Votes given by Moka_Lady

view post Posted: 14/5/2010, 21:25 by: Lottovolante     +1Jan Vermeer - La lattaia - Vermeer



VERMEER Jan
The Milkmaid
1659 circa
Olio su tela
45,4X40,6cm
Rijskmuseum - Amsterdam



Si sollevò una grande polemica in Parlamento quando, nel 1905, fu messa in vendita la collezione di 39 quadri del ricco collezionista Jan Pieter Six van Vromade; la società di Rembrandt si era offerta di pagare una parte dei 750.000 fiorini richiesti, al resto avrebbe pensato lo Stato. Fu il critico Victor de Stuers a ribadire l'importanza della collezione per la storia olandese, anche se da molti giudicata di scarso valore, includo questo quadro che Vi propongo stasera.
L'affare ebbe buon esito e nel 1908 il Rijksmuseum ottenne i 39 quadri.

Oggi sembra impossibile pensare che "La lattaia" fosse giudicata opera mediocre. E' in realtà una delle prime scene di genere in cui Vermeer realizza quella magica sospensione dell'atmosfera nella scena, quell'ineffabile rapporto tra figura e spazio circostante che va oltre il semplice realismo.


Johannes_Vermeer_The_Milkmaidviso


La domestica che versa il latte è ritratta con una concentrazione inedita per il periodo: attorno a lei pochi oggetti, ( e nelle opere tarde saranno ancora meno ), sono evidenziati dalla che, in infinite modulazioni, filtra dalla finestra.
I raggi x hanno rilevato che, inizialmente, l'artista aveva dipinto un quadro sulla parete. Vermeer rende la luce sulle cose grazie a piccoli tocchi, quasi puntini, che fanno vibrare l'atmosfera, come nel pane, nella ceramica azzurra sul tavolo, nel secchiello metallico appeso accanto alla gerla, nel battiscopa in ceramica di Delft.

Il gesto quotidiano, avvolto in quest'atmosfera rarefatta, assume un che di sacro. Per raggiungere tale risultato, Vermeer ha studiato attentamente la composizione, facendo convergere le diagonali sul polso della donna e sulla brocca, che diventano il fulcro emotivo della tela, col rivolo biancoche esce dal buio. Vermeer nobilita inoltre la domestica facendole assumere la posa tradizionale della Temperanza, virtù raffigurata mentre versa acqua da una brocca, alla ricerca dell'equilibrio...( Mar L8v )



La semplicità di un gesto...
Quel latte che scende dalla brocca
esprime un senso di continuità e calore
e freschezza...come una fonte...












Edited by Milea - 6/8/2021, 16:41
view post Posted: 24/4/2010, 22:07 by: Milea     +1"D’UN TRATTO NEL FOLTO DEL BOSCO" - Amos Oz - ANGOLO LETTURA

"D’UN TRATTO NEL FOLTO DEL BOSCO"
Amos Oz



folto-bosco-cover

D'un tratto nel folto del bosco
Amos Oz
Traduzione: Elena Loewenthal
Ed. Feltrinelli
Collana: I Narratori
Pagine: 114
€ 10





In breve

La notte, al villaggio, uno strano, impossibile silenzio abita il buio. Anche di giorno, l’assenza degli animali lascia ovunque le sue tracce: non un cane in cortile, non un gatto sui tetti, e nemmeno una mosca che ronza o un grillo che canta nei prati intorno. Qualcosa dev’essere successo tempo fa e i bambini ogni tanto fanno domande, ma i grandi rispondono in modo evasivo, per non dire irritato. Tutti o quasi: perché nei disegni della maestra Emanuela, nella solitudine del vecchio Almon, che una volta faceva il pescatore nel fiume e aveva un cane fedele, nei gesti tristi della fornaia, che sparge invano briciole di pane all’aria, qualcosa di strano s’intende. Fino a quando Mati e Maya non partono per la loro avventura, in cerca del mistero del villaggio dove gli animali sono scomparsi. Nel folto del bosco troveranno Nimi, il bambino puledrino ammalato di nitrillo, Nehi, il demone del bosco e una triste verità.




Il libro

Cosa può aver spinto tutte le creature animali a fuggire dal mondo degli esseri umani? Che vita sarebbe una vita senza cani e gatti nelle case, senza uccelli tra gli alberi e senza pesci nelle acque? Questa favola racconta il coraggio di due bambini, due amici che vogliono scoprire quale sia il misterioso segreto che gli adulti non vogliono svelare ai figli.

Mati e Maya vivono in un villaggio dove ormai è abitudine vivere senza fare domande sul passato, senza chiedere dove siano finite le creature di cui parla la maestra Emanuela nei suoi racconti. Ma i due amici, a differenza degli altri bambini del villaggio, decidono di fare luce sul mistero della scomparsa degli animali, sulla malattia che ha colpito Nimi il Puledrino, sul misterioso nono albero che compare di notte e scompare all’alba, sul perché è severamente proibito uscire di casa dopo il tramonto, e soprattutto sul misterioso demone che rapisce chi si inoltra nel bosco nel cuore della notte.

Amos Oz dà voce alla maledizione di un anonimo paese, condannato all’assenza di vita animale, e, nei racconti della maestra Emanuela, nella follia della fornaia che distribuisce pane ad uccellini invisibili, nella solitudine del vecchio pescatore che parla agli alberi, nella emarginazione del “demone” del bosco, l’autore nasconde il barlume della speranza di poter ritrovare un giorno la serenità di un equilibrio fra le forme di vita del Pianeta.

"D’un tratto nel folto del bosco" è una favola “moderna”, che insegna in una trama semplice ma ben articolata l’amore per la natura ma non solo: il rispetto per ciò che dalla massa viene considerato “diverso”, la capacità di vedere la ricchezza in esso, e non solamente la non conformità al vivere della maggioranza.

Mette in luce come l’essere umano tenda ad allontanare da sé ciò che spaventa, piuttosto che affrontarlo, e come sia difficile uscire dal circolo dell’emarginazione quando ormai essa è radicata nell’animo. Interessante è l’analisi della natura umana nelle sue debolezze e nei suoi lati più innocentemente meschini.


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L'autore

Amos Oz è nato a Gerusalemme il 4 maggio 1939 è uno scrittore israeliano. Il suo nome vero (in ebraico עמוס עוז‎) è Amos Klausner. Oltre ad essere autore di romanzi e saggi, Oz è giornalista e docente di letteratura alla Università Ben Gurion del Negev, a Be'er Sheva. Sin dal 1967 è un autorevole sostenitore della "soluzione dei due stati" del conflitto arabo-israeliano. Nel 2008 ha ricevuto una laurea honoris causa dall'Universtià di Anversa. Nel 2007 ha vinto il premio "Premio Príncipe de Asturias de las Letras" e il premio Fondazione Carical Grinzane per la cultura mediterranea. Nel 2008 ha ricevuto il premio Dan David nel 2008. Nel 2008 ha vinto anche il Premio Internazionale Primo Levi. La cerimonia di consegna è avvenuta a Genova, Palazzo Ducale.

Nel suo romanzo autobiografico "Una storia di amore e di tenebra", Oz ha raccontato, attraverso la storia della sua famiglia, le vicende storiche del nascente Stato di Israele dalla fine del protettorato britannico: la guerra di indipendenza, gli attacchi terroristici dei feddayn, la vita nei kibbutz. Nella vita dello scrittore è stato determinante il suicidio della madre, avvenuto quando il piccolo Amos aveva appena dodici anni. L'elaborazione del dolore si sviluppa ben presto in un contrasto con il padre, un intellettuale vicino alla destra ebraica. Il contrasto padre-figlio portò alla decisione del ragazzo di entrare nel kibbutz Hulda e di cambiare il cognome originario "Klausner" in "Oz", che in ebraico significa "forza". Negli ultimi anni Oz è considerato uno dei più probabili candidati al Premio Nobel per la letteratura.


amos-oz1



Ho letto questo libro cinque volte: la prima volta l'ho iniziato al mattino e terminato la sera... non riuscivo a staccarmene... Le altre volte l'ho gustato, trovando sempre nuove sfumature di forma e contenuto. Un libro bellissimo che ho consigliato spesso...un piccolo intenso capolavoro di uno scrittore squisito.

La frase che più mi è piaciuta:

“…la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede ,
l’orecchio ode e la mano può toccare,
bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto,
e si svela ogni tanto, solo per un momento,
a chi lo cerca con gli occhi della mente,
a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo
e toccare con le dita del pensiero.”

(Milea)




Edited by Milea - 25/7/2021, 10:42
view post Posted: 21/4/2010, 20:51 by: Milea     +1Sono nata d’autunno - Pensieri e poesie

VOLA UNA FOGLIA SOSPINTA

DAL VENTO

SULLA STRADA

ILLUMINATA DAL SOLE.

VOLA VIA

SPINTA

DA UNA LIEVE BREZZA.

SEMBRA SI VOGLIA DIVERTIRE

GIRANDO A MULINELLO....

LA GUARDO ATTENTO,

LA FISSO

IN QUELLA EVOLUZIONE

E PENSO...

PENSO AI RICORDI

CHE ORMAI SOLO NEL CUORE

RESTANO.

PENSIERI DI NOSTALGIA

ENTRANO NEL CUORE

VEDERE QUELLA FOGLIA

FELICE...

IO

VORREI

TANTO

PARAGONARMI

A LEI.

CA.SO.






view post Posted: 29/3/2010, 20:32 by: Milea     +1Le palle, ovvero la differenza fra un quaquaraquà ed un Vero Uomo - REBELOT

Le palle, ovvero
la differenza fra un quaquaraquà ed un Vero Uomo


L'uomo con le Palle



L'uomo con le palle è un uomo senza compromessi: difende i propri ideali a spada tratta, perchè i propri ideali sono l'essenza di quello che è.
Un Uomo con le palle non scende a compromessi sui propri ideali: non c'è merce che possa fargli cambiare idea se è convinto di qualcosa.
L'unica cosa che può fargli cambiare idea, è qualcuno che gli dimostri che ha torto.
L'uomo con le palle non teme di aver torto: non scende a compromessi neanche con se stesso.
Quindi, se sa di perseguire una strada errata, non insiste temendo di perdere potere, ma ammette di aver torto e sposa la nuova idea.

L'uomo con le palle ed il mondo.



Il mondo appartiene agli uomini con le palle.
E siccome le donne fanno parte del mondo agli uomini con le palle spettano le vere donne. I senza palle tentano con ogni mezzo di riuscire nella stessa impresa, investendo denaro e tempo tentando una via indiretta per avere lo stesso peso degli uomini con le palle. Ma invano: gli manca la qualità essenziale per avere presa sugli altri: la determinazione e la libertà di spirito.
Un uomo con le palle pone alla base di qualsiasi sua azione la soddisfazione ed il rispetto della propria immagine: quindi non tradisce se stesso, nè coloro che ritiene amici persone da tutelare, siano essi palledotati o meno.
Un palledotato, quindi, non si batte solo per i propri ideali, ma anche per quelli dei propri amici, che rispetta e sostiene nel momento del bisogno.
Un palledotato ha pochi amici, perchè il mondo è infestato da senza palle.
Un palledotato non dà per ricevere, ma se nel momento del bisogno si rende conto di essere solo,dopo essersi rimboccato le maniche ed aver superato il problema, procede ad epurare dalla cerchia degli amici tutti i senza palle: un palledotato non è compatibile con un senza palle.
Un palledotato si pone rispetto al mondo in modalità duale: lui e il mondo.
Se il mondo lo capisce ed è in grado di recepire il suo messaggio è contento.
Ma se il mondo gli dimostra di non avere palle, manda affanculo il mondo senza alcun rimpianto:nessun compromesso.

L'uomo con le Palle e gli altri.



L'uomo con le palle apprezza la compagnia, anche se, spesso, disprezza la natura umana.
L'uomo con le palle è disponibile alla compagnia, ma non è animale da branco.
Ho letto recentemente, che un senzapalle sosteneva che per essere alpha ci vuole un branco del quale essere l'alpha: tipica affermazione dei senzapalle, che confondono il ruolo con lo status di una persona. Un Palledotato è alpha in qualsiasi contesto lo si ponga, è alpha perchè possiede delle qualità che lo rendono tale, e lo pongono sempre al centro dell'attenzione: non è lui che ci si mette, sono gli altri che lo guardano.
Un palledotato, quindi, non ha problemi nello stare solo: sta bene con se stesso, non ha bisogno di essere accettato per sentire di avere un ruolo.
Il Palledotato è un lupo solitario.
Il suo ruolo viene fuori ogni volta che parla con qualcuno, e con la moltitudine delle persone che lo cercano, perchè in lui riconoscono dei valori.
Il Palledotato rispetta gli altri e non fa pesare la sua condizione: se viene aggredito da un senza palle cerca sempre di farlo ragionare. Se in senzapalle insiste, lui si ripete.
Ma se il senzapalle osa minacciarlo, lo schiaccia come un verme e senza rimpianti.

La gratitudine dei Palledotati



Il palledotato non fa mai nulla per ricevere qualcosa in cambio: lo fa è basta. Se il fare qualcosa per altri gli costa rinunce, lo fa finchè la sua condizione esistenziale glielo permette e finchè la sua vanità risulta soddisfatta.
Nel momento in cui queste condizioni di base vengono meno, il Palledotato impone un "rimborso spese", ovvero delle condizioni minime per continuare a dare.
I palledotati, per questo loro vizio, non diventano mai materialmente ricchi, pur essendo ricchi per altri versi. Paradossalmente, se il palledotato riceve qualcosa, è felicissimo e si sente in dovere di contraccambiare. Cosa che lo spinge talvolta a diventare invadente. Ma va capito...

Sintesi



Aspirare ad avere le palle è facile, arrivarci è un altro paio di maniche.
Affermare se stessi, non significa dire di avere alti standard, grandi aspirazioni, ed altre millanta-cazzate. Affermare se stessi significa affermare le proprie idee, lavorarci sopra in modo da renderle inespugnabili alle critiche.
Affermare se stessi significa combattere per un ideale, proprio o acquisito, che diventa comunque proprio se capito.
Affermare se stessi non significa rimanersene al calduccio facendo finta di non vedere e non sentire mentre gli amici prendono schiaffi: a rischio di prendere schiaffi da altri, si deve scendere in campo ed esporsi.
E ricordate: uno schiaffo da un idiota non potrà mai far male quanto le decine di schiaffi che prenderete tutte le mattine guardandovi allo specchio, ammirando un senza palle.
E questo, solo perchè non avete avuto le palle di fare ciò che sentivate di dover fare.


E come si sopravvive?


La solitudine è una delle cose che più si teme nella vita.. Eppure mi guardo attorno... e a volte penso che sia meglio rimanere da soli. Prima lo pensavo meno. Adesso sempre di più....Ma meglio proseguire per la mia strada da sola, che in compagnia di quaquaraquà!
(TermYnator)Fonte


Edited by Milea - 9/10/2012, 11:51
view post Posted: 20/1/2010, 00:21 by: Milea     +1Karl Jenkins - Adiemus: Songs of Sanctuary - MUSICA CLASSICA

Karl Jenkins - Adiemus: Songs of Sanctuary



Karl Jenkins (17 febbraio 1944) è un compositore e musicista britannico.

Adiemus è il titolo di una serie di album dal compositore gallese Karl Jenkins. È anche il titolo del brano di apertura sul primo album della serie ...

* Adiemus: Songs of Sanctuary (1995)
* Adiemus II: Cantata Mundi
* Adiemus III: Dances of Time
* Adiemus IV: The Eternal Knot
* Adiemus V: Vocalise
* The Best of Adiemus





Ho avuto la fortuna di vedere l'intera opera in concerto dal vivo!Uno dei concerti più belli a cui abbia assistito.

Adiemus: Songs of Sanctuary

1. "Adiemus" – 3:48
2. "Tintinnabulum" – 10:57
3. "Cantus Inaequalis" – 3:13
4. "Cantus Insolitus" – 5:35
5. "In Caelum Fero" – 7:45
6. "Cantus Iteratus" – 6:36
7. "Amaté Adea" – 5:12
8. "Kayama" – 8:06
9. "Hymn" – 2:38


Adiemus (New Version)





Songs Of Sanctuary è un album di composizioni estremamente attraenti, che rispecchiano una gamma di riferimentl d'insolita ampiezza, dalla tradizione classica europea fino alla cosiddetta world music,mescolando sonorità della tradizione africana.
I titoli dei brani sono in maggioranza in lingua latina (Gantus inequalis, Cantus Iteratus, Tintinnabulum e così via), il che conferisce loro un alone di sacralità e misticismo; ma la musica non è affatto tenebrosa né puramente introspettiva offre anzi un vasto arco di emozioni e di ispirazioni.

Adiemus - Cantus Inaequalis






Songs Of Sanctuary è costituito da pezzi non strutturati nella convenzionale forma di canzone ma collegati da una sostanziale unità tematica e influenzati in gran parte da schemi della musica classica".
Per la realizzazione del progetto, precisa Jenkins, è stato fondamentale l'apporto di Miriam Stockley, non soltanto per la bellezza della sua voce ma anche per il controllo e la perfetta intonazíone che la caratterizzano.
Nei cori, d'ispirazione "tribale", Stockley è stata affiancata da Mary Carewe; le parti solistiche sono piuttosto di taglio ecclesiastico o, alternativamente, celtico. Le tracce strumentali sono state sostituite dagli archi della London Philharmonic Orchestra e dalle percussioni con l'aggiunta di "veri" tamburi etnici; infine, abbiamo inserito flauti barocchi e popolari (il sudamericano quena).
Il linguaggio fonetico utilizzato in Songs Of Sanctuary possiede la varietà ritmica di una lingua vera, dà l'impressione di poter essere compreso ma è in realtà incomprensibile: ha una risonanza emotiva, ma essendo privo di significato, non distrae all'ascolto".


Edited by Milea - 5/5/2015, 17:11
view post Posted: 5/1/2010, 21:58 by: Milea     +1La vera storia della Befana - Pensieri e poesie





Storia della Befana


La Befana, (termine che è corruzione di Epifania, cioè manifestazione) è nell'immaginario collettivo un mitico personaggio con l'aspetto da vecchia che porta doni ai bambini buoni la notte tra il 5 e il 6 gennaio.
La sua origine si perde nella notte dei tempi, discende da tradizioni magiche precristiane e, nella cultura popolare, si fonde con elementi folcloristici e cristiani: la Befana porta i doni in ricordo di quelli offerti a Gesù Bambino dai Magi.
L'iconografia è fissa: un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un fazzoletto o un cappellaccio in testa, un paio di ciabatte consunte, il tutto vivacizzato da numerose toppe colorate. Si rifà al suo aspetto la filastrocca (la Befanata) che viene recitata in suo onore:






La Befana vien di notte

con le scarpe tutte rotte

col cappello alla romana...







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Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, a cavalcioni di una scopa, sotto il peso di un sacco stracolmo di giocattoli, cioccolatini e caramelle (sul cui fondo non manca mai anche una buona dose di cenere e carbone), passa sopra i tetti e calandosi dai camini riempie le calze lasciate appese dai bambini.
Questi, da parte loro, preparano per la buona vecchia, in un piatto, un mandarino o un'arancia e un bicchiere di vino.

Il mattino successivo insieme ai regali troveranno il pasto consumato e l'impronta della mano della Befana sulla cenere sparsa nel piatto. Nella società contadina e preindustriale, salvo rari casi, i doni consistevano in caramelle, dolcetti, noci e mandarini, insieme a dosi più o meno consistenti (a insindacabile giudizio della Befana) di cenere e carbone, come punizione delle inevitabili marachelle dell'anno.

La Befana, tradizione tipicamente italiana, non ancora soppiantata dalla figura "straniera" di Babbo Natale, rappresentava anche l'occasione per integrare il magro bilancio familiare di molti che, indossati i panni della Vecchia, quella notte tra il 5 il 6 gennaio, passavano di casa in casa ricevendo doni, per lo più in natura, in cambio di un augurio e di un sorriso.

Oggi, se si indossano gli abiti della Befana, lo si fa per impossessarsi nuovamente del suo ruolo. La sua figura è dispensatrice di regali e di piccole ramanzine per gli inevitabili capricci di tutti.
Dopo un periodo in cui era stata relegata nel dimenticatoio, ora la Befana sta vivendo una seconda giovinezza, legata alla riscoperta e alla valorizzazione delle antiche radici e della più autentica identità culturale.

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La manifestazione




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L'epifania ha radici lontanissime nel tempo e i rituali a essa legati non hanno mai perso importanza, è per questo che, da ben 30 anni, la Pro Loco Casteldurante organizza manifestazioni dedicate a questa bella tradizione, molto sentita sia dai bambini sia dagli adulti, i quali ritrovano in essa il sapore del loro passato.

Nonostante l'importanza che ha sempre avuto nella nostra area, la festa della Befana di Urbania è salita alla ribalta della cronaca nazionale solo nel 1997, anno in cui i giornali e le televisioni hanno dato ampio spazio all'evento.

La città viene coinvolta totalmente per preparare questa festa, una delle poche dedicate ai bambini. Centinaia di calze appese alle finestre, innumerevoli Befane che animano il centro, vetrine allestite per l'occasione, menù della Befana, mercatini, musica, tutto contribuisce a trasformare Urbania nella città della Befana, allegra, gioiosa e ospitale.

La festa è arricchita ogni anno da manifestazioni collaterali, per migliorarne la spettacolarità ed accogliere nel miglior modo possibile i visitatori che affluiscono numerosissimi da ogni parte d'Italia, offrendo così una giornata di sana e festosa allegria a grandi e piccoli.




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La leggenda della Befana



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I Re Magi stavano andando a Betlemme per rendere omaggio al Bambino Gesù. Giunti in prossimità di una casetta decisero di fermarsi per chiedere indicazioni sulla direzione da prendere. Bussarono alla porta e venne ad aprire una vecchina. I Re Magi chiesero se sapeva la strada per andare a Betlemme perchè là era nato il Salvatore. La donna che non capì dove stessero andando i Re Magi, non seppe dare loro nessuna indicazione.
I Re Magi chiesero alla vecchietta di unirsi a loro, ma lei rifiutò perchè aveva molto lavoro da sbrigare. Dopo che i tre Re se ne furono andati, la donna capì che aveva commesso un errore e decise di unirsi a loro per andare a trovare il Bambino Gesù. Ma nonostante li cercasse per ore non riuscì a trovarli. Camminò così tanto che a sera, sfinita, si sdraiò sotto un albero magico e pianse tanto, finchè si addormentò. Quando si svegliò trovò accanto a se un ramo trasformato in scopa, a cavallo della quale ogni anno, la notte dell'Epifania, si mette alla ricerca di Gesù e si ferma in ogni casa dove c'è un bambino per lasciare un regalo, nella speranza che questo sia proprio Gesù Bambino.



Festa della Befana
frasi di auguri simpatiche da dedicare



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• Se la Befana vedendoti dovesse buttarsi ai tuoi piedi, e cominciare a piangere… capiscila, ha paura che le freghi il posto di lavoro.

• Ciao, potresti inviarmi una tua foto? I miei amici non credono che io conosca di persona la Befana…

• Befanina befanina, fa che io trovi domattina, nè regali nè balocchi, ma il colore dei tuoi occhi, che mi dicon con calore, è sol per te tutto il mio amore.

• A.B.I. Associazione Befane Italiane. Gentili socie, vi preghiamo gentilmente di rinnovare entro il sei gennaio le vostre tessere annuali. Avrete diritto gratuitamente a 2 buoni per barba e baffi presso la vostra estetista di fiducia e al bollino blu per le vostre scope… AUGURI A TUTTE!!!

• A tutte le befane, alle amiche “quelle vere” ho rivolto 3 preghiere: che ci aiuti S.Giuseppe a tener su le tette, che S. Restaurata ci mantenga la facciata… Quanto al Pio S.Valentino ci rassodi il sederino e che S. Rosalia… ci aiutasse a darla via!!! Auguri befana!!!

• Se fossi la Befana e potessi volare su una scopa… verrei da te per donarti mille baci, diecimila carezze e centomila momenti indimenticabili!

• Stanotte ho alzato gli occhi al cielo e in mezzo a miliardi di stelle ho visto te… ma mi spieghi dove caspita vai con quella scopa così in anticipo?


befana



• Sono molto arrabbiata con te. Ma cosa ti ho fatto? Mi hai rubato la scopa per andare in giro da sola! Ma se me la chiedevi te la prestavo!

• Di befane c’e ne son tante ma di certo tu sei la più importante tu sei brutta un po' puzzona ma di certo sei la più buona.

• Non perdere tanto tempo per la maschera, basta un aggiustata ai capelli e via!

• La befana vien di notte…auguri, ma mi raccomando non lasciare la scopa in divieto di sosta!

• Ci vediamo al deposito… il carbone lo porto io, i dolci portali tu..sii puntuale…

• Il 6 gennaio causa sciopero befana, agenzia cerca personale. Perchè non mandi il tuo curriculum?

• Vorrei che la befana stanotte mi mettesse nella calza il cioccolatino più dolce che sei….Tu!

• Ho letto sul giornale che Babbo Natale ricompensa con 1000 euro chi lo aiuta a trovare la befana. Ora: o mi dai il doppio, o gli dico dove sei!

• Tutti speriamo che la befana si porti via dolori e malinconia. Porti un po’ di tocca sana, e un po’ di filigrana. Ma sarà poi vero che verrà… Passerà un altro anno e si scoprirà.

• Natale con i tuoi, Capodanno con chi vuoi… e l’Epifania? Ovviamente con la mia bellissima Befanina. Tanti auguri.

• Cara Befana, hai una certa età. Ma tu sei come il buon vino, invecchiando migliori. Ti amo per quella che sei.

• Ansa dell’ultima ora: un’improvvisa ondata di gelo sta sterminando milioni di befane. Copriti e non farmi stare in pensiero!

• Abbiamo ricevuto il suo curriculum ed è stata selezionata tra molte per aspetto e presenza. Quindi passi il sei gennaio per il ritiro della scopa. E' assunta. Congratulazioni.

• Stasera a Super Quark fanno un documentario sulle Befane, come si riproducono, come mangiano, come fanno a volare, ecc... Ma io mi chiedo... Cosa sei andata a raccontare, la tua vita a Piero Angela?

•Al tg5 hanno parlato di un aereo di linea che si è scontrato con una signora a cavallo di una scopa... sono in pensiero, dimmi che stai bene... auguri Befana!

•Ma che razza di Italiana sei che non vuoi aiutare l'Alitalia! Su, avvisa ora le tue amiche, salite a bordo delle vostre scope e date una mano a smaltire passeggeri e bagagli! Abbiamo fondato il BAI (Befane Alitalia Italiane)... Fonte


view post Posted: 17/12/2009, 12:05 by: Milea     +1Sono nata d’autunno - Pensieri e poesie

Sono nata d’autunno

Sono nata d’autunno
la malinconia è dentro di me,
compagna antica e amata,
cercata e voluta.
Tu sola mi comprendi.
Amica fedele
mi concedi di fuggire
per un sorriso di sole,
ma da te sempre ritorno.
La tua dolcezza infinita
mi è necessaria come l’aria.
In te ritrovo me stessa
rileggo la mia anima.
(Milea)




Edited by Milea - 17/12/2009, 17:01
view post Posted: 3/11/2009, 01:08 by: rosa2000     +1SPAGHETTI al FUOCO di BACCO - CUCINA
ma poi si è brilli dopo averla mangiata?? :P
view post Posted: 29/10/2009, 17:04 by: **Rita**     +1SPAGHETTI al FUOCO di BACCO - CUCINA
weeeeeeeeeeee finalmente le tue ricette annaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :meriticaff.png:

Edited by Milea - 26/3/2010, 21:23
view post Posted: 29/10/2009, 16:39 by: Milea     +1SPAGHETTI al FUOCO di BACCO - CUCINA

Spaghetti al fuoco di Bacco
( piatto calabro)


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Soffriggi l'aglio nell'olio e peperoncino,aggiungi 200 ml di vino rosso amabile e fai bollire.
Poi quando bolle aggiungi altri 200 ml di vino. Quando bolle aggiungi altri 100 ml di vino. In tutto deve essere mezzo litro. Fai bollire e metti da parte.
Intanto mettere l'acqua, salarla e cuocere gli spaghetti. A metà cottura scolarli e ultimare la cottura nel vino rosso.
Snocciolare una manciata di olive nere fresche, non salate. Quando è assorbito il vino e la cottura ultimata, mettere a fuoco vivo le olive e 200 gr di grana. Amalgama bene ed è pronto.


Questa è una ricetta di annasingle....cuoca sopraffina


Edited by Milea - 26/2/2015, 20:18
3655 replies since 5/5/2012