Votes taken by Lottovolante

view post Posted: 14/5/2010, 21:25     +6Jan Vermeer - La lattaia - Vermeer



VERMEER Jan
The Milkmaid
1659 circa
Olio su tela
45,4X40,6cm
Rijskmuseum - Amsterdam



Si sollevò una grande polemica in Parlamento quando, nel 1905, fu messa in vendita la collezione di 39 quadri del ricco collezionista Jan Pieter Six van Vromade; la società di Rembrandt si era offerta di pagare una parte dei 750.000 fiorini richiesti, al resto avrebbe pensato lo Stato. Fu il critico Victor de Stuers a ribadire l'importanza della collezione per la storia olandese, anche se da molti giudicata di scarso valore, includo questo quadro che Vi propongo stasera.
L'affare ebbe buon esito e nel 1908 il Rijksmuseum ottenne i 39 quadri.

Oggi sembra impossibile pensare che "La lattaia" fosse giudicata opera mediocre. E' in realtà una delle prime scene di genere in cui Vermeer realizza quella magica sospensione dell'atmosfera nella scena, quell'ineffabile rapporto tra figura e spazio circostante che va oltre il semplice realismo.


Johannes_Vermeer_The_Milkmaidviso


La domestica che versa il latte è ritratta con una concentrazione inedita per il periodo: attorno a lei pochi oggetti, ( e nelle opere tarde saranno ancora meno ), sono evidenziati dalla che, in infinite modulazioni, filtra dalla finestra.
I raggi x hanno rilevato che, inizialmente, l'artista aveva dipinto un quadro sulla parete. Vermeer rende la luce sulle cose grazie a piccoli tocchi, quasi puntini, che fanno vibrare l'atmosfera, come nel pane, nella ceramica azzurra sul tavolo, nel secchiello metallico appeso accanto alla gerla, nel battiscopa in ceramica di Delft.

Il gesto quotidiano, avvolto in quest'atmosfera rarefatta, assume un che di sacro. Per raggiungere tale risultato, Vermeer ha studiato attentamente la composizione, facendo convergere le diagonali sul polso della donna e sulla brocca, che diventano il fulcro emotivo della tela, col rivolo biancoche esce dal buio. Vermeer nobilita inoltre la domestica facendole assumere la posa tradizionale della Temperanza, virtù raffigurata mentre versa acqua da una brocca, alla ricerca dell'equilibrio...( Mar L8v )



La semplicità di un gesto...
Quel latte che scende dalla brocca
esprime un senso di continuità e calore
e freschezza...come una fonte...












Edited by Milea - 6/8/2021, 16:41
view post Posted: 10/5/2010, 21:49     +2Joan Mirò - Bleu II - Mirò

Joan-Miro-Blu-II-Olio-su-tela-P

MIRO Joan
Blu II
1961
Olio su tela
270X355 cm
Centre Pompidou - Paris



"Il quadro deve essere fecondo, deve far nascere un mondo. Deve essere come delle scintille, deve sfavillare come quelle pietre che i pastori dei Pirenei usano per accendere la pipa ".

La frase di Mirò chiarisce il carattere della sua adesione al Surrealismo, di cui ha offerto un'interpretazione assai personale. La componente visionaria e onirica, l'appello all'inconscio e alla creazione di un'altra realtà prendono la forma di un Astrattismo lirico, che si popola di segni elementari. La sua pittura, ma anche le parallele attività di scultore e ceramista, resta nel tempo fedele a se stessa, anche se il suo linguaggio evolve verso una progressiva decantazione. Il vitalismo delle tele, affollate di organismi biomorfi e colori vivaci tende, nella produzione degli anni Sessanta, a stemperarsi in visioni poeticamente semplificate, che si caricano in tal modo di un forte potenziale evocativo. Nascono visioni dall'atmosfera sospesa e incantata, come nel quadro del Centre Pompidou, parte di un trittico che impegnò lungamente l'autore.

La sua semplicità è infatti frutto di uno strenuo lavoro di concentrazione di significato e riduzione all'essenziale, con un processo pressochè ascetico. Lo sfondo blu, il colore del sogno e della spiritualità, al quale Mirò attribuisce grande importanza, invita alla meditazione, e funziona quale cassa di risonanza per i pochi elementi che paiono galleggiarvi.
L'essenzialità dell'accordo cromatico, attentamente calibrato, e la semplificazione delle forme, sprigionano una cifra fantastica, amplificata dallo sconfinato vuoto blu ....emerge così una corrente cosmica, e il quadro acquista una dimensione metafisica: l'universo lieve di Mirò, sono sue parole,

...coglie il movimento dell'immobilità...l'infinito nel finito.

La massima intensità viene raggiunta con mezzi essenziali, e l'osservazione prolungata sprigiona un succedersi di emozioni...l'opera chiede così l'attivazione della fantasia dello spettatore e ricorda come sia questa la prima radice dell'arte...( Mar L8v )







Edited by Milea - 16/9/2021, 20:02
view post Posted: 10/5/2010, 21:43     +4Blu II (Bleu II) - Mirò

Joan-Miro-Blu-II-P

Joan Mirò
Blu II
1961
Olio su tela
270 x 355 cm.
Centre Georges Pompidou, Parigi



Il quadro deve essere fecondo, deve far nascere un mondo. Deve essere come delle scintille, deve sfavillare come quelle pietre che i pastori dei Pirenei usano per accendere la pipa”.

La frase di Mirò chiarisce il carattere della sua adesione al Surrealismo, di cui ha offerto un’interpretazione assai personale. La componente visionaria e onirica, l’appello all’inconscio e alla creazione di un’altra realtà prendono la forma di un astrattismo lirico, che si popola di segni elementari. La sua pittura, ma anche le parallele attività di scultore e ceramista, resta nel tempo fedele a se stessa, anche se il suo linguaggio evolve verso una progressiva decantazione. Il vitalismo delle tele, affollate di organismi biomorfi e colori vivaci tende, nella produzione degli anni Sessanta, a stemperarsi in visioni poeticamente semplificate, che si caricano in tal modo di un forte potenziale evocativo. Nascono visioni dall’atmosfera sospesa e incantata, come nel quadro del Centre Pompidou, parte di un trittico che impegnò lungamente Joan Miró, oramai quasi settantenne, che le dipinse in un solo giorno, il 4 marzo, chiamandole semplicemente Blu, e numerandole.

La sua semplicità è infatti frutto di uno strenuo lavoro di concentrazione di significato e riduzione all’essenziale, con un processo pressoché ascetico. Lo sfondo blu, il colore del sogno e della spiritualità, al quale Mirò attribuisce grande importanza, invita alla meditazione e funziona quale cassa di risonanza per i pochi elementi che paiono galleggiarvi.
L’essenzialità dell’accordo cromatico, attentamente calibrato, e la semplificazione delle forme, sprigionano una cifra fantastica, amplificata dallo sconfinato vuoto blu.... emerge così una corrente cosmica, e il quadro acquista una dimensione metafisica: l’universo lieve di Mirò, sono sue parole: ... coglie il movimento dell’immobilità... l’infinito nel finito.

La massima intensità viene raggiunta con mezzi essenziali, e l’osservazione prolungata sprigiona un succedersi di emozioni... l’opera chiede così l’attivazione della fantasia dello spettatore e ricorda come sia questa la prima radice dell’arte... ( Mar L8v )






Edited by Milea - 21/1/2023, 21:44
view post Posted: 10/5/2010, 19:40     +1Edouard Vuillard - Enfants - ARTISTICA


Enfants

VUILLARD Edouard
Enfants
1909
Gouache su carta incollata
84,5X77,7
ERMITAGE - San Pietroburgo



L'opera entrò all'Ermitage dal museo statale di Arte Moderna occidentale di Mosca; appartenne originariamente alla collezione di Ivan Morozov. La tela è una delle opere più tipiche della fase matura di Vuillard. I suoi inizi si collocano, a fianco di Bonnard, nell'orbita dei nabis, grazie ai quali affinò il gusto per la campitura piatta e per il colore acceso.
Ma la sua sensibilità era assai diversa da quella dei compagni, rivelando una vena più introspettiva, una trama geometrica più scarna, un gusto delle composizioni quasi monocrome; nella fase tarda, pur nell'utilizzo della forma sintetica, tornò a una rappresentazione naturalistica della realtà.

La scena raffigura forse i nipoti di Vuillard, che giocano nello spazio intimo di una stanza; contrariamente a molti impressionisti che prediligevano l'aria aperta, il pittore amava gli interni, più raccolti e familiari. Dalla porta sullo sfondo entra luce chiara, fulcro emotivo dell'opera, che abbaglia lo spettatore, quasi fosse il simbolo della giovinezza che riempie l'ambiente con la sua vitalità fanciullesca. Solo il bordo del tappeto e le ringhiere sono nettamente definiti; gli altri particolari vengono appena accennati, grazie ad una pennellata piatta e semplificata che rende l'opera simile a un pannello decorativo, analogamente a certi esiti di Gauguin, che condivise non poco della ricerca formale nabis.
Le atmosfere sospese richiamano le opere simboliste di Puvis de Chavannes ma, a differenza di quest'ultimo, Vuillard non intendeva celare significati reconditi;

...la sua opera tarda esprime piuttosto un inguaribile,
e ossessivo senso di nostalgia...
( Mar L8v )


Gli interni di ogni casa attraverso le immagini
raccontano passioni, silenzi, vita ,
quotidiano e un mistero di esistenza
che si chiude e si schiude nel punto di incontro di un cerchio...



Edited by Milea - 16/9/2021, 20:08
view post Posted: 6/5/2010, 21:43     +5Robert Rauschenberg - Letto (Bed) - ARTE CONTEMPORANEA: il '900

Le esplorazione artistiche di

Robert Rauschenberg


RauschenbergP



Il frutto più significativo dell'esigenza di Rauschenberg di portare la realtà quotidiana nell'opera sono i cosiddetti combine-paintings (o combines).
La tendenza di Rauschenberg a combinare elementi diversi è testimoniata già dai primi collage, opere ancora non del tutto mature.
Attorno al 1955, realizza alcune grandi tele in cui applica pezzi di giornale e di tessuto, su cui poi interviene con energiche pennellate di colore (Rebus, 1955). Dalla fine del 1955 comincia ad applicare sulla tela elementi sempre più grandi e in quantità sempre maggiore.
Gli elementi impiegati vanno da oggetti di uso quotidiano a semplici frammenti, raccolti nelle case di amici, per le strade o nelle discariche. La gamma comprende: scatole di cartone, pezzi di legno, tessuto, materassi, lamiere, vetro, specchi, barattoli, fili elettrici, componenti di elettrodomestici, perfino animali imbalsamati.
Inizialmente, come supporto Rauschenberg si serve di normali tele. Con il complicarsi del procedimento, però, deve adoperare pannelli di legno, basamenti, vere e proprie intelaiature. Su di esse combina i vari elementi, da cui il termine "combine". Interviene, quindi, con il colore, che gli serve da legante.
L'esecuzione in rari casi è semplice e rapida. In genere richiede tempi lunghi. A volte perfino anni, come nel caso di Odalisque (1955-58 - nella foto ). Ciò che risulta non sono "quadri" in senso tradizionale, ma specie di quadri-sculture, o di strani assemblaggi.


Odalisk-1955-1958



L'accostamento eclettico di oggetti e l'effetto di spiazzamento che ne deriva presentano analogie con il Dadaismo, in particolare con i "ready-made" di Marcel Duchamp e i "Merz" di Kurt Schwitters. Questo legame di parentela ha indotto a definire il lavoro di Rauschenberg e del collega Johns "New Dada".
In effetti, l'esempio di Duchamp è stato importante per l'evoluzione di Rauschenberg. Nonostante questo la sua impostazione di fondo è diversa da quella di Duchamp. Il prelievo di oggetti comuni non è strumento di negazione dell'arte o di riflessione sul concetto di arte, come per i dadaisti. Alla base dell'assemblaggio di oggetti e immagini compiuto da Rauschenberg non vi sono teorie particolari, ma il bisogno di lavorare con una superficie e materiali nuovi. Il desiderio di vedere il quadro uscire all'infuori, a invadere lo spazio.







Edited by Milea - 16/9/2021, 20:52
view post Posted: 6/5/2010, 21:14     +6Robert Rauschenberg - Letto (Bed) - ARTE CONTEMPORANEA: il '900




RAUSCHENBERG, Robert
Bed - Letto
1955
Combine painting
Olio e matita su cuscino, trapunta e lenzuolo su supporto di legno
(Oil and pencil on pillow, quilt, and sheet on wood supports)
191,1 x 80 x 20,3 cm.
MoMA, New York.
Gift of Leo Castelli in honor of Alfred H. Barr, Jr.



E' il primo "combine painting" con cui Rauschenberg ha scandalizzato l'opinione pubblica di tutto il mondo..." E' un'opera di statura e importanza uniche. Vera e propria icona dell'arte americana del dopoguerra, unisce lo stile pittorico degli espressionisti astratti e una nuova apertura verso i materiali di spoglio. Come altri lavori di Rauschenberg di questo periodo, 'Letto' è stato riconosciuto come segno del rinnovato interesse verso i primi esperimenti Dada così come un precedente per gli aspetti fondamentali dell'arte americana degli anni sessanta".

In questo modo il curatore del dipartimento di pittura e scultura del MoMa, Kirk Varnedoe, accoglieva l'opera di Rauschenberg donata nel 1979 al museo. L'opera era già stata soggetto di alcuni scandali e notevoli controversie quando fu esposta le prime volte; al Festival dei Due Mondi di Spoleto fu addirittura ritirata dalle autorità.

'Letto' si presentava al pubblico con la stessa energia dirompente delle opere dei migliori espressionisti astratti, ma associava a quest'aspetto reali testimonianze intime di un quotidiano squallido, elevate da Rauschenberg al ruolo di opera d'arte e dunque come tali appese al muro.


Sembra che l'artista, a corto di denaro per acquistare una tela, abbia deciso di utilizzare il cuscino, le lenzuola e un vecchio quilt del proprio letto, fissandoli su un supporto di legno e intervenendo su questi con il colore e la matita.
Attraverso questo intervento l'artista avrebbe combinato il 'gesto' degli espressionisti astratti con oggetti tratti dal contingente, dall'ordinario, ispirandosi alle ricerche da qualche anno condotte dal musicista John Cage che inseriva suoni o rumori della vita quotidiana nelle proprie composizioni...

...al fine di evocare l'integrazione dell'arte con la vita...( Mar.L8v )






Edited by Milea - 8/5/2023, 12:19
view post Posted: 2/5/2010, 12:49     +1Michael Nyman-The sacrifice - MUSICA CLASSICA


C'è un grande silenzio
dove non c'è mai stato suono,
c'è un grande silenzio
dove suono non può esserci,
nella fredda tomba,
del profondo mare...



















Quanto di più vicino a ciò che sento dentro...


4372 replies since 21/4/2008