Autoritratto al confine tra Messico e Usa, Frida Kahlo, 1932

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view post Posted on 2/8/2014, 21:34     +5   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Frida Kahlo, Autoritratto al confine tra Messico e Usa
(Autorretratto en la frontera entre México y Estados Unidos )
(1932)
Olio su metallo, 31 x 35 cm.
San Francisco (CA), University of California, School of Medicine



Quando Rivera ebbe terminato gli incarichi a San Francisco, la coppia proseguì il suo soggiorno negli Stati Uniti trasferendosi a New York, dopo aver fatto ritorno in Messico per una breve visita; infatti Rivera era stato invitato a una mostra retrospettiva della sua opera. Poi i due si stabilirono per un anno a Detroit, dove il pittore doveva realizzare un affresco per il Detroit Institute of Arts, dal titolo “Industria moderna”.

Nel marzo dell’anno 1933, terminato il dipinto murale, la coppia lasciò Detroit e si stabilì per nove mesi a New York, dove Rivera aveva ricevuto un nuovo incarico. Ma dopo quasi tre anni di permanenza negli Stati Uniti, Frida Kahlo iniziava ad avere nostalgia del Messico. In questo dipinto ella esprime il suo atteggiamento ambivalente. Con un vestito elegante, color rosa, e con lunghi guanti bianchi di pizzo, è in piedi su un piedistallo, come una statua, davanti a un mondo scisso in due parti: alla sua destra quella messicana, ricca di storia, segnata dalle forze della natura e dal ciclo di vita naturale; alla sua sinistra quella americana, morta, dominata dalla tecnica. Frida Kahlo è combattuta tra questi due spazi vitali opposti: in una mano tiene una bandierina messicana e nell’altra una sigaretta.

Sebbene provi ammirazione per il progresso industriale degli Stati Uniti, la nazionalista messicana non si trova a suo agio nel Nuovo Mondo. “I gringo non mi piacciono poi molto”, scrisse a un’amica in Messico “sono estremamente scialbi le loro facce sembrano panini crudi (soprattutto le donne).” E in una lettera al dottor Eloesser si lamentò in questo modo:”L’High-Society di qui mi irrita, e ce l’ho su con tutti questi ricchi, perché ho visto migliaia di persone nella miseria più nera, senza niente da mangiare e senza un posto dove dormire; è la cosa che mi ha colpito di più; è terribile vedere questi ricchi che fanno festa giorno e notte mentre migliaia di persone muoiono di fame… Sebbene il progresso industriale e meccanico degli Stati Uniti mi interessi molto, gli americani mi sembrano completamente privi di sensibilità e di buon gusto. Vivono in un enorme pollaio, sporco e per niente accogliente. La case sembrano dei forni per cuocere il pane e tutte le comodità, di cui continuano a parlare, sono un mito”.

Pur ammirando la tecnica ne vedeva criticamente anche i lati negativi e così si figura il freddo e morto mondo industriale soprattutto nei colori grigio e blu. Il mondo messicano invece è caratterizzato dai colori caldi della terra e della natura. Dal terreno spuntano fiori e prodotti del lavoro umano, sculture e piramidi, sono fatti di materiali naturali. Questa contraddizione tra artificiale e naturale si manifesta in diversi dettagli: le nuvole nel cielo messicano hanno la loro controparte in una nuvola di fumo che esce dalla ciminiera degli stabilimenti Ford.

La molteplicità di piante da una parte trova nell’altra il suo corrispondente nei diversi apparecchi elettrici muniti di cavi, che con le loro radici assorbono energia dal terreno.
Il mondo industriale americano appare inanimato, mentre nella parte messicana appaiono due idoli della fertilità e un teschio, quasi a simboleggiare il ciclo vitale. Alle divinità americane, agli industriali e ai banchieri, che vivono nei moderni templi cittadini, I grattacieli, si contrappongono le più importanti divinità antiche messicane Quetzalcoatl e Tezcatlipoca, rappresentate dal sole e dalla luna sulle rovine del tempio precolumbiano.

Soltanto un piccolo dettaglio collega i due mondi: un generatore di corrente sul suolo americano ricava energia dalle radici delle piante messicane, per immetterla poi nel piedistallo sopra cui sta Frida Kahlo, la sua figura sembra ricevere energia da entrambi i mondi. Questo ci indica che la pittrice non voleva rappresentare solo il suo stato d’animo, il suo conflitto interiore e la nostalgia per la patria, ma anche che lei, come personificazione della sua terra, basandosi sulla sua storia e utilizzando il progresso, doveva trovare tra i due estremi la propria strada. (M.@rt)




Edited by Milea - 14/7/2021, 17:24
 
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