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Come fanno gli uccelli
a resistere alle turbolenze?
Secondo una nuova ricerca pubblicata su Journal of the Royal Society Interface, quando un uccello in volo incontra una turbolenza, ripiega le ali per stabilizzarsi.
Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori che studiava il volo dell'aquila delle steppe (Aquila nipalensis): quando l'uccello si librava nell'aria ripiegava spesso le ali, per poi riprendere a volare normalmente.
Questo comportamento non è nuovo alla scienza: nel 1908 Wilbur Wright, uno dei fratelli che misero a punto il primo aeroplano funzionante, coniò il termine wing-tucks ("rimboccatura delle ali") mentre osservava il volo degli uccelli per migliorare il design del velivolo.
Per capire se questo comportamento influenzasse l'aerodinamica dell'aquila, gli autori della ricerca hanno dotato un'aquila di una sorta di "scatola nera" superleggera che registrava velocità, altitudine, rollio e altre informazioni. Nel corso di 45 voli effettuati nel Brecon Beacons National Park, nel Galles meridionale, il ripiegamento delle ali è stato rilevato 2.594 volte. E le informazioni raccolte hanno rivelato che il comportamento è avvenuto in risposta a turbolenze atmosferiche.
“Quando un velivolo incontra una turbolenza", spiega il biologo di Oxford Graham Taylor, responsabile della ricerca, "si muove l'intero apparecchio. A un uccello invece basta ripiegare le ali per mantenere un volo senza scossoni".
Riuscire a gestire le turbolenze è particolarmente importante per l'aquila delle steppe, che ogni migra dall'Asia Centrale all'Africa sfruttando le correnti ascensionali, ovvero masse d'aria calda che salgono di quota; e benché queste correnti consentano all'uccello un risparmio energetico, creano anche sobbalzi nel volo. Fonte
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