Interno, barattolo di pesci rossi, Henry Matisse, 1914

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view post Posted on 13/9/2023, 16:11     +13   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Henri Matisse
Interno, barattolo di pesci rossi
(Intérieur, bocal de poissons rouges)
1914
olio su tela - 147 x 97 x 2,4 cm.
Parigi, Centre Pompidou


Tra il 1909 e il 1913, Matisse vive e lavora a Issy. Nel dicembre 1913 rioccupa un appartamento nell’edificio al 19 di quai Saint-Michel, un piano sotto il suo precedente studio. “Intérieur, bocal de poissons rouges” è stato certamente dipinto durante le prime settimane del trasloco, tra il dicembre 1913 e l’inizio della primavera 1914, poiché il dipinto fu riprodotto il 15 maggio 1914 sulla rivista letteraria e artistica francese “Les Soirées de Paris”, fondata nel febbraio 1912 da Guillaume Apollinaire e quattro dei suoi soci: André Billy, René Dalize, André Salmon e André Tudesq, e pubblicata l’ultima volta nell’agosto 1914.

Alcune frasi di una lettera all’amico Simon Bussy, datata 26 gennaio 1914, chiariscono lo stato d’animo di Matisse di fronte a questo ritrovato paesaggio parigino: “È un grande piacere per me avere nuove sensazioni in un ambiente familiare. Lavoro qui e non rimpiango di non essere andato via da Parigi”. Matisse aveva infatti trascorso parte dei due inverni precedenti a Tangeri e aveva anche preso in considerazione un terzo soggiorno. Da queste “nuove sensazioni” nascono alcune opere eccezionali, “Intérieur, bocal de poissons rouges”, nonché le due Vues de Notre-Dame (Vedute di Notre-Dame), di dimensioni paragonabili, che la seguono immediatamente e che mostrano l’altra metà del panorama dalla finestra al 19 di quai Saint-Michel.




Henri Matisse
Vue de Notre-Dame Paris, quai Saint-Michel
primavera 1914
olio su tela - 147,3 × 94,3 cm.
The Museum of Modern Art, New York


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Henri Matisse
Notre-Dame Paris, quai Saint-Michel
primavera 1914
olio su tela - 147 × 98 cm.
Kunstmuseum Solothurn, Dübi-Müller-Stiftung (Svizzera)


E ancora, negli anni successivi, “L’Atelier, quai Saint-Michel” (1916) e “Le Peintre dans son atelier” (1916-1917). Queste ultime due tele, delle stesse dimensioni e incorniciate in modo identico, insieme a “Intérieur, bocal de poissons rouges”, formano un trittico parigino blu, nero, grigio e ocra, più austero ma altrettanto monumentale del “Trittico marocchino” del Museo Pushkin di Mosca, composto da “La Vista dalla finestra”, “Zorah sulla terrazza” e “La Porta della Casbah”. Commissionato all’artista nella primavera del 1911, fu realizzato a Tangeri nel biennio successivo.



Trittico Marocchino, Museo Pushkin (Mosca)


Il dipinto del Centre Pompidou si trova, inoltre, nel punto di congiunzione privilegiato tra due serie, quella degli Interni, aperta alla luce riverberata dal fiume, e quella dei Pesci rossi, ovvero alla confluenza dei due temi (finestre e acquari) attraverso i quali, Matisse scelse di esprimere la sua “ossessione per la trasparenza”. Si può definire la successione cronologica dei dipinti in cui si intrecciano questi temi essenziali. “Intérieur, bocal de poissons rouges” precede “Poissons rouges et palette” , appartenuto a Jacques Doucet, poi a Samuel Marx prima di passare al Museum of Modern Art di New York.



Henri Matisse
Poissons rouges et palette
(Goldfish and palette, Paris, quai Saint-Michel)
autunno 1914
olio su tela - 146,5 x 112,4 cm.
Museum of Modern Art, New York


In quest’ultimo quadro entra in gioco un terzo tema, anch’esso essenziale per Matisse (come per Picasso): quello del pittore stesso, qui presente solo attraverso la tavolozza e la mano che la impugna. Matisse scrive a Camoin nel 1914:“...Marquet e io abbiamo finalmente ripreso a lavorare; è il mio quadro dei Pesci rossi che sto rifacendo con un personaggio che ha la tavolozza in mano e osserva (armonia marrone-rosso)”.


“Intérieur, bocal de poissons rouges” appare come una delle più complesse e sontuose meditazioni di Matisse sullo spazio, sul dentro e sul fuori, sull’opacità e sulla trasparenza, sul pittore nel mondo. A prima vista, queste nozioni, difficilmente conciliabili, sono rese evidenti dal colore: un blu profondo, modulato, unificante, presente anche quando è sovrapposto ad altri colori. Al centro della tela, e al centro dello spazio interno, si trova il vaso trasparente e cilindrico (posto su uno sgabello che materializza uno spazio cubico): un emblema geometrico, certo, e un simbolo dell’attraversamento dello sguardo, che raddoppia la metafora della finestra, ma anche un microcosmo che contiene un frammento del vivente - nella forma delle due macchie cremisi che rappresentano il pesce rosso - così come lo spazio meditativo dello studio è contenuto nel mondo esterno che segue il suo percorso al di là della finestra e della Senna.


Questa importante tela sarebbe stata destinata alla collezione Chtchoukine, ma a causa della guerra rimase a Matisse. Fu esposta nel 1915 a New York (presso la Montross Gallery) e riprodotta a colori nel catalogo. Passò poi alla galleria Paul Rosenberg, dove fu acquistata (intorno al 1920 e comunque prima del 1931) dal barone e dalla baronessa Gourgaud e lasciato in eredità (insieme ad altri importanti dipinti di Pierre Bonnard, Fernand Lèger e Picasso) ai Musées Nationaux. (M.@rt)






Edited by Milea - 13/9/2023, 17:39
 
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