| | Lo Stabat Mater (dal latino : Stava la madre) è una preghiera , più precisamente una melodia gregoriana strutturata in sequenza, attribuito a Jacopone da Todi.
Fu abrogata dal Concilio di Trento e poi reintrodotta successivamente nella liturgia solo nel 1727 da papa Benedetto XIII. Tuttavia, anche durante il periodo di abrogazione, questo testo ebbe notevole risonanza. |
La prima parte della preghiera, che inizia con le parole Stabat Mater dolorosa ("La Madre addolorata stava") è una meditazione sulle sofferenze di Maria, madre di Gesù, durante la crocifissione e la Passione di Cristo. La seconda parte della preghiera, che inizia con le parole Eia, mater, fons amóris ("Oh, Madre, fonte d'amore") è una invocazione in cui l'orante chiede a Maria di farlo partecipe del dolore provato da Maria stessa e da Gesù durante la crocifissione e la Passione. Era popolarissima soprattutto perché accompagnava il rito della Via Crucis e la processione del Venerdì Santo. Un canto amatissimo dai fedeli, non meno che da intere generazioni di musicisti colti (Scarlatti, Vivaldi, Pergolesi, Rossini). Altri musicisti si sono cimentati nello Stabat: Antonín Dvořák ,Franz Joseph Haydn, Luigi Boccherini, Krzysztof Penderecki, ma nessuno - eccetto forse Rossini - è riuscito ad eguagliare il capolavoro pergolesiano, dove non c'è solo musica, ma vi è l'autore stesso, la sua vita disgraziata, i suoi dolori, il suo sorprendente ottimismo nonostante tutto, la sua amarezza per il suo destino. Non a caso Vincenzo Bellini al pianoforte soleva ripetere che non poteva suonare lo Stabat Mater pergolesiano senza piangere. E lo stesso Rossini, peraltro, giunto ormai nei suoi anni della maturità, meditò a lungo prima di scrivere il suo, perché riteneva l'opera di Pergolesi sublime ed irraggiungibile. Ancora oggi lo Stabat è rappresentato nelle chiese cristiane e nei teatri di tutto il mondo, considerato uno dei massimi capolavori della musica sacra di tutti i tempi.
Giovanni Battista Pergolesi; Stabat Mater In fa minore per soprano, contralto, archi e basso continuo. Testo di Jacopone da Todi
Stabat mater dolorosa iuxta crucem lacrimosa, dum pendebat filius. Cuius animam gementem contristatam et dolentem pertransivit gladius. O quam tristis et afflicta fuit illa benedicta Mater unigeniti! Quae maerebat et dolebat, pia Mater, dum videbat nati poenas incliti! Quis est homo, qui non fleret, Matrem Christi si videret in tanto supplicio? Quis non posset contristari Christi Matrem contemplari dolentem cum filio? Pro peccatis suae gentis vidit Iesum in tormentis et flagellis subditum; Vidit suum dulcem natum moriendo desolatum, dum emisit spiritum. Eia Mater, fons amoris, me sentire vim doloris fac, ut tecum lugeam! Fac, ut ardeat cor meum in amando Christum deum, ut sibi complaceam! Sancta Mater, istud agas, crucifixi fige plagas cordi meo valide! Tui nati vulnerati tam dignati pro me pati poenas mecum divide! Fac me vere tecum flere, crucifixo condolere, donec ego vixero! Iuxta crucem tecum stare te libenter sociare in planctu desidero. Virgo virginum praeclara, mihi iam non sis amara: fac me tecum plangere. Fac, ut portem Christi mortem, passionis fac consortem Et plagas recolere! Fac me plagis vulnerari, cruce fac inebriari ob amorem filii! Inflammatus et accensus per te, Virgo, sim defensus in die iudicii! Fac me cruce custodiri morte Christi praemuniri, confoveri gratia! Quando corpus morietur, fac, ut animae donetur Paradisi gloria! Amen.
Alla croce del Signore tutta immersa nel dolore, sta la madre in lacrime. Una spada acuminata, già da tempo profetata, le trafigge l'anima. Oh! l'angoscia e la distretta della donna benedetta madre dell'Altissimo. Quante lacrime e lamenti nell'assistere ai tormenti del suo divin Figlio! Chi potrà frenare il pianto nel vedere in tale schianto la beata Vergine? Chi la madre addolorata con il Figlio suo associata guarderà impassibile? Vede il Figlio tanto amato per le colpe flagellato del suo stesso popolo. Vede il dolce Figlio in croce mentre soffre pena atroce esalar lo spirito. Salve, fonte dell'amore fa ch'io provi il tuo dolore, fammi con te piangere. Il mio cuore sia fervente verso Cristo sofferente, Salvatore amabile. Siano impresse nel mio cuore le ferite del Signore sul duro patibolo. Delle pene che ha provato il tuo Figlio sì piagato fa ch'io sia partecipe. Possa anch'io con te soffrire e con Cristo compatire fino al giorno ultimo. Alla croce stare accanto ed unirmi a te nel pianto, madre mia, desidero. Salve, Vergine preclara; tua bontà non sia avara voglio con te piangere; Del Signor portar la morte, aver parte alla sua sorte, le sue piaghe accogliere; Delle piaghe esser segnato, della croce inebriato, del sangue purissimo. E nel giorno del giudizio ch'io non cada a precipizio nell'eterno carcere. Quando un dì dovrò morire possa, Cristo, a te venire, per tua madre amabile. E, se il corpo avrà la morte, giunga l'anima alle porte dell'eterna patria. Amen Edited by Milea - 9/10/2010, 21:51
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