GIOCO e IMPARO con PINOCCHIO (schede didattiche), Attività interdisciplinari per la Scuola Primaria

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view post Posted on 22/12/2023, 23:09     +10   +1   -1
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Prime monellerie di Pinocchio




La casa di Geppetto era una stanzina terrena, che pigliava luce da un sottoscala. La mobilia non poteva essere più semplice: una seggiola cattiva, un letto poco buono e un tavolino tutto rovinato. Nella parete di fondo si vedeva un caminetto col fuoco acceso; ma il fuoco era dipinto, e accanto al fuoco c’era dipinta una pentola che bolliva allegramente e mandava fuori una nuvola di fumo, che pareva fumo davvero.

Appena entrato in casa, Geppetto prese subito gli arnesi e si pose a intagliare e a fabbricare il suo burattino. - Che nome gli metterò? - disse fra sé e sé. - Lo voglio chiamar Pinocchio. Questo nome gli porterà fortuna. Quando ebbe trovato il nome al suo burattino, allora cominciò a lavorare e gli fece subito i capelli, poi la fronte, poi gli occhi.


Fatti gli occhi, figuratevi la sua meraviglia quando si accorse che gli occhi si muovevano e che lo guardavano fisso fisso. Geppetto, vedendosi guardare da quei due occhi di legno, se n’ebbe quasi per male, e disse con accento risentito:- Occhiacci di legno, perché mi guardate? - Nessuno rispose. Allora, dopo gli occhi, gli fece il naso; ma il naso, appena fatto, cominciò a crescere: e cresci, cresci, cresci diventò in pochi minuti un nasone che non finiva mai. Il povero Geppetto si affaticava a ritagliarlo; ma più lo ritagliava e lo scorciava, e più quel naso impertinente diventava lungo.

Dopo il naso, gli fece la bocca. La bocca non era ancora finita di fare, che cominciò subito a ridere e a canzonarlo. - Smetti di ridere! - disse Geppetto impermalito; ma fu come dire al muro. - Smetti di ridere, ti ripeto! - urlò con voce minacciosa. Allora la bocca smesse di ridere, ma cacciò fuori tutta la lingua.

Geppetto, per non guastare i fatti suoi, finse di non avvedersene, e continuò a lavorare. Dopo la bocca, gli fece il mento, poi il collo, le spalle, lo stomaco, le braccia e le mani. Appena finite le mani, Geppetto senti portarsi via la parrucca dal capo. Si voltò in su, e che cosa vide? Vide la sua parrucca gialla in mano del burattino. - Pinocchio!... rendimi subito la mia parrucca! E Pinocchio, invece di rendergli la parrucca, se la messe in capo per sé, rimanendovi sotto mezzo affogato.


A quel garbo insolente e derisorio, Geppetto si fece triste e melanconico, come non era stato mai in vita sua, e voltandosi verso Pinocchio, gli disse: - Birba d’un figliuolo! Non sei ancora finito di fare, e già cominci a mancar di rispetto a tuo padre! Male, ragazzo mio, male!
E si rasciugò una lacrima. Restavano sempre da fare le gambe e i piedi.
Quando Geppetto ebbe finito di fargli i piedi, sentì arrivarsi un calcio sulla punta del naso.
- Me lo merito! - disse allora fra sé. - Dovevo pensarci prima! Ormai è tardi! Poi prese il burattino sotto le braccia e lo posò in terra, sul pavimento della stanza, per farlo camminare.

Pinocchio aveva le gambe aggranchite e non sapeva muoversi, e Geppetto lo conduceva per la mano per insegnargli a mettere un passo dietro l’altro. Quando le gambe gli si furono sgranchite, Pinocchio cominciò a camminare da sé e a correre per la stanza; finché, infilata la porta di casa, saltò nella strada e si dette a scappare.

E il povero Geppetto a corrergli dietro senza poterlo raggiungere, perché quel birichino di Pinocchio andava a salti come una lepre, e battendo i suoi piedi di legno sul lastrico della strada, faceva un fracasso, come venti paia di zoccoli da contadini.
- Piglialo! piglialo! - urlava Geppetto; ma la gente che era per la via, vedendo questo burattino di legno, che correva come un barbero, si fermava incantata a guardarlo, e rideva, rideva e rideva, da non poterselo figurare.


Alla fine, e per buona fortuna, capitò un carabiniere, il quale, sentendo tutto quello schiamazzo e credendo si trattasse di un puledro che avesse levata la mano al padrone, si piantò coraggiosamente a gambe larghe in mezzo alla strada, coll’animo risoluto di fermarlo e di impedire il caso di maggiori disgrazie.

Ma Pinocchio, quando si avvide da lontano del carabiniere che barricava tutta la strada, s’ingegnò di passargli, per sorpresa, frammezzo alle gambe, e invece fece fiasco. Il carabiniere, senza punto smoversi, lo acciuffò pulitamente per il naso (era un nasone spropositato, che pareva fatto apposta per essere acchiappato dai carabinieri), e lo riconsegnò nelle proprie mani di Geppetto; il quale, a titolo di correzione, voleva dargli subito una buona tiratina d’orecchi. Ma figuratevi come rimase quando, nel cercargli gli orecchi, non gli riuscì di poterli trovare: e sapete perché? Perché, nella furia di scolpirlo, si era dimenticato di farglieli.


Allora lo prese per la collottola, e, mentre lo riconduceva indietro, gli disse tentennando minacciosamente il capo: - Andiamo a casa. Quando saremo a casa, non dubitare che faremo i nostri conti! Pinocchio, a questa antifona, si buttò per terra, e non volle più camminare. Intanto i curiosi e i bighelloni principiavano a fermarsi lì dintorno e a far capannello. Chi ne diceva una, chi un’altra.

- Povero burattino! - dicevano alcuni, - ha ragione a non voler tornare a casa! Chi lo sa come lo picchierebbe quell’omaccio di Geppetto!... E gli altri soggiungevano malignamente:- Quel Geppetto pare un galantuomo! Ma è un vero tiranno coi ragazzi! Se gli lasciano quel povero burattino fra le mani, è capacissimo di farlo a pezzi!...

Insomma, tanto dissero e tanto fecero, che il carabiniere rimise in libertà Pinocchio e condusse in prigione quel pover’uomo di Geppetto. Il quale, non avendo parole lì per lì per difendersi, piangeva come un vitellino, e nell’avviarsi verso il carcere, balbettava singhiozzando: - Sciagurato figliuolo! E pensare che ho penato tanto a farlo un burattino per bene! Ma mi sta il dovere! Dovevo pensarci prima!




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Verifica la tua comprensione del testo


1. Trova le qualità/aggettivi per definire la stanza dove vive Geppetto e gli arredi che la compongono:

STANZA:................................................................
SEGGIOLA:............................................................
LETTO:...................................................................
TAVOLINO:.............................................................
FUOCO:..................................................................
PENTOLA:..............................................................

2. Ora descrivi con le tue parole la casa di Geppetto utilizzando le qualità che hai trovato.

3. Cosa fece Geppetto appena arrivato a casa?

4. Quando Geppetto iniziò ad intagliare il legno, quali parti del burattino fece per prime?


5. Indica le azioni compiute dal burattino mentre Geppetto lo intagliava:

gli occhi: ……………………………………………..........................
il naso:……………………………………………..............................
la bocca:……………………………………………............................
le mani:…………………………………………….............................

6. Quali parti del burattino fece per ultimo?

7. Perché Geppetto voleva fabbricare un burattino?

8. Quali sentimenti provò Geppetto durante la creazione del suo burattino?

9. E se Geppetto fosse stato un ricco falegname? Come sarebbe stata la sua casa? Trova qualità/aggettivi adatti a definirla:


CASA:……………………………………………..............................
STANZA:……………………………………………..........................
SEGGIOLA:……………………………………………......................
LETTO:…………………………………………….............................
FUOCO…………………………………………….............................
TAVOLINO:…………………………………………….......................
PENTOLA:…………………………………………….........................

10. Usando le qualità /aggettivi che hai trovato descrivi ora la casa del ricco Geppetto; poi disegnala.





Edited by Milea - 23/12/2023, 19:30
 
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Pinocchio perché no?


Naso di legno, cuore di stagno,
burattino quando diventerai un bimbo come noi?
pan di mollica, scansafatica, dove vai?
sono un burattino e non mi fermo mai!

Con le mie scarpe di zuppa e pan bagnato
il vestitino di carta colorato
farò i dispetti a chi sarà cattivo
e sarò buono con chi mi dice: bravo!
Faccio festa per trenta giorni al mese
e il calendario per me lo sai non ha sorprese
Natale e Pasqua, Befana e Ferragosto
sempre domenica è per me
e se domenica non è
è festa uguale lo so
ma perchè per noi no?
che ne so...

Pinocchio ma dove vai?
Pinocchio che cosa fai?
Pinocchio la fantasia
è solo una bugia!

Son piccolino lo so ma m’intrufolo dappertutto
non ho paura però un po’ me la faccio sotto
sono una peste, dei grandi me ne infischio
e un terremoto farò se no non provo gusto
Che confusione laggiù, spostatevi che m’impiccio
io mi diverto di più se termina in un pasticcio
a lavorare, a scrivere e a studiare
ci mando gli altri senza me
io sto in vacanza e sai perchè
un burattino non può
ma perchè lui non può?
perchè no...

Pinocchio ma dove vai?
Pinocchio che cosa fai?
Pinocchio la fantasia
è solo una bugia!
Natale e Pasqua, Befana e Ferragosto
sempre domenica è per me
e se domenica non è
è festa uguale lo so
ma perchè per noi no?
perchè no...

Naso di legno, cuore di stagno, burattino
quando diventerai un bimbo come noi?
pan di mollica, scansafatica, dove vai?
sono trottolino
sono piccolino
sono un burattino e non mi fermo mai!




 
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Unisci i puntini nel giusto ordine,
da 1 a 47 per completare l’immagine di Pinocchio; poi colora





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Unisci i puntini nel giusto ordine,
da 1 a 56 per completare l’immagine di Pinocchio; poi colora





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Imparo l’inglese con Pinocchio

Le parti del corpo - Body parts







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Trova le differenze




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Figaro e Cleo

Guida il gatto fino al pesce rosso di Geppetto






Edited by Milea - 31/12/2023, 11:39
 
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Pinocchio e tanti MA


(Gianni Rodari)




Mastr’Antonio falegname
trovò un pezzo di legname
che parlava e che rideva,
come un bimbo poi piangeva.

Arrivato il buon Geppetto
fa quel legno un dispetto:
e gridando: Polentina!
lo canzona una vocina.

Litigando i due anziani,
le parrucche in bocca e mani,
si ritrovan presto a terra
e finisce lì la guerra.

Fatta pace con Geppetto,
spetta a lui il legno sospetto:
faccia pure un burattino
che saltelli per benino.

Giunto a casa il buon vecchietto,
fa il pupazzo con diletto
e lo chiama poi Pinocchio,
già monel quand’apre l’occhio.

Nudo fugge il burattino
e Geppetto, poverino,
per quel figlio scapestrato
per error viene arrestato.





Torna a casa poi Pinocchio
ed al muro getta l’occhio:
dice a lui il grillo parlante:
- Marachelle? Ne fai tante!
Adirato il gran monello
al buon gril tira il martello.

Or si sente liberato,
MA ha pur freddo ed è affamato.

Fruga allor la spazzatura
e un bell’uovo si procura;
MA il buon cibo sospirato
ahi, volando se n’è andato!

Al paese corre allora
e, bussando a tarda ora,
non il pane gli vien dato,
MA con acqua è annaffiato.

Affamato e infreddolito,
giunto a casa s’è assopito;
MA per lui no non c’è pace:
arde i piedi sulla brace!

Ritornato il buon Geppetto
che scordato ha ogni dispetto,
le tre pere che ha portato
al monello ha già donato.

Rifà i piedi al burattino
e lo veste per benino.
Per comprar l’abbecedario
dà la giacca all’antiquario.





Vende il libro il burattino
per andare al teatrino
e incontrare i suoi amici
che al vederlo son felici.

Riconoscono il fratello
MA esce fuor sul più bello
dei pupazzi il gran padrone
che a punirlo si dispone.

Mangiafuoco starnutisce:
che è commosso si capisce,
dal buon cuor del burattino
che difende anche Arlecchino.

Gli dà poi cinque monete;
MA Pinocchio, che volete,
volpe e gatto ha incontrato
e purtroppo vien gabbato.

Su cammina, avanza, spera,
poi raggiungon verso sera
affamati a più non posso,
l’osteria “Gambero Rosso”.

MA il buon grillo ha ignorato
e i briganti ha incontrato
che a rubar monete d’oro
già si mettono al lavoro.





Cela in bocca i suoi denari
MA l’inseguon i compari...
e, raggiunto, vien preso:
alla quercia è poi appeso.

La turchina bella fata
la carrozza ha mandata
e Pinocchio vien spiccato
ed a casa trasportato.

Steso a letto poi Pinocchio
tre dottori ha lì sott’occhio,
che si chiedon, gruppo accorto,
se sia vivo oppure morto.

Gli dà poi la sua fatina
la prescritta medicina
MA Pinocchio sol la fiuta
e di berla si rifiuta.

MA i becchini con la bara
quando vede, tosto impara
che se inver non vuol morire
la gran purga ha da sorbire.

Alla fata poi, chissà
non sa dir la verità:
e famoso nasce il caso
che il dir falso allunga il naso.

Poi i picchi a convegno
a quel naso tolgon legno
or Pinocchio vuole andare
il suo babbo a ritrovare.





MA trovò la volpe e il gatto
ed allor successe un fatto:
piantò l’or (non ci fu scampo)
dei miracoli nel campo.

Va Pinocchio a denunciare
che s’è fatto derubare,
MA in quel sito (amaro fato!)
va in prigione il derubato.

La prigione un dì lasciata
vuol tornare dalla fata:
al serpente non s’è arreso;
MA in tagliola poi è preso.

Il padron che l’ha acciuffato,
a catena l’ha legato.
E così egli passa un guaio
fa la guardia ad un pollaio.

Nella notte i ladri scopre,
con bugie, no, non li copre!
Il padron lo ricompensa:
dalla guardia lo dispensa.

Or Pinocchio liberato,
salta e balla per il prato
ed a casa vuol tornare
la fatina a riabbracciare.

Non trovò la casa attesa;
MA una tomba, ahi, che sorpresa.
La fatina tanto amata
dal dolor era spirata!

Giunge poi un gran colombo,
che volava senza rombo
per portarlo in riva al mare
il suo babbo a ritrovare.

MA Geppetto, ahimè, scomparve
e cercando, poi gli apparve
l’isoletta misteriosa
dove ogni ape è industriosa.

Ritrovò lì la sua fata
a salvarlo dedicata:
e promise il burattino
di studiare per benino.





Egli a scuola vuole andare,
MA poi corre in riva al mare,
che gli han detto che stamane
giunto è là un pescecane.

Fanno lotta i gran monelli,
impazziti i lor cervelli
fin che un bimbo poi colpito
giace a terra tramortito.

Preso dai carabinieri
svanir vede i desideri
d’obbedir alla fatina
come detto alla mattina.

MA sfuggito all’arresto
poi soccorre pronto e lesto
un mastin, a nuoto in mare
che già sta per affogare.

D’esser salvo egli crede
MA un agguato, no non vede!
Una rete (questa è bella!)
lo destina alla padella.

Del gran fritto è giunta l’ora,
che l’uom verde già assapora;
MA il mastin prima salvato
dalle grinfie l'ha strappato.

Torna a notte dalla fata
MA una chiocciolina affacciata
fino al dì lo fa aspettare
e Pinocchio è lì a calciare.

Nella porta incastra il piede
e il buon cibo giunger vede,
che al morso, ahimè, è finto!
E svenuto cade vinto!

Perdonato è dalla fata,
che gli fissa già la data:
non sarà più un burattino
MA un normale e bel bambino.




MA Lucignolo monello
poi gli dice: - Sai che bello!
Vien sul carro, dai, coi fiocchi
al paese dei balocchi!

Dopo mesi di cuccagna,
si presenta la magagna;
sulla testa dei monelli
grandi orecchie d'asinelli.

Diventato un bel ciuchino
raglia, raglia il poverino
e nel circo poi portato
a saltar viene addestrato.

MA s’azzoppa un brutto giorno
e lo leva poi di torno
di quel circo il direttore
che lo vende ad un signore.

Vien gettato allora in mare
che un tamburo s’ha da fare;
ma dai pesci liberato
burattino è tornato.

La salvezza già s’aspetta
quando vede la capretta;
ma nel nuoto (ahi, mosse vane!)
se l’ingoia un pescecane.

MA nel corpo del gran pesce
il papà a trovar riesce,
che la chiaror d’un lumicino,
sta ingoiando un pesciolino.

Poi decidon di scappare
da quel pesce verso il mare:
quando un tonno lì arriva,
fuggon dritti verso riva.

Una casa già li aspetta
data al gril dalla capretta.
Per il babbo suo aiutare,
va il bindolo a girare.

Quando scopre che la fata
all’ospedal giace ammalata,
fa ben sedici canestri
ed annulla i suoi malestri.

Or Pinocchio s’è ripreso,
a saggezza alfin arreso:
cessa d’essere un pupazzo
e diventa un bel ragazzo.


 
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