Muchachas griegas en la orilla (Donne greche sulla spiaggia), Joaquín Sorolla y Bastida, 1895

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view post Posted on 30/9/2023, 21:57     +13   +1   -1
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Joaquín Sorolla y Bastida
Muchachas griegas en la orilla (Donne greche sulla spiaggia)
1895
olio su tela - 188,5 x 175.5 cm.
Collezione privata, Valencia


L’opera venne commissionata a Sorolla nel 1895 dal marchese di Valdeterrazo per decorare il suo palazzo madrileno in calle Hortaleza, che la pagò 2.000 pesetas. Fu dipinta nell’anno del trionfo parigino di Sorolla, dove il suo quadro Il ritorno dalla pesca aveva vinto la medaglia d’oro al Salon di Parigi ed era stato acquistato dallo Stato francese per il Musée du Luxembourg. Grazie al prestigio acquisito, al suo ritorno il marchese di Valdeterrazo gli commissionò questa squisita tela, che incarna i grandi murales neoclassici che Sorolla fu incaricato di dipingere nella prima parte della sua carriera. L’anno successivo realizzò una decorazione simile per il grande proprietario terriero cileno Rafael de Errázuriz per la sua dimora di Valparaíso, consolidando così il talento di decoratore. Questo insieme di opere costituirono un punto di svolta nella carriera di Sorolla, poiché da questo momento in poi la sua fama internazionale crebbe in modo esponenziale. “Nessuno che non viva a Parigi”, disse quell’anno il critico Bonafoux su El Heraldo de Madrid, “può farsi un'idea di cosa significhi il trionfo del signor Sorolla”.


Richiamandosi alla moda contemporanea per il neo-ellenismo, Sorolla presenta una lussureggiante cornice costiera mediterranea, non diversamente dalla sua nativa Valencia, in primavera. Il mare di Sorolla appare inconfondibile nella freschezza del suo movimento e fa da cornice alla natura selvaggia che lo circonda, dove fioriscono oleandri rosa e gialli, fiori caratteristici di Valencia, che Sorolla adorava e trapiantò nel giardino della sua casa di Madrid, oggi Museo Sorolla. L’artista raffigura due fanciulle vestite con tuniche ellenistiche, in un drappeggio bianco elegantemente fluente, retroilluminato dal sole, che raccolgono fiori in un ambiente aspro, dove il blu intenso del mare fa da cornice alla vegetazione che punteggia la riva.



Allo stesso modo, il pittore canta l’incipiente primavera attraverso i rami di mandorlo in fiore, trattati nella parte superiore della tela con una sottile delicatezza giapponese. Fedele al suo tradizionale approccio alla luce, al colore e al mare, Sorolla integra in “Donne greche sulla riva” il meglio della sua produzione di quel periodo, dimostrando la sua perfetta integrazione nelle tendenze artistiche più cosmopolite. Mentre l’abito e le pose delle ragazze richiamano alla mente la scultura classica e la figura lontana potrebbe essere stata parzialmente ispirata alla Diana di Gabii al Louvre, che l’artista aveva probabilmente visto la stessa estate in cui iniziò quest’opera, Sorolla non sembra aver imitato uno specifico prototipo classico per le figure.


Il pittore dimostra soprattutto di conoscere le mode decorative del fin-de-siècle, ispirandosi per questa decorazione ai temi neogreci resi di moda in quegli anni da Sir Lawrence Alma-Tadema e Frederic Leighton, che l’artista ammirava profondamente dopo la visita all’Esposizione Universale di Parigi del 1889 e con i quali mantenne un rapporto affettivo. Infatti, lo stesso Alma-Tadema dirà pubblicamente di Sorolla che “ci ha fatto dimenticare i giorni di nebbia per il sole glorioso dei suoi quadri”. L’artista concentra parte della sua attenzione sulla raffigurazione delle tuniche candide delle ragazze. L’uso magistrale del bianco era uno dei tratti comuni dei grandi artisti internazionali di fine secolo, come Whistler, John Singer Sargent e William Merritt Chase, che in questo modo dimostravano la loro devozione verso gli antichi maestri, soprattutto Velázquez e Franz Hals.



Nutrita per la prima volta dagli studi a Roma nel 1885, l’estetica classica di Sorolla rimase implicita nel suo lavoro per tutta la sua carriera. Nelle sue composizioni successive dipinte direttamente sulla spiaggia di Valencia, Sorolla allude al passato classico della città natia e del Mediterraneo nella perfezione nuda dei suoi personaggi. Le suggestioni non sfuggirono al critico Juan Ramón Jiménez, che nel 1904 osservò che Sorolla: “... lavora con i suoi pennelli ispanici e trova tutto ciò che gli serve, l’anima di un intero Paese”. Inizia così una serie di quadri della sua terra natale - fatica, sudore, povertà e sole, lo splendore greco della costa mediterranea e il fragore del suo mare blu, la grazia floreale di Valencia, tutta quella profusione di spume e trasparenze, brezze e fiori, quell’incomparabile coro rumoroso di donne, bambini e marinai spagnoli”.



In forme diverse, il drappeggio bianco fluente delle figure nell’opera presente trova il loro equivalente in altre importanti opere di Sorolla dipinte all’epoca, in particolare Cucendo la vela e La Madre. Quasi astratto, quest’ultimo diventa una sinfonia in bianco, spezzata solo dal legame tra la moglie di Sorolla, Clotilde e la nuova figlia Elena.

Sorolla fu il primo a riconoscere l’importanza cruciale del suo lavoro della metà degli anni Novanta del XIX° secolo nel determinare il suo futuro successo. In una lettera del 1913 a Rodolfo Gil scrive: “Quanto tempo ho impiegato per formare il mio stile? Vent’anni! ... Fino al mio quadro nel Lussemburgo [Ritorno dalla pesca], non ero pienamente consapevole dell’ideale che stavo perseguendo. È stato un processo faticoso, ma metodico e razionale; a poco a poco le esitazioni si sono appianate, ma non all’improvviso...” (Carmen Gracia, “Sorollismo: A Unique Adventure”)



La presente commissione fu un successo, tanto che Valdeterrazo richiese a Sorolla un’altra tela cinque anni più tardi. Quest’ultima opera intitolata Figuras de casacas jugando en un jardín doveva raffigurare un gruppo di figure in un giardino in abiti settecenteschi; le due tele sono rimaste insieme fino al 1985. (M.@rt)



 
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