JUANA LA LOCA - Francisco Pradilla y Ortiz, 1877, Madrid, Museo del Prado

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view post Posted on 23/9/2023, 20:18     +11   +1   -1
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Principessa innamorata senza esser corrisposta.
Garofano rosso in una valle profonda e desolata.
La tomba che ti ricopre trapela la tua tristezza
attraverso gli aperti occhi del marmo.
Eri una colomba dall'anima di gigante
il cui nido fu sangue di terra castigliana,
versasti il tuo fuoco in un calice di neve
e le tue ali si spezzarono perché volevi alimentarlo.
Sognavi che il tuo amore fosse come il bambino
che ti segue docile reggendoti il manto.
E invece di fiori, versi e collane di perle,
la morte ti ha dato rose appassite su un ramo.

(Federico García Lorca)





Francisco Pradilla y Ortiz
Juana la Loca
1877
Olio su tela
340 x 500 cm
Madrid, Museo del Prado


Capolavoro assoluto dell'intera produzione di Pradilla, dipinto all'età di ventinove anni, portò all'artista non solo un'immediata fama internazionale, ma anche la più superba espressione plastica di un tema che avrebbe ossessionato il pittore per tutta la vita e che riassume - forse meglio di qualsiasi altro dipinto di storia del secolo precedente - tutti gli ingredienti del genere, sia dal punto di vista formale che nella sua concezione. La tela mostra infatti la più bella visione romantica della figura della regina Giovanna I di Castiglia (1479-1555), un personaggio la cui storia combina, sotto l'alta dignità del suo status regale, aspetti particolarmente attraenti per lo spirito ottocentesco come la passione estasiante dell'amore non corrisposto, la follia della mancanza d'amore, la gelosia sfrenata e la necrofilia.


Dipinto a Roma, la sua esposizione pubblica nella Città Eterna nel maggio del 1877 non fece che presagire il successo travolgente che il quadro avrebbe riscosso in seguito. Eseguito con la straordinaria maestria artistica che Pradilla dimostrò per tutta la vita, è senza dubbio uno dei dipinti più accattivanti e suggestivi del genere, il che è in gran parte responsabile della sua meritata fama e del clamoroso successo con cui fu accolto all'Esposizione Nazionale di Belle Arti del 1878.


La giovane regina domina con forza la scena, eretta davanti al suo semplice seggio a forbice coperto da un cuscino. È vestita con un abito di spesso velluto nero, i capelli nascosti da copricapi, come si addice al suo status di vedova. Con uno sguardo completamente estraniato, il profilo del suo ventre mostra l'avanzata gravidanza dell'Infanta Caterina d'Austria (1507-1578), e nella fragile e piccola mano sinistra tiene le due fedi nuziali che testimoniano la sua vedovanza. Indifferente ai brividi di freddo del luogo desolato in cui si era fermato il seguito, soffocata a malapena dal falò improvvisato acceso accanto a lei, la sovrana vegliava sulla bara dell'amato marito, morto il 25 settembre 1506.


La bara è ornata con le armi imperiali e posta su alcuni semplici parapetti, le cui maniglie mostrano il luccichio dell'usura, affiancati alla sua testa da due grandi ceri mortuari, che stanno per essere spenti dalla forte folata di vento che soffia nel luogo, sollevando un grande fumo nel falò. Seduta accanto al catafalco, una giovane padrona, con un breviario aperto in grembo, osserva la regina con rassegnata pazienza, mentre un monaco in abito bianco, inginocchiato accanto a lei, con il volto barbuto quasi coperto dal cappuccio, legge una preghiera a bassa voce, tenendo in mano una candela. Alla destra della regina, al riparo del calore del fuoco e accostati al tronco spoglio di un albero, i membri della sua corte che l'accompagnano in questo viaggio funebre riposano dal loro stanco cammino, con i volti che riflettono un misto di stanchezza, noia e compassione per la follia della loro sovrana, osservati con attesa da due cortigiani in piedi e da un'altra delle dame, vestita con un lussuoso abito di broccato. Sullo sfondo si vede la sagoma del monastero, teatro della rabbia di Doña Juana quando scoprì che era gestito da suore, mentre all'estremità opposta si vede il resto del seguito reale, ancora in formazione, che si avvicina al sito sotto le luci dell'ultimo crepuscolo, avvolto in un cielo completamente coperto.





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In questo dipinto Pradilla dimostra la sua assoluta maestria nell'uso scenografico dello spazio esterno e il suo senso ritmico e perfettamente equilibrato della composizione, strutturata in una spaziatura e avvolta nella pienezza atmosferica del paesaggio aperto in cui si svolge l'episodio. Inoltre, la sua messa in scena è risolta con un particolare istinto decorativo nella rappresentazione dei diversi oggetti di scena - segno della sua formazione giovanile con il pittore teatrale Mariano Pescador - così come nel trattamento dei costumi e, soprattutto, degli elementi orografici e atmosferici che rafforzano la tensione emotiva della trama, sottolineata dall'intensità espressiva dei personaggi. Il tutto reso con un realismo intenso, con un'esecuzione vigorosa e sicura, con un tocco giusto e accurato, attento al disegno definito e rigoroso ma con una tecnica libera e succosa, pienamente pittorica, con la quale questo maestro creò un linguaggio plastico del tutto personale, che verrà battezzato all'epoca come "stile Pradilla"; di fatto, un riflesso del realismo internazionale in vigore nel genere storico in tutta Europa nell'ultimo quarto del secolo, e che da quel momento in poi verrà seguito incondizionatamente dalla maggior parte dei pittori di storia di quegli anni.



Francisco Pradilla y Ortiz
Giovanna la Pazza davanti alla tomba del marito, Filippo il Bello - Bozzetto
(Juana la Loca ante el sepulcro de su esposo, Felipe el Hermoso - Boceto)
1877
Olio su tela
52 x 74,2 cm
Madrid, Museo del Prado






Ciò che all’epoca non ho capito,
perché ero accecata dalla felicità,
è che dopo il sogno c’è sempre il risveglio,
che oltre alla vita insieme c’è la solitudine.
E che raggiungere mio marito nelle Fiandre
non sarebbe stata la mia liberazione,
bensì la mia rovina...


(Giovanna I di Castiglia)





(Mar L8v)







Francisco Pradilla y Ortiz
La regina Giovanna la Pazza, imprigionata a Tordesillas insieme alla figlia, l'Infanta Catalina
(La reina Juana la Loca, recluida en Tordesillas con su hija, la infanta Catalina)
1906
Olio su tela
85 x 146 cm
Madrid, Museo del Prado





Edited by Lottovolante - 7/11/2023, 17:52
 
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