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view post Posted: 24/12/2014, 16:18     +3La vera storia di Babbo Natale: da san Nicola a Santa Claus - CAFFE' LETTERARIO

Da san Nicola a Santa Claus
la vera storia di Babbo Natale


Come un severo vescovo proveniente dall'attuale Turchia è diventato
il gioviale dispensatore di doni natalizi che cala dal Polo Nord




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Babbo Natale non è sempre stato un gioviale vecchietto vestito di rosso


Tutti i bambini lo sanno: Babbo Natale viene dal Polo Nord, è barbuto e sovrappeso e la notte tra il 24 e il 25 dicembre porta i regali ai piccoli di tutto il mondo viaggiando su una slitta trainata da renne. Ma la storia di questo amato personaggio del folklore è lunga e affascinante quasi come la sua leggenda. Babbo Natale nasce sulle rive del Mediterraneo, si evolve nell’Europa del Nord e assume la sua forma definitiva (Santa Claus) nel Nuovo Mondo, da dove poi si ridiffonde quasi in ogni parte del globo.

In principio era san Nicola, un greco nato intorno al 280 d.C. che divenne vescovo di Mira, cittadina romana del sud dell’Asia Minore, l’attuale Turchia. Nicola si guadagnò la reputazione di fiero difensore della fede cristiana in anni di persecuzioni e trascorse molti anni in prigione finché, nel 313, Costantino emanò l’Editto di Milano che autorizzava il culto. L’iconografia ha tramandato diverse sue immagini, ma nessuna somiglia troppo all’omone allegro, sovrappeso e dalla barba bianca che oggi attribuiamo a Babbo Natale. Catherine Wilkinson, un’antropologa forense della University of Manchester, ha cercato di ricostruirne il vero aspetto basandosi sui resti umani conservati nella cripta della Basilica di san Nicola di Bari, dove le presunte reliquie del santo furono portate nel 1087 da un gruppo di marinai e sacerdoti baresi che era andato fino a Myra per impadronirsene.

Quando, negli anni Cinquanta del secolo scorso, la cripta fu restaurata, il cranio e le ossa del santo furono accuratamente misurate, fotografate e radiografate. Wilkinson ha esaminato questi dati alla luce delle moderne tecniche dell’antropologia forense, aiutandosi con un software di ricostruzione facciale e aggiungendo dettagli dedotti dalle fattezze delle popolazioni mediterranee dell’epoca. Il risultato – un uomo anziano, dalla pelle olivastra, il naso rotto forse nel corso delle persecuzioni, e barba e capelli grigi - è stato illustrato nel documentario della BBC The Real Face of Santa.

Il protettore dei bambini
Dopo la morte (avvenuta il 6 di dicembre di un anno imprecisato alla metà del IV secolo), la figura del santo divenne popolarissima in tutta la cristianità, grazie anche ai tanti miracoli che gli furono attribuiti. Molte professioni (ad esempio i marinai), città e intere nazioni lo adottarono e ancora lo venerano come loro patrono. Ma perché diventò anche protettore dei bambini e mitico dispensatore di doni?

La ragione, spiega Gerry Bowler, storico e autore del libro Santa Claus: A Biography , sta soprattutto in due leggende che si diffusero in Europa intorno al 1200. La prima, e più nota, racconta del giovane vescovo Nicola che salva tre ragazze dalla prostituzione facendo recapitare in segreto tre sacchi d’oro al padre, che così può salvarsi dai debiti e fornire una dote alle figlie. Nella seconda, Nicola entra in una locanda il cui proprietario ha ucciso tre ragazzi, li ha fatti a pezzi e li ha messi sotto sale, servendone la carne agli ignari avventori. Nicola non si limita a scoprire il delitto, ma resuscita anche le vittime: “ecco uno dei motivi che lo resero patrono dei bambini”, commenta Bowler.



Da san Nicola a Santa Claus
Resta da spiegare come questo santo mediterraneo si sia spostato al Polo Nord e sia stato associato al Natale. In realtà per molti secoli il culto di san Nicola – e la tradizione di fare regali ai bambini - si continuò a celebrare il 6 dicembre, come avviene tuttora in diverse zone dell’Italia del Nord e dell'arco alpino, fino in Germania. Col tempo al santo vennero attribuite alcune caratteristiche tipiche di divinità pagane preesistenti, come il romano Saturno o il nordico Odino, anch’essi spesso rappresentati come vecchi dalla barba bianca in grado di volare. San Nicola era anche incaricato di sorvegliare i bambini perché facessero i buoni e dicessero le preghiere.

Ma la Riforma protestante, a partire dal Cinquecento, abolì il culto dei santi in gran parte dell’Europa del Nord. “Era un bel problema”, commenta Bowler. “A chi far portare i doni ai bambini?”. In molti casi, risponde lo studioso, il compito fu attribuito a Gesù Bambino, e la data spostata dal 6 dicembre a Natale. “Ma il piccolo Gesù non sembra in grado di portare troppi regali, e soprattutto non può minacciare i bambini cattivi. Così gli fu spesso affiancato un aiutante più forzuto, in grado anche di mettere paura”.

Nacquero così nel mondo germanico alcune figure a metà tra il folletto e il demone. Alcune, come i Krampus , servono da aiutanti dello stesso san Nicola; in altre il ricordo del santo sopravvive nel nome, come Ru-klaus (Nicola il Rozzo), Aschenklas (Nicola di cenere) o Pelznickel (Nicola il Peloso). Erano loro a garantire che i bambini facessero i buoni, minacciando punizioni come frustate o rapimenti. Per quanto possa sembrare strano, anche da questi personaggi nasce la figura dell’allegro vecchietto in slitta.

San Nicola in America
Gli immigrati nordeuropei portarono con sé queste leggende quando fondarono le prime colonie nel Nuovo Mondo. Quelli olandesi, rimasti affezionati a san Nicola, diffusero il suo nome, "Sinterklaas"

Ma nell’America delle origini il Natale era molto diverso da come lo consideriamo oggi. Nel puritano New England era del tutto snobbato, mentre altrove era diventato una specie di festa pagana dedicata soprattutto al massiccio consumo di alcool. “Era così anche in Inghilterra”, spiega Bowler. “E non c’era nessun magico dispensatore di doni”.

Poi, nei primi decenni dell’Ottocento, diversi poeti e scrittori cominciarono a impegnarsi per trasformare il Natale in una festa di famiglia, recuperando anche la leggenda di san Nicola. Già in un libro del 1809, Washington Irving immaginò un Nicola che passava sui tetti con il suo carro volante portando regali ai bambini buoni; poi fu la volta di un libretto anonimo in versi, The Children’s Friend, con la prima vera apparizione di Santa Claus, associato al Natale “ma privato di qualsiasi caratteristica religiosa, e vestito nelle pellicce tipiche dei buffi portatori di doni germanici”, spiega Bowler. Questo Santa porta doni ma infligge anche punizioni ai bambini cattivi, e il suo carro è trainato da una sola renna.

Le renne diventano otto e il carro diventa una slitta nella poesia A Visit From St. Nicholas , scritta nel 1822 da Clement Clark Moore per i suoi figli ma diventata subito “virale”. Per molti decenni Santa Claus viene rappresentato con varie fattezze e con vestiti di varie forme e colori. Solo verso la fine del secolo, grazie soprattutto alle illustrazioni di Thomas Nast , grande disegnatore e vignettista politico, si impone la versione “standard": un adulto corpulento, vestito di rosso con i bordi di pelliccia bianca, che parte dal Polo Nord con la sua slitta trainata da renne e sta attento a come si comportano i bambini.

Ritorno in Europa
Una volta standardizzata (grazie anche alle pubblicità della Coca-Cola, nota del trad. it) la figura di Santa Claus torna in Europa in una sorta di migrazione inversa, adottando nomi come Père Noel, Father Christmas o Babbo Natale e sostituendo un po’ ovunque i vecchi portatori di doni. A diffonderla sono anche i soldati americani sbarcati durante la Seconda mondiale, e l’allegro grassone finisce per simboleggiare la generosità degli USA nella ricostruzione dell’Europa occidentale.

Naturalmente, c'è anche chi nel Babbo Natale di origine yankee vede nient'altro che il simbolo della deriva consumista del Natale. Altri lo rifiutano o lo snobbano semplicemente in nome della tradizione, come i non pochi italiani ancora affezionati a santa Lucia, alla Befana o al vecchio, originale san Nicola. Fonte





view post Posted: 10/12/2014, 16:14     +2I dolci regionali tipici di Natale - I dolci

Pandoro di Verona


Il pandoro è un dolci tipici del Natale più amati e conosciuti, originario del Veneto ma ormai diffuso in tutta Italia. Realizzato con un impasto lievitato a base di burro, il pandoro non si realizza certo in poco tempo e richiede qualche attenzione dal punto di vista pratico. Tuttavia, prepararlo in casa vi donerà una soddisfazione tale che vorrete farlo vedere e assaggiare a tutto il mondo!

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Origine: Veneto
Difficoltà: media
Preparazione: 1h
Cottura: 60' circa

Ingredienti ( un pandoro da 1kg)

Per il lievitino:
60 g di acqua tiepida
50 g di farina manitoba
13 g di lievito di birra fresco
10 g di zucchero semolato
un tuorlo d'uovo a temperatura ambiente

Per il primo impasto:
la massa del lievitino
225 g di farina manitoba
un uovo medio a temperatura ambiente
30 g di burro a temperatura ambiente
25 g di zucchero semolato
5 g di lievito di birra fresco
2 cucchiai di acqua tiepida

Per il secondo impasto:
la massa del primo impasto
225 g di farina manitoba
100 g di zucchero semolato
2 uova medie a temperatura ambiente
un cucchiaino di sale fino
una bacca di vaniglia
Per la sfogliatura:
140 g di burro a temperatura ambiente
farina q.b.

Per decorare:
zucchero avelo q.b.


Procedimento

Sciogliete il lievito nell’acqua per preparare il lievitino. Aggiungete anche lo zucchero, la farina setacciata e il tuorlo. Mescolate bene con una forchetta e lasciate lievitare per circa un’ora fino al raddoppio.

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Sciogliete il lievito rimasto nell’acqua tiepida, versatelo sul lievitino nella planetaria e aggiungete anche l’uovo, lo zucchero, la farina setacciata e il burro morbido a pezzetti.

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Impastate con il gancio per qualche minuto e lasciate lievitare nella ciotola stessa per circa un’ora fino a quando il volume non sarà raddoppiato. Unite quindi all’impasto lievitato lo zucchero, la farina setacciata, i semini di vaniglia, le uova e il sale.

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Impastate con il gancio per circa 10 minuti. Lasciate lievitare ancora per circa 90 minuti fino al raddoppio del volume. Trasferite la ciotola con l’impasto in frigorifero per circa 30 minuti. Trascorso questo intervallo di tempo, lavorate velocemente l’impasto su un piano di lavoro infarinato.

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Stendete il panetto con il matterello dandogli la forma di un quadrata spesso un cm e largo 25 cm. Distribuite sulla sua superficie i fiocchetti di burro e ripiegate i quattro angoli verso il centro.

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Avrete formato così un quadrato più piccolo chiuso e sigillato bene come un pacchetto con il burro all’interno. Stendete nuovamente il pacchetto con il matterello, dandogli una lunghezza di circa 3 volte il lato. Piegate la parte superiore della striscia ottenuta verso il centro e la parte inferiore su quella superiore appena piegata. Fate riposare il panetto avvolto da pellicola in frigorifero per circa 15 minuti e ripetete questa operazione due volte.

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Ungete quindi il panetto con una noce di burro fusa, formate una palla con le mani e posizionatela nello stampo per pandoro ben imburrato. Le chiusure della palla dovranno essere rivolte verso l’altro visto che, terminata la cottura, il pandoro verrà capovolto. Lasciate lievitare il pandoro coperto da pellicola unta d’olio per circa 8-10 ore (o fino a quando non avrà quasi raggiunto il bordo dello stampo) a temperatura ambiente.

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Cuocete il pandoro per 10 minuti a 170 gradi, abbassate a 160 gradi e continuate la cottura per circa 50 minuti, aggiungendo un foglio di carta alluminio sulla superficie a metà cottura. Il pandoro dovrà avere un colore dorato e uniforme. Sfornatelo, capovolgetelo e lasciatelo raffreddare completamente. Spolverizzatelo quindi con lo zucchero a velo e conservatelo in un sacchetto per alimenti chiuso ermeticamente. Fonte
view post Posted: 30/11/2014, 11:37     +3Calendario delle gattare 2015: nude, ma con il felino [FOTO] - NEWS


Calendario delle gattare 2015:
nude, ma con il felino




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Nude, ma con il gatto. Originale iniziative di un gruppo di ragazze della provincia di Treviso e di Venezia che ha deciso di posare senza veli per il calendario 2015 delle “gattare”.
L'idea è dell'associazione Civico 31: le 12 donne, quasi tutte volontarie dell'Enpa, si sono prestate all'iniziativa per raccogliere fondi in favore dei gattili del territorio. Si può richiedere una copia del calendario via mail a [email protected].


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view post Posted: 28/11/2014, 09:40     +1Profumi autunno inverno 2014-2015 - COFFEE GLAMOUR

Salvatore Ferragamo Signorina Leather
Edition, fiorito orientale fruttato



Una eau de parfum a firma di Sophie Labbé e Juliette Karagueuzoglou


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Arriva in profumeria a dicembre, in tempo per Natale 2014, la nuova declinazione di Signorina di Salvatore Ferragamo, Signorina Leather Edition, omaggio ai valori d’eccellenza e all’eleganza innata tipica del brand.
Le note vivaci del ribes abbinati agli accenti speziati del pepe rosa donano un carattere gioioso e vivace alla naturalità delle note vegetali verdi. Una generosa dose di petali bagnati di rugiada, il gelsomino, la peonia rosata e la rosa dà vita a un creativo accordo fiorito. La dolcezza inaspettata e delicata della panna cotta, abbinata a tenui muschi e a intriganti note boisé di patchouli evoca una briosa eleganza italiana, sorprendentemente inebriante.
L’eau de parfum, a firma di Sophie Labbé e Juliette Karagueuzoglou, è racchiusa nel flacone sormontato dal fiocco Vara che viene reinterpretato con un cuoio rigenerato dalle nuance rosate, donando al flacone un tocco di modernità.
Formato 50ml Eau de Parfum Spray € 70,00
Fonte

view post Posted: 20/11/2014, 22:29     +3Per me - PRECIOUS MOMENTS



Un incanto in cui perdersi per dimenticare....






view post Posted: 6/11/2014, 16:20     +3Caleidoscopio: la vita a colori [FOTO] - VIAGGI & NATURA

Meduse in technicolor

Lune, criniere di leone, bottoni blu: una serie di spettacolari ritratti



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Ristorante che nuota


Le meduse sono parte integrante di molte catene alimentari dell'oceano e giocano sia la parte del predatore che della preda. Tuttavia, di tanto in tanto, diventano anche un rifugio per i pesci specializzati. Queste specie di pesci sono immuni alle punture delle meduse, così possono nascondersi tra i loro arti. Agiscono come esche per i pesci più grandi, che finiscono intrappolati tra i tentacoli, quindi banchettano con gli avanzi del pasto della medusa.



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Elmo polare


Periphylla periphylla è una delle meduse degli abissi più comuni. Prospera nelle acque fredde del canale di McMurdo, in Antartide, misura circa 30 centimetri di lunghezza e nuota con i tentacoli rivolti in avanti. Altre specie di meduse ne approfittano, trascinandosi dietro di loro.


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L'abbraccio della luna


Il Seriolella brama, un piccolo pesce color argento, si rifugia all'interno della campana di una medusa luna nel Mar di Tasmania.


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Il lago delle meduse


Il biologo William Hamner si fa strada attraverso un lago delle isole Palau (al largo delle Filippine) pieno di meduse del genere Mastigias, innocue per l'uomo. Le alghe simbiotiche che vivono all'interno di questi animali forniscono loro il cibo, così, a differenza di altre specie, non devono cacciare per sopravvivere. Le alghe danno alle meduse anche il loro colore verde-bruno.


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Bottone blu


Il bottone blu (Porpita porpita) non è una vera medusa, ma un suo parente stretto. L'esemplare nella foto viene dalle Hawaii. I ricercatori credono la colorazione blu-porpora aiuti a bloccare i raggi ultravioletti, gli stessi che causano le scottature d'estate.


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Luci del nord


Viola neon, rosa e arancio sembrano illuminare questa medusa criniera di leone mentre va alla deriva a Bonne Bay nel Parco Nazionale del Canada Gros Morne.


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Costellazione di meduse


Centinaia di meduse luna filtrano la luce del Sole nei pressi della barriera corallina di Ningaloo, al largo dell'Australia Occidentale. Tradizionalmente si è pensato che ci fossero due specie di meduse luna: Aurelia aurita (la medusa quadrifoglio), che abita le acque vicino alla riva, e Aurelia limbata, che si trova nelle regioni polari. Oggi alcune prove genetiche indicano invece che potrebbero esistere fino a nove diverse specie di meduse luna.


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In balia delle onde


Le meduse si muovono appena sotto la superficie di una laguna nel Pacifico. Non sono ottime nuotatrici, ma vengono trascinate per lo più dalle correnti d'acqua, che in una certa misura possono controllare i loro spostamenti. Alcune sifonofore, animali simili alle meduse che vivono in colonie e si comportano come un'unica creatura, possono anche spostarsi di centinaia di metri su e giù per le colonne d'acqua in cerca di prede.


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L'ultimo boccone


Secondo una credenza diffusa non ci sono animali che si nutrono delle meduse, ma in realtà non è così: le tartarughe marine le predano. Nella foto una medusa criniera di leone, riconoscibile dalla stringa arancione che attraversa il guscio della tartaruga, sta per essere inghiottita da una tartaruga liuto.


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Limpida e cristallina


Una singola medusa luna filtra la luce del Sole nel Mar di Tasmania. Quasi tutte le meduse vivono in mare aperto, dove può essere problematico evitare i predatori. Siccome non ci sono alberi o massi dietro cui nascondersi, tante meduse si mimetizzano, diventando trasparenti.


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Groviglio


In qualche modo, una medusa riesce a evitare che i propri tentacoli si aggroviglino, ma se ne incontra un'altra tutto diventa più difficile. Queste due meduse criniera di leone, immortalate in un acquario del New Jersey, saranno riuscite a passarsi accanto senza intrecciare i loro tentacoli? Fonte


view post Posted: 23/10/2014, 06:59     +3Shakespeare piace nudo: a Roma le lettrici senza veli - NEWS


Shakespeare piace nudo:
a Roma le lettrici senza veli




A margine del Caput Mundi International Burlesque Award di Roma si è tenuto per la prima volta in italia il 'Naked girls reading', una moda diffusa in tutto il mondo e da oggi presente anche in Italia. Durante l'esibizione tre ragazze, Vesper Julie, Giuditta Sin e Bella Blue, completamente nude hanno letto i sonetti di Shakespeare unendo la bellezza femminile e la letteratura classica inglese. La manifestazione - che si è svolta nei locali dell'albergo Yellow di Roma - ha fatto la sua prima apparizione romana per un pubblico selezionato già affezionato al mondo del burlesque.







view post Posted: 8/10/2014, 20:58     +2Autunno: scrub fai da te alle castagne con olio di oliva - COFFEE GLAMOUR

Autunno: scrub fai da te
alle castagne con olio di oliva




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Uno dei frutti tipici dell’autunno è la castagna, ottimo ingredienti per maschere e scrub fai da te. Infatti, sono ricche di niacina, utile a combattere le dermatiti, e di potassio, che regolarizza la produzione di sebo.
Ecco uno scrub semplice da realizzare per una pelle di viso e corpo più liscia.
Basta mescolare farina di castagne e olio extravergine di oliva, idratante, in parti uguali. Dopo aver inumidito la pelle con acqua tiepida frizionare, sotto la doccia, viso e corpo con il mix e risciacquare. Fonte


view post Posted: 20/7/2014, 16:59     +2A new life - PRECIOUS MOMENTS

Pink Plum Plant


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Edited by Milea - 18/9/2014, 20:05
view post Posted: 6/7/2014, 21:56     +2Torte dal mondo - I dolci

Torta alla crema di Bled


La torta alla crema di pasta sfoglia è nata dopo la seconda guerra mondiale ed è diventata la principale specialità gastronomica di Bled. E’ una millefoglie formata da strati di pasta sfoglia, crema alla vaniglia e panna montata. Bled è una cittadina slovena, famosa in tutto il mondo per il suo magnifico lago e l’isoletta che vi si trova al centro. E’ un pasticcino dall’aria delicata e golosa, un dolce angelico per il suo ricco manto di zucchero a velo in superficie e molto simile alla nostra millefoglie. Secondo la tradizione, la torta di Bled si prepara con una crema pasticcera a base di farina di grano duro e i pezzi devono essere rigorosamente dei quadrati di 7 cm di lato.


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Origine: Slovenia
Difficoltà: media
Preparazione: 2 h
Cottura: 10 minuti

Ingredienti (per 8 persone)

300 g di pasta sfoglia per dolci
200 ml di panna montata

Per la crema:
120 g di zucchero semolato
1/2 bustina di vanillina
75 g di farina di grano duro
550 ml di latte
un cucchiaio di rum

Per decorare:
zucchero a velo q.b.




Procedimento

Separate gli albumi dai tuorli. Sbattete i tuorli con metà dello zucchero e la vanillina. Quando avrete ottenuto un composto spumoso aggiungete anche 50 ml di latte e la farina, alternandoli.

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Portate a bollore il latte rimasto, incorporatevi la crema di tuorli e mescolate sempre dando consistenza alla crema a fuoco medio-basso.

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Montate gli albumi a neve ferma insieme allo zucchero rimasto, incorporateli poco per volta alla crema ancora bollente, mescolando dal basso verso l’alto.

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Unite anche il rum e mescolate ancora. Posizionate metà della sfoglia su un vassoio e farcitela in modo uniforme con uno strato di crema. Quando sarà fredda, formate un secondo strato con la panna montata, livellando bene. Coprite con la sfoglia restante.

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Conservate la torta di Bled in freezer per circa un’ora. Tagliatela in quadrate di 7×7 cm, spolverizzatela con abbondante zucchero a velo e servite. Conservate in frigorifero.

Lo sapevate che...
La millefoglie è un dolce tipico della pasticceria francese ed è conosciuto anche come Napoleon. Pasta sfoglia, crema e zucchero a velo sono gli ingredienti principali della ricetta tradizionale ma oggi, con millefoglie, ci si può riferire a qualunque piatto realizzato a strati.
view post Posted: 24/5/2014, 10:19     +2Cour de ferme (Cortile di fattoria) - Cézanne


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Paul Cézanne (1839-1906)
Cour de ferme [Farmyard] - 1879
Oil on canvas - H. 63; W. 52 cm


Cézanne painted this canvas in the early 1880s, a period when he used to stay in Auvers and Pontoise with Camille Pissarro. Pissarro was also painting similar images of farmyards around 1875. But whereas he was interested in the life of these places, animating them with figures, Cézanne's Farmyard has a gravity about it, exuding an atmosphere of abandon in contrast with the way the subject was normally represented.

The landscape is cluttered with obstacles. The section of wall on the right serves as a repoussoir, drawing the eye into the composition, gradually moving from the foreground to the farm building where the doors and shutters are closed. In front of it is a tree with its bare branches carefully outlined. On the left, a small thatched outhouse cuts off the view and prevents us from seeing any further. A small wooded hill, rendered by hatching, seems to vibrate behind the imposing mass of the farm.

The light tones and fractured brushwork are still typically Impressionist, and remind us that several years previously, Cézanne had been very close to this group. But here he is only concerned with the relationship between architecture and nature, concentrating his research on forms. From this point on, Cézanne maintained the break between his personal approach and that of the Impressionists. Source



Edited by Milea - 4/8/2021, 20:43
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