La leggenda dei colori del Guacamaya, Pappagalli da colorare

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*stellinat*
view post Posted on 3/12/2023, 15:40 by: *stellinat*     +8   +1   -1
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La leggenda dei colori del Guacamaya

(leggenda messicana)


Tanto tempo il pappagallo non aveva colori; era tutto grigio e le sue piume erano corte; era uno fra i tanti uccelli giunti da chissà dove. Gli dei litigavano spesso perché il mondo era assai noioso con due soli colori: uno era il nero che comandava la notte, l’altro era il bianco che camminava di giorno. Il terzo, il grigio, non era propriamente un colore: dipingeva sere e mattine affinché non si scontrassero troppo. Ma gli dei nonostante fossero molto litigiosi erano anche molto sapienti. In una riunione decisero di cercare altri colori per rendere allegra la vita degli uomini.

parrot70

Uno degli dei cominciò a camminare per pensare meglio, ed era talmente assorto, che sbatté contro una pietra ferendosi la testa da cui uscì del sangue. Il dio, dopo aver strillato per un bel pezzo, guardò il suo sangue e vide che era di un colore diverso; andò dagli altri Dei, mostrando loro il nuovo colore che chiamarono “rosso”; era il terzo colore che nasceva.

Un altro dio cercava un colore per dipingere la speranza. Lo trovò dopo un bel pezzo e lo mostrò all’assemblea degli Dei; gli misero il nome “verde”: era il quarto colore. Un altro cominciò a grattare forte a terra. “Che fai?” gli chiesero gli altri dei. “Cerco il cuore della terra “rispose rivoltando la terra da ogni lato. Dopo un po’ trovò il cuore della terra, lo mostrò agli altri dei e chiamarono quel colore “marrone”; era il quinto colore.

Un altro dio salì in alto. “Vado a guardare il colore del mondo” disse, e si mise a scalare una montagna. Quando arrivò in cima, guardò in giù e vide il colore del mondo, ma non sapeva come fare a portarlo agli altri dei. Allora rimase a riflettere un bel po’ di tempo, finché il colore non gli si attaccò agli occhi. Discese come poté, a tentoni, e andò all’assemblea degli dei. “Porto nei miei occhi il colore del mondo: e “azzurro” chiamarono il sesto colore.
Un altro dio stava cercando colori quando sentì un bambino che rideva; gli si avvicinò con cautela e gli prese la risata, la portò agli altri e misero il nome “giallo” al settimo colore.

A quel punto gli dei che erano ormai stanchi, andarono a dormire, lasciando i colori in una cassetta buttata sotto un albero. La cassetta non era chiusa bene e i colori uscirono, cominciando a far chiasso e festa. Così nacquero tanti nuovi colori. Quando tornarono gli Dei si accorsero che i colori non erano più sette, ma molti di più e guardarono la cassetta. “Tu hai partorito i colori, tu ne avrai cura, così dipingeremo il mondo”.

parrot70

Salirono sulla cima del monte, e da lì cominciarono a lanciare i colori, così l’azzurro finì in parte nell’acqua e in parte nel cielo, il verde cadde sugli alberi e sui prati, il marrone, che era il più pesante, cadde sulla terra, il giallo, che era una risata di bimbo, volò fino a tingere il sole, il rosso giunse sulla bocca degli uomini.

Gli dei lanciavano i colori senza fare attenzione a dove finissero e alcuni di essi spruzzarono gli uomini. Per questo vi sono persone di diversi colori e di diverse opinioni. Allora, gli dei, per non dimenticarsi dei colori e perché non si perdessero, cercarono un modo per conservarli. Stavano pensando a come fare quando videro un pappagallo, che era brutto e grigio come una gallina spennacchiata. Lo presero, gli attaccarono i colori e gli allungarono le penne affinché ci stessero tutti. Ancora oggi il pappagallo Guacamaya se ne va in giro per ricordare agli dei che molti sono i colori e le opinioni e che il mondo potrebbe essere felice se tutti avessero il proprio spazio.

Nel frattempo il bianco ed il nero si erano sentiti messi da parte nella creazione dei nuovi colori. Anzi, si erano proprio offesi! Possibile che gli dei non si erano ricordati almeno di chiedere loro che ne pensavano della novità? E così presero il coraggio in due mani e inventarono anche loro una bella cosa che potevano poi pensare solo loro...perché aggiungendo “chiaro” o “scuro” ai nuovi colori, ne inventarono il doppio! Rosso scuro e rosso chiaro, verde scuro e verde chiaro e così si divertirono ad arricchire tutta la gamma di tinte.




Frida Kahlo, Io e i miei pappagalli
(Yo y Mis Pericos - Me and My Parrots)
(1939 - 40 circa)
olio su tela, 82 x 62.8 cm
New Orleans, Collezione Mr. & Mrs. Harold H. Stream, Louisiana, U.S.A.






Edited by Milea - 3/12/2023, 15:42
 
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