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Jean Auguste Dominique Ingres (1780-1867)
La Sorgente (La Source), 1820-1856
olio su tela di canapa, 163 x 80 cm.
Parigi, Grand Palais (Musée d'Orsay) Legato della contessa Duchâtel, 1878
Quest’opera, di una bellezza classica e senza tempo, è firmata e datata 1856 dal pittore stesso, su una pietra ai piedi della modella, vicino a un iris giallo in fiore.
L’artista, allo stesso tempo tradizionalista e innovatore, contemporaneo ai movimenti del classicismo, del romanticismo e del realismo, seguì un percorso personale e indipendente, che non ebbe un successo immediato. Egli affermava la supremazia della qualità estetica di un’opera sul soggetto, perseguendo una bellezza ideale da ricercare nella natura attraverso gli insegnamenti e la mediazione dell’arte antica e del Rinascimento. Autore di opere di ispirazione mitologica, storica e letteraria, rappresentò, lungo tutta la sua carriera, il nudo femminile in dipinti che hanno suggellato la sua fama, elevando il suo lavoro a modello per le generazioni future.
L’elaborazione della “Sorgente” fu particolarmente lunga: iniziata nel 1820 a Firenze, la tela giunse in Francia quattro anni più tardi, rimanendo incompleta nello studio del pittore sino al 1856. Esposta al pubblico nell’atelier stesso, quando aveva già 76 anni ed era diventato molto celebre, l’opera ebbe un enorme successo e venne acquistata dal politico e collezionista Tanneguy Duchâtel. Nel dipinto è evidente la derivazione dal tema mitologico di Venere che sorge dalle acque o Venere Anadiomene, un tema pompeiano ripreso nel Rinascimento da Botticelli, al quale Ingres si era interessato in una tela giovanile del 1808.
Jean Auguste Dominique Ingres
Venere Anadiomene (1808 - 1848)
olio su tela, 163×92 cm
Chantilly, Museo Condé
Il dipinto raffigura una giovane donna dal candore adolescenziale in piedi nuda davanti a una parete rocciosa, circondata da piante e fiori; sorregge un’anfora sulle spalle, dalla quale sgorga l’acqua in un fiotto abbondante, lo sguardo perso nel vuoto. Ella flette la gamba destra e ruota leggermente il busto a sinistra con un grazioso movimento dell’anca. Per mantenere l’anfora salda e sicura sulle spalle, la fanciulla passa il braccio destro dietro alla testa. Dalla bocca dell’anfora zampillano tre fili d’acqua, che, riversandosi al suolo in una pozza trasparente, forma una leggera schiuma ai suoi piedi e riflette le caviglie come in uno specchio.
Fronde verdeggianti e fiori si elevano ai lati della polla d’acqua, nella quale si specchia la donna; tutti gli elementi del paesaggio (la roccia, le piante, i fiori e l’acqua) sono scarsamente illuminati, mettendo così in risalto il candore della pelle, ravvivata da una luce zenitale.
Per completare l’opera, Ingres si avvalse della collaborazione dei pittori Alexandre Desgoffe e Paul Balze, circostanza non insolita per il modo di lavorare dell’artista, che coinvolgeva anche architetti quando raffigurava grandi scenari architettonici. Sebbene non sia chiaro quali parti abbiano realizzato questi suoi collaboratori, sembra certo che l’esecuzione del volto e delle delicate estremità della donna siano di Ingres.
La posizione in piedi della donna rispecchia il formato verticale della tela: ella è al centro della tela e l’ombra che la circonda forma una nicchia che accentua l’effetto scultoreo della sua postura. L’aspetto statuario della figura femminile è dato anche dalla sua posa e dai contorni della sua silhouette, che conferiscono alla tela l’immobilità del marmo. Lo specchio d’acqua al suolo isola la figura della giovane donna che appare arretrata verso la parete rocciosa, creando un effetto di profondità. (M.@rt)
Edited by Cappuccine - 18/8/2023, 22:13 |
