"D’UN TRATTO NEL FOLTO DEL BOSCO" - Amos Oz, Parafrasi e commento

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"D’UN TRATTO NEL FOLTO DEL BOSCO"
Amos Oz



folto-bosco-cover

D'un tratto nel folto del bosco
Amos Oz
Traduzione: Elena Loewenthal
Ed. Feltrinelli
Collana: I Narratori
Pagine: 114
€ 10





In breve

La notte, al villaggio, uno strano, impossibile silenzio abita il buio. Anche di giorno, l’assenza degli animali lascia ovunque le sue tracce: non un cane in cortile, non un gatto sui tetti, e nemmeno una mosca che ronza o un grillo che canta nei prati intorno. Qualcosa dev’essere successo tempo fa e i bambini ogni tanto fanno domande, ma i grandi rispondono in modo evasivo, per non dire irritato. Tutti o quasi: perché nei disegni della maestra Emanuela, nella solitudine del vecchio Almon, che una volta faceva il pescatore nel fiume e aveva un cane fedele, nei gesti tristi della fornaia, che sparge invano briciole di pane all’aria, qualcosa di strano s’intende. Fino a quando Mati e Maya non partono per la loro avventura, in cerca del mistero del villaggio dove gli animali sono scomparsi. Nel folto del bosco troveranno Nimi, il bambino puledrino ammalato di nitrillo, Nehi, il demone del bosco e una triste verità.




Il libro

Cosa può aver spinto tutte le creature animali a fuggire dal mondo degli esseri umani? Che vita sarebbe una vita senza cani e gatti nelle case, senza uccelli tra gli alberi e senza pesci nelle acque? Questa favola racconta il coraggio di due bambini, due amici che vogliono scoprire quale sia il misterioso segreto che gli adulti non vogliono svelare ai figli.

Mati e Maya vivono in un villaggio dove ormai è abitudine vivere senza fare domande sul passato, senza chiedere dove siano finite le creature di cui parla la maestra Emanuela nei suoi racconti. Ma i due amici, a differenza degli altri bambini del villaggio, decidono di fare luce sul mistero della scomparsa degli animali, sulla malattia che ha colpito Nimi il Puledrino, sul misterioso nono albero che compare di notte e scompare all’alba, sul perché è severamente proibito uscire di casa dopo il tramonto, e soprattutto sul misterioso demone che rapisce chi si inoltra nel bosco nel cuore della notte.

Amos Oz dà voce alla maledizione di un anonimo paese, condannato all’assenza di vita animale, e, nei racconti della maestra Emanuela, nella follia della fornaia che distribuisce pane ad uccellini invisibili, nella solitudine del vecchio pescatore che parla agli alberi, nella emarginazione del “demone” del bosco, l’autore nasconde il barlume della speranza di poter ritrovare un giorno la serenità di un equilibrio fra le forme di vita del Pianeta.

"D’un tratto nel folto del bosco" è una favola “moderna”, che insegna in una trama semplice ma ben articolata l’amore per la natura ma non solo: il rispetto per ciò che dalla massa viene considerato “diverso”, la capacità di vedere la ricchezza in esso, e non solamente la non conformità al vivere della maggioranza.

Mette in luce come l’essere umano tenda ad allontanare da sé ciò che spaventa, piuttosto che affrontarlo, e come sia difficile uscire dal circolo dell’emarginazione quando ormai essa è radicata nell’animo. Interessante è l’analisi della natura umana nelle sue debolezze e nei suoi lati più innocentemente meschini.


amos_oz_0

L'autore

Amos Oz è nato a Gerusalemme il 4 maggio 1939 è uno scrittore israeliano. Il suo nome vero (in ebraico עמוס עוז‎) è Amos Klausner. Oltre ad essere autore di romanzi e saggi, Oz è giornalista e docente di letteratura alla Università Ben Gurion del Negev, a Be'er Sheva. Sin dal 1967 è un autorevole sostenitore della "soluzione dei due stati" del conflitto arabo-israeliano. Nel 2008 ha ricevuto una laurea honoris causa dall'Universtià di Anversa. Nel 2007 ha vinto il premio "Premio Príncipe de Asturias de las Letras" e il premio Fondazione Carical Grinzane per la cultura mediterranea. Nel 2008 ha ricevuto il premio Dan David nel 2008. Nel 2008 ha vinto anche il Premio Internazionale Primo Levi. La cerimonia di consegna è avvenuta a Genova, Palazzo Ducale.

Nel suo romanzo autobiografico "Una storia di amore e di tenebra", Oz ha raccontato, attraverso la storia della sua famiglia, le vicende storiche del nascente Stato di Israele dalla fine del protettorato britannico: la guerra di indipendenza, gli attacchi terroristici dei feddayn, la vita nei kibbutz. Nella vita dello scrittore è stato determinante il suicidio della madre, avvenuto quando il piccolo Amos aveva appena dodici anni. L'elaborazione del dolore si sviluppa ben presto in un contrasto con il padre, un intellettuale vicino alla destra ebraica. Il contrasto padre-figlio portò alla decisione del ragazzo di entrare nel kibbutz Hulda e di cambiare il cognome originario "Klausner" in "Oz", che in ebraico significa "forza". Negli ultimi anni Oz è considerato uno dei più probabili candidati al Premio Nobel per la letteratura.


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Ho letto questo libro cinque volte: la prima volta l'ho iniziato al mattino e terminato la sera... non riuscivo a staccarmene... Le altre volte l'ho gustato, trovando sempre nuove sfumature di forma e contenuto. Un libro bellissimo che ho consigliato spesso...un piccolo intenso capolavoro di uno scrittore squisito.

La frase che più mi è piaciuta:

“…la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede ,
l’orecchio ode e la mano può toccare,
bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto,
e si svela ogni tanto, solo per un momento,
a chi lo cerca con gli occhi della mente,
a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo
e toccare con le dita del pensiero.”

(Milea)




Edited by Milea - 25/7/2021, 10:42
 
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il_commento1



Il libro di Amos Oz è una favola che narra di un paese privo di animali. I due protagonisti, Maya e Mati, due bambini coraggiosi, cercheranno di scoprire il mistero della maledizione accaduta nel loro villaggio.
Lo scrittore introduce anche molti altri personaggi: Nimi, il bambino malato di “nitrillo”; Almon, il pescatore triste perché non ha più il suo cane Zito e litiga sempre col suo spaventapasseri; la maestra Emanuela, orfana della gatta Tima e dei suoi tre micini, che parla ai suoi alunni degli animali, in modo che essi sappiano quanto siano belli; Lilia, la mamma di Maya, che lascia le briciole del suo pane in cortile, sperando nel ritorno degli uccellini; Nehi “il demone dei monti”, che si rivela un personaggio non cattivo, ma che ha sofferto a causa della derisione dei suoi compaesani.

Ogni personaggio è descritto è caratterizzato in modo magistrale. L’autore utilizza un linguaggio abbastanza semplice, ma con un lessico vario e ricco. Nelle descrizioni usa i dati di percezione, coinvolgendo il lettore in un mondo di colori, odori e sensazioni tattili, come quando racconta l’incontro dei bambini con un gattino.
Nel testo sono presenti anche delle belle metafore e delle riflessioni sulle relazioni tra le persone. Attraverso questa favola, lo scrittore vuol far capire che non si deve escludere o deridere il prossimo, anzi si deve accettare la diversità e viverla come un’opportunità.


le-nostre-riflessioni



“D’un tratto nel folto del bosco” è un libro che può trasmettere molto messaggi e da cui si possono cogliere preziosi consigli da applicare nella vita. La favola è misteriosa, quasi un giallo; da ogni enigma risolto, ne sorge uno a risolvere, ma alla fine tutto si collega in un finale sorprendente. E’ buffo perché da un piccolo paesello sperduto tra le montagne, è nata una avventura appassionante.
Ciò che mi ha rapito del racconto è stata l’amicizia tra Maya, Mati e Nimi, la folle nostalgia dei loro compaesani che li spingeva a fare cose a volte impensabili, il coraggio di Maya nello svelare l’enigma della scomparsa degli animali e l’insensibilità dei bambini che deridono i due protagonisti, Nimi e Nehi nella sua infanzia.
Questa favola mi ha comunicato tre fondamentali messaggi: mi ha insegnato ad essere rispettosa della gente senza avere di loro pregiudizi errati.
Inoltre dalla favola ho tratto un altro insegnamento: accettare le differenze, perché una persona grande, piccola, sognatore o maldestro che sia, è una creatura del nostro mondo.
Lo scrittore ha saputo descrivere bene tutti i personaggi; quello che mi è piaciuto di più è stata Maya, dolce e sensibile fanciulla, ma allo stesso tempo intrepida, testarda, coraggiosa e saggia. Mi è piaciuto come ha teso la mano a Mati, suo amico, come ha affrontato le difficoltà.
Il libro mi è piaciuto anche perché non è uno dei soliti racconti: è uno di quei libri che ti sanno soddisfare, che nascondono un senso psicologico e che dopo averlo letto, ti rimangono nel cuore. (Giulia, classe 5 scuola primaria)

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Questo libro mi è piaciuto molto perché oltre al modo in cui è scritto, che è ricco di particolari semplice da capire e pieno di descrizioni, mi ha impressionato il significato della storia. L’autore mi ha insegnato a non deridere gli altri solo per il loro aspetto fisico, perchè come dico sempre, non si può giudicare un libro dalla copertina; inoltre attraverso l’avventura di Maya e Mati questo libro mi ha fatto capire che devo affrontare con coraggio e saggezza le difficoltà e le paure. Questo secondo me è un testo molto significativo, perciò suggerirei a tutti di leggerlo. Io ho appreso non solo il suo significato, ma anche attraverso il modo in cui l’autore ha scritto, io ho immaginato le situazioni e ho capito quello che i personaggi provavano.

Mi sono piaciuti tutti i personaggi descritti, ma due in particolare in cui mi rispecchio di più, mi hanno colpita: Almon e Maya. Almon perché anche se gli abitanti del villaggio lo chiamavano “vecchio solitario”, secondo me era una persona tenera, dolce e simpatica. Ogni sera prima di andare a dormire dava ancora la buonanotte a Zito, il suo cane, così lui andava a letto con il pensiero che la povera bestiola stesse bene. Secondo me, Almon era sì vecchio e cieco di aspetto, ma aveva un cuore bello, pulito, ma soprattutto aperto ad accogliente per tutti. Inoltre perdonava e rincuorava gli altri, ma non se stesso, perché a farlo riusciva solo Zito.
Mi piace anche Maya, bambina coraggiosa, sempre pronta a tutto e che sa cacciare le paure dal cuore di Mati e sa donare coraggio e voglia di essere quelli che siamo.
Vorrei concludere dicendo che questo libro è molto emozionante poiché la storia mi ha coinvolto e mi ha fatto provare e sentire come è difficile vivere in un luogo senza animali; non credevo che loro potessero essere così necessari, ma questo libro mi ha dimostrato il contrario.(Alessia, classe 5 scuola primaria).



Libri_1



Questo libro mi è piaciuto perché mi ha impressionato molto. Mi è piaciuto soprattutto l’insegnamento perché potrò ricordarmene per tutta la vita.
Mi ha insegnato che non devo avere pregiudizi sulle persone, ma conoscerle prima di giudicarle o farmi idee sbagliate su di loro.
Dopo la lettura ho riguardato nella mia coscienza e ho promesso che non avrei mai escluso o deriso chi era diverso fisicamente o per qualsiasi altra ragione, come può essere la religione.
Uno dei personaggi che mi ha particolarmente colpito è Maya; la sua testardaggine mi rimarrà sempre d’esempio.
Anch’io voglio mettere coraggio nelle mie azioni, voglio anch’io combattere per quello che voglio. Io ho un ideale nella vita e lo voglio raggiungere; proprio come Maya ha raggiunto l’obiettivo di scoprire il segreto che gli adulti tenevano strettamente segreto e malinconicamente nascosto.
Maya mi assomiglia molto, abbiamo un carattere molto simile. L’autore la descrive come una bimba coraggiosa e curiosa di scoprire la verità, ma non curiosa come tante ma curiosa come solo Maya poteva essere.

Anche Almon mi ha appassionato. Quello che mi piace di più è che lui è speranzoso. Lui ci crede ancora, aspetta qualcosa che sa che arriverà, o meglio, che tornerà. Voglio anch’io sperare che ci sia un “domani”, una seconda opportunità, oppure sperare nel senso di sognare che arrivi il momento, quel momento che devi cogliere al volo.
Mi piace molto come lo scrittore racconta, mi fa entrare nel libro, “nuotare” in un mondo di fantasie, fantasie non sempre visibili con gli occhi o toccabili con le mani; fantasie visibili con il cuore e con la mente, non sempre facili da scorgere, che si vedono con un po’ di volontà.
Il libro mi piace perché l’avventura è fantastica; ci sono sempre misteri, sempre più domande senza risposta. Ma all’ultimo, tutte le incertezze si trasformano in chiarezze.
Lo scrittore usa un linguaggio semplice, ma centra il punto esatto in ogni situazione. Il libro mi è piaciuto molto; spero che se da grande scriverò qualche storia, qualche monologo o copione, coinvolga anche io i lettori o gli spettatori come mi ha coinvolto lui. (Sveva, classe 5 scuola primaria).



Edited by Milea - 25/7/2021, 10:54
 
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conosciamo



La coraggiosa Maya e il suo amico Mati


Maya-e-mati




La maestra Emanuela
racconta gli animali ai suoi alunni



Maestra-Emanuela



Almon litiga sempre con lo spaventapasseri...

almon



...e ha tanta nostalgia del suo cane, Zito.

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Nimi, malato di nitrillo, fa strani sogni...


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(Giulia)


...e ama arrampicarsi sugli alberi.


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(Fabiana)


Nehi vive in una grotta con tutti gli animali


Nehi-Sveva
(Sveva)



Il giardino delle meraviglie,
dove tutti gli animali vivono in armonia.



Giardino-delle-meraviglie-Giulia
(Giulia)




Edited by Milea - 25/7/2021, 10:59
 
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(Sveva, classe 5 scuola primaria).
Dopo la scoperta, Maya e Mati tornarono al villaggio intenzionati a raccontare degli animali. Certo avevano un po’ di paura di essere esclusi da tutti, di non essere accettati per quello che pensavano, per quello che erano, ma in fondo quella era la verità, non una menzogna e la verità non poteva essere un segreto.
Decisero però di parlarne prima con Almon, il pescatore. Andarono alla sua capanna, senza farsi vedere dagli altri abitanti, ed entrarono senza timore. Almon li accolse con gioia e speranza; egli sapeva della loro curiosità per gli animali e quindi sperava che gli avessero portato buone notizie. Offrì loro due gustosi succhi di frutta, che bevvero in un attimo, dopodiché si cimentarono nel racconto dell’avventura nel bosco. Alla fine della narrazione, Almon suggerì loro di rivelare tutto; non era giusto che per paura o per vergogna, gli adulti del villaggio tenessero nascosto un tale segreto.

Gli animali davano suono alla vita; Almon voleva rompere il silenzio malinconico del villaggio. Quel silenzio che non era del tutto muto, che nascondeva un lieve sussurro, un ricordo, un dispiacere.

Maya e Mati raccontarono tutto ai loro compaesani. Per un attimo il silenzio fu totale, persino il fiume si sentiva poco. Ma passato quell’attimo, tutti esplosero in una risata enorme. Chi credeva a quelle storie? Gli adulti replicarono di dimenticarsene.

Una notte però Lilia, la fornaia, si alzò dal letto: aveva fatto un brutto sogno e scese per bere un sorso d’acqua. Si affacciò alla finestra e ripensò a quelle notti in cui dominavano le urla dei lupi.
Per lei non erano ululati bensì parole, parole di libertà, di libere opinioni. D’un tratto dal folto del bosco si udì, o meglio lei udì, un ululato., in seguito un abbaiare, poi un miagolare. Poi le passò davanti un’ombra scura.

Lilia ebbe paura e scappò, ma non riuscì a salire il primo scalino che si sentì, nel buio della notte: ”Liliaaaaa...” Rimase paralizzata con gli occhi puntati verso la sua camera da letto. Vide attraverso la finestra Nehi, il demone dei monti; ella si avvicinò con timore, lo fissò e gli chiese:” Cosa fai tu qui? Vai via!
Nehi replicò: ”Cosa fai tu qui? Vai Via?? Esattamente le tue parole vent’anni fa! Le stesse parole di tutti vent’anni fa. Lilia io non sono un demone e tanto meno ho rubato gli animali. Loro hanno rubato il suono al villaggio per venire con me. Loro non sanno insultare.”

Lilia seguì Nehi fino alla sua capanna: rivide tutti gli animali e rivisse quello che aveva vissuto sua figlia Maya. Poi disse: ” Nehi non puoi nascondere tutto questo, non puoi fingere, dobbiamo riportare gli animali al villaggio e abbandonare quel silenzio inquietante”.
Nehi, arrabbiato, rispose: “ Per cosa, per continuare a farmi deridere? MAI! Non voglio essere più odiato dalla gente, ma se questo può migliorare le cose… va bene. Promettimi però che mi aiuterai!”.
Lilia sorrise. Riportarono gli animali al villaggio. La mattina seguente, quale emozione nel rivedere tutti gli animali, nel sentire il gallo cantare! A Mati e Maya venne chiesto scusa: il villaggio tornò a gioire.

Ma ci sono ancora due domande senza risposta. Primo… e la storia degli alberi? Erano otto o nove? Quello non rimase un enigma: era Nehi che si divertiva a seminare mistero.
E la seconda domanda… ma Nimi? Beh…Nimi tornò al villaggio, ma non per sempre, ormai era libero: voleva un mondo senza insulti anche lui. Al paese tornò il colore della gioia, il colore degli animali.


giardino-delle-meraviglie-Sveva

(Sveva)



(Alessia, classe 5 scuola primaria).
Maya e Mati tornarono al villaggio, che era, come sempre, spoglio e triste, ma per i due bambini aveva un altro aspetto, un altro sapore, perché i loro occhi brillavano di felicità. Ormai sapevano la verità e volevano rivelarla a tutti, soprattutto a coloro che non avevano mai smesso di sperare nel ritorno degli animali.

Tornati a casa i due bambini si addormentarono, ma non dissero niente ai loro genitori.
L’indomani decisero di raccontare alla maestra Emanuela dei suoi gattini e delle altre creature scomparse; le rivelarono tutto quanto e le dissero che la scomparsa degli animali non era una maledizione, bensì Nehi li aveva presi per portarli con sé.

Infine le dissero: “Maestra, Nehi era innamorato di te, ma la vergogna ha suggerito al suo cuore di non rivelare i sentimenti”. La maestra rimase sorpresa e guardò i bambini negli occhi; poi si girò dando loro le spalle. Dopo qualche istante si rigirò per porre una domanda, ma Maya e Mati erano già scomparsi.
I due bambini di diressero a casa di Almon, il pescatore, che stava come sempre, litigando col suo spaventapasseri.

Egli diede a Maya e Mati due statuette: una rappresentava un cane, l’altra un coniglio. Loro lo guardarono e dissero:” Almon, Zito è vivo! L’abbiamo visto!”.
A quel punto Almon si alzò e li abbraccciò. Quello non era un abbraccio come tanti, era un abbraccio che nascondeva felicità e dava amore e gioia. Quell’abbraccio “era una rosa sbocciata dove c’era la neve” pensarono Maya e Mati.

Almon, mentre stringeva i due bambini disse felice: “Lo sapevo! Ne ero convinto!”.
Così come con Almon ed Emanuela, Maya e Mati rivelarono il loro segreto a tutto il villaggio che credette ai due bambini solo dopo un po’ di tempo.
Come avevano promesso a Nehi, Maya e Mati cambiarono i loro cuori e i sentimenti di molte persone.
Dopo qualche mese tornarono nella grotta e dissero a Nehi che in paese qualcosa era cambiata e le persone non criticavano più e non deridevano più gli altri.

Così durante il giorno, Nehi verificò quello che gli avevano raccontato i due bambini. Alla fine gli animali e Nehi tornarono al villaggio e tutti furono felici, soprattutto i bambini che quelle creature le avevano viste solo sui disegni della maestra e sulle statuette di Almon. Zito tornò e anche i gattini della maestra Emanuela; i due padroni erano talmente contenti che piansero dall’emozione.
Nel villaggio la cosa più sorprendente fu che Nimi, quando tornò non nitriva più. Disse: “Ciao amici, Buco nero è tornato!”:


Nehi




(Lorenzo, classe 5 scuola primaria).
Maya e Mati prima di rientrare nelle loro case, continuarono a pensare a quello che era successo: “Dobbiamo dirlo a tutti!” disse Mati. Maya rispose:” Sì, ma dobbiamo attendere il momento giusto, adesso saranno tutti in pensiero per noi”.
Arrivati alle loro abitazioni si scambiarono uno sguardo da cui si capiva che provavano emozioni confuse, perché comunque se la gente non avesse creduto a loro, per i due amici sarebbe stato umiliante.
Entrambi vennero accolti a braccia aperte dai rispettivi genitori che fecero loro tantissime domande e anche qualche rimprovero. La mattina seguente tutto tornò come sempre; Mati e Maya si incontrarono per andare insieme a scuola, ma prima vollero andare a fare visita ad Almon, il pescatore, per svelargli il loro segreto.

Quando arrivarono dissero in coro: “Almon, Almon dobbiamo parlarti!”. Almon si alzò dalla sua poltrona, si diresse verso i ragazzi e li ascoltò. Mati e Maya gli raccontarono di Nehi, della sua storia e di tutti gli animali; gli dissero che non li aveva rapiti lui, ma che erano stati loro a seguirlo.
Almon non sapeva cosa dire; non immaginava che due ragazzini si addentrassero nel bosco e soprattutto che avessero incontrato Nehi, il demone dei monti, e che fossero tornati sani e salvi.
Capì anche, dall’espressione dei due amici che avevano l’intenzione di dirlo a tutti ma lui li fermò e disse loro:” Non affrettatevi a dirlo, io ci credo, ma questo non vuol dire che anche gli altri ci crederanno; ci vogliono delle prove”.

Mati e Maya aggiunsero che Nehi aveva anche detto che qualche volta, di notte, veniva a fare un giro in paese insieme a Nimi e che quindi era l’occasione buona per far scoprire a tutti la verità.
Maya, Mati e Almon per più di una settimana organizzarono un evento particolare: la mostra per le famiglie di animali scolpiti su statuine. Almon lavorò tutte le notti per preparare la mostra.

Il giorno tanto atteso arrivò; Mati e Maya ripercorsero la strada dentro il bosco per andare nella grotta di Nehi. Arrivati lo videro e gli chiesero se quella sera sarebbe andato insieme a loro in paese con Zito, il cane di Almon, le gattine della maestra Emanuela e una persona speciale. Lui accettò e si incamminarono verso il paese.

Intanto la gente si era affollata per ammirare le statuine; quando si voltarono videro Nehi, Maya e Mati. Tutti si misero a incolpare Nehi per la scomparsa degli animali, ma Mati e Maya spiegarono tutto quanto.
Non tutti ci credettero, ma a quel punto spuntò Nimi che spiegò che si era inventato tutto, che il nitrillo non esisteva e che era scappato per lo stesso motivo di Nehi: poiché veniva preso in giro, era andato a vivere con gli animali.
Tutti rimasero basiti, ma a quel punto accolsero Nehi e Nimi a braccia aperte insieme a tutti gli animali.
Erano molto felici e da quel momento nel villaggio vissero serenamente.




I lavori qui postati sono originali e creati dai miei alunni





Edited by Milea - 25/7/2021, 11:01
 
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