel:


Norman:

"Sapete cosa penso ? Che ognuno di noi è stretto nella propria trappola, avvinghiato, e non riesce mai a liberarsene...e mordiamo e graffiamo, ma solo l'aria, solo il nostro vicino e, con tutti i nostri sforzi, non ci spostiamo di un millimetro".

Marion:

"A volte ci gettiamo deliberatamente nella trappola...".

Norman:

"Io ci sono nato, nella mia, non me ne importa più niente ormai...".



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Critica e pubblico:

Se il pubblico americano decretò il successo del film fin dall'inizio, la critica si dimostrò invece, soprattutto al momento dell'uscita, molto severa: nella sua prima recensione, il New York Times, definì Psyco " una macchia sopra una carriera onorevole" ( ma nel giro di pochi mesi si ricredette, e parimenti fecero anche suoi colleghi ).

Nonostante non mancassero i riconoscimenti alla maestria tecnica del regista, molti ritennero che Hitchcock si fosse spinto troppo oltre, sia per i temi trattati, sia soprattutto per le modalità della lro messa in scena, indulgendo troppo all'horror.
Ad ogni modo Psyco fu uno dei pochi film per cui Hitch ricevette una nomination all'Oscar come miglior regista nomination furono fatte anche per l'interpretazione di Janet Leigh ( come attrice non protagonista ), la fotografia e la scenografia. Nessun premio fu però assegnato.

Una curiosità: in Francia laddove al contrario la critica sostenne il film fin da subito, ( un'approfondita opera di rivalutazione dell'intera produzione cinematografica di Hitch era in corso da qualche anno per merito di cinefili e studiosi dei " Cahiers du cinèma" : nomi come A.Bazin, C.Chabrol, E.Rohmer, F.Truffaut ), fu il pubblico a non accoglierlo favorevolmente, quando uscì nel 1961.
Distribuito di nuovo qualche anno dopo, ottenne un successo destinato a durare a lungo, come del resto in Italia dove divenne in breve tempo un cult-movie.



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Un piccolo inciso sul Codice Hays, che era un regolamento di autocensura adottato dall'industria cinematografica statunitense a partire dal 1930 e in vigore fino agli inizi degli anni '60.
In base ad esso una commissione apposita valutava i film in fase di sceneggiatura e dopo che erano stati girati; nessun film poteva essere distribuito senza aver ottenuto parere favorevole...

Psyco provocò molte obiezioni, ma Hitch e il suo sceneggiatore Joseph Stefano seppero controbattervi efficacemente, talvolta anche barando un po'...come quando sottoposero agli esaminatori una seconda volta la scena della doccia e quella dello scheletro di mamma Bates - prima bocciate - senza averle assolutamente cambiate...bè, l'esperimento funzionò... ( Mar L8v )


Edited by Milea - 25/8/2010, 15:28
 
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Psicopatici sullo schermo:

Psyco non è certo stato il primo film il cui protagonista è un omicida psicopatico: la storia del cinema ne ricorda altri assai celebri, a partire da M. Il mostro di Dusseldorf di F.Lang (1931), senza contare le numerose versioni del classico romanzo di Stevenson, Lo strano caso del Dr Jekyll e Mr Hyde.
Nella stessa opera di Hitch il tema del folle assassino è ricorrente, da Il pensionante (1926) a Frenzy (1972)...ma certamente l'impatto sul pubblico avuto da Psyco stimolò un nuovo interesse del cinema per la figura dei criminali pazzi ( in particolare maniaci sessuali ); sono nati così film che, anche quando non avevano puramente scopi commerciali ma si proponevano di indagare nei meandri della psiche umana e nei rapporti fra l'individuo e gli altri, hanno spesso avuto come "effetto collaterale" quello di contribuire all'instaurazione, nell'immaginario collettivo dell'equazione malati di mente = "mostri".

Se negli anni '60 il fenomeno è ancora limitato - ricordiamo Che fine ha fatto Baby Jane? di R.Aldrich (1963) e Repulsion di R.Polanski (1965) - è negli anni '70 e '80, soprattutto con il trionfo dell'horror, che assume dimensioni ragguardevoli: basti citare Non aprite quella porta di T.Hooper (1974), Halloween di J.Carpenter (1978), Shining di S.Kubrick (1980), fino ai più recenti Misery non deve morire (1990) e Il silenzio degli innocenti (1991) di J.Demme. ( Mar L8v )



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Edited by Milea - 25/8/2010, 19:01
 
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Anthony Perkins:

Nato a New York nel 1932 è attore teatrale fin da giovane. Debutta nel cinema con L'attrice di G.Cukor (1953) ma senza lasciare il teatro. La sua carriera prosegue con La legge del signore di W.Wyler (1956), al quale fanno seguito negli anni '50 alcune interpretazioni in film di diversi generi; per la sua personalità, il suo aspetto fisico, e la sua recitazione è spesso scelto per personaggi di giovani "difficili" ( in Prigioniero della paura di R.Mulligan -1957- è un ragazzo che vive un conflitto dai risvolti decisamente "edipici" con il padre ).

E' così che Perkins giunge all'interpretazione di Norman Bates in Psyco che segnerà, bene o male, se non proprio tutta la carriera, certo la sua immagine presso il pubblico.

Hitch, che per questo film non richiede grandissime star e soprattutto vuole spendere poco, riesce ad ottenere l'ingaggio di Perkins con un compenso piuttosto basso, dato che l'attore, in base a un vecchio contratto è in debito di un film con la Paramount.

Fra le sue interpretazioni successive, ne ricorderei due particolarmente convincenti: il giovane innamorato di una donna più matura di lui in Le piace Brahms? di A. Litvak (1961) e, soprattutto, un angosciato e persuasivo Joseph K. nello splendido film Il processo ( da Kafka ) di O.Welles (1962).

Negli anni '80 non gli è riuscito di evitare ben tre sequel di Psyco, interpretando anche, giusto per rimanere in argomento di "sdoppiamento della personalità" un Dr Jekyll e Mr Hyde di G.Kikoine nel 1989.
E' morto nel 1992. ( Mar L8v )



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Locandine:




Finlandia:


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Germania:


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Francia:


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Italia:


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Spagna:


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Usa:


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Fotobuste Usa:



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Inserzione per vendita poster:


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Manifesto pubblicitario Italia:


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Guai ai ritardatari:

Per esplicita richiesta di Hitchcock gli spettatori di Psyco
non potevano entrare in sala una volta iniziato il film,
dato che questo avrebbe rovinato loro la fruizione,
per dirla con un termine di oggi, dell'opera.
La regola valeva anche per i critici e, secondo le testimonianze dell'epoca,
alcuni di loro si irritarono non poco...





Pressbook:


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La colonna sonora:

Bernard Herrmann fu l'autore delle colonne sonore di Hitch per eccellenza: il suo apporto è sempre stato fondamentale, da La congiura degli innocenti (1955) a Marnie ( 1964).
In Psyco, scrive lo studioso Ermanno Comuzio, la musica è "straordinaria, basata sull'uso severo degli archi con scarti di indefinibile effetto nei momenti più acuti".
A proposito del ricorso agli archi, Herrmann commentò che aveva sentito che il loro suono "in bianco e nero" poteva efficacemente unirsi alla fotografia, anch'essa in bianco e nero.
Una conferma di questa intuizione si ha fin dai titoli di testa, di Saul Bass,, in cui il movimento di righe verticali e orizzontali bianche sul fondo nero si associa strettamente agli archi della colonna sonora.

Un'ultima mia breve annotazione: nella scena della doccia Hitch non voleva effetti sonori, tranne il rumore dell'acqua e della tendina di plastica; Herrmann insistette perchè Hitch vi unisse la musica che aveva composto; il risultato fu assai apprezzato dal regista, non a torto... ( Mar L8v )





 
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