Jan Vermeer - La merlettaia, Parigi, Musèe du Louvre (1669 circa)

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view post Posted on 20/5/2010, 22:00     +3   +1   -1
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Johannes_Vermeer_-_The_lacemakerP

VERMEER Jan
La dentellière
1669 circa
Olio su tela riportata su tavola
23,9X20,5 cm
Musèe du Louvre - Paris
Firmato "IV Meer"




Nel 1696 il dipinto si trovava nella collezione di Jacob Dissius, che probabilmente lo ereditò da colui che si ritiene il patrono di Vermeer, Pieter Van Rujiven. Giunse al Louvre nel 1870, dopo che il museo Boymans di Rotterdam non era riuscito a raccogliere la somma necessaria per rilevarlo.

Nella piccola tela, una delle più note di Vermeer, si vede una fanciulla interna a ricamare; il suo sguardo è concentrato sul lavoro e sul movimento delle mani. L'ambientazione è ridotta al minimo, poichè la visione dell'artista è molto ravvicinata e il taglio della composizione è condotto in maniera informale.
In primo piano si trova lo spigolo di un tavolo, su cui è appoggiato un cuscino da ricamo: dal contenitore semiaperto escono dei fili rossi e bianchi, che l'artista ha delineato con pennellate semplici e di straordinaria fluidità.
La luce arriva da destra e accende il giallo del corpetto, posandosi con particolare enfasi sulla fronte e sulle dita della ragazza...questo espediente permette a Vermeer di sottolineare la concentrazione della donna sul lavoro manuale.
La figura della ricamatrice del resto, ricorre nella pittura olandese come simbolo di laboriosità e di virtù domestica: l'interpretazione moraleggiante è confermata qui dalla presenza sul tavolo di un libro rilegato in pergamena e chiuso da nastri sacri, probabilmente una bibbia o un libro di preghiere...

Ritorna in questo dipinto l'uso di sfocare in primissimo piano: si nota soprattutto nel groviglio dei fili rossi e nelle nappe del cuscino. Come negli strumenti ottici, questo effetto è dovuto al fatto che lo sguardo è focalizzato sul secondo piano, dove si trova la merlettaia; è possibile che Vermeer abbia osservato la sua modella attraverso una camera oscura, ma si esclude che il disegno sulla tela sia ottenuto ricalcando una proiezione...( Mar L8v )







Edited by Milea - 5/8/2021, 20:34
 
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view post Posted on 21/5/2010, 22:20     +1   +1   -1
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Johannes_Vermeer_The_lacemaker-dett



Vermeer suggerisce la concentrazione totale della merlettaia sul suo lavoro grazie alla postura scomoda e al giallo limone dei suoi vestiti – colore attivo e psicologicamente intenso; anche i capelli riflettono lo stato fisico e mentale.
Infine, la luce illumina la fronte e le dita a sottolineare la precisione e la chiarezza di visione necessaria per l'arte del merletto: i capelli e le mani sono inondati di luce che, a differenza della maggior parte delle opere di Vermeer, entra da destra, non da sinistra.



The_lacemaker-dett


La Merlettaia e i secoli successivi


Il dipinto è stato particolarmente apprezzato dagli impressionisti,
sempre alla ricerca della luce che crea il colore.
Così, Renoir ha ritenuto che questo capolavoro
fosse l'immagine più bella del mondo
e Van Gogh, affascinato dal colore di questo dipinto,
in una lettera a Emile Bernard, nel 1888,
evidenziò la bellezza del suo «giallo limone, azzurro e grigio perla».






Edited by Milea - 5/8/2021, 20:37
 
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view post Posted on 19/8/2014, 19:47     +1   -1
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Johannes Vermeer, La merlettaia (De kantwerkster)



Questa piccola tela è una delle sue più stupefacenti prove pittoriche: e l’assenza di ogni possibile simbolismo o allegoria la rendono ancor più esemplare di quell’etica della descrizione e del lavoro che rappresenta il meglio della sua idea e pratica dell’arte della pittura, di quell’estrema rarefazione compositiva che la rende astratta e ipnotica e apre interi universi all’immaginario.

La giovane donna del tutto impegnata nel suo lavoro è staccato dal semplicissimo muro intonacato a calce, bagnato d’ombre e luce radente. Ha una pettinatura a broccoli e minutissime treccine che gli esperti indicano come moda di breve periodo, proprio a cavallo dei decenni sessanta – settanta; indossa un semplice abito di raso giallo guarnito da un colletto di pizzo.

Quest’ultimo è una meraviglia di stesura: il pittore riesce a proporci tutta la leggerezza e finezza tattile, e la lucentezza ordinate e pulita, il lindore che emana. Il lavoro a cui la giovane è intenta è visibile, poiché la figura è collocata in posizione più elevate rispetto allo spettatore. Ella lavora su un basso cuscino, su cui ha collocate gli aghi seguendo un preciso disegno traforato su carta.

Lavora china su un piccolo tavolo triangolare che può essere alzato o abbassato seguendo I fori delle gambe. Ora intreccia i fili arrotolati su bobine, seguendo un preciso ordine e annodando. La natura morta alla sua destra è formata dalle matasse dei fili rossi e bianchi che scivolano da un particolare cuscino da lavoro (naaikussen) blu, completato da nappe, poggiato su un tavolo coperto da un arazzo. Non un tappeto orientale, ma un arazzo a fiorami dei Paesi Bassi.

Se diversi storici, come Simon Schama, hanno sottolineato ed esaltato e calvinista, ordinate e pulita, che faceva della casa il proprio santuario, è altrettanto vero che la colata dei fili rossi e bianchi rappresenta il primo vero quadro “impressionista” della pittura occidentale, ma ha una tale carica eversiva e pulsionale da aver ossessionato per tutta la vita Salvador Dalì.

Come i fili scivolino insieme dal cuscino, lattei e sanguigni, allargandosi sull’arazzo è visivamente sconvolgente: e ancor più lo è concettualmente, poiché il filo rosso lambisce il libro che la giovane tiene sul tavolo: una Bibbia si direbbe dallo spessore. Lo spettatore che ha esplorato lentamente tutta la pittura non potrà che uscire sconvolto dalla incredibile capacità di sintesi di Vermeer, su quel nodo ove si accentra l’attimo del lavoro della merlettaia. Un attimo e un gesto in cui sembra concentrarsi un universo. (M.@rt)






Edited by Milea - 6/8/2021, 17:59
 
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