|
|
|
Edward Hopper
New York Office
( Ufficio a New York )
1962
Olio su tela
101,6X139,7cm
Museum of Fine Arts - Montgomery
L'ufficio è ancora una volta, per Hopper, il luogo ideale dove ambientare una scena.
Lo sguardo dell'osservatore si posa su una bella donna bionda posta dietro una grande vetrata.
La finestra può essere paragonata a uno schermo cinematografico, con le due colonne di muro che ne suggeriscono i confini, e la donna è l'attrice protagonista.
Il suo corpo è sottolineato da un vestito blu aderente. E' intenta ad aprire una busta, in un ufficio dove si intravedono altre die sagome in fondo. La fila di luci al suo interno ricorda quella di "Automat".
Lo sguardo dell'osservatore proviene da un punto preciso della strada, e coglie in un colpo solo anche il marciapiede e un edificio, sul lato sinistro, dalle finestre a cadenza regolare.
Nonostante "l'orario d'ufficio" la strada è deserta e dominata esclusivamente dagli effetti luce-ombra, che esaltano ulteriormente la visione femminile.
Il paragone fra "Ufficio a New York" e "Ufficio di notte", è di rigore, vista la presenza femminile come centro del quadro in entrambi i dipinti.
Nell'opera più antica la presenza dell'uomo rendeva, in un certo senso, esplicito il riferimento sessuale; qui avviene esattamente il contrario: l'assenza della figura maschile non esclude tale riferimento, semplicemente lo sottintende.
In una famosa intervista dello stesso 1962, Katherine Kuh chiede a Hopper come scegliesse il soggetto di un quadro; egli rispose che gli era difficile decidere cosa dipingere, e che spesso andava avanti per mesi senza trovare niente.
Poi il soggetto si faceva largo da solo, lentamente, e a quel punto sopraggiungeva l'invenzione. ( Mar L8v )
Edited by Milea - 26/8/2021, 16:45 |
| | |
