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view post Posted: 28/12/2023, 14:31 by: Milea     +1MADONNA DEL CARDELLINO - Giambattista Tiepolo - Tiepolo


Tiepolo-Madonna_of_the_goldfinch_firstP

Giambattista Tiepolo (1696 - 1770)
Madonna del Cardellino (Madonna of the Goldfinch)
1767-1770
olio su tela - 62 x 49,5 cm.
National Gallery of Art, Washington DC (non in vista)



La tela del Tiepolo, che ha ispirato anche il disegno del francobollo natalizio tradizionale di Bradbury Thompson del 1982, è stato un intrigante rompicapo per gli storici dell’arte, poiché nella collezione della National Gallery ne esistono due versioni.

Le differenze tra i due quadri, che a prima vista sembrano minime, sono in realtà piuttosto significative. Il dipinto utilizzato per il francobollo è stato donato alla collezione della National Gallery nel 1943 da Samuel H. Kress: nell’immagine Maria culla Gesù con entrambe le mani, mentre lui tiene il suo mantello in una mano e un cardellino, che simboleggia il suo mortale destino, nell’altra.

Sebbene il dipinto sia raffigurato sul francobollo con la scritta “Tiepolo: National Gallery of Art”, la sua attribuzione al maestro veneziano è stata messa in dubbio da alcuni, che lo ritengono realizzato da un assistente o da figlio del pittore.

L’altra versione del dipinto, entrata a far parte della collezione della National Gallery nel 1997, è sempre stata accettata come opera dello stesso Tiepolo. In questa raffigurazione Maria sembra inclinare un po’ di più la testa verso il basso e il suo mantello è chiuso da una striscia di tessuto sul petto.

In quella che è considerata la versione “primaria” dell’opera, Maria, la cui espressione è del tutto simile in entrambe le versioni, sostiene il Figlio con il solo braccio sinistro.


Differente è invece la rappresentazione di Gesù: una delicata catena avvolge la zampa dell’uccellino e Gesù ne tiene l’estremità nell’altra mano, vicino al petto, anziché aggrapparsi al manto della madre. Sullo sfondo una tenda marrone dorata copre la maggior parte dello spazio dietro la coppia, tranne una striscia di muro grigio pietra alla sinistra dell’osservatore.

Scrivendo per la National Gallery, Diane De Grazia, scrittrice e storica dell’arte, sostiene che la versione del dipinto originariamente presente nel Museo (quella raffigurata sul francobollo) è forse una realizzazione posteriore, dipinta da Tiepolo per un cliente che voleva una composizione simile alla versione primaria.









Edited by Milea - 28/12/2023, 15:30
view post Posted: 27/12/2023, 22:20 by: Milea     +1MADONNA DEL CARDELLINO - Giambattista Tiepolo - Tiepolo


Tiepolo-madonna_of_the_goldfinchP

Giambattista Tiepolo (1696 - 1770)
Madonna del Cardellino (Madonna of the Goldfinch)
1767-1770
olio su tela - 63,1 x 50,3 cm.
National Gallery of Art, Washington DC (non in vista)


In questo dipinto, di formato verticale, Tiepolo raffigura frontalmente la Madonna con in braccio il piccolo Gesù nudo; un velo bianco le nasconde i capelli e mette in ombra la parte destra del viso, mentre un manto azzurro è drappeggiato sulla sua veste di un colore rosa tenue, che diventa più scuro sulle spalle.


Maria appare triste e assorta tanto da chinare il capo, lo sguardo perso nel vuoto; gli occhi scuri si intravedono sotto le sopracciglia arcuate. Conosce il destino che attende il figlio, memore delle parole profetiche pronunciate da Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, durante la presentazione al tempio del piccolo Gesù: “Una spada ti trafiggerà l’anima (Lc 2.35)”.


Tra le braccia incrociate, La Vergine sostiene un paffuto Gesù, con i capelli rosso rame, corti e ondulati, che incorniciano un viso rotondo dalle guance rosee; gli occhi color nocciola fissano seri l’osservatore. Nella mano sinistra tiene un uccello, legato ad un sottilissimo filo, quasi invisibile, mentre con la mano destra afferra l’estremità del velo della Madre.


In epoca medievale, giocare con un uccellino legato alla zampa era un passatempo diffuso tra i bambini, ma assume un significato particolare quando si tratta di un cardellino o di un pettirosso. Nell’arte, il cardellino, per il piumaggio rosso sulla testa, divenne metafora della Passione: si riteneva infatti che vivesse tra le piante di cardo (allusione alla corona di spine), e che la macchia rossa sul suo capino fosse il segno lasciato dal sangue versato da Gesù sulla Croce, quando secondo la leggenda, l’uccellino impietosito cercò di togliere una spina dalla fronte di Cristo.


La presenza del cardellino rappresenta dunque un richiamo diretto alla Passione di Cristo e giustifica l’atteggiamento pensieroso della Madonna. Lo sfondo grigio cemento è arricchito solamente dalla presenza di un morbido drappeggio sulla destra, che tuttavia nulla toglie all’intimità della scena. (M.@rt)






Edited by Milea - 28/12/2023, 13:07
view post Posted: 25/12/2023, 20:11 by: RockCafè     +1Il mito del Girasole - Favole, miti e leggende

Il fiore migliore di tutti



Si narra che un giorno di tanto tempo fa, quando ancora il tempo non veniva misurato, sull’Olimpo gli dei facessero dei lunghi pranzi. Dopo aver mangiato si mettevano a discutere di un argomento per stabilire quale fosse la verità, cercando di analizzare i diversi e nuovi punti di vista.

In una di queste discussioni si cercava di stabilire quale fosse il fiore migliore, ma gli dei non riuscivano a mettersi d’accordo. Ognuno preferiva un fiore diverso e tutti avevano dei buoni motivi per preferire il proprio: chi il profumo, chi il colore, chi la delicatezza, chi il significato... sì perché in origine ogni fiore aveva un significato, e simboleggiava qualcosa. Siccome proprio non riuscivano a mettersi d’accordo, Giove decise di chiamare Ermes (che non partecipava mai a quei pranzi poiché si annoiava) e di mandarlo in giro per il mondo a parlare con tutti i fiori, in modo da stabilire chi tra di essi fosse il migliore. Ermes non aveva voglia di fare questa ricerca, credeva fosse una cosa sciocca, ma siccome glielo aveva ordinato il capo degli dei, controvoglia partì.

Passò molto tempo, ma non si sa quanto, dato che allora ancora il tempo non si misurava. Quando Ermes tornò, gli altri dei si erano dimenticati della questione ed erano presi da altri discorsi. Siccome Ermes non interveniva mai ai loro incontri furono stupiti di vederlo e interruppero i loro discorsi. Allora Giove gli chiese come mai fosse venuto. Ermes rispose che aveva finito finalmente la sua ricerca e aveva stabilito quale fosse il fiore migliore: tutti si zittirono e, interessatissimi, attesero che Ermes raccontasse loro della sua ricerca. Egli parlò: “In questo tempo ho conosciuto moltissimi fiori, che crescono qui vicino ma anche in paesi lontani. Devo dire che ognuno di essi è lodevole e che tutti hanno un buon motivo di esistere. Inoltre tutti i fiori, proprio tutti, hanno un loro significato e questo significato è meritevole di essere conservato. Però in ogni fiore ho anche trovato dei difetti, degli aspetti che potrebbero essere migliori. Ho pensato molto a questo fatto e ho concluso che le differenze che hanno sono necessarie; se non ci fossero, i fiori non potrebbero essere portatori di significati.” A questa affermazione Venere lo interruppe: gli disse di non capire le sue parole e gli chiese di fare un esempio. Ermes sbuffò, pensando al tempo che gli altri dei gli facevano perdere, ma Giove gli lanciò un’occhiataccia. Allora Ermes prese a spiegare.



Vincent van Gogh (1853 - 1890)
Ciotola con margherite (Daisies, Arles)
Arles, 1888
olio su tela - 33 x 42 cm.
Virginia Museum of Fine Arts, Richmond


“Prendiamo la margherita - disse - è un fiore piccolo, non molto colorato e con pochissimo profumo. Ma non è questo il suo difetto. Il difetto è che il numero di petali non è sempre lo stesso... certe volte sono ventidue, certe sono ventitré, solo che è una cosa che non si nota se non si va proprio vicino vicino. La margherita però dice di portare un importante significato. Sappiate che gli uomini la usano per stabilire se sono amati o no dalla donna che desiderano. E anche le donne per sapere se sono amate dagli uomini. La cosa funziona così: chi vuole sapere se è amato va in un campo di margherite e ne coglie una a caso, seguendo l’intuito e pensando alla persona cara. Poi inizia a togliere i petali uno a uno dicendo “m’ama” e “non m’ama”... un petalo “mi ama” un petalo “non mi ama” e così arriva all’ultimo petalo. L'ultimo petalo è la risposta. Quindi capite bene che lei crede di essere molto importante, perché il suo compito è tenuto in grande considerazione.



Vincent van Gogh (1853 - 1890)
Cesto di viole del pensiero (Basket of pansies)
1887
olio su tela - 46 x 56 cm.
Van Gogh Museum, Amsterdam


Poi ci sono per esempio le violette. Loro si vantano di essere molto importanti per via del loro colore unico e del loro profumo. Poi i “nontiscordardime” dicono che la loro rilevanza è data dalla memoria... Insomma - tagliò corto Ermes- tutti i fiori sostengono di essere essenziali per qualche motivo e hanno tutti ragione”.
“Ma allora - riprese Venere - se tutti i fiori sono importanti, per qualche motivo dobbiamo pensare che sono tutti sullo stesso piano, che nessuno è migliore degli altri”. “Ciò che dici è saggio -rispose Ermes- e io concordo con la tua visione. Però quello che hai detto vale per tutti i fiori tranne uno. In realtà ho trovato un fiore migliore degli altri, anche se tutti sono importanti. Questo fiore è il girasole.”

A questa affermazione di Ermes, gli altri dei restarono scandalizzati e iniziarono a vociferare. Ma come, un fiore così sgraziato, così goffo, proprio lui il migliore, ma è assurdo... dicevano. Al che Giove li zittì tutti e disse di ascoltare le spiegazioni di Ermes... che, se diceva questo, un buon motivo lo aveva. Ermes spiegò che era stato molto tempo assieme ai girasoli e che stare molto tempo con loro era l'unico modo per capire quanto valessero, questo perché a prima vista sembravano avere molti difetti. Come dicevano gli altri dei erano fiori sgraziati, grandi e goffi.

“Come ho detto all'inizio tutti possono avere dei difetti. Ebbene - disse Ermes - quando chiesi ai girasoli quale era il motivo per cui si ritenevano importanti (tutti i fiori ne avevano uno) loro mi dissero che non lo sapevano. A loro non importava di essere importanti. A loro importava di guardare il sole, di guardarlo sempre. Dicevano che i fiori non erano importanti, ma il sole lo era e quindi era giusto guardarlo tutto il tempo. E così mentre gli altri fiori stavano fermi e coglievano la vista del sole solo in certi momenti del giorno, i girasoli avevano deciso di adattarsi e di seguire il sole nel suo movimento, invece di aspettare che il sole passasse di lì.

Per questo venivano molto nutriti dal sole e diventavano molto grandi. Ma la cosa non si ferma qui. Dal girasole gli uomini ricavano un olio molto ricco e nutriente, quindi direi che il girasole è l’unico fiore che passa all’uomo il nutrimento del sole.
Per questo ho stabilito che il girasole è il fiore migliore di tutti.”



Vincent van Gogh (1853 - 1890)
Due girasoli recisi (Two sunflowers)
1887 (tarda estate)
olio su tela - 43 x 61 cm.
New York, Metropolitan Museum of Art




view post Posted: 23/12/2023, 21:08 by: Lottovolante     +1BETSABEA AL BAGNO - Sebastiano Ricci - ARTISTICA




Sebastiano Ricci
Betsabea al bagno
(Bathseba in her Bath)
1725 circa
Olio su tela
129.3 x 162.7 cm
Berlino, Gemäldegalerie, Staatliche Museen


Sebastiano Ricci fu il primo pittore del Settecento veneziano a liberare la pittura dalla tradizione del Seicento e a inaugurare una nuova era pittorica che culminò nelle opere del Tiepolo. Il dipinto berlinese di "Betsabea al bagno" risale al tardo periodo veneziano di Ricci e fu realizzato intorno al 1725. Federico il Grande lo acquistò (come presunto Veronese) tra il 1764 e il 1773 per la pinacoteca di Sanssouci. Solo all'inizio del XX secolo è stato identificato il vero autore. Anche il fatto che si trattasse della storia di Betsabea scomparve presto dalla nostra coscienza. In tutti i cataloghi berlinesi dal 1830 al 1921, il quadro è stato chiamato "Dopo il bagno", nel catalogo del 1931 "Toilette di Venere". In effetti, manca la figura di Davide che si affaccia dai merli del suo palazzo per vedere Betsabea che fa il bagno.


Solo la figura del messaggero con la lettera d'amore di Davide sullo sfondo all'estrema sinistra rende possibile l'identificazione. Il significato morale di questa storia, la punizione di Davide per il peccato di aver sedotto Betsabea in adulterio, è qui completamente soppresso a favore dell'omaggio alla bellezza del corpo femminile. Anche le rappresentazioni di altre figure femminili dell'Antico Testamento e di eroine della storia romana (Susanna, Lucrezia, Cleopatra) sono state interpretate e armonizzate in questo modo nella pittura italiana del XVII e XVIII secolo.


Come ambientazione è stata scelta una villa veneta rinascimentale, un ambiente architettonico che Veronese utilizzava spesso come sfondo per i suoi dipinti. Ricci evoca il suo grande modello anche nello stile delle figure, nel trattamento delle magnifiche vesti e nella combinazione di colori festosi e allegri, impostati su un tono bianco-giallo-blu-rosso. Nello stesso periodo, Ricci dipinse nuovamente il soggetto, sempre in formato paesaggistico ma su una tela più grande (Budapest, Museo di Belle Arti). Di questo dipinto si conoscono due repliche, di cui almeno una dello stesso Ricci. Qui Betsabea non è raffigurata in posa frontale e con un'elaborata acconciatura a spilli e perline, coperta da un foulard nella parte posteriore, ma di profilo, con i lunghi capelli biondi sciolti che la serva sta pettinando.





Sebastiano Ricci
Betsabea al bagno
(Bathsheba at her Bath)
1724
Olio su tela
118.5 x 199 cm
Budapest, Museum of Fine Arts



Anche in questo caso, la scena è ambientata in una villa veneziana del Rinascimento. Mentre qui l'architettura di fondo corre parallela al quadro e la vasca dell'acqua è rettangolare, nel quadro di Berlino la vasca è arrotondata ai lati e l'architettura di fondo è curva. Ricci ha contrapposto il contorno curvilineo del muro bianco con le sue nicchie e le sue lesene a destra con il contorno curvilineo del lenzuolo bianco a sinistra, che il servo tende per proteggere la nuda Betsabea dagli sguardi indiscreti. Tuttavia, questo non vale per lo spettatore del quadro: la figura in fondo sembra letteralmente condurlo nello spazio del quadro. (Mar L8v)



view post Posted: 23/12/2023, 15:14 by: Milea     +1GIOCO e IMPARO con PINOCCHIO (schede didattiche) - ANGOLO LETTURA

Pinocchio e tanti MA


(Gianni Rodari)




Mastr’Antonio falegname
trovò un pezzo di legname
che parlava e che rideva,
come un bimbo poi piangeva.

Arrivato il buon Geppetto
fa quel legno un dispetto:
e gridando: Polentina!
lo canzona una vocina.

Litigando i due anziani,
le parrucche in bocca e mani,
si ritrovan presto a terra
e finisce lì la guerra.

Fatta pace con Geppetto,
spetta a lui il legno sospetto:
faccia pure un burattino
che saltelli per benino.

Giunto a casa il buon vecchietto,
fa il pupazzo con diletto
e lo chiama poi Pinocchio,
già monel quand’apre l’occhio.

Nudo fugge il burattino
e Geppetto, poverino,
per quel figlio scapestrato
per error viene arrestato.





Torna a casa poi Pinocchio
ed al muro getta l’occhio:
dice a lui il grillo parlante:
- Marachelle? Ne fai tante!
Adirato il gran monello
al buon gril tira il martello.

Or si sente liberato,
MA ha pur freddo ed è affamato.

Fruga allor la spazzatura
e un bell’uovo si procura;
MA il buon cibo sospirato
ahi, volando se n’è andato!

Al paese corre allora
e, bussando a tarda ora,
non il pane gli vien dato,
MA con acqua è annaffiato.

Affamato e infreddolito,
giunto a casa s’è assopito;
MA per lui no non c’è pace:
arde i piedi sulla brace!

Ritornato il buon Geppetto
che scordato ha ogni dispetto,
le tre pere che ha portato
al monello ha già donato.

Rifà i piedi al burattino
e lo veste per benino.
Per comprar l’abbecedario
dà la giacca all’antiquario.





Vende il libro il burattino
per andare al teatrino
e incontrare i suoi amici
che al vederlo son felici.

Riconoscono il fratello
MA esce fuor sul più bello
dei pupazzi il gran padrone
che a punirlo si dispone.

Mangiafuoco starnutisce:
che è commosso si capisce,
dal buon cuor del burattino
che difende anche Arlecchino.

Gli dà poi cinque monete;
MA Pinocchio, che volete,
volpe e gatto ha incontrato
e purtroppo vien gabbato.

Su cammina, avanza, spera,
poi raggiungon verso sera
affamati a più non posso,
l’osteria “Gambero Rosso”.

MA il buon grillo ha ignorato
e i briganti ha incontrato
che a rubar monete d’oro
già si mettono al lavoro.





Cela in bocca i suoi denari
MA l’inseguon i compari...
e, raggiunto, vien preso:
alla quercia è poi appeso.

La turchina bella fata
la carrozza ha mandata
e Pinocchio vien spiccato
ed a casa trasportato.

Steso a letto poi Pinocchio
tre dottori ha lì sott’occhio,
che si chiedon, gruppo accorto,
se sia vivo oppure morto.

Gli dà poi la sua fatina
la prescritta medicina
MA Pinocchio sol la fiuta
e di berla si rifiuta.

MA i becchini con la bara
quando vede, tosto impara
che se inver non vuol morire
la gran purga ha da sorbire.

Alla fata poi, chissà
non sa dir la verità:
e famoso nasce il caso
che il dir falso allunga il naso.

Poi i picchi a convegno
a quel naso tolgon legno
or Pinocchio vuole andare
il suo babbo a ritrovare.





MA trovò la volpe e il gatto
ed allor successe un fatto:
piantò l’or (non ci fu scampo)
dei miracoli nel campo.

Va Pinocchio a denunciare
che s’è fatto derubare,
MA in quel sito (amaro fato!)
va in prigione il derubato.

La prigione un dì lasciata
vuol tornare dalla fata:
al serpente non s’è arreso;
MA in tagliola poi è preso.

Il padron che l’ha acciuffato,
a catena l’ha legato.
E così egli passa un guaio
fa la guardia ad un pollaio.

Nella notte i ladri scopre,
con bugie, no, non li copre!
Il padron lo ricompensa:
dalla guardia lo dispensa.

Or Pinocchio liberato,
salta e balla per il prato
ed a casa vuol tornare
la fatina a riabbracciare.

Non trovò la casa attesa;
MA una tomba, ahi, che sorpresa.
La fatina tanto amata
dal dolor era spirata!

Giunge poi un gran colombo,
che volava senza rombo
per portarlo in riva al mare
il suo babbo a ritrovare.

MA Geppetto, ahimè, scomparve
e cercando, poi gli apparve
l’isoletta misteriosa
dove ogni ape è industriosa.

Ritrovò lì la sua fata
a salvarlo dedicata:
e promise il burattino
di studiare per benino.





Egli a scuola vuole andare,
MA poi corre in riva al mare,
che gli han detto che stamane
giunto è là un pescecane.

Fanno lotta i gran monelli,
impazziti i lor cervelli
fin che un bimbo poi colpito
giace a terra tramortito.

Preso dai carabinieri
svanir vede i desideri
d’obbedir alla fatina
come detto alla mattina.

MA sfuggito all’arresto
poi soccorre pronto e lesto
un mastin, a nuoto in mare
che già sta per affogare.

D’esser salvo egli crede
MA un agguato, no non vede!
Una rete (questa è bella!)
lo destina alla padella.

Del gran fritto è giunta l’ora,
che l’uom verde già assapora;
MA il mastin prima salvato
dalle grinfie l'ha strappato.

Torna a notte dalla fata
MA una chiocciolina affacciata
fino al dì lo fa aspettare
e Pinocchio è lì a calciare.

Nella porta incastra il piede
e il buon cibo giunger vede,
che al morso, ahimè, è finto!
E svenuto cade vinto!

Perdonato è dalla fata,
che gli fissa già la data:
non sarà più un burattino
MA un normale e bel bambino.




MA Lucignolo monello
poi gli dice: - Sai che bello!
Vien sul carro, dai, coi fiocchi
al paese dei balocchi!

Dopo mesi di cuccagna,
si presenta la magagna;
sulla testa dei monelli
grandi orecchie d'asinelli.

Diventato un bel ciuchino
raglia, raglia il poverino
e nel circo poi portato
a saltar viene addestrato.

MA s’azzoppa un brutto giorno
e lo leva poi di torno
di quel circo il direttore
che lo vende ad un signore.

Vien gettato allora in mare
che un tamburo s’ha da fare;
ma dai pesci liberato
burattino è tornato.

La salvezza già s’aspetta
quando vede la capretta;
ma nel nuoto (ahi, mosse vane!)
se l’ingoia un pescecane.

MA nel corpo del gran pesce
il papà a trovar riesce,
che la chiaror d’un lumicino,
sta ingoiando un pesciolino.

Poi decidon di scappare
da quel pesce verso il mare:
quando un tonno lì arriva,
fuggon dritti verso riva.

Una casa già li aspetta
data al gril dalla capretta.
Per il babbo suo aiutare,
va il bindolo a girare.

Quando scopre che la fata
all’ospedal giace ammalata,
fa ben sedici canestri
ed annulla i suoi malestri.

Or Pinocchio s’è ripreso,
a saggezza alfin arreso:
cessa d’essere un pupazzo
e diventa un bel ragazzo.


view post Posted: 23/12/2023, 14:50 by: Milea     +1GIOCO e IMPARO con PINOCCHIO (schede didattiche) - ANGOLO LETTURA

Unisci i puntini

Unisci i puntini nel giusto ordine; poi colora







view post Posted: 23/12/2023, 00:03 by: Milea     +1GIOCO e IMPARO con PINOCCHIO (schede didattiche) - ANGOLO LETTURA

Unisci i puntini

Unisci i puntini nel giusto ordine,
da 1 a 47 per completare l’immagine di Pinocchio; poi colora





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Unisci i puntini nel giusto ordine,
da 1 a 56 per completare l’immagine di Pinocchio; poi colora





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Imparo l’inglese con Pinocchio

Le parti del corpo - Body parts







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Trova le differenze




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Figaro e Cleo

Guida il gatto fino al pesce rosso di Geppetto






Edited by Milea - 31/12/2023, 11:39
view post Posted: 22/12/2023, 23:45 by: Milea     +1GIOCO e IMPARO con PINOCCHIO (schede didattiche) - ANGOLO LETTURA


Pinocchio perché no?


Naso di legno, cuore di stagno,
burattino quando diventerai un bimbo come noi?
pan di mollica, scansafatica, dove vai?
sono un burattino e non mi fermo mai!

Con le mie scarpe di zuppa e pan bagnato
il vestitino di carta colorato
farò i dispetti a chi sarà cattivo
e sarò buono con chi mi dice: bravo!
Faccio festa per trenta giorni al mese
e il calendario per me lo sai non ha sorprese
Natale e Pasqua, Befana e Ferragosto
sempre domenica è per me
e se domenica non è
è festa uguale lo so
ma perchè per noi no?
che ne so...

Pinocchio ma dove vai?
Pinocchio che cosa fai?
Pinocchio la fantasia
è solo una bugia!

Son piccolino lo so ma m’intrufolo dappertutto
non ho paura però un po’ me la faccio sotto
sono una peste, dei grandi me ne infischio
e un terremoto farò se no non provo gusto
Che confusione laggiù, spostatevi che m’impiccio
io mi diverto di più se termina in un pasticcio
a lavorare, a scrivere e a studiare
ci mando gli altri senza me
io sto in vacanza e sai perchè
un burattino non può
ma perchè lui non può?
perchè no...

Pinocchio ma dove vai?
Pinocchio che cosa fai?
Pinocchio la fantasia
è solo una bugia!
Natale e Pasqua, Befana e Ferragosto
sempre domenica è per me
e se domenica non è
è festa uguale lo so
ma perchè per noi no?
perchè no...

Naso di legno, cuore di stagno, burattino
quando diventerai un bimbo come noi?
pan di mollica, scansafatica, dove vai?
sono trottolino
sono piccolino
sono un burattino e non mi fermo mai!




view post Posted: 22/12/2023, 23:09 by: Milea     +1GIOCO e IMPARO con PINOCCHIO (schede didattiche) - ANGOLO LETTURA

Prime monellerie di Pinocchio




La casa di Geppetto era una stanzina terrena, che pigliava luce da un sottoscala. La mobilia non poteva essere più semplice: una seggiola cattiva, un letto poco buono e un tavolino tutto rovinato. Nella parete di fondo si vedeva un caminetto col fuoco acceso; ma il fuoco era dipinto, e accanto al fuoco c’era dipinta una pentola che bolliva allegramente e mandava fuori una nuvola di fumo, che pareva fumo davvero.

Appena entrato in casa, Geppetto prese subito gli arnesi e si pose a intagliare e a fabbricare il suo burattino. - Che nome gli metterò? - disse fra sé e sé. - Lo voglio chiamar Pinocchio. Questo nome gli porterà fortuna. Quando ebbe trovato il nome al suo burattino, allora cominciò a lavorare e gli fece subito i capelli, poi la fronte, poi gli occhi.


Fatti gli occhi, figuratevi la sua meraviglia quando si accorse che gli occhi si muovevano e che lo guardavano fisso fisso. Geppetto, vedendosi guardare da quei due occhi di legno, se n’ebbe quasi per male, e disse con accento risentito:- Occhiacci di legno, perché mi guardate? - Nessuno rispose. Allora, dopo gli occhi, gli fece il naso; ma il naso, appena fatto, cominciò a crescere: e cresci, cresci, cresci diventò in pochi minuti un nasone che non finiva mai. Il povero Geppetto si affaticava a ritagliarlo; ma più lo ritagliava e lo scorciava, e più quel naso impertinente diventava lungo.

Dopo il naso, gli fece la bocca. La bocca non era ancora finita di fare, che cominciò subito a ridere e a canzonarlo. - Smetti di ridere! - disse Geppetto impermalito; ma fu come dire al muro. - Smetti di ridere, ti ripeto! - urlò con voce minacciosa. Allora la bocca smesse di ridere, ma cacciò fuori tutta la lingua.

Geppetto, per non guastare i fatti suoi, finse di non avvedersene, e continuò a lavorare. Dopo la bocca, gli fece il mento, poi il collo, le spalle, lo stomaco, le braccia e le mani. Appena finite le mani, Geppetto senti portarsi via la parrucca dal capo. Si voltò in su, e che cosa vide? Vide la sua parrucca gialla in mano del burattino. - Pinocchio!... rendimi subito la mia parrucca! E Pinocchio, invece di rendergli la parrucca, se la messe in capo per sé, rimanendovi sotto mezzo affogato.


A quel garbo insolente e derisorio, Geppetto si fece triste e melanconico, come non era stato mai in vita sua, e voltandosi verso Pinocchio, gli disse: - Birba d’un figliuolo! Non sei ancora finito di fare, e già cominci a mancar di rispetto a tuo padre! Male, ragazzo mio, male!
E si rasciugò una lacrima. Restavano sempre da fare le gambe e i piedi.
Quando Geppetto ebbe finito di fargli i piedi, sentì arrivarsi un calcio sulla punta del naso.
- Me lo merito! - disse allora fra sé. - Dovevo pensarci prima! Ormai è tardi! Poi prese il burattino sotto le braccia e lo posò in terra, sul pavimento della stanza, per farlo camminare.

Pinocchio aveva le gambe aggranchite e non sapeva muoversi, e Geppetto lo conduceva per la mano per insegnargli a mettere un passo dietro l’altro. Quando le gambe gli si furono sgranchite, Pinocchio cominciò a camminare da sé e a correre per la stanza; finché, infilata la porta di casa, saltò nella strada e si dette a scappare.

E il povero Geppetto a corrergli dietro senza poterlo raggiungere, perché quel birichino di Pinocchio andava a salti come una lepre, e battendo i suoi piedi di legno sul lastrico della strada, faceva un fracasso, come venti paia di zoccoli da contadini.
- Piglialo! piglialo! - urlava Geppetto; ma la gente che era per la via, vedendo questo burattino di legno, che correva come un barbero, si fermava incantata a guardarlo, e rideva, rideva e rideva, da non poterselo figurare.


Alla fine, e per buona fortuna, capitò un carabiniere, il quale, sentendo tutto quello schiamazzo e credendo si trattasse di un puledro che avesse levata la mano al padrone, si piantò coraggiosamente a gambe larghe in mezzo alla strada, coll’animo risoluto di fermarlo e di impedire il caso di maggiori disgrazie.

Ma Pinocchio, quando si avvide da lontano del carabiniere che barricava tutta la strada, s’ingegnò di passargli, per sorpresa, frammezzo alle gambe, e invece fece fiasco. Il carabiniere, senza punto smoversi, lo acciuffò pulitamente per il naso (era un nasone spropositato, che pareva fatto apposta per essere acchiappato dai carabinieri), e lo riconsegnò nelle proprie mani di Geppetto; il quale, a titolo di correzione, voleva dargli subito una buona tiratina d’orecchi. Ma figuratevi come rimase quando, nel cercargli gli orecchi, non gli riuscì di poterli trovare: e sapete perché? Perché, nella furia di scolpirlo, si era dimenticato di farglieli.


Allora lo prese per la collottola, e, mentre lo riconduceva indietro, gli disse tentennando minacciosamente il capo: - Andiamo a casa. Quando saremo a casa, non dubitare che faremo i nostri conti! Pinocchio, a questa antifona, si buttò per terra, e non volle più camminare. Intanto i curiosi e i bighelloni principiavano a fermarsi lì dintorno e a far capannello. Chi ne diceva una, chi un’altra.

- Povero burattino! - dicevano alcuni, - ha ragione a non voler tornare a casa! Chi lo sa come lo picchierebbe quell’omaccio di Geppetto!... E gli altri soggiungevano malignamente:- Quel Geppetto pare un galantuomo! Ma è un vero tiranno coi ragazzi! Se gli lasciano quel povero burattino fra le mani, è capacissimo di farlo a pezzi!...

Insomma, tanto dissero e tanto fecero, che il carabiniere rimise in libertà Pinocchio e condusse in prigione quel pover’uomo di Geppetto. Il quale, non avendo parole lì per lì per difendersi, piangeva come un vitellino, e nell’avviarsi verso il carcere, balbettava singhiozzando: - Sciagurato figliuolo! E pensare che ho penato tanto a farlo un burattino per bene! Ma mi sta il dovere! Dovevo pensarci prima!




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Verifica la tua comprensione del testo


1. Trova le qualità/aggettivi per definire la stanza dove vive Geppetto e gli arredi che la compongono:

STANZA:................................................................
SEGGIOLA:............................................................
LETTO:...................................................................
TAVOLINO:.............................................................
FUOCO:..................................................................
PENTOLA:..............................................................

2. Ora descrivi con le tue parole la casa di Geppetto utilizzando le qualità che hai trovato.

3. Cosa fece Geppetto appena arrivato a casa?

4. Quando Geppetto iniziò ad intagliare il legno, quali parti del burattino fece per prime?


5. Indica le azioni compiute dal burattino mentre Geppetto lo intagliava:

gli occhi: ……………………………………………..........................
il naso:……………………………………………..............................
la bocca:……………………………………………............................
le mani:…………………………………………….............................

6. Quali parti del burattino fece per ultimo?

7. Perché Geppetto voleva fabbricare un burattino?

8. Quali sentimenti provò Geppetto durante la creazione del suo burattino?

9. E se Geppetto fosse stato un ricco falegname? Come sarebbe stata la sua casa? Trova qualità/aggettivi adatti a definirla:


CASA:……………………………………………..............................
STANZA:……………………………………………..........................
SEGGIOLA:……………………………………………......................
LETTO:…………………………………………….............................
FUOCO…………………………………………….............................
TAVOLINO:…………………………………………….......................
PENTOLA:…………………………………………….........................

10. Usando le qualità /aggettivi che hai trovato descrivi ora la casa del ricco Geppetto; poi disegnala.





Edited by Milea - 23/12/2023, 19:30
view post Posted: 22/12/2023, 22:35 by: Milea     +1GIOCO e IMPARO con PINOCCHIO (schede didattiche) - ANGOLO LETTURA

Cosa abbiamo imparato dalla fiaba di Pinocchio?


La fiaba di Pinocchio ci ha insegnato ad obbedire alle persone che ci vogliono bene, perché ci danno buoni consigli. Non dobbiamo dire le bugie e dobbiamo impegnarci a scuola per diventare saggi e sapienti. Abbiamo imparato che a fare delle buone azioni riceviamo sempre una ricompensa.

...ma la ricompensa più bella è la gioia del nostro cuore




marca2Che non si dicono le bugie ( Marco, Sveva, Fabiana, Giulia, Francesca )

marca2Bisogna obbedire e ascoltare mamma e papà (Alessia, Francesca, Lorenzo)

marca2Non bisogna ascoltare le persone che non conosci (Diletta, Camilla)

marca2Bisogna ascoltare i consigli di chi ti vuole bene (Alessia, Francesca, Gabriella)

marca2A non dire le bugie altrimenti gli altri non sono più tuoi amici. (Samuele e Sofia)

marca2A non dar retta ai cattivi consigli, altrimenti finisci nei guai. (Marco)

marca2 Che bisogna rispettare le persone più grandi (Fabiana)

marca2Che non bisogna fare i capricci (Francesca)

marca2Ad abbandonare i genitori si possono incontrare pericoli. (Martin)

marca2A voler bene ai propri genitori e ad essere riconoscenti per i sacrifici che fanno per noi. (Francesco,Matteo)

marca2A non dare dispiaceri a mamma e papà. (Samuele)

marca2Che è bello e importante andare a scuola (Marco, Gabriella, Leonardo, Andrea, Asia, Alessia, Francesca)



view post Posted: 22/12/2023, 20:34 by: Milea     +1GIOCO e IMPARO con PINOCCHIO (schede didattiche) - ANGOLO LETTURA

La Fiaba di Pinocchio in immagini

Ritaglia, riordina, incolla le sequenze e scrivi una breve didascalia





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Completa il riassunto




Edited by Milea - 22/12/2023, 20:53
view post Posted: 22/12/2023, 19:19 by: Milea     +1GIOCO e IMPARO con PINOCCHIO (schede didattiche) - ANGOLO LETTURA

Pinocchio diventa un bambino




Da quando non sono più burattino
son diventato un dolce bambino.

Intorno a me non c’è più la capanna,
ma una camera bella per fare la nanna.

Vicino al mio letto trovo un vestito
di morbida stoffa e ben cucito.
Due stivaletti e un berretto marrone
attirano la mia attenzione.

Quando mi metto davanti allo specchio
vedo un bambino che mi piace parecchio:
capelli castani e aria festosa,
occhi celesti e boccuccia di rosa.

Sorrido gentile e strizzo un occhio
per salutare il mio amico Pinocchio.






Cosa ha Pinocchio divenuto bambino?
(possiede)


- Ha un bella camera
- Ha un vestito di stoffa morbida
- Ha due stivaletti
- Ha un berretto marrone
- Ha i capelli castani
- Ha gli occhi celesti







Edited by Milea - 22/12/2023, 21:02
view post Posted: 22/12/2023, 18:17 by: Milea     +1GIOCO e IMPARO con PINOCCHIO (schede didattiche) - ANGOLO LETTURA

I medici della Fata Turchina




Siamo i medici più famosi del vicinato
chiamati a curare il burattino malato:

io sono il Corvo dal becco torto
e devo dire che Pinocchio è morto!

Io sono la Civetta dallo sguardo allusivo
e dico subito che Pinocchio è vivo!

Io sono il vero Grillo parlante
e conosco bene questo furfante!
Sotto il bianco lenzuolo sollevato
vediamo un burattino disperato.

Così ci disponiamo interno al letto
per guarire il figlio di Geppetto;
con una medicina amara e cattiva
il male passa e urliamo tutti evviva!



Come è la medicina? (qualità/aggettivi)

La medicina è amara e cattiva, ma utile per guarire Pinocchio.






Edited by Milea - 22/12/2023, 19:21
view post Posted: 22/12/2023, 17:17 by: Milea     +1GIOCO e IMPARO con PINOCCHIO (schede didattiche) - ANGOLO LETTURA

La Balena


Nuoto tranquilla nell’acqua salata
son la balena grossa e affamata.

Risucchio forte le onde del mare
e bevo tutto senza guardare.

Ricordo un giorno in tutta fretta
ho ingoiato un tonno e una marionetta.

Nella mia pancia, al buio più nero,
c’è Geppetto tutto intero.
Respiro male per il raffreddore,
spalanco la bocca a tutte le ore.

E quando dormo dal mio palato
si può ammirare il cielo stellato.
Così Pinocchio, senza fiatare
con il vecchietto si butta in mare.






Come è ? (qualità/aggettivi)

E’ enorme e vorace.


Cosa fa ? (azioni/verbi)

Nuota, ingoia qualsiasi cosa, dorme, respira male, spalanca la bocca.








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Pinocchio in sequenze (avvio al riassunto)


Ordina le sequenze del racconto numerandole. Sottolinea le parole che indicano gli stati d’animo dei protagonisti. Poi ritaglia le immagini, incollale in ordine e scrivi una breve didascalia che le descrive.





view post Posted: 22/12/2023, 16:44 by: Milea     +1GIOCO e IMPARO con PINOCCHIO (schede didattiche) - ANGOLO LETTURA

Lucignolo


Di me si ricorda solo il nomignolo
così per tutti sono Lucignolo.

D’aspetto sono asciutto e mingherlino
come un lume da notte e lo stoppino.

A scuola non mi piace andare
e tutto il mio tempo passo a giocare.

Quando di notte sento la trombetta,
sul carrozzone salgo senza fretta.
Insieme a Pinocchio ed altri marmocchi
corro felice nel “Paese dei Balocchi”.

È il posto più adatto a ragazzi pigri,
non ci sono scuole, nè maestri, nè libri.
Sono un tipo svogliato e birichino:
mi spunteranno le orecchie da ciuchini!






Come è ? (qualità/aggettivi)


Il suo nome vero è Romeo, ma tutti lo chiamano Lucignolo, perché:
- è alto e magro, come il filo (lucignolo) nelle candele.
- è secco e allampanato
- è svogliato e birichino.
- è un lazzarone
- è pigro
- è molto amico di Pinocchio




Cosa fa ? (azioni/verbi)


- Gioca sempre
- Non ha voglia di studiare
- Convince Pinocchio a partire per il Paese dei Balocchi.














Edited by Milea - 23/12/2023, 17:35
4444 replies since 30/8/2009