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Tioman: in vacanza con le tartarughe
Alla scoperta di un isolotto malese, celebre per la sua popolazione di testuggini verdi e per una natura ancora in gran parte selvaggia
Secondo la leggenda, la bellezza del suo mare folgorò una principessa-drago tanto da farle interrompere il viaggio che, dalla natia Cina, la conduceva verso il promesso sposo a Singapore. In effetti, i fondali di Pulau Tioman, benché la barriera corallina sia parzialmente compromessa, sono di una bellezza incantata: l'isolotto della Malesia orientale, lungo una quarantina di chilometri e largo meno di venti, è parte una deòle poche riserve al mondo dove si riproducono le tartarughe verdi.
Immergendosi, o anche semplicemente facendo snorkeling, è facile avvistarne una - sono piuttosto grandi, a 5 anni raggiungono già i 25 kg e vivono almeno fino a 60 - e lasciarsi coinvolgere da un appassionante quanto inutile inseguimento. Come ragguardevole premio di consolazione, si nuota tra piccoli pesci Pagliaccio e seriosi Napoleone dalla bocca carnosa, si ammirano senza fretta imponenti pesci Pappagallo col corno e banchi di fucilieri che sfrecciano sulle gorgonie, e si incrocia persino qualche barracuda e piccolo squalo.
Con un po' di fortuna, si può assistere al battesimo del mare dei piccoli di tartaruga: in tutta Tioman si seguono progetti di tutela della specie, che prevedono la raccolta delle uova deposte sulla spiaggia e la loro conservazione al caldo fino al momento della schiusa. A quel punto i piccoli, che stanno nella la metà di un palmo di mano, vengono accompagnati sul bagnasciuga e si dirigono al largo con uno slancio commovente.
Benché sia nota come attracco sicuro da tutti i vascelli che hanno solcato il mar della Cina fin dall'antichità, Tioman è rimasta per lo più un'isola di villaggi e foreste: ci si arriva dalla penisola malese in quadrimotore o in traghetto fino a Tekek, i resort internazionali sono ancora pochi e gran parte dell'entroterra resta disabitato. Attraversarla, meglio se con una guida locale, riesce ancora a trasmettere il fascino di una vera esplorazione. Il trekking nella giungla è faticoso, soprattutto per l'elevatissima umidità, ma imperdibile per gli scorci su miriadi di cascate e gli incontri fugaci con macachi dalla coda lunga e scoiattoli volanti.
A far da contraltare al gentile ibisco, che orna le coste, ci pensa nell'entroterra l'albero del Duran , dall'odore disgustoso ma dal frutto prelibato. A Juara, dall'altro lato dell'isola rispetto a Tekek, non ci sono coralli ma si fa surf. Il villaggio, costruito su palafitte per difendersi dall'umidità di mare e giungla, è molto grazioso e amato dai turisti zaino-in-spalla. Qui è più facile socializzare coi locali, magari cimentandosi in una partita allo sport più diffuso, una sorta di calcio giocato con una rete da pallavolo, amatissimo dagli isolani.
Info. Turismo Malaysia
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