Karl Jenkins - Adiemus: Songs of Sanctuary
Karl Jenkins (17 febbraio 1944) è un compositore e musicista britannico. Adiemus è il titolo di una serie di album dal compositore gallese Karl Jenkins. È anche il titolo del brano di apertura sul primo album della serie ... * Adiemus: Songs of Sanctuary (1995) * Adiemus II: Cantata Mundi * Adiemus III: Dances of Time * Adiemus IV: The Eternal Knot * Adiemus V: Vocalise * The Best of Adiemus Ho avuto la fortuna di vedere l'intera opera in concerto dal vivo!Uno dei concerti più belli a cui abbia assistito.Adiemus: Songs of Sanctuary 1. "Adiemus" – 3:48 2. "Tintinnabulum" – 10:57 3. "Cantus Inaequalis" – 3:13 4. "Cantus Insolitus" – 5:35 5. "In Caelum Fero" – 7:45 6. "Cantus Iteratus" – 6:36 7. "Amaté Adea" – 5:12 8. "Kayama" – 8:06 9. "Hymn" – 2:38 Adiemus (New Version) Songs Of Sanctuary è un album di composizioni estremamente attraenti, che rispecchiano una gamma di riferimentl d'insolita ampiezza, dalla tradizione classica europea fino alla cosiddetta world music,mescolando sonorità della tradizione africana. I titoli dei brani sono in maggioranza in lingua latina (Gantus inequalis, Cantus Iteratus, Tintinnabulum e così via), il che conferisce loro un alone di sacralità e misticismo; ma la musica non è affatto tenebrosa né puramente introspettiva offre anzi un vasto arco di emozioni e di ispirazioni. Adiemus - Cantus InaequalisVIDEO Songs Of Sanctuary è costituito da pezzi non strutturati nella convenzionale forma di canzone ma collegati da una sostanziale unità tematica e influenzati in gran parte da schemi della musica classica". Per la realizzazione del progetto, precisa Jenkins, è stato fondamentale l'apporto di Miriam Stockley, non soltanto per la bellezza della sua voce ma anche per il controllo e la perfetta intonazíone che la caratterizzano. Nei cori, d'ispirazione "tribale", Stockley è stata affiancata da Mary Carewe; le parti solistiche sono piuttosto di taglio ecclesiastico o, alternativamente, celtico. Le tracce strumentali sono state sostituite dagli archi della London Philharmonic Orchestra e dalle percussioni con l'aggiunta di "veri" tamburi etnici; infine, abbiamo inserito flauti barocchi e popolari (il sudamericano quena). Il linguaggio fonetico utilizzato in Songs Of Sanctuary possiede la varietà ritmica di una lingua vera, dà l'impressione di poter essere compreso ma è in realtà incomprensibile: ha una risonanza emotiva, ma essendo privo di significato, non distrae all'ascolto".Edited by Milea - 5/5/2015, 17:11