“Roma dall'alto. Forme della città nella storia”, il patrimonio artistico dell'Urbe

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view post Posted on 29/9/2013, 13:22     +1   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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“Roma dall'alto. Forme della città nella storia”,

il volume che ripercorre il patrimonio artistico dell'Urbe


Verde, razionale, geniale, deserta, pulita: dal cielo la capitale ritrova tutta la sua nobiltà oltraggiata dai tempi e dall'incuria. Un libro fotografico pubblicato da Editoriale Jaca Book e Fondazione Roma – Arte e musei (320 pp., 120 euro) ne svela il volto segreto



Roma vista dall'alto si nobilita. Si vedono le forme, le aree, i monumenti, le vestigia, in termini enfatici si potrebbe dire la gloria, mentre la distanza attenua o cancella i segni del tempo, compreso il tempo scandito non dai secoli ma dall'incuria delle amministrazioni, dagli oltraggi che ogni giorno le infliggono i suoi abitanti. Del resto queste due facce, quella aulica e monumentale e quella trascurata e plebea, la Città Eterna le ha sempre avute. Sarebbe un esercizio futile rimpiangere una Roma ordinata e pulita, diciamo "nordica", che non c'è mai stata.



Il bellissimo volume edito da Jaca Book, Roma dall'alto, è nello stesso tempo un'opera di documentazione e di falsificazione, una memoria, un'illustrazione e un auspicio. L'idea è geniale. Sorvolare in un giorno e in un'ora di luce perfetta la città storica fino ai suoi confini con la modernità. Fotografarne i singoli monumenti, dal più celebre e antico, il Colosseo, fino al gioiello contemporaneo dell'Auditorium. Fotografarli sia isolati in se stessi, sia inserendoli nel contesto che li circonda. Si scoprono dettagli e contesti che nessuna esplorazione a piedi potrà mai mostrare.





Campo Marzio, da largo di Torre Argentina ai quartieri di nord-est



Faccio due esempi. Il più clamoroso è l'abbondanza di verde. Roma, che spesso appare segnata dalla pesante presenza del cemento è invece, tra le altre cose, una città di giardini segreti, cioè di proprietà privata, quindi in genere inaccessibili. Le foto aeree ne mostrano l'abbondanza, il rigoglio. Mostrano la cura con la quale sono tenuti con le loro perfette decorazioni vegetali. Non solo i giardini privati, del resto. Non sfigurano al confronto quelli adiacenti alla Galleria Borghese. Chiunque può visitarli, ma solo dall'alto se ne può ammirare l'estensione e l'accurata tessitura di decori e ornamenti. Nel Circo Massimo, visto a livello del suolo, prevale l'aspetto polveroso di una spianata spoglia per la quale - detto per inciso - non si è mai trovata una sistemazione adeguata.





Villa Torlonia, in primo piano il Teatro e in alto il Casino nobile


Dall'alto, anche qui, la scena cambia completamente. Si distingue netta la forma dell'antico stadio con la spina al centro, si nota la sua collocazione sotto il palazzo imperiale fatto costruire da Domiziano che consentiva agli augusti spettatori una perfetta visione delle gare senza scendere a mescolarsi con la folla dei tifosi, caotica allora (s'immagina) quanto quella attuale. Un altro esempio, ancora più illustre, è quello rappresentato dalle riprese dei Fori. Uno degli elementi che colpisce con più forza è constatare l'allineamento dei due archi di Tito e di Settimio Severo che tracciano idealmente il percorso dei cortei trionfali che li attraversavano, prima di ascendere al tempio di Giove sull'alto del Campidoglio. E poiché un'immagine ne chiama un'altra, la parola Campidoglio evoca l'altra immagine, perfetta anche questa, dell'antica altura dove la città ebbe origine. Qui la foto dall'elicottero mostra con una chiarezza che nessuna osservazione da terra potrà mai raggiungere, la genialità del disegno michelangiolesco per il pavimento della piazza, giustamente evidenziata nella stessa copertina del volume. L'andamento delle linee segnate dalla pietra dà un'idea di molla compressa quasi che l'energia, culturale, politica, lì accumulata fosse caricata e pronta a espandersi per il pianeta.






Castel Sant'Angelo


Roma, unica al mondo insieme a Gerusalemme, è rimasta ininterrottamente città dall'epoca arcaica ai nostri giorni. Giustamente il suo territorio può essere considerato un palinsesto, non nel senso televisivo che ormai la parola ha acquisito ma in quello originale: un territorio sul quale la storia ha scritto e riscritto, ogni volta cancellando in gran parte ciò che preesisteva o affiancandogli il nuovo. Stratificazioni. Le mura di cinta del III secolo accanto alle abitazioni moderne, le basiliche protocristiane spesso erette o adattate ricavandole da templi delle più antiche religioni, un porto come quello di Ostia che ormai l'accrescimento della linea di costa ha allontanato di ben quattro chilometri dal mare. Questa fiorente cittadina che arrivò ad avere una popolazione di cinquantamila abitanti, è stata depredata per secoli dei suoi manufatti. Lastre e decorazioni di Ostia sono arrivate per un riciclo a Roma ma anche più lontano, fino a Orvieto e Pisa. Si può vedere il venerando edificio dell'Ara Coeli saldato al novecentesco Vittoriano, la terracotta degli antichi mattoni affiancata al candore abbagliante del marmo botticino.



Il collegamento pedonale tra la basilica di San Pietro e Castel Sant'Angelo
(cosiddetto ''passetto'') e il rione Borgo


Oppure: l'audace rotondità della cupola del Pantheon con il suo foro (oculus) al centro di ben nove metri di diametro non lontana dall'aguzza, folle, tortuosità del campanile a spirale di Sant'Ivo alla Sapienza quale solo la genialità del Borromini poteva concepire. O ancora: la razionalità metafisica della topografia dell'Eur, con le sue intersezioni reticolari, l'alternanza di linee rette e curve, la perfezione quasi astratta dei suoi edifici monumentali. Un'avventura, quella di Roma, continuata ininterrottamente per ventisette secoli.

Chiudo con un ricordo personale. La foto della basilica di San Giovanni mostra anche la contigua via Tasso e un adiacente spazio aperto arricchito da alberi. Ho riconosciuto l'edificio dov'era la prigione della Gestapo durante l'occupazione, il cortile dove noi bambini facevamo ricreazione. Spesso nel silenzio della notte giungevano fin nelle camerate le urla dei torturati. Fonte





Piazza Venezia




Il Tevere sino a Ponte Sisto






Moschea e centro islamico culturale, situato lungo la cosiddetta via Olimpica







Piazza del Popolo






Museo nazionale delle Arti del XXI secolo - Maxxi (architetto Zaha Hadid)






La basilica di San Paolo






Campo de' Fiori






Basilica di San Giovanni in Laterano






Santa Maria Maggiore





Monte Mario -Villa Madama






Piazza del Popolo e il ''tridente''






Il Campidoglio e la scalinata di S. Maria in Aracoeli






Ponte Garibaldi e Isola Tiberina






Auditorium Parco della musica (architetto Renzo Piano)






Piramide di Caio Cestio, ai limiti del Testaccio. A breve distanza il
palazzo delle Poste (architetti Adalberto Libera e Mario Ridolfi)






Edited by Milea - 8/3/2023, 11:43
 
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