Oscar Pistorius, si apre a Pretoria il processo contro l'atleta

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Perizie contrastanti sugli spari

L’accusa: «Pistorius ha ucciso Reeva perché voleva andarsene».


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Nel processo ad Oscar Pistorius, in Sudafrica, dopo il controinterrogatorio-fiume all’imputato, la parola è tornata ai periti.
Secondo l’esperto forense Roger Dixon, la fidanzata dell’atleta fu uccisa da 4 colpi esplosi uno dopo l’altro.
La sua testimonianza differisce dall’esame balistico della polizia secondo cui ci fu una breve interruzione tra i primi spari e i successivi.
“Per cadere e procurarsi una contusione di quelle dimensioni, bisogna cadere velocemente, non da seduti, non è un movimento volontario. La vittima stava cadendo. Ci furono 4 spari in rapida successione e la colpirono mentre cadeva e si stava girando.”

Secondo l’accusa, Reeva Steenkamp sarebbe stata assassinata dopo una lite. Pistorius nega di averla uccisa intenzionalmente. In ogni caso è accertato che abbia sparato 4 colpi attraverso la porta del bagno.
I vicini dicono di aver sentito urlare la donna, mentre l’atleta sostiene di aver gridato lui, pensando che in casa ci fosse un ladro.


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Edited by Milea - 18/4/2014, 12:49
 
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Pistorius verso la condanna.
Ma con l'appello può evitare la prigione


Dopo l'interrogatorio, poche le chance di assoluzione. Adesso il nodo è l'intenzionalità o meno dell'omicidio: 25 anni nel primo caso, tra 5 e 10 se giudicato colposo. Udienze sospese fino al 5 maggio


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Dopo 25 giorni di udienze il processo a Oscar Pistorius si interrompe fino al 5 maggio. Una pausa di 17 giorni che servirà alle parti per riprendere fiato prima del rush finale. Il 16 maggio, a meno di ulteriori intoppi, sarà il giorno in cui la difesa chiuderà il suo caso. A quel punto sarà tutto nelle mani del giudice Masipa, che in 6-8 settimane dovrebbe leggere il verdetto.

L'ACCUSA - Era iniziata male per il p.m. Gerrie Nel. Non sembrava più il "pitbull" di una volta e i suoi testimoni cadevano nelle trappole dei legali di "Blade Runner". In 15 giorni ha chiuso la sua tesi: "Pistorius ha ucciso Reeva Steenkamp dopo una lite". Ma lo show è iniziato quando il campione paralimpico è salito sul banco dei testimoni. Domande, accuse, insinuazioni. In cinque giorni, Nel ha cambiato le sorti del processo, mostrando al giudice contraddizioni, insicurezze e bugie nella tesi difensiva di Pistorius. È stato e sarà il punto di svolta, facendo aumentare le percentuali di condanna.

LA DIFESA - Partenza a razzo per Barry Roux, il legale di Pistorius. Dimostrare che l'elemento centrale della scena del crimine - la porta attraverso cui l'ex atleta ha sparato e ucciso Reeva - è stata manomessa, vale da solo la diaria da 10mila euro. Gli avvocati si aspettavano una performance migliore del loro assistito, ma non potevano evitare di metterlo sul banco dei testimoni. Il giudice avrebbe pensato che aveva qualcosa da nascondere. Imperdonabile, invece, l'errore di chiamare a testimoniare un geologo su test balistici e acustici. La tesi rimane la solita, Pistorius ha ucciso Reeva scambiandola per un ladro. La strategia adesso è dimostrare che i testimoni chiamati dall'accusa mentono.


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PISTORIUS - Dal 14 febbraio 2013, quando ha ucciso Reeva, sembra siano passati 10 anni. Dimagrito, invecchiato, affaticato. Un lontano parente dell'atleta che eravamo abituati a vedere. In aula ha pianto, vomitato, pregato, ma non ha fatto la cosa più importante: convincere il giudice di aver sparato per errore. A tu per tu con il p.m. Nel non ha retto la tensione. Si è corretto, contraddetto e ha negato l'impossibile. Anche di aver sparato senza premere il grilletto. Ha accusato gli investigatori di aver inquinato le prove, i testimoni di aver mentito. L'uccisione della fidanzata l'ha derubricato a semplice "errore", scusandosi pubblicamente con la madre di Reeva all'inizio del suo interrogatorio. Troppo poco per convincere che si sia trattato di un "errore".


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GLI SCENARI- Il giudizio si gioca sull'intenzionalità o meno dell'omicidio. Pistorius rischia una pena di 25 anni nel primo caso, tra i 5 e i 10 nel secondo (colposo). Dopo il suo interrogatorio si sono quasi azzerate le chance di un'assoluzione. "È apparso poco credibile - spiega Stephen Tuson, professore di legge alla Wits University di Johannesburg -. C'è il beneficio del dubbio in Sudafrica, ma a patto che il giudice sia convinto che si tratti di una versione ragionevolmente possibile". In che senso? "È possibile sparare e non sentire le urla? È possibile che Pistorius non abbia controllato che la fidanzata fosse a letto? Sì, ma non ragionevole". Quindi? "In questi casi il giudice preferisce la versione dell'accusa". C'è possibilità di appello se Pistorius venisse condannato? "Deve essere concesso dal giudice che ha emesso la sentenza al processo. Accade solo quando, dopo il verdetto, rimangono punti oscuri". In questo caso? "Se condannato gli avvocati faranno appello immediatamente e dati i tanti dubbi verrà concesso". Quindi Pistorius eviterebbe il carcere? "Se sarà dato l'ok per l'appello, i suoi legali richiederanno una nuova libertà su cauzione, come quella dell'anno scorso subito dopo l'omicidio, e se il giudice non considererà l'esistenza di pericolo di fuga, verrà concessa fino alla fine dell'appello".


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«Pistorius, nessun disturbo mentale»
La perizia: sapeva quello che faceva


Dopo stop di sei settimane per valutare le condizioni psichiche dell’atleta sudafricano riprende il processo per l’omicidio della compagna Reeva avvenuto nel 2013.


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«Pistorius non soffre di alcun disturbo mentale o infermità che possa averlo reso penalmente non responsabile dell’atto di cui è accusato»: è questo il verdetto contenuto nel rapporto della perizia firmata da quattro esperti che hanno esaminato l’atleta. «Pistorius - ha affermato il rappresentante dell’accusa, Gerrie Nel leggendo la perizia - era in grado di valutare che ciò che stava compiendo era male». Il procuratore, in occasione della riapertura del processo dopo sei settimane di interruzione, ha aggiunto che i periti - tre psichiatri e uno psicologo dell’ospedale psichiatrico di Pretoria - sono giunti tutti alla stessa conclusione.


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La perizia.Il processo era stato sospeso il 20 maggio scorso per ordine del giudice, dopo che nel corso del dibattimento la difesa aveva sostenuto che Pistorius soffriva di una grave forma di ansia, risalente all’infanzia, che avrebbe avuto una parte importante nel delitto. Pitorius non ha mai negato di aver ucciso, la notte di san Valentino del 2013, alla sua fidanzata Reeva Steenkamp, ma afferma di aver commesso un fatale errore in preda al panico, svegliato nel mezzo della notte, credendo che dietro la porta chiusa del bagno, attraverso la quale sparò 4 colpi di pistola, si nascondesse un ladro, e non la fidanzata che fino a quel momento aveva dormito accanto a lui. L’accusa invece tenta di dimostrare che si trattò di omicidio intenzionale, maturato dopo un violento litigio fra i due, tesi che sembra confermata dalla testimonianza dei vicini che quella notte udirono urla provenire dalla villa dell’ex campione di atletica.


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Pistorius racconta
la morte di Reeva in un video


Su Channel 7 l'atleta ricostruisce la notte in cui
sparò alla sua fidanzata Reeva Steenkamp


GUARDA IL VIDEO

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Un video inedito che sta facendo il giro dei media nel mondo mostra Oscar Pistorius che mima davanti a una telecamera la sua versione dell’omicidio di Reeva Steenkamp, la notte di San Valentino del 2013: l’atleta appare in canottiera griffata e short e senza le sue protesi mentre, con la mano protesa in avanti come a tenere una pistola, avanza verso la porta del bagno barcollando sui moncherini. Poi lo si vede gridare con la mano tesa verso la porta del bagno «Reeva, chiama la polizia!». E poi, rivolto al ladro che credeva nascondersi all’interno del bagno, «Esci dalla mia fottuta casa!».

In una seconda sequenza lo si vede seduto su una sedia mentre si infila le protesi dei polpacci, come afferma di aver fatto quando ha scoperto di aver sparato per errore alla sua compagna. Infine in una terza lo si vede scendere le scale tenendo in spalla il cadavere di Reeva, interpretata per l’occasione dalla sorella di Pistorius, Aimee, e lo si sente gridare «Per favore, aiutatemi, aiutatemi!». La trasmissione dell’emittente australiana ha anche frammezzato gli spezzoni girati con Pistorius ad altre drammatizzazioni girate con attori.

Il video - fa sapere l’emittente australiana Channel 7 che lo ha diffuso in esclusiva - è stato girato in casa dello zio di Pistorius sotto la regia di un investigatore privato statunitense, Scott Roder. L’emittente non spiega però le circostanze del video, né chi abbia pagato Roder e nemmeno quale sia lo scopo della ricostruzione, visto che non solo non è mai stata mostrata in aula dalla difesa di Pistorius, ma non se ne è mai neanche saputo nulla.

Pistorius, il cui processo si sta avviando a conclusione, sostiene di aver ucciso Reeva per un tragico errore commesso in buona fede, agendo in modo irrazionale in preda alla paura, mentre l’accusa tenta di dimostrare che l’omicidio fosse volontario, frutto della collera maturata dopo una violenta lite con la sua fidanzata.


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Edited by Milea - 7/7/2014, 16:19
 
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Caso Pistorius, il giudice:
"Omicidio non premeditato
colposo è un giudizio pertinente".
Aggiornata a domani la seduta



Secondo il giudice l'accusa non ha provato che l'ex campione, in lacrime durante la lettura della sentenza, possa essere colpevole di premeditazione: "Ha gito in modo afrettato e la sua condotta è stata negligente". I giuristi criticano: "Masipa troppo indulgente"


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"Quello di omicidio colposo è un giudzio pertinente". Oscar Pistorius non sarà condannato per omicidio premeditato. E' quanto emerge dalle parole pronunciate oggi a Pretoria dal giudice Thokozile Masipa, chiamata a pronunciarsi sull'omicidio di Reeva Steenkamp, all'epoca fidanzata di Pistorius, il 14 febbraio 2013. Il giudice ha bocciata la tesi dell'accusa che "non ha provato, oltre ogni ragionevole dubbio, che Pistorius è colpevole di omicidio premeditato.

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Non ci sono prove sufficienti per supportare una conclusione simile". "Come avrebbe potuto l'accusato prevedere ragionevolemente che il colpo sparato avrebbe ucciso la vittima? Chiaramente non poteva prevedere che avrebbe ucciso la persona dietro la porta". Nello sparare a Reeva Steenkamp - aggiunto - attraverso la porta del bagno, pur pensando che si trattasse di un intruso "ha agito in modo affrettato e la sua condotta è stata negligente" con un uso "eccessivo" della forza". Il giudice ha poi aggiornato a domani mattina alle 9.30 la seduta.

Oscar Pistorius, l'ex atleta accusato della morte della fidanzata Reeva Steenkamp, è arrivato stamattina in tribunale dove oggi è attesa la lettura del verdetto da parte del giudice monocratico Thokozile Masipa. Pistorius è entrato, tra la folla di giornalisti e cameraman, senza dire una parola, a labbra strette, pallido in volto. A giudicare dal voluminoso documento del verdetto che il giudice monocratico sta leggendo, è possibile che la lettura della sentenza possa proseguire fino a domani. Oscar Pistorius sta seguendo la lettura del verdetto nel processo a suo carico e sembra avere le lacrime agli occhi.

Durante la lettura della sentenza, il giudice ha affermato che alcuni testimoni ascoltati durante il processo hanno fornito una interpretazione sbagliata degli spari sentiti la notte dell'omicidio. "Alcuni testimoni - ha rilevato - hanno detto di aver discusso del caso con altri prima di presentarsi al processo. Ma io sono del parere che non abbiano distinto tra ciò che loro sono venuti a conoscere di persona e quello che invece hanno sentito da altri o dai media. E non sarebbe saggio confidare su un testimone che confida in un altro testimone". Il giudice ha osservato anche che la scena del delitto non è stata inquinata in modo significativo e che le motivazioni della difesa su questo aspetto della vicenda appaiono "senza consistenza".

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Lo stesso giudicepreferisce affidarsi alla "tecnologia" - cioè ai tabulati telefonici - piuttosto che alla memoria dei vicini di casa di Pistorius: anche questa decisione viene interpretata come un punto a favore della difesa. Thokozile Masipa ha preferito non tenere in considerazione lo stato della relazione tra Oscar Pistorius e Reeva Steenkamp: l'accusa sosteneva che i due non andavano più d'accordo, ma il giudice - nel leggere la sentenza - ha detto che le relazioni sono "dinamiche", preferendo così non dare alcun giudizio sulla questione. Il giudice ha aggiunto che "non è affatto chiaro" - a giudicare dalla testimonianza dell'imputato - se l'ex campione paraolimpico intendesse sparare o meno.

Secondo il giudice, Pistorius non ha avuto vuoti di memoria nei momenti cruciali: l'imputato "ha deciso consapevolmente" di prendere la pistola e dirigersi verso il bagno per sparare, scartando l'idea che l'atleta possa avere sparato per sbaglio o prima di rendersi conto di ciò che stava succedendo. Sempre secondo Masipa, l'ex campione è stato "un cattivo testimone" nel corso del processo per l'omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, perché è stato "evasivo" e "si è contraddetto" durante l'interrogatorio.

Pistorius, 27 anni, rischiava una condanna fino a 25 anni di carcere se fosse riconosciuto responsabile dell'omicidio premeditato della fidanzata. Tutto si è svolto presso l'abitazione di Pistorius - poi venduta per pagare le spese processuali - la notte del 14 febbraio 2013. Il velocista sudafricano, che ha due protesi al posto degli arti inferiori, ha sparato quattro colpi attraverso la porta del bagno uccidendo la fidanzata 29enne. Secondo a difesa, Pistorius ha sparato temendo che ci fossero dei ladri nell'abitazione.

Secondo l'accusa ha ucciso volontariamente Reeva Steenkamp dopo un litigio. Si conoscevano da tre mesi. Sul suo capo, a questo punto, pendono le ipotesi di omicidio (minimo 15 anni) e omicidio colposo (massimo 15 anni di carcere). Intanto sembra destinato a suscitare polemiche la sentenza, peraltro non ancora pronunciata, del giudice sul caso di Oscar Pistorius: esperti giuristi e avvocati ritengono Thokozile Masipa, sia stata troppo indulgente e di manica larga con l'atleta. La sentenza è attesa per domani, ma intanto il fatto che il campione paralimpico sia sfuggito alla condanna per il reato di omicidio volontario desta scalpore.

"Sono sconvolto", osserva l'avvocato penalista Martin Hood, secondo cui il magistrato riceverà una pioggia di critiche. Qualsiasi sarà il verdetto del giudice, Pistorius potrebbe rimanere in libertà su cauzione ancora per molto tempo, prima che si esauriscano tutti i ricorsi che la difesa può presentare.


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Pistorius colpevole di omicidio colposo,
rischia fino a 15 anni di carcere


Il giudice Thokozile Masipa ha emesso a Pretoria la sentenza nei confronti dell'atleta paralimpico chiamato a rispondere della morte della fidanzata, uccisa a colpi d'arma da fuoco la notte del 14 febbraio 2013: "Oscar agì con negligenza e irragionevolezza"


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Colpevole di omicidio colposo. Questo il verdetto nei confronti di Oscar Pistorius chiamato a rispondere della morte della fidanzata Reeva Steenkamp, uccisa a colpi d'arma da fuoco la notte del 14 febbraio 2013, pronunciato dal giudice Thokozile Masipa nell'aula del tribunale di Pretoria.

PISTORIUS IMPASSIBILE AL VERDETTO, LE LACRIME DEI FAMILIARI DI REEVA - All'annuncio del verdetto, frutto di una "decisione unanime" della Corte, l'atleta 27enne, che aveva chiesto perdono nel corso del processo, è rimasto impassibile sul banco degli imputati, con lo sguardo fisso all'indirizzo del giudice, una donna 66enne, nera e di umilissime origini nata a Soweto, senza lasciar trapelare alcuna emozione. In aula la madre di Reeva Steenkamp, bellissima modella olandese, è rimasta anche lei immobile con le labbra serrate fra i denti scuotendo la testa, mentre il marito, al suo fianco, si è ripiegato sul banco e nelle tribune del pubblico alcuni degli amici e dei familiari della vittima hanno reagito con il volto cupo e le lacrime agli occhi.


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IL GIUDICE: "AGITO CON NEGLIGENZA E IRRAGIONEVOLEZZA" - La giudice Thokozile Masipa, che ieri aveva escluso l'accusa più grave, quella di omicidio premeditato (la condanna va da 25 anni fino all'ergastolo) o volontario (minimo 15 anni di carcere), ha deciso che il campione paralimpico, amputato di entrambi gli arti inferiori, sparò intenzionalmente attraverso la porta del bagno della casa dove i due abitavano, ma non aveva intenzione di uccidere la persona che stava dietro di essa e agì con negligenza. La giudice ha cominciato la seduta stamane emettendo la sentenza sugli altri capi di accusa minori nei confronti dell'atleta, in particolare una serie di episodi in cui il giovane aveva mostrato la sua propensione ad un uso facile delle armi. Il giudice lo ha assolto dell'accusa di possesso illegale di armi e munizioni (una pistola 9 mm per cui non aveva licenza e che l'atleta ha detto appartenesse al padre) ritenendolo invece colpevole di negligenza per aver fatto partire un colpo da una pistola in un affolato ristorante di Johannesburg pochi mesi prima del fatale omicidio di Reeva. E' in questo caso è colpevole di omicidio colposo perché comunque ha agito negligentemente e irragionevolmente quando sparò 4 colpi contro la porta del bagno della sua casa di Pretoria uccidendo la fidanzata. Pistorius non sapeva che all'interno c'era Reeva ma sapeva comunque che qualcuno era all'interno, quindi avrebbe dovuto invece chiamare la sicurezza.


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IL CAMPIONE PARALIMPICO RISCHIA FINO A 15 ANNI DI CARCERE - A questo punto l'ex campione sudafricano rischia fino ad un massimo di 15 anni di carcere, secondo quanto prevede il reato di "omicidio colposo". Non essendo però definiti minimi, in realtà la pena detentiva a carico di Pistorius dipenderà dalla valutazione discrezionale del giudice che comunque non si esprimerà prima di tre-quattro settimane e potrebbe così anche concedergli la libertà condizionata. Pistorius ha sempre sostenuto che quanto accaduto fosse figlio di una tragica casualità: quella notte ha pensato che un ladro si fosse introdotto nella sua abitazione e ha sparato attraverso la porta del bagno, scoprendo solo dopo che non si trattava di un intruso ma della sua Reeva. Tesi in parte accolta dal giudice, che già ieri aveva lasciato prevedere una condanna di questo tipo visto che aveva definito il campione paralimpico "negligente", perché all'epoca aveva agito troppo in fretta mentre una persona ragionevole, al suo posto, non avrebbe mai sparato. Il giudice aveva bocciato però la tesi dell'accusa di omicidio premeditato, in quanto "non è stato provato, oltre ogni ragionevole dubbio, che Pistorius è colpevole. Non ci sono prove sufficienti per supportare una conclusione simile. Come avrebbe potuto l'accusato prevedere ragionevolmente che il colpo sparato avrebbe ucciso la vittima? Chiaramente non poteva prevedere che avrebbe ucciso la persona dietro la porta", la spiegazione fornita.


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Pistorius, al via l'udienza
per determinare la sua condanna


L'atleta paralimpico è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo al termine di un processo durato oltre sei mesi. Rischia fino a 15 anni di carcere, ma potrebbe ottenere anche la sospensione della pena o una pesante multa


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Oscar Pistorius è tornato in tribunale a Pretoria, dove la sua squadra di avvocati chiederà che gli sia evitato il carcere dopo la condanna per un capo di imputazione equivalente all'omicidio colposo. Il campione paralimpico è stato infatti scagionato dall'accusa di omicidio premeditato per la morte della fidanzata Reeva Steenkamp, verdetto che ha sconvolto il Sudafrica, finito nell'occhio del ciclone per il suo sistema giuridico.


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Tra rigidissime misure di sicurezza, il 27enne è entrato all'Alta corte North Gauteng di Pretoria per l'inizio del procedimento, che dovrebbe durare gran parte della settimana. A "Blade runner" potrebbero essere inflitti fino a quindici anni di reclusione in una delle carceri - notoriamente brutali - del Sudafrica; oppure potrebbe evitare la detenzione, visto che è stato assolto per l'accusa più grave che gli veniva contestata.

Nelle fasi iniziali del procedimento, tutti sono convinti che la difesa porterà delle attenuanti di fronte al giudice Thokozile Masipa. Dovrebbe sostenere che le carceri sudafricane non sono adatte a ospitare una persona con la disabilità di Pistorius e che la medaglia d'argento alle Paralimpiadi 2012 merita clemenza per l'assenza di precedenti.



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Pistorius, attesa per la sentenza:
l’ex fidanzata testimone per l’accusa




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Continua a Pretoria il procedimento contro Oscar Pistorius: dopo la condanna per omicidio colposo della fidanzata Reeva Steenkamp, si attende la decisione del giudice in merito alla pena da scontare. I legali dell’atleta paralimpico hanno chiesto i domiciliari e l’affidamento ai servizi sociali. Pistorius rischia fino a 15 anni di carcere. La difesa porta l’ultimo teste quindi toccherà all’accusa che presenta la testimonianza della madre di Reeva e il fuoco d’artificio finale. Samantha Taylor ex fidanzata di Pistorius che ha appena pubblicato un libro sull’instabilità emotiva dell’atleta.


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Pistorius, il 21 ottobre la sentenza:
chiesti i domiciliari




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Ultimi atti del processo per la morte di Reeva Steenkamp. Nell'arringa finale il procuratore di Pretoria Nel è stato categorico: "L'unica pena appropriata è una lunga pena detentiva". La difesa non vuole il carcere: "Non è un assassino a sangue freddo"
L'annuncio della pena per Oscar Pistorius sarà reso noto martedì 21 ottobre. Lo ha annunciato il giudice del processo a carico dell'ex atleta olimpico per la morte della fidanzata Reeva in cui è stato accusato di omicidio colposo. Il procuratore al processo di Pretoria ha chiesto per lui "una lunga pena detentiva". "L'unica pena appropriata è una lunga pena detentiva", ha detto Gerrie Nel nella sua arringa finale, dopo che il difensore Barry Roux aveva chiesto una pena ai servizi sociali.

La difesa: "Non è un assassino a sangue freddo" - A coronamento di una strategia seguita per tutto il processo, la difesa di Oscar Pistorius ha chiesto che l'atleta sudafricano, dichiarato colpevole di omicidio colposo per la morte della fidanzata, venga mandato agli arresti domiciliari e gli venga risparmiata la prigione. "Non è un assassino a sangue freddo", "era un'icona agli occhi del mondo e poi è decaduto", "ha perso tutto, la donna che amava, quasi tutti gli amici, le intere sue proprietà immobiliari": ha dunque già sofferto abbastanza, complice una procura che lo ha accusato di omicidio premeditato e anche l'attenzione dei media, che ha seguito la vicenda in maniera ossessiva e senza precedenti. Questo in sintesi la linea della difesa.


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Nell'aula del tribunale di Pretoria, alle battute finali del processo contro il giovane che il 14 febbraio del 2013 uccise la fidanzata, l'agguerrito avvocato di Pistorius, Barry Roux, un principe del foro che è già riuscito ad evitare all'ex campione paralimpico la condanna per omicidio volontario, ha sfoggiato tutta la sua abilità. Citando il concetto di 'ubuntu', l' umanità necessaria all'interno della società, un importante pilastro del sistema giuridico post-apartheid del Sudafrica, l'avvocato ha sostenuto che il campione dovrebbe essere condannato a una pena che eviti la vendetta e faccia giustizia tramutandosi nel contempo in un patrimonio per la società."La punizione è cominciata immediatamente dopo l'incidente", ha dichiarato l'avvocato sostenendo che il trauma della perdita di Reeva è "di gran lunga più pesante di qualsiasi altra sanzione penale". E l'atleta "non sarà mai assolto dal dolore", perchè porterà comunque sempre con sé "l'aggravante della colpa".



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Obiettivo arresti domiciliari - Pistorius rischia un ventaglio di pene che vanno dalla sospensione della pena, che sconterebbe agli arresti domiciliari, a un massimo di 15 anni di carcere. I periti chiamati a testimoniare dalla difesa, tra i quali anche operatori sociali nelle carceri, nei giorni scorsi avevano chiesto che gli venisse risparmiato la prigione perchè quelle sudafricane non sono pronte ad accogliere persone con handicap. Il giovane, che ha un problema genetico dalla nascita, è infatti privo degli arti inferiori che gli sono stai amputati quando aveva undici mesi. L'obiettivo è che Pistorius sconti la pena agli arresti domiciliari, in aggiunta lavori sociali a beneficio della società. E' previsto che Roux e il procuratore, Gerrie Nel, terminino le loro argomentazioni oggi e che il giudice, Thokozile Masipa, comunichi la sua decisione nei prossimi giorni.



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Pistorius condannato a 5 anni di prigione


L'atleta è stato condannato anche ad altri tre anni per possesso di armi da fuoco, ma questa sentenza è sospesa con la condizionale. L'accusa aveva chiesto dieci anni per il campione paralimpico, colpevole di aver ucciso la sua fidanzata Reeva Steenkamp, mentre la difesa sperava in una pena ai lavori socialmente utili. Niente gare per l'intero periodo


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Oscar Pistorius è stato condannato a cinque anni per l'omicidio colposo della fidanzata Reeva Steenkamp, avvenuto il 14 febbraio 2013, del quale era stato giudicato colpevole. L'atleta è stato condannato anche ad altri tre anni per possesso di armi da fuoco, ma questa sentenza è sospesa con la condizionale. Pistorius aveva sparato in un ristorante con la pistola di un amico. L'episodio risale all'inizio del 2013 ed è avvenuto a Johannesburg.

A leggere il verdetto nei confronti dell'atleta paralimpico sudafricano, in un tribunale di Pretoria, è stato il giudice Thokozile Masipa, che ha chiesto all'atleta di alzarsi in piedi per ascoltare la condanna: "La seguente è ciò che considero una sentenza equa e giusta sia nei confronti della società, sia dell'accusato", ha detto. Dunque la giudice ha escluso tanto i servizi per la comunità che una pena prolungata, la prima perché inappropriata, la seconda perché sarebbe spietata.


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La sentenza. Nel ripercorrere tutte le fasi del processo, la giudice poco prima aveva detto che non bisogna pensare che ci sia una legge per chi è ricco e una per chi è povero e si era detta perplessa all'idea della vulnerabilità dell'atleta in carcere. A tal proposito, Masipa aveva fatto l'esempio di una donna incinta che deve andare in carcere perché condannata; e aveva sottolineato che, malgrado la vulnerabilita, un giudice ordinerebbe comunque il carcere, ma la struttura si adeguerebbe alla persona da accogliere.


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Subito in cella. Con i tempi immediati della giustizia di rito anglosassone Pistorius è stato prelevato dagli agenti e trasferito nelle celle del tribunale per poi essere trasferito nel carcere di Kgosi Mampuru II di Pretoria, dove sconterà la condanna. La sentenza è stata accolta in silenzio da tutti i presenti nell'aula e l'atleta, con gli occhi lucidi, non ha detto una parola. Ha stretto la mano ad alcuni familiari prima di uscire dall'aula.

Solo 10 mesi dietro le sbarre. L'avvocato di Pistoriu si dice certo che il suo assistito sconterà in prigione solo 10 dei 60 mesi (5 anni) cui è stato condannato. Il resto della pena lo passerà agli arresti domiciliari, come il tempo trascorso durante il processo a casa dello zio.


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Soddisfatti i familiari di Reeva... Non c'è stata nessuna reazione neanche da parte dei familiari di Reeva (solo la madre June ha sussurrato qualcosa). L'avvocato della famiglia Steenkamp si è detto però soddisfatto della sentenza. Sono molto contento", ha commentato il padre della ragazza. La famiglia non farà appello contro la sentenza ha scritto in un tweet il corrispondente della Bbc da Pretoria, mentre il procuratore valuterà se farlo: "Siamo rimasti delusi dal verdetto di omicidio colposo", ha detto il portavoce, Nathi Mncube: "Non abbiamo ancora deciso se faremo appello o meno, abbiamo 14 giorni per rivedere la legge e vogliamo essere sicuri che i fatti e il diritto ci permettano di fare appello".


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...e quelli di Oscar. La famiglia di Oscar Pistorius accetta la sentenza di condanna a cinque anni dell'atleta. Lo ha reso noto lo zio del giovane, Arnold Pistorius, che è molto vicino a Oscar. Uomo d'affari facoltoso e di successo, Arnold Pistorius è il padre adottivo di Oscar ed è un po' il patriarca della famiglia Pistorius, una famiglia di afrikaner molto unita e con forti convinzioni calviniste. Per tutto il periodo in cui è stato ai domiciliari, Pistorius - che ha dovuto vendere la lussuosa casa in cui abitava con Reeva per sostenere le esorbitanti spese legali della sua difesa - ha vissuto proprio a casa dello zio Arnold. "Coglierà questa opportunità di riscattarsi agli occhi della società", ha proseguito lo zio dell'atleta, che ha chiesto ai giornalisti di dare privacy alla famiglia dopo quelli che ha definito "20 mesi di processo pubblico senza sosta". Lo zio dell'atleta ha anche criticato i procuratori per avere inizialmente perseguito Pistorius per omicidio premeditato: "Hanno deciso di infliggere più danni collaterali possibile", ha detto.


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Le richieste dei legali. L'accusa, per bocca del pm Gerrie Nel, aveva chiesto una condanna ad almeno dieci anni di carcere ("La pena minima che sarebbe soddisfacente per la società è di dieci anni di carcere", aveva dichiarato il procuratore) mentre il legale di Pistorius, Barry Roux, in una lunga arringa, aveva espresso la possibilità che si optasse per i servizi sociali e gli arresti domiciliari.

Niete gare per cinque anni. Anche se gli venissero concessi gli arresti domiciliari, Oscar Pistorius non potrà partecipare alle competizioni paralimpiche per tutti i cinque anni della sentenza, ha sottolineato Craig Spence, portavoce del Comitato Internazionale Paralimpico, precisando che ''non potrà gareggiare per cinque anni, per noi deve scontare tutta la pena anche se venisse rilasciato prima''. Il prossimo appuntamento è a Rio de Janeiro nel 2016, ma gli organizzatori dei giochi hanno fatto sapere che l'atleta potrebbe partecipare solo se venisse ridotta la sentenza in appello. 'Blade Runner' (questo è il suo soprannome), ha conquistato medaglie d'oro in tre Paralimpiadi, oltre ad aver gareggiato alle Olimpiadi di Londra.


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«Reeva e Pistorius non
avevano mai fatto l’amore»


Parla la madre di Reeva: «Quella sera mia figlia voleva lasciare Pistorius»



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«Me l’ha confidato Reeva: non c’è mai andata a letto. Hanno soltanto dormito insieme. Lei non si fidava». Il campione dongiovanni e la bionda «bikini model», tre mesi insieme (senza abitare nella stessa casa) e niente sesso: «Mia figlia aveva paura di arrivare a quel punto. Credo che la loro storia fosse finita. Quella notte voleva lasciarlo, aveva già i vestiti in borsa. Nel suo cuore aveva capito che non poteva funzionare».

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June Steenkamp, 68 anni, non ha mai parlato al processo che la settimana scorsa ha visto la condanna di Oscar Pistorius a 5 anni di prigione per omicidio colposo (potrebbe scontare 10 mesi e il resto ai domiciliari). Per 40 giorni in tribunale ha tenuto gli occhi fissi sull’uomo che ha ucciso sua figlia la notte del 14 febbraio 2013. Voleva capire perché, aveva detto alla vigilia. La sua verità ora è affidata a un libro («Reeva: a Mother’s story») che esce il 6 novembre (nei giorni in cui a Pretoria potrebbe partire la procedura di un eventuale processo di appello). «Storia di una madre» è anticipata da un’intervista all’inglese The Times ripresa dai giornali sudafricani.

June non crede a Oscar: «Dice che pensava ci fosse un intruso in bagno - racconta la madre - Io credo che potrebbe averle sparato un primo colpo durante una scenata di gelosia, un litigio forse innescato da un sms di qualche ex. E che poi ha dovuto andare avanti, finirla con altri tre colpi, ucciderla per impedirle di parlare. È successo qualcosa tra loro, qualcosa di così tremendo da costringere Reeva a chiudersi in bagno con i suoi due telefonini». Tante cose non le tornano, come il caso dei vestiti: l’hanno trovata con «un top nero smanicato e gli shorts grigi - ricorda la madre -. Vestiti da giorno d’estate, non certo da notte».

Reeva era rabbuiata, nelle immagini delle telecamere al cancello appare «così infelice» dicono i genitori, convinti che qualcosa stesse montando. Un vicino ha detto di averli sentiti litigare intorno alle 2, ma la giudice Masipa non ha dato valore a questo genere di testimonianze (spesso discordanti).

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Pistorius ha detto che stavano progettando di vivere insieme, ma anche su questo June è lapidaria: «Nostra figlia aveva molti dubbi sulla loro compatibilità». La madre descrive Oscar così: «Arrogante, possessivo, volubile, dal grilletto facile». Uno che prima o poi «avrebbe comunque ucciso qualcuno». Reeva invece era ossessionata dall’ordine: «Non avrebbe mai lasciato i jeans sul pavimento così come si vede dalle foto della polizia».

Dettagli su cui si è già dibattuto al processo. Nuova e singolare suona invece la rivelazione su quella storia d’amore «in bianco». «Reeva mi aveva confidato di non esserci mai andata a letto». La castità come scelta condivisa o come frustrazione? Anche su questo la verità probabilmente non si saprà mai. Sorprende la gelida pacatezza di June («Non cerchiamo vendetta») che rende più credibile la sua versione. Molti, in Sudafrica e fuori, si sono indignati per una condanna «troppo mite». Per gli Steenkamp «è la miglior sentenza che ci potevamo aspettare. Siamo soddisfatti perché sarà punito per quanto ha fatto».

Insoddisfatto è il procuratore Gerrie Nel, che in queste ore valuta se ricorrere in Appello. Ieri il suo ufficio ha smentito di aver già fissato il via ai primi di novembre. Pistorius è in prigione da quasi una settimana. La parcella della difesa, 2 milioni di euro, è pagata solo per metà. L’atleta non ha più soldi (ha venduto la casa del delitto per meno di un milione), lo zio Arnold non vuole ripianare il debito. La famiglia Pistorius chiedeva silenzio. Il ruggito tardivo di una madre e la voglia di rivincita di un magistrato potrebbero riaprire tutto?



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Pistorius: via libera al ricorso
in appello alla Corte Suprema


Il giudice Masipa, che ha condannato il campione paralimpico a 5 anni di carcere per la morte della fidanzata Reeva Steenkamp (per omicidio colposo) ha autorizzato il riesame. La pubblica accusa tornerà a chiedere 15 anni per omicidio volontario


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Il processo a Oscar Pistorius, condannato a cinque anni di carcere per aver ucciso la sua fidanzata Reeva Steenkamp, sarà riesaminato in appello dalla Corte Suprema su richiesta del pubblico ministero. Lo ha deciso il giudice Thokozile Masipa. Secondo la legge sudafricana, a dare il via libera doveva essere infatti lo stesso giudice che ha condannato il campione paralimpico il 21 ottobre. La difesa si era opposta al ricorso.

Il giudice ha accettato che la Corte Suprema del Sudafrica verifichi la corretta applicazione della legge nel corso del processo conclusosi con la condanna a cinque anni di carcere per Pistorius condannato per omicidio colposo. "La nostra tesi era che avrebbe dovuto essere condannato per omicidio ad un pena di almeno 15 anni: è quello che vogliamo", ha detto il portavoce del procuratore Nathi Ncube, esprimendo soddisfazione per la decisione del giudice. L'accusa da sempre ha sostenuto la tesi dell'omicidio volontario, e non colposo, contestando il fatto che Pistorius non aveva intenzione di uccidere ed ha agito per errore e negligenza.

Questo - spiega l'accusa - creerebbe un pericoloso precedente per la giurisprudenza nazionale in un paese afflitto da elevata criminalità: "la condanna decisa dal giudice fissa la barra molto in basso, è scioccante", aveva detto ieri il procuratore Gerrie Nel nel corso dell'udienza per la decisione sul ricorso in appello.

Al processo di primo grado è stata accettata la versione che l'atleta abbia sparato per errore alla fidanzata. Per questo è stato condannato a cinque anni. Una condanna che gli avrebbe permesso di chiedere la libertà provvisoria dopo soli dieci mesi di detenzione. Con il via libera all'appello, Pistorius potrebbe essere rilasciato su cauzione in attesa del nuovo processo.

Campione paralimpico, il 28enne Pistorius è stato il primo atleta con due gambe amputate a partecipare anche alle Olimpiadi. La notte del 14 febbraio 2013 ha ucciso con la pistola la fidanzata, dichiarando di averla scambiata per un intruso entrato in casa.


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Pistorius: il governo
blocca la scarcerazione del 21 agosto


All’ex atleta erano stati concessi i domiciliari,
ma la decisione è stata congelata in attesa di un nuovo parere
della commissione. A novembre il processo d’appello




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Sarebbe dovuto uscire di prigione tra due giorni, il 21 agosto, invece oggi, mercoledì, il governo sudafricano ha congelato la concessione degli arresti domiciliari a Oscar Pistorius. Il ministro della Giustizia sudafricano, Michael Masutha, in una nota citata dalla testata sudafricana eNCA, ha motivando la sospensione del rilascio spiegando che la decisone era stata presa prematuramente e senza nessuna base legale.



Il processo d’appello . Pistorius è in detenuto nel reparto ospedaliero del carcere da dieci mesi per l’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, avvenuta nella notte tra il 13 e il 14 febbraio 2013. La condanna decisa dal tribunale di Pretoria è di cinque anni in tutto. Ora, l’ex campione paraolimpico, a cui erano stati concessi i domiciliari per buona condotta, sarà rilasciato solo se e quando la commissione che valuta le istanze di scarcerazione si esprimerà a favore di nuove misure. Intanto a novembre è stato fissato il processo d’appello su richiesta della procura che ha considerato troppo lieve la pena inflitta.


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Pistorius, la procura chiede 15 anni
In aula cammina senza protesi


L'atleta paralimpico, accusato di omicidio volontario dell'ex fidanzata Reeva Steenkamp, rischia il massimo della pena. Il corridore si è presentato davanti all'Alta Corte di Pretoria in bermuda e senza gli arti artificiali. La difesa: "E' un uomo in equilibrio su dei moncherini alle 3 di notte e al buio che va giudicato"



Il massimo della pena, 15 anni. È quanto ha chiesto la Procura nei confronti di Oscar Pistorius, riconosciuto colpevole di omicidio volontario della fidanzata Reeva Steenkamp, nell'udienza presso l'Alta Corte di Pretoria. Ora sarà il giudice a determinare la condanna. Pistorius, 29 anni sparò e uccise la fidanzata nelle prime ore del 15 febbraio 2013 sostenendo di aver aperto il fuoco contro la porta chiusa di un bagno al pianterreno della sua residenza convinto che all'interno ci fossero dei ladri. Il 3 marzo 2014 l'atleta sudafricano venne giudicato in primo grado responsabile solo di omicidio colposo e condannato a 5 anni di carcere. Il 3 dicembre 2015 la Corte Suprema lo riconobbe, invece, colpevole d'omicidio volontario e rinviò ad un giudice di prima istanza il compito di fissare la condanna.




PISTORIUS SI TOGLIE LE PROTESI IN AULA - In attesa della sentenza, su consiglio del suo legale, l'atleta paralimpico singhiozzante si è tolto le protesi a forma di lama che l'hanno reso famoso in tutto il mondo e ha camminato in aula sui moncherini davanti ai giudici. Indossando dei bermuda Pistorius è apparso debole e più fragile delle immagini di super atleta cui ci ha abituato. Poggiando su ciò che resta delle sue gambe, amputate all'età di 11 anni per una malformazione congenita che l'aveva fatto nascere senza peroni e con gravi malformazioni ai piedi, si è avvicinato zoppicante al banco del giudice.

"GIUDICARE L'UOMO, NON L'ATLETA" - Lo scopo era quello di mostrare in quali condizioni di svantaggio Blade Runner si trovasse quando, in base alla tesi della difesa, fu svegliato di soprassalto nel cuore della notte credendo che nel bagno di casa sua vi fosse un intruso, invece della sua fidanzata che fino a quel momento aveva dormito con lui. Quell'uomo barcollante e malfermo, ha detto l'avvocato Roux mentre Pistorius faceva la sua dimostrazione, "non è l'uomo forte e ambizioso" che ha fatto la storia alle Olimpiadi di Londra sei mesi prima della tragica notte di san Valentino del 2013. "Non è l'uomo vincitore di medaglie d'oro che va giudicato" e non bisogna immaginarlo quella notte mentre corre verso il bagno con una medaglia d'oro al collo". Invece, "è un uomo di 1 metro e 85 in equilibrio su dei moncherini alle 3 di notte al buio che va giudicato".

"NON C'ERA PIÙ AMORE" - Spera in una sentenza esemplare la cugina di Reeva Steenkamp, Kim Martin, che in tribunale ha parlato di amore finito ormai da tempo. "Non l'ho mai sentito chiedere scusa. Non penso che la verità sia mai venuta fuori. Volevamo solo la verità". Martin era l'ultima testimone dell'accusa. Il legale di Pistorius, Barry Roux, ha fatto alla donna alcune domande sulla relazione amorosa tra i due. Steenkamp, modella laureata in legge, era emozionata e affezionata a Pistorius, "ma non vedevo amore". Ieri il padre, Barry Steenkamp, ieri ha fornito una testimonianza appassionata, chiedendo che Pistorius paghi per aver ucciso la figlia.

















 
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