Il pipistrello dorato e altri animali col tocco di Mida

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view post Posted on 20/10/2014, 16:59     +3   +1   -1
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Il pipistrello dorato
e altri animali col tocco di Mida


Alcuni devono il loro colore alla chitina, altri a una dieta particolare. Che si tratti di sfuggire ai predatori o di avvertirli di stare alla larga, il giallo e l'oro vanno sempre di moda


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La nuova specie di pipistrello, Myotis midastactus


Questo pipistrello è stato scoperto di recente in Bolivia, ed è andato a unirsi alla folta schiera di animali dorati che già conoscevamo. Se ne parla su un paper pubblicato a luglio sul Journal of Mammalogy. La nuova specie deve il suo nome (Myotis midastactus) a Mida, il re della leggenda greca che trasformava in oro tutto ciò che toccava. Nonostante la sua peculiare colorazione gialla, questo pipistrello è stato a lungo scambiato per un'altra specie appartenente allo stesso genere (anche se non dorata).

Dopo averlo confrontato con degli esemplari conservati in collezioni museali è invece emerso che si trattava di una specie mai descritta prima. Lo studio è stato guidato dal biologo ambientale Ricardo Moratelli della Fondazione Oswaldo Cruz di Rio de Janeiro, in Brasile. L'areale di diffusione del M. midastactus è probabilmente limitato alla Bolivia centrale, nella zona di savana tropicale. La specie, con la sua "peculiare e distintiva colorazione", è ancora un mistero per gli esperti, ammette Moratelli. "In apparenza il colore non è legato al mimetismo, perché altre due specie del genere Myotis nella medesima area sono molto più scure. [Durante il giorno] usano anche gli stessi posatoi".

Un'altra specie di pipistrello sudamericano, Noctilio albiventris, presenta la stessa colorazione. Siccome entrambe si nutrono di insetti variopinti, secondo Moratelli è possibile che sia la dieta a influenzarne l'aspetto tanto appariscente.


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Medusa dorata, Pelagia benovici


Questa specie di medusa è stata descritta per la prima volta nel 2014, in un paper pubblicato sulla rivista Zootaxa. Un gruppo di pescatori ha issato le reti, vicino a Venezia, e le ha trovate piene di questi invertebrati. L'intervento degli esperti ha poi permesso di scoprire che si trattava di una nuova specie, probabilmente invasiva, arrivata nel golfo tramite l'intensa attività di trasporti transcontinentali.



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Un salmone dorato, specie Salminus brasiliensis


Se c'è qualcuno che ha beneficiato in modo particolare del "tocco di Mida", questi sono i pesci. Dal Salminus brasiliensis d'acqua dolce fino alla lampuga d'acqua salata, la specie Coryphaena hippurus, ma anche la trota dorata della California, Oncorhynchus mykiss aguabonita e la nota famiglia dei Ciprinidi.

Il luccichio metallico delle loro scaglie, che da sempre affascina i pescatori al pari degli appassionati di acquari, è dovuto a un pigmento cristallino che riflette la luce e nasconde il pesce alla vista dei predatori. Una tattica che, purtroppo, nella boccia di casa sembra non funzionare altrettanto bene. Specialmente se c'è un gatto in giro.


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Una cetonia dorata, specie Cetonia aurata


Gli scarabei gioiello del genere Chrysina, come la specie Chrysina aurigans della Costa Rica, fanno sfoggio di un'iridescenza metallica. Gli scienziati hanno scoperto che questo aspetto particolare deriva dalla disposizione strutturale degli strati di chitina, una sostanza dura che è la principale componente dell'esoscheletro degli insetti.

Questi strati, di spessore decrescente, si piegano e riflettono la luce in modo da creare l'"effetto gioiello". Seppur sembri ironico, secondo gli esperti tale luccichio permette agli insetti di non essere scoperti dai predatori, nel loro habitat tropicale costantemente bagnato dalle piogge.


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Un leontocebo rosalia, Leonthopitecus rosalia


Il leontocebo rosalia deve il proprio nome alla leonina e lustra criniera che circonda il suo volto malizioso. La colorazione dorata potrebbe essere dovuta all'esposizione alla luce solare, e al fatto che questa specie predilige cibi ricchi di carotenoidi, i pigmenti che in natura determinano il colore giallo.

La progressiva distruzione del suo habitat, le foreste tropicali nel Brasile orientale, ha fatto sì che il leontocebo rosalia sia diventato un ospite piuttosto comune negli zoo di tutto il mondo. Gli sforzi di conservazione per reintrodurre in natura la specie -considerata in pericolo secondo la lista rossa dell'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN)- finora hanno avuto successo.


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Una rana freccia nel Dipartimento di Cauca, in Colombia


Un'altra specie sudamericana, la rana freccia (Phyllobates terribilis) ostenta la sua colorazione come avvertimento per i predatori. La pelle di questo anfibio contiene infatti una potente tossina che colpisce le cellule nervose, causando insufficienza cardiaca e respiratoria.

La tossina è fatale persino per gli animali più grandi, esseri umani compresi, ed è stata a lungo utilizzata dai cacciatori indigeni colombiani per rendere velenosi i proiettili delle loro cerbottane. In che modo la rana si procuri gli "ingredienti" per preparare questa tossina letale è ancora un mistero, ma molti scienziati sospettano che il responsabile sia un insetto della famiglia Melyridae del quale questa specie si nutre. Fonte


 
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