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(Sveva, classe 5 scuola primaria). Dopo la scoperta, Maya e Mati tornarono al villaggio intenzionati a raccontare degli animali. Certo avevano un po’ di paura di essere esclusi da tutti, di non essere accettati per quello che pensavano, per quello che erano, ma in fondo quella era la verità, non una menzogna e la verità non poteva essere un segreto. Decisero però di parlarne prima con Almon, il pescatore. Andarono alla sua capanna, senza farsi vedere dagli altri abitanti, ed entrarono senza timore. Almon li accolse con gioia e speranza; egli sapeva della loro curiosità per gli animali e quindi sperava che gli avessero portato buone notizie. Offrì loro due gustosi succhi di frutta, che bevvero in un attimo, dopodiché si cimentarono nel racconto dell’avventura nel bosco. Alla fine della narrazione, Almon suggerì loro di rivelare tutto; non era giusto che per paura o per vergogna, gli adulti del villaggio tenessero nascosto un tale segreto.
Gli animali davano suono alla vita; Almon voleva rompere il silenzio malinconico del villaggio. Quel silenzio che non era del tutto muto, che nascondeva un lieve sussurro, un ricordo, un dispiacere. Maya e Mati raccontarono tutto ai loro compaesani. Per un attimo il silenzio fu totale, persino il fiume si sentiva poco. Ma passato quell’attimo, tutti esplosero in una risata enorme. Chi credeva a quelle storie? Gli adulti replicarono di dimenticarsene.
Una notte però Lilia, la fornaia, si alzò dal letto: aveva fatto un brutto sogno e scese per bere un sorso d’acqua. Si affacciò alla finestra e ripensò a quelle notti in cui dominavano le urla dei lupi. Per lei non erano ululati bensì parole, parole di libertà, di libere opinioni. D’un tratto dal folto del bosco si udì, o meglio lei udì, un ululato., in seguito un abbaiare, poi un miagolare. Poi le passò davanti un’ombra scura.
Lilia ebbe paura e scappò, ma non riuscì a salire il primo scalino che si sentì, nel buio della notte: ”Liliaaaaa...” Rimase paralizzata con gli occhi puntati verso la sua camera da letto. Vide attraverso la finestra Nehi, il demone dei monti; ella si avvicinò con timore, lo fissò e gli chiese:” Cosa fai tu qui? Vai via! Nehi replicò: ”Cosa fai tu qui? Vai Via?? Esattamente le tue parole vent’anni fa! Le stesse parole di tutti vent’anni fa. Lilia io non sono un demone e tanto meno ho rubato gli animali. Loro hanno rubato il suono al villaggio per venire con me. Loro non sanno insultare.”
Lilia seguì Nehi fino alla sua capanna: rivide tutti gli animali e rivisse quello che aveva vissuto sua figlia Maya. Poi disse: ” Nehi non puoi nascondere tutto questo, non puoi fingere, dobbiamo riportare gli animali al villaggio e abbandonare quel silenzio inquietante”. Nehi, arrabbiato, rispose: “ Per cosa, per continuare a farmi deridere? MAI! Non voglio essere più odiato dalla gente, ma se questo può migliorare le cose… va bene. Promettimi però che mi aiuterai!”. Lilia sorrise. Riportarono gli animali al villaggio. La mattina seguente, quale emozione nel rivedere tutti gli animali, nel sentire il gallo cantare! A Mati e Maya venne chiesto scusa: il villaggio tornò a gioire.
Ma ci sono ancora due domande senza risposta. Primo… e la storia degli alberi? Erano otto o nove? Quello non rimase un enigma: era Nehi che si divertiva a seminare mistero. E la seconda domanda… ma Nimi? Beh…Nimi tornò al villaggio, ma non per sempre, ormai era libero: voleva un mondo senza insulti anche lui. Al paese tornò il colore della gioia, il colore degli animali.
(Sveva)
(Alessia, classe 5 scuola primaria). Maya e Mati tornarono al villaggio, che era, come sempre, spoglio e triste, ma per i due bambini aveva un altro aspetto, un altro sapore, perché i loro occhi brillavano di felicità. Ormai sapevano la verità e volevano rivelarla a tutti, soprattutto a coloro che non avevano mai smesso di sperare nel ritorno degli animali.
Tornati a casa i due bambini si addormentarono, ma non dissero niente ai loro genitori. L’indomani decisero di raccontare alla maestra Emanuela dei suoi gattini e delle altre creature scomparse; le rivelarono tutto quanto e le dissero che la scomparsa degli animali non era una maledizione, bensì Nehi li aveva presi per portarli con sé.
Infine le dissero: “Maestra, Nehi era innamorato di te, ma la vergogna ha suggerito al suo cuore di non rivelare i sentimenti”. La maestra rimase sorpresa e guardò i bambini negli occhi; poi si girò dando loro le spalle. Dopo qualche istante si rigirò per porre una domanda, ma Maya e Mati erano già scomparsi. I due bambini di diressero a casa di Almon, il pescatore, che stava come sempre, litigando col suo spaventapasseri.
Egli diede a Maya e Mati due statuette: una rappresentava un cane, l’altra un coniglio. Loro lo guardarono e dissero:” Almon, Zito è vivo! L’abbiamo visto!”. A quel punto Almon si alzò e li abbraccciò. Quello non era un abbraccio come tanti, era un abbraccio che nascondeva felicità e dava amore e gioia. Quell’abbraccio “era una rosa sbocciata dove c’era la neve” pensarono Maya e Mati.
Almon, mentre stringeva i due bambini disse felice: “Lo sapevo! Ne ero convinto!”. Così come con Almon ed Emanuela, Maya e Mati rivelarono il loro segreto a tutto il villaggio che credette ai due bambini solo dopo un po’ di tempo. Come avevano promesso a Nehi, Maya e Mati cambiarono i loro cuori e i sentimenti di molte persone. Dopo qualche mese tornarono nella grotta e dissero a Nehi che in paese qualcosa era cambiata e le persone non criticavano più e non deridevano più gli altri.
Così durante il giorno, Nehi verificò quello che gli avevano raccontato i due bambini. Alla fine gli animali e Nehi tornarono al villaggio e tutti furono felici, soprattutto i bambini che quelle creature le avevano viste solo sui disegni della maestra e sulle statuette di Almon. Zito tornò e anche i gattini della maestra Emanuela; i due padroni erano talmente contenti che piansero dall’emozione. Nel villaggio la cosa più sorprendente fu che Nimi, quando tornò non nitriva più. Disse: “Ciao amici, Buco nero è tornato!”:
(Lorenzo, classe 5 scuola primaria). Maya e Mati prima di rientrare nelle loro case, continuarono a pensare a quello che era successo: “Dobbiamo dirlo a tutti!” disse Mati. Maya rispose:” Sì, ma dobbiamo attendere il momento giusto, adesso saranno tutti in pensiero per noi”. Arrivati alle loro abitazioni si scambiarono uno sguardo da cui si capiva che provavano emozioni confuse, perché comunque se la gente non avesse creduto a loro, per i due amici sarebbe stato umiliante. Entrambi vennero accolti a braccia aperte dai rispettivi genitori che fecero loro tantissime domande e anche qualche rimprovero. La mattina seguente tutto tornò come sempre; Mati e Maya si incontrarono per andare insieme a scuola, ma prima vollero andare a fare visita ad Almon, il pescatore, per svelargli il loro segreto.
Quando arrivarono dissero in coro: “Almon, Almon dobbiamo parlarti!”. Almon si alzò dalla sua poltrona, si diresse verso i ragazzi e li ascoltò. Mati e Maya gli raccontarono di Nehi, della sua storia e di tutti gli animali; gli dissero che non li aveva rapiti lui, ma che erano stati loro a seguirlo. Almon non sapeva cosa dire; non immaginava che due ragazzini si addentrassero nel bosco e soprattutto che avessero incontrato Nehi, il demone dei monti, e che fossero tornati sani e salvi. Capì anche, dall’espressione dei due amici che avevano l’intenzione di dirlo a tutti ma lui li fermò e disse loro:” Non affrettatevi a dirlo, io ci credo, ma questo non vuol dire che anche gli altri ci crederanno; ci vogliono delle prove”.
Mati e Maya aggiunsero che Nehi aveva anche detto che qualche volta, di notte, veniva a fare un giro in paese insieme a Nimi e che quindi era l’occasione buona per far scoprire a tutti la verità. Maya, Mati e Almon per più di una settimana organizzarono un evento particolare: la mostra per le famiglie di animali scolpiti su statuine. Almon lavorò tutte le notti per preparare la mostra.
Il giorno tanto atteso arrivò; Mati e Maya ripercorsero la strada dentro il bosco per andare nella grotta di Nehi. Arrivati lo videro e gli chiesero se quella sera sarebbe andato insieme a loro in paese con Zito, il cane di Almon, le gattine della maestra Emanuela e una persona speciale. Lui accettò e si incamminarono verso il paese.
Intanto la gente si era affollata per ammirare le statuine; quando si voltarono videro Nehi, Maya e Mati. Tutti si misero a incolpare Nehi per la scomparsa degli animali, ma Mati e Maya spiegarono tutto quanto. Non tutti ci credettero, ma a quel punto spuntò Nimi che spiegò che si era inventato tutto, che il nitrillo non esisteva e che era scappato per lo stesso motivo di Nehi: poiché veniva preso in giro, era andato a vivere con gli animali. Tutti rimasero basiti, ma a quel punto accolsero Nehi e Nimi a braccia aperte insieme a tutti gli animali. Erano molto felici e da quel momento nel villaggio vissero serenamente.
I lavori qui postati sono originali e creati dai miei alunni
Edited by Milea - 25/7/2021, 11:01
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