Frida Kahlo, Autoritratti

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Kahlo-me-and-my-parrots-1941

Frida Kahlo, Io e i miei pappagalli
(Yo y Mis Pericos - Me and My Parrots)
(1939 - 40 circa)
Olio su tela, 82 x 62.8 cm
New Orleans, Collezione Mr. & Mrs. Harold H. Stream, Louisiana, U.S.A.



Questo dipinto venne realizzato nel periodo della sua relazione con Nickolas Muray, uno dei più famosi fotografi ritrattisti degli Stati Uniti. Aiutò Frida Kahlo, che aveva conosciuto in Messico, ad allestire la sua mostra alla galleria Julien Levy di New York, nel 1938. I quattro pappagalli provengono dal mondo figurativo induista, dove sono animali di Kama, il dio dell’amore. Come simbolo erotico si riferiscono alla sua relazione con Muray.
Al termine della loro relazione Muray scrisse a Frida:”Sapevo che per te New York era solo un diversivo e spero che, al tuo ritorno, abbia ritrovato intatto il tuo rifugio. Eravamo in tre, ma in verità c’eravate solo voi due. L’ho sempre Saputo. Me lo dicevano le tue lacrime, quando sentivi la sua voce. Ti sarò sempre grato per la felicità che comunque sei riuscita a darmi”. (M.@rt)



Kahlo-muray
Frida Kahlo e Nickolas Muray davanti al quadro






Edited by Milea - 13/7/2021, 16:17
 
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Autoritratto_dedicato_a_Sigmund_Firestone

Frida Kahlo, Autoritratto dedicato a Sigmund Firestone
(Autorretrato Dedicado al Sigmund Firestone - Self Portrait Dedicated to Sigmund Firestone )
(1940)
Olio su fibra dura, 61 x 43 cm
New York, Collezione Violet Gershenson



All'inizio del 1940, l'ingegnere americano Sigmund Firestone commissionò un autoritratto sia da Frida e Diego. In totale furono pagati $ 500. Frida consegnò questo autoritratto nel 1940, mentre Diego non terminò il suo autoritratto fino all'anno successivo.

In questo autoritratto, Frida combina i tradizionali gioielli dell’arte precolombiana con la tipica mantilla cattolica sulla testa, indicando in tal modo la dualità delle sue radici, così come la dualità del suo paese. Nella scritta sulla nota nell'angolo in alto a destra Frida dedica l'autoritratto di Firestone e alle sue due figlie, Natalia e Alberta:
"México, Coyoacán.
Per il signor Sigmund Firestone e le sue figlie Alberta e Natalia ho dipinto questo autoritratto con affetto, nel febbraio del 1940 - Frida Kahlo "

In una lettera del 1940 a Sigmund Firestone, Frida lo rassicura che Diego inizierà il suo autoritratto, non appena ultimato il murales a cui stava lavorando. Quando il suo autoritratto è finito Frida dice a Firestone che: "... e saremo di nuovo insieme sul muro, come simbolo del nostro nuovo matrimonio. Sono molto felice e orgogliosa perché ti piace il mio ritratto, non è bello, ma io l’ho fatto con grande piacere per te ". (M.@rt)



SigmundFirestoneSelf-Portrait-Rivera
Autorretrato de Diego
para Sigmund Firestone
(Enero de 1941)






Edited by Milea - 13/7/2021, 16:19
 
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Kahlo-Autoritratto-con-treccia

Frida Kahlo, Autoritratto con treccia
(Autorretratto con trenza - Self Portrait with Braid )
(1941)
Olio su fibra dura, 51 x 38.5 cm.
Città del Messico Collezione Jacques & Natasha Gelman, Messico



Un’ulteriore connessione tra il taglio di capelli e la separazione da Rivera c’è data dall’Autoritratto con treccia, realizzato poco dopo le seconde nozze con Rivera nel dicembre 1940. Qui l’artista porta una pettinatura molto simile a quella delle indigene della regione settentrionale dello stato di Oaxaca della Sierra Norte de Puebla.
I capelli sono pettinati all’indietro, molto tirati, e sulla testa dei fili di lana rossa sono intrecciati ai capelli, formando un ornamento. Ma le ciocche ribelli non si lasciano pettinare, così in diversi punti guizzano fuori dalla treccia. I capelli tagliati del dipinto Autoritratto con capelli tagliati, sembrano essere stati raccolti nel secondo e intrecciati in una nuova treccia. Questa pettinatura intrecciata a formare un nastro senza fine può essere interpretata come simbolo dell’eterno scorrere del tempo, un simbolo accentuato dalla pianta d’acanto che s’avviticchia sul busto nudo dell’artista (per la sua continua crescita questa pianta viene considerata sin dall’antichità simbolo di vita eterna). In tal modo, un anno più tardi, Frida Kahlo accettò di nuovo la sua femminilità, rifiutata simbolicamente nel 1940. (M.@rt)





Edited by Milea - 13/7/2021, 16:20
 
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Autorretrato-con-monos1943

Frida Kahlo, Autoritratto con scimmie
(Autorretratto con momos - Self Portrait with Monkeys)
(1943)
Olio su tela, 81.5 x 63 cm
Città del Messico, Collezione Jacques e Natasha Gelman, Messico



Dopo le seconde nozze con Diego Rivera, la vita di Frida Kahlo cominciò a essere più tranquilla. “La interessavano soprattutto le cose semplici: gli animali, i bambini, i fiori, i paesaggi”, raccontò Emmy Lou Packard, un’assistente di Rivera che per un certo periodo abitò con loro a Coyoacán. Così, nei primi anni quaranta, la pittrice eseguì diversi autoritratti in cui era affiancata da animali, che lei stessa teneva in casa e che nei suoi quadri hanno valore simbolico, o sembrano farle compagnia nella sua solitudine
La pittrice raffigurava la flora e la fauna messicane, cactus, piante tropicali, rocce laviche, cervi, pappagalli, scimmie, cani itzcuintli; Dieo Rivera vedeva impersonato in Frida “tutto lo splendore della nazione”, sia per il suo aspetto esteriore, sia per la sua opera. (M.@rt)


Frida_Kahlo-Diego_Rivera_monkey







Edited by Milea - 13/7/2021, 16:21
 
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Autorretrato_conmo_tehuana_0

Frida Kahlo, Autoritratto come Tehuana o Diego nei miei pensieri o Pensando a Diego
(Autorretrato como Tehuana o Diego en mis pensamientos o Pensando en Diego)
(Self Portrait as a Tehuana)
(1943)
Olio su fibra dura, 76 x 61 cm
Città del Messico, Collezione di Jacques e Natasha Gelman. Messico



Con il ritratto di Diego Rivera sulla sua fronte, Frida Kahlo raffigura il suo amore ossessivo per il pittore: egli è sempre nei suoi pensieri. Lei indossa un costume Tehuana, che piaceva molto al marito. Il costume proveniva da una regione sud occcidentale del Messico, dove ancor oggi sopravvivono tradizioni di tipo matriarcale e la cui struttura economica rivela la dominanza delle donne. Le radici delle foglie che le ornano i capelli ricordano una tela di ragno, con cui lei cerca di catturare la sua preda, Diego. (M.@rt)



Autorretrato_conmo_tehuana-dett_0






Edited by Milea - 13/7/2021, 16:23
 
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Pensando-alla-morte

Frida Kahlo, Pensando alla morte
(Pensando en la muerte )
(1943)
Olio su tela montato su fibra dura, 44.5 x 36.3 cm.
Collezione privata



Nell’antica tradizione messicana, la morte significa nel contempo anche rinascita e vita. In numerose opere le piante simboleggiano la vita come eterno ciclo della natura. Parte di questo ciclo vitale, rappresentato nella mitologia Azteca dalla dea Coatlicue, è la morte. Coatlicue rappresenta l’inizio e la fine di tutte le cose, comprende la vita e la morte, dà e nello stesso tempo toglie. Così in questo autoritratto la morte è rappresentata davanti a uno sfondo di rami pieni di spine, raffigurati con molta precisione. Con questo simbolo della mitologia pre spagnola, la pittrice indica la rinascita dopo la morte, perché la morte è vista come un passaggio ad un’altra vita.

Per capire l’atteggiamento nei confronti della morte predominante in Messico, occorre conoscere la radicata concezione di vita precolombiana. Quest’attitudine nei confronti della morte viene espresso soprattutto nella fede popolare e nelle usanze del 2 novembre, il giorno dei morti. In quest’occasione si regalano e si mangiano “Calaveras di zucchero” - come si fa in Europa con le uova o i coniglietti di cioccolato a Pasqua - che non mancano mai su una “Ofrenda”, la tavola imbandita a festa per i parenti dei defunti. Diversamente che in Europa, il giorno dei morti non è considerate un giorno di lutto, quanto piuttosto un giorno di festa che in molti luoghi viene celebrato con un allegro pic-nic al cimitero, vicino ai morti. Costituisce nel contempo un’espressione di ringraziamento per la vita e un riconoscimento del ciclo vitale, perché la morte viene interpretata come processo, un cammino, un passaggio a una vita di altro tipo. (M.@rt)





Edited by Milea - 13/7/2021, 16:25
 
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Frida-Kahlo-the-broken-column-1944_0

Frida Kahlo, La colonna rotta
(La columna rota - The broken column )
(1944)
Olio su tela montato su fibra dura, 40 x 30.7 cm.
Città del Messico Collezione Dolores Olmedo



Nel 1942 l’allora scuola di scultura, dipendente dal ministero della pubblica istruzione, venne trasformata in un’accademia d’arte per la pittura e la scultura, gli studenti la chiamavano “La Esmeralda”, dal nome della via in cui si trovava.
Le lezioni d’arte andavano trasformate; a tal fine vennero assunti ventidue artisti per il personale docente, tra cui, nel 1943, anche Frida Kahlo, che insegnava dodici ore alla settimana in una classe di pittura. Per le convinzioni politiche degli insegnanti, tutti fautori del nazionalismo messicano, le lezioni si differenziavano molto dalle altre. Invece di lavorare in aula, davanti a modelli di gesso o di copiare dei modelli europei, gli studenti venivano mandati per le strade e le campagne, per trarre ispirazione dalla realtà messicana. Accanto a un insegnamento pratico, ai giovani artisti venivano impartite lezioni di matematica, spagnolo, francese, storia e storia dell’arte.
Dato che la maggior parte degli iscritti proveniva da famiglie disagiate, le lezioni e il materiale erano gratuiti. I metodi di insegnamento di Frida Kahlo sorprendeva molti dei suoi studenti; proponeva fin dall’inizio di darsi del tu e cercava d’instaurare un rapporto cameratesco. Non faceva da tutore, ma cercava di favorire lo sviluppo personale degli studenti e una certa autocritica. Cercava di insegnare loro alcuni elementi tecnici di base e la necessaria autodisciplina, commentava le loro opera, evitando però d’intervenire direttamente sul processo creativo.

“L’unico aiuto che ci dava era quello di stimolarci, nient’altro” dicevano i suoi alunni, “non diceva niente sul modo in cui dovevamo dipingere o sullo stile, come faceva invece il Maestro Diego. […] Ci insegnò soprattutto l’amore per la gente, ci faceva amare l’arte popolare”. Diceva loro:” Muchacos, chiusi qui dentro, a scuola, non possiamo fare niente. Andiamo fuori, in strada, dipingiamo la vita della strada.”

La-colonna-rotta_0

Busto La colonna rotta ( Corsé La columna rota)
(1944 circa)
Olio su busto di gesso
Città del Messico, Museo Frida Kahlo



Dopo alcuni mesi però, per problemi di salute, Frida Kahlo fu costretta a insegnare nella sua casa di Coyoacán. Continui dolori alla schiena e al piede destro le rendevano impossibile recarsi a scuola, tanto più che le venne prescritto il riposo assoluto. Dovette indossare busti di acciaio, che ritroviamo in questo autoritratto del 1944: il suo busto è aperto verticalmente nel mezzo e sembra tenuto unito e dritto solo dalle fasce del corsetto.

Al posto della malandata colonna vertebrale della pittrice si vede una colonna ionica rotta in diversi punti. Il motivo della ferita aperta, della carne lacerata, viene ripreso sullo sfondo dalle spaccature del desolato paesaggio, che in un certo qual modo diventa simbolo della sua sofferenza e della sua solitudine. Il suo volto immobile e impassibile è rigato dalle lacrime. Ma ancor di più rappresentano le sue sofferenze gli innumerevoli chiodi conficcati nel viso e nel corpo, che ricordano il martirio di san Sebastiano, trafitto dalle frecce. Il telo bianco avvolto intorno ai fianchi si richiama all’iconografia cristiana.

Nei suoi dipinti ella si riferisce alle raffigurazioni di Cristo, dei santi e dei martiri che si possono trovare in quasi tutte le chiese messicane e in molti altari domestici. La pittrice cercava di esprimere in modo drastico la sofferenza e il dolore raffigurando corone di spine, frecce, coltelli, cuori e ferite aperte. Questo ricorrere a elementi dell’iconografia cristiana, come l’imitazione degli ex voto, non va interpretato come manifestazione della sua fede cattolica.
Frida Kahlo condivideva l’atteggiamento anticlericale degli intellettuali messicani e della politica messicana postrivoluzionaria. Le chiese erano state chiuse per distruggere l’eccessivo potere del clero. La pittrice interpretava piuttosto queste raffigurazioni da lei prese a modello come espressione della fede popolare, conservata anche indipendentemente dalla chiesa cattolica. In tal modo poteva utilizzare il linguaggio figurativo cristiano per i suoi scopi e presentarsi nel ruolo della martire. (M.@rt)





Edited by Milea - 13/7/2021, 16:27
 
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Diego-e-Frida-o-doppio-ritratto

Frida Kahlo, Diego e Frida 1929-1944 (I) o Doppio ritratto: Diego e io (I)
(Diego y Frida 1929 – 1944 (I) o Retrato doble Diego y yo (I))
(1944)
Olio su fibra dura con cornice di conchiglie, 26 x 18.5 cm.
Città del Messico, Collezione Francisco e Rosi Gonzàlez Vàzquez



Frida Kahl dipinse questo doppio ritratto in occasione del cinquantottesimo compleanno di Diego Rivera. Come già aveva fatto nel dipinto Diego nei miei pensieri, dell'anno precedente, con questo dipinto la pittrice rivela come i due quasi si fondessero in un'unica persona. Il rapporto dualistico tra uomo e donna, che trova corrispondenza nel sole e nella luna, mostra l’affinità della coppia Kahlo-Rivera mentre la chiocciola e la conchiglia simboleggiano il loro amore. (M.@rt)



Edited by Milea - 13/7/2021, 16:29
 
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Autoritratto-con-scimmietta_1945

Frida Kahlo, Autoritratto con scimmietta
(Autorretratto con changuito )
(1945)
Olio su fibra dura, 57 x 42 cm.
Cuernavaca, Collezione Fundación Robert Brady







Autoritratto-con-capelli-sciolti_1947

Frida Kahlo, Autoritratto con i capelli sciolti
(Autorretratto con el pelo suelto )
(1947)
Olio su fibra dura, 61 x 45 cm.
Collezione privata






Autoritratto-1948

Frida Kahlo, Autoritratto
(Autorretratto )
(1948)
Olio su fibra dura, 50 x 39.5 cm.
Collezione privata








Edited by Milea - 13/7/2021, 16:34
 
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diego-e-io-1949

Frida Kahlo, Diego e io
(Diego y Yo - Diego and I )
(1949)
Olio su tela, 29.5 x 22.4 cm
Chicago, Collezione Sam e Carol Williams, Illinois, USA



Frida Kahlo dipinse questo autoritratto nel periodo in cui Diego Rivera e la star cinematografica María de los Ángeles Félix avevano una relazione che aveva suscitato un grande scandalo. Il volto raffigurato guarda triste e sconsolato l’osservatore. I lunghi capelli le si avvolgono intorno al collo, minacciando di strangolarla. Sono di nuovo i capelli ad esprimere la sua sofferenza interiore. Frida Kahlo ha dipinto questo autoritratto per la coppia di amici Florence Arquin e Sam Williams. (M.@rt)




Edited by Milea - 13/7/2021, 16:35
 
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self-portrait-with-the-portrait-of-doctor-farill-1951

Frida Kahlo, Autoritratto con ritratto del dottor Farill
( Autorretrato con el retrato del Dr. Farill o Autorretrato con el Dr. Juan Farill)
(1951)
Olio su fibra dura, 41.5 x 50 cm.
Collezione privata



Alla fine degli anni quaranta le condizioni di salute di Frida Kahlo erano andate notevolmente peggiorando. Nel 1950 venne ricoverata per nove mesi ABC di Città del Messico. A causa dell’insufficiente irrorazione sanguigna della gamba destra, quattro dita del piede divennero improvvisamente nere e si prese in considerazione la possibilità di una nuova operazione. Inoltre aumentarono i problemi alla colonna vertebrale. A una seconda operazione seguì un’infiammazione, che rese inevitabile un ulteriore intervento alla spina dorsale. Solo dopo la sesta di sette operazioni, nel novembre di quell’anno, le fu di nuovo possibile dipingere quattro o cinque ore al giorno. Sul letto venne montato un cavalletto speciale, che le permetteva di lavorare pur rimanendo sdraiata.


frida-in-hospital_0


Dipinse così l’Autoritratto con il dottor Farill, dedicato al chirurgo che l’aveva operata e curata durante il ricovero. “Fui malata per un anno intero:1950 - 1951. Sette operazioni alla colonna vertebrale”, annotò sul suo diario,” il dottor Farill mi ha salvata, mi ha ridato la gioia di vivere. Sono ancora seduta su una sedia a rotelle e non so se potrò presto riprendere a camminare. Devo portare un busto di gesso, una pena terribile, ma mi aiuta a reggere meglio la spina dorsale. Non ho dolori, ma sono sempre stanchissima…e, ma questo è naturale, spesso sono disperata, in un modo indescrivibile. E tuttavia ho ancora voglia di vivere. Ho già cominciato a dipingere, con tutto il mio affetto, il piccolo quadro che voglio regalare al dottor Farill.”


frida-portrai-farill



Il dottor Farill era un compagno di sventura di Frida Kahlo; infatti anch'egli poteva camminare solo con l'aiuto delle stampelle. Era un amico molto comprensivo e la pittrice gli era molto affezionata. Anche questo autoritratto va considerato un’espressione di gratitudine, come un retablo: rappresenta una specie di ex voto per il dottore che ha salvato la pittrice da una situazione difficile e che qui sta al posto del santo. (M.@rt)


Frida-Kahlo-dr-farill






Edited by Milea - 13/7/2021, 16:39
 
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marxism-will-give-health-to-the-sick-1954

Frida Kahlo, Il marxismo guarirà gli infermi
( El marxismo dará salud a los enfermos - Marxism Will Give Health to the Sick)
(1954 circa)
Olio su fibra dura, 76 x 61 cm
Città del Messico, Museo Frida Kahlo



L’esigenza di introdurre nelle sue opera di contenuti politici, per “servire il partito e la rivoluzione” si manifestò solo nell’ultimo periodo, in special modo in tre dipinti di contenuto dichiaratamente comunista: Il marxismo guarirà gli infermi, Frida e Stalin e un Ritratto di Stalin rimasto incompiuto.
Sono tutti e tre privi di data, ma per il modo di dipingere e l’imprecisa realizzazione dei dettagli si possono attribuire ai suoi ultimi anni. Nel dipinto Il marxismo guarirà gli infermi la pittrice evoca l’utopica idea che la fede politica possa liberare lei e tutta l’umanità dal dolore.

Con indosso il suo busto di pelle si raffigurò ancora una volta davanti a un paesaggio diviso in due, una parte in pace, l’altra minacciata dalla distruzione. Là dove la terra è percorsa da fiumi blu e trasparenti, la colomba della pace si alza in volo dal continente rosso cinese e sovietico, librandosi nel cielo azzurro. Nel cielo scuro della notte invece un’aquila Americana, con la testa dello zio Sam e con una bomba al posto del capo, vola sulla terra minacciata dal fungo atomico e attraversata da torrenti di sangue. Ma si può già vedere la salvezza per questi mali. Qui ella ricorre di nuovo alla tecnica narrative dei quadri votivi. Al posto del santo invocato, qui fa la sua apparizione la figura di Marx, venuta a liberare il mondo dal male incombente: anche i malati verranno miracolosamente guariti. Due mani enormi, che rappresentano il marxismo, una delle quali è contrassegnata dall’occhio della saggezza, la sostengono, permettendole di fare a meno delle stampelle. “Per la prima volta non piango più”, commentò l’artista a proposito di questa raffigurazione. (M.@rt)




Edited by Milea - 13/7/2021, 16:41
 
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Autoritco-con-il-ritratto-di-Diego-sul-petto

Frida Kahlo, Autoritratto con il ritratto di Diego sul petto e Maria tra le sopracciglia
(Autorretrato con el Retrato de Diego en el Pecho y María Entre las Cejas )
(1953 - 1954)
Olio su fibra dura, 61 x 41 cm
Proprietà ignota






Edited by Milea - 13/7/2021, 16:42
 
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self-portrait-with-stalin-1954

Frida Kahlo, Autoritratto con Stalin o Frida e Stalin
(Autorretrato con Stalin o Frida y Stalin)
(1954 circa)
Olio su fibra dura, 59 x 39 cm
Città del Messico, Museo Frida Kahlo



Anche l’Autoritratto Frida e Stalin va interpretato come una specie di quadro votivo. Se nell’ Autoritratto con il ritratto del dottor Farill al medico viene attribuita la funzione di redentore, qui Stalin riveste il ruolo di santo. Si manifesta quasi una fede religiosa verso il comunismo. In tal modo assegnò volutamente alla sua opera una funzione divulgativa e propagandistica, sebbene già dai primi anni della sua creazione artistica fosse riuscita a rivestire una posizione politica in modo molto più sottile.

Come artista messicana aderì ai valori messicani postrivoluzionari e appoggiò la ricerca di identità nazionale. Nei suoi dipinti si allontanò dagli influssi culturali neocolonialisti nordamericani ed europei. In tutta la sua opera, senza eccezione, si ritrova questo concetto politico, il rilievo dato a una cultura messicana indipendente dalle radici precolombiane e spagnole. I dipinti contengono un messaggio politico, anche se a questo proposito la pittrice affermò: “La mia opera non è rivoluzionaria. Perché illudermi che porti avanti una lotta?”.

La sua identificazione con il Messico e le sue radici culturali non vanno interpretate solo come raffigurazioni del suo ambiente privato e dei suoi problemi personali. E’ chiaramente una presa di posizione determinata dallo sviluppo politico e culturale postrivoluzionario. (M.@rt)




Edited by Milea - 13/7/2021, 16:43
 
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