| Il destino delle uova
Nel 1918, dopo la morte dei Romanov, the House of Fabergé fu nazionalizzata e saccheggiato dai bolscevichi. Fabergé ed i membri della sua famiglia lasciarono la Russia per Riga, non rendendosi conto che non sarebbero stati in grado di ritornare nella loro amata Russia. Secondo l'autore Géza Von Habsburg: "Quando Fabergé vide che tutto era perduto e che i membri della famiglia imperiale sul suolo russo erano stati uccisi - pensò che tutto il suo mondo era crollato, e si rifugiò in Svizzera, dove morì nel 1920 (direi) col cuore spezzato. "
Subito dopo la rivoluzione, il contenuto dei palazzi Romanov furono confiscati dai bolscevichi. La maggior parte delle uova Fabergé, con una quantità enorme d'oro, argento, gioielli e icone, furono inventariate, imballate in casse e portate all’ Armeria del Cremlino. Diverse uova sparirono durante il saccheggio e la depredazione dei palazzi. L'uovo che non si trovò mai, fu l' Ordine di San Giorgio, prediletto dall’ l'imperatrice vedova, che lo aveva voluto con sé, insieme ad altri oggetti di valore, quando fu evacuata da Yalta in Inghilterra a bordo della nave da guerra britannica Marlborough.
"Tutti gli altri gioielli e le uova sono stati inviati, per ordine di Lenin, a Mosca e lì rimasero," dice Von Habsburg. " dimenticati in qualche passaggio buio nei magazzini dell’Armeria; nessuno sapeva dove fossero. Le casse contenenti le uova rimaste, non aperte, erano sorvegliate dal personale del Cremlino.
Ma gli sforzi di Lenin per preservare l'eredità culturale della Russia furono compromessi, quando Joseph Stalin salì al potere. Egli iniziò le contrattazioni per vendere l' eredità imperiale russa, e acquisire pregiata valuta occidentale per sostenere il suo nuovo regime." I tesori furono riscoperti da qualche parte intorno al 1927. I comunisti erano convinti che questi oggetti potessero effettivamente essere venduti per il bene del nuovo governo bolscevico, e finanziare i loro piani economici. Quindi questi oggetti furono presi in custodia, valutati e offerti in Occidente ". (Von Habsburg)
Ancora così strettamente connesse con la decadenza dei Romanov, le uova Fabergé furono inizialmente sottovalutate. Prima della sua fuga, il figlio di Fabergé Agathon era stato imprigionato dai bolscevichi ma venne rilasciato dopo breve tempo, per valutare i gioielli e le pietre preziose confiscate alla famiglia imperiale. Fu poi imprigionato di nuovo quando trovarono difficoltà a vendere le pietre al prezzo che egli aveva menzionato.
I curatori a Mosca per L’Armeria del Cremlino fecero quello che potevano - a rischio di esecuzione - per nascondere i pezzi più pregiati. Ma tra il 1930 e il 1933, quattordici delle uova di Pasqua imperiali furono vendute e lasciarono il paese. "I primi elementi che sono stati venduti sono stati presi da commissari russi a Parigi e a Londra. L'uomo che è riuscito a ottenere la maggior parte delle uova Fabergé fu Armand Hammer, ben noto negli Stati Uniti: un grande imprenditore, presidente della Occidental Petroleum, amico personale di Lenin, suo padre è stato fondatore del partito comunista qui negli Stati Uniti ". (Von Habsburg)
Riconoscendo che i tesori di una dinastia rischiavano di essere travolti nell'oblio, l' eminente uomo d'affari e simpatizzante socialista, portò dieci delle uova imperiali in America nei primi anni del 1930. Hammer promosse la vendita di queste ricchezze, ma durante gli anni della depressione, anche la più stabile economia americana aveva vacillato. Un amico di Hammer ironicamente osservava che mentre le uova di Fabergé erano indiscutibilmente belle, esse non erano, di fatto, commestibili.
" Secondo Géza Von Habsburg: "Hammer arrivò qui a New York nel 1931, con migliaia di opere d'arte russa pronte per essere vendute per conto dei sovietici. A quel tempo non c'erano i soldi... la depressione più profonda... nessuno era interessato... finchè venne l'idea di commercializzare questi oggetti attraverso i grandi magazzini. Ed egli li offrì nell’ America del Nord, dalla costa est alla costa ovest, fermandosi nei grandi magazzini in ogni grande città e propagandando queste cose. Ed essi presero piede ".
Ci furono cinque grandi collezionisti nei primi giorni qui negli Stati Uniti: Matilda Geddings Gray, Lillian Thomas Pratt, Marjorie Merriweather Post, India Early Minshall e Malcolm S. Forbes. Alcune uova imperiali originariamente furono vendute all'asta per un minimo di quattro o cinquecento dollari; ci sono voluti decenni perchè le uova ottenenessero il riconoscimento come magnifiche opere d'arte. Ora esse sono valutate in milioni. C’erano migliaia di pezzi Fabergé nei palazzi dei Romanov, la maggior parte ora sono sparsi in terre lontane, nelle collezioni di tutto il mondo. Delle cinquanta uova imperiali eseguite, solo dieci restano al Cremlino; otto sono ancora disperse.
Edited by Milea - 26/7/2021, 09:19
|