Oliviero Toscani e Slow Food: i cibi in estinzione, Dai quattro angoli delle terra

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view post Posted on 22/10/2014, 10:04     +2   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Oliviero Toscani e Slow Food: i cibi in
estinzione dai quattro angoli della terra





Raccogliere e raccontare con le immagini il patrimonio mondiale di frutta, verdura, formaggi e salumi a rischio di estinzione. E' l'idea di Oliviero Toscani che, attraverso gli scatti in mostra a Torino dall'8 al 31 ottobre in piazza Carignano, racconta la storia di alcuni cibi provenienti dai quattro angoli della terra (anche dall'Italia) che rischiano di scomparire. Si tratta di prodotti dei Presìdi Slow Food e salvati dal progetto Arca del Gusto. "Slow Food ha fatto un lavoro incredibile - ha commentato Toscani - impegnandosi per una nuova cultura del cibo, che rispetti le materie prime e l'ambiente che ci circonda. Bisogna cominciare da qui, o meglio ricominciare. Perché una volta, ai tempi dei nonni, era o no tutto slow food?". Il tema è al centro dell'edizione 2014 del Salone Internazionale del Gusto, al Lingotto di Torino dal 22 al 27 ottobre. Nella foto in alto: Branza de Burduf dei monti Bucegi, Romania. Il più pregiato dei formaggi rumeni prodotto con una stagionatura nella corteccia di abete che gli conferisce note resinose e ne arricchisce le caratteristiche organolettiche.



Sale di canna del fiume Nzoia, Kenya. Estratto da una pianta acquatica dal XVII secolo, rischia di scomparire per via della lavorazione lunga e impegnativa che prevede l'essicazione sotto cenere.



Marocca di Casola, Toscana. Pane di farina di castagne dalla consistenza molto dura. Grazie alla piccola percentuale di patate nell'impasto, si conserva molto bene anche per molti giorni.



Cola di Kenema, Sierra Leone. È un frutto della stessa famiglia del cacao, rinomato per la consistenza e il sapore. E' usato in riti e cerimonie per dare il benvenuto agli invitati o come simbolo di amicizia.



Pomodoro regina di Torre Canne, Puglia. La coltivazione risale alla metà dell'800, quando sostituì il cotone, ancora usato per la produzione di cordicelle per intrecciare le ramasole, i mazzi di pomodori da serbo.



Caffe? selvatico della foresta di Harenna, Etiopia. Cresce spontaneamente a 1800 metri di altezza: questo caffè naturale è la principale fonte di reddito dei contadini e simbolo di ospitalità, amicizia e rispetto.



Cuscus salato di miglio dell'isola di Fadiouth, Senegal. Prodotto dalle donne con una preparazione lunga e laboriosa, si consuma e si vende solo localmente. Si accompagna con una salsa di fiori di mangrovia, arachidi, carne o molluschi .



Manna delle Madonie, Sicilia. Leggere e spugnose, quasi insapori, le stalattiti di manna sono un dolcificante naturale a basso contenuto di glucosio e fruttosio con proprietà depurative .



Gelso del Pamir, Tajikistan. Ne esistono 60 varietà nella regione. È consumato fresco o trasformato in sciroppi e confetture. Fino al 1997 era il principale nutrimento della popolazione locale .



Noce di barù, Brasile. Tostata è simile alle arachidi ed è la base di dolci e oli. Ha un alto valore nutritivo e proteico ed è l'alimento centrale per la dieta degli agricoltori.



Slatko di fichi selvatici, Macedonia. Dolce prodotto esclusivamente in famiglia dalle donne della comunità che lo offrono agli ospiti in segno di benvenuto.



Sale marino artigianale di Cervia, Emilia Romagna. Saline di origine etrusca, sono riconosciute per l'alto valore naturalistico e paesaggistico. Il sistema tradizionale di produzione si adatta alle difficili condizioni climatiche della zona.



Vaniglia della Chinantla, Messico. Bacche morbide, flessibili e profumate, coltivate nuovamente dagli anni '90 del '900 come alternativa al caffè, su cui si basava l'economia delle famiglie della zona.

 
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