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Tamara de Lempicka Lassitude, 1926-1927 (Stanchezza) olio su tela, 47x27 cm Varsavia, Muzeum Narodowe
L’annotazione della Lempicka sulla foto di questo dipinto riporta il titolo, il nome del proprietarip (“Woruniecki”), luogo e data di esecuzione, “Paris 1927”. Il collezionista era Edwaed Woroniecki, critico e scrittore polacco che nel 1916 aveva partecipato alla stesura di una Petit encyclopédie polonaise, collaboratore di varie riviste che si stampavano in Francia e di altre testate polacche. Tra il 1923 e il 1931, Woroniecki parlò della Lempicka, con recensioni e articoli firmati e non; importante sostenitore dell’artista, questo dipinto gli venne donato come gesto di gratitudine per tanta attenzione. Il fratello, Jacek Woroniecki, frate domenicano, ereditò il dipinto, che lasciò nel 1979 al Museo Nazionale di Varsavia. La severa e malinconica donna ritratta, vestita di un semplice abito violaceo, mostra una forte deformazione anatomica: le braccia sono ingigantite e la testa è rimpicciolita in una visione prospettica dal basso, una caratteristica che compare in alcuni dipinti del 1925 circa, come il Nu assis e la Femme assise, che mostrano un simile trattamento di volumi, in cui le braccia e le gambe diventano monumentali.
Tamara de Lempicka Femme assise 1925 circa, collezione privata
Statica e bloccata, avvolta in una rigorosa tunica, la donna di Lassitude si staglia su uno sfondo inusuale per i dipinti di quegli anni, essendo quasi monocromo e privo di elementi decorativi, la Lempicka usa di solito sobri titoli descrittivi, mentre questo è uno dei pochi dipinti dal titolo letterario: la “lassitude”, impersonata dalla modella, è una stanchezza esistenziale, una malinconica resa come quella raccontata in una poesia di Giséle Vallerey intitolata proprio Lassitude, pubblicata nel luglio 1925 su “Vouloir”, il mensile di arte e letterature moderne, che si era occupato nel 1924 della Lempicka.
Quei versi raccontano di una donna sconsolata che affida ad altri, più giovani e valorosi, il cammino della vita e l’avvenire, potrebbero commentare adeguatamente l’atmosfera del dipinto: “Oui, je sais. Il faudrait marcher, marcher encore./ Mais d’autres le feront. Plus jeunes, plus vaillants…”. (M.@rt)
Edited by Milea - 2/8/2021, 09:47
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