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| Hafez: il connubio tra eros e misticismo
Nei luoghi della passione. Uno dei ricordi più vivi di un viaggio in Iran di alcuni anni fa fu l'arrivo a Shiraz: una sella di montagne nere, poi un meraviglioso lago bianco e finalmente ecco la città famosa (un tempo) per il vino e per aver dato i natali a un grandissimo poeta, Hafez. Mi era stato detto che ogni iraniano possiede almeno tre libri: oltre al Corano, il Libro dei Re e per l'appunto il Canzoniere di Hafez.
Credevo fosse un'esagerazione, ma arrivando nel grazioso giardino che conserva i resti del poeta mi aspettava una vera sorpresa: frotte di giovani aprivano a caso quella celebre raccolta di versi, seguendo l'indicazione dell'oracolo in merito ai propri crucci sentimentali, un po' come da noi si fa con i Ching. Quell'episodio mi è tornato in mente leggendo un bellissimo libretto, Versi sul vino, scelta antologica dallo stesso Canzoniere di Hafez. Già, perché dopo l'amore, l'altro grande tema è per l'appunto il vino. Anzi, spesso e volentieri i piani si confondono: "Agli ebbri è dolcezza il tuo labbro ed è vino il tuo sguardo". E ancora: "Se la grazia del vino traspare sul volto al coppiere, /allora bisogna pensare coi canti a chi è preda d' amore".
Più in generale, come bene spiega nella sua dotta nota Riccardo Zipoli, "i versi del nostro poeta si distinguono per una perfetta miscela di immanente e di trascendente, e, di fronte a tale caratteristica, è inutile chiedersi se il contenuto delle sue poesie sia mistico e sacro, oppure erotico e profano e se il vino che egli canta sia simbolico oppure autentico". Per certo, chi ama il vino e la poesia (che viaggiano perfettamente di conserva), rimarrà rapito dall'ebbrezza di questi versi. Fonte
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