L'arte di Kandinsky spiegata ai bambini, Idee per creare con l'arte astratta

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“Il colore è un mezzo
di esercitare sull’anima un’influenza diretta.
Il colore è un tasto,
l’occhio il martelletto che lo colpisce,
l’anima lo strumento dalle mille corde”.

(Lo spirituale nell’arte)





Kandinsky-Russian-Beauty-in-a-Landscape

The Russian Mind (1890)


Wassily Kandinskij Wasilyevich, (Vasily Kandinsky) conosciuto come il fondatore dell'arte astratta, nasce a Mosca il 4 dicembre 1866, ma nel 1871 si trasferisce con la famiglia a Odessa, dove frequenta il liceo classico.
A diciotto anni comincia a prendere lezioni di pianoforte e violoncello: la passione per la musica sarà, infatti, una costante nella sua vita ed influenzerà anche la visione artistica del pittore.

Durante gli studi all'Università di Mosca, che lo porteranno a laurearsi in economia politica, coltiva la passione per la pittura rimanendo profondamente colpito sia dall’arte popolare russa, che dai dipinti di Monet che Kandisky ha occasione di ammirare nel 1895 ad una mostra.
Deciso a diventare un pittore, nel dicembre del 1896 si trasferisce a Monaco, che all’epoca era una città d’arte, dove rimarrà fino al 1914 e s’iscrive alla scuola di pittura di Anton Azbé, conoscendo Paul Klee.


Nel 1901 Vassily Kandinsky fonda con altri artisti l'associazione "Die Phalanx" (Falange) che mira ad abolire la distanza fra arte colta e arte popolare, tra artigiano e artista, voltando definitivamente le spalle all’arte realista. Tra il 1901 e il 1904, anno dello scioglimento di Phalanx, organizza altre 11 mostre e apre una propria scuola d'arte, dove insegna disegno e pittura.

Nel frattempo intraprende una serie di viaggi che lo portano in Italia, Olanda e Tunisia per trovare nuovi scenari per le sue opere. Tornato a Monaco nel 1909, fonda la "Nuova Associazione di Artisti di Monaco", di cui diviene presidente e con la quale organizza due esposizioni nel 1909 e nel 1910.

Kandinsky, convinto che la pittura sia “una via per l’animo”, continua a scrivere ed a dipingere, impegnato nel movimento espressionista che vuol rappresentare non tanto la natura e le emozioni che provoca, ma dare un volto esteriore alle espressioni interiori.


Nel 1911 fonda un nuovo movimento chiamato “Der Blaue Reiter”. Un cavaliere azzurro, simbolo della spiritualità, guida e domina la corsa di un cavallo, simbolo dell’energia psichica e irrazionale delle passioni. Perché Cavaliere Azzurro? La leggenda vuole che il nome derivi dalla passione per i cavalli (uno dei leit motiv della sua produzione) combinata con l’amore di Kandinsky per i cavalieri della fiabe russe e per il colore blu. (M.@rt)



Edited by Milea - 27/6/2021, 19:16
 
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Il_cavaliere_azzurro

il-cavaliere-azzurro

Il cavaliere azzurro (1903)
olio su tela, 55x60
Zurigo, Collezione privata



Wassily Kandinskij Wasilyevich, (Vasily Kandinsky) conosciuto come il fondatore dell'arte astratta, nasce a Mosca il 4 dicembre 1866, ma nel 1871 si trasferisce con la famiglia a Odessa, dove frequenta il liceo classico.

Wassily-Kandinsky

A diciotto anni comincia a prendere lezioni di pianoforte e violoncello: la passione per la musica sarà, infatti, una costante nella sua vita ed influenzerà anche la visione artistica del pittore.

Durante gli studi all'Università di Mosca, che lo porteranno a laurearsi in economia politica, coltiva la passione per la pittura rimanendo profondamente colpito sia dall’arte popolare russa, che dai dipinti di Monet che Kandisky ha occasione di ammirare nel 1895 ad una mostra.
Deciso a diventare un pittore, nel dicembre del 1896 si trasferisce a Monaco, che all’epoca era una città d’arte, dove rimarrà fino al 1914 e s’iscrive alla scuola di pittura di Anton Azbé, conoscendo Paul Klee.


Nel 1901 Vassily Kandinsky fonda con altri artisti l'associazione "Die Phalanx" (Falange) che mira ad abolire la distanza fra arte colta e arte popolare, tra artigiano e artista, voltando definitivamente le spalle all’arte realista. Tra il 1901 e il 1904, anno dello scioglimento di Phalanx, organizza altre 11 mostre e apre una propria scuola d'arte, dove insegna disegno e pittura.

Nel frattempo intraprende una serie di viaggi che lo portano in Italia, Olanda e Tunisia per trovare nuovi scenari per le sue opere. Tornato a Monaco nel 1909, fonda la "Nuova Associazione di Artisti di Monaco", di cui diviene presidente e con la quale organizza due esposizioni nel 1909 e nel 1910.

Kandinsky, convinto che la pittura sia “una via per l’animo”, continua a scrivere ed a dipingere, impegnato nel movimento espressionista che vuol rappresentare non tanto la natura e le emozioni che provoca, ma dare un volto esteriore alle espressioni interiori.

Nel 1911 fonda un nuovo movimento chiamato “Der Blaue Reiter”. Un cavaliere azzurro, simbolo della spiritualità, guida e domina la corsa di un cavallo, simbolo dell’energia psichica e irrazionale delle passioni. Perché Cavaliere Azzurro? La leggenda vuole che il nome derivi dalla passione per i cavalli (uno dei leit motiv della sua produzione) combinata con l’amore di Kandinsky per i cavalieri della fiabe russe e per il colore blu. (M.@rt)



Wassily-Kandinsky-atelier





Edited by Milea - 26/6/2021, 17:19
 
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giochiamo-con-larte-astratta_0

Tante idee per divertirsi con l'arte di Kandinsky


kandinsky1_0



L’arte astratta tende ad eliminare qualsiasi riferimento alla realtà. Realizza composizioni attraverso forme semplici e colori, ai quali viene attribuito un valore di per sé, non collegato, cioè, ad eventi o a oggetti riconoscibili. Kandinsky elaborò le sue teorie sull’arte astratta in due scritti principali: Lo spirituale nell’arte (1912) e Punto, linea, superficie (1926). Spiegò che ogni forma possiede un valore espressivo, che può essere esaltato o attenuato dalla combinazione con altre forme o colori.


kandinsky2_0



Si può lavorare:

a) sulle LINEE

Si possono raffigurare le emozioni anche solo attraverso le linee (curve, diritte, spezzate…) pensando ad una situazione positiva e a una negativa si potrà comporre con le linee una propria raffigurazione astratta. Si possono creare mondi solo con le linee: si può partire dalle linee raffigurative (un sorriso tondo di una faccia) e poi eliminare i contorni e tenere solo quelle (il viso si cancella…), avvicinandosi al puro astrattismo. Con degli oggetti a forma di linee (spaghetti, corde, assi, cerchi…) si può creare anche una grande raffigurazione tridimensionale.
• Una semplice linea retta orizzontale produce una sensazione di freddezza e piattezza, in quanto viene associata all’immobilità, alla stabilità, al sonno.
• Una linea verticale produce una sensazione di calore; si associa all’altezza.
• La linea obliqua è instabile e dinamica.
• La linea curva determina un effetto di calma e tranquillità.
• La linea spezzata produce un effetto di nervosismo ed evoca il dramma.



b) sulle FORME
Attraverso la scelta di determinate forme geometriche armoniose, si riuscirà a comporre la propria opera personale.
• Il quadrato è la forma più stabile e da Kandinsky viene associato al colore rosso.
• Il triangolo deriva dalla linea spezzata; è caratterizzato dall’angolo acuto. È la forma con maggiore tensione e dinamismo ed è collegata al giallo.
• Il cerchio deriva dalla linea curva ed è associato al colore azzurro. È una forma pacata e priva di tensione perché più di ogni altra tende verso la quiete.
Giocando con le forme e dal loro riconoscimento partendo dagli oggetti di uso quotidiano, si può disegnarne il profilo. Si può associare ad ogni forma un oggetto e un’emozione; le forme possono essere preparate su carta colorata, e successivamente posizionate per creare la propria composizione.

kandinsky3_0


c) sul COLORE
Cosa sono i colori? Cos’è il colore? Ci sono colori allegri, esaltanti, festosi, riflessivi, tristi…? Ci sono colori che vanno d’accordo e colori che creano dei contrasti?
• Il colore azzurro dà la sensazione di spiritualità ed evoca l’idea di infinito.
• Il rosso evoca la forza e la passione.
• Il giallo l’eccitazione e il dinamismo.
Collegando ogni colore a una sensazione legata al proprio vissuto, si giungerà a capire il significato dei diversi colori per Kandinsky. (M.@rt)






“…e uno dopo l’altro quegli esseri straordinari
che vengono chiamati colori
venivano fuori esultanti festosi, riflessivi,
fantastici immersi in sé, vivi in sé e per sé,
singolarmente dotati di tutte le qualità necessarie
a condurre una vita autonoma
e pronti in ogni momento
a piegarsi spontaneamente
a nuove combinazioni a mescolarsi fra loro
e a creare serie infinite di mondi nuovi ”.

(Vasilij Kandinsky - Sguardo al passato)



IL LABORATORIO DEI COLORI E DELLE FORME
CLICCA QUI PER VISIONARE IL PDF


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Edited by Milea - 27/6/2021, 19:37
 
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Noi_come_Kandinsky



"Farbstudie quadrate" - Studio sul quadrato



A volte bastano forme irregolari di vari colori per produrre ottimi risultati artistici. Questi quadri sono creati nello stile di Kandinsky, avendo come modello di riferimento il quadro “Farbstudie Quadrate”.

Materiale occorrente:

• un foglio orizzontale di carta da disegno bianca.

• sei o dodici quadrati colorati. Vanno benissimo anche i post-it di vari colori, che sono già tagliati perfettamente, ma non hanno però molta scelta di colori. Un’alternativa è colorare a tempera o ad acquerello dei fogli, in modo da avere i colori che si preferiscono; bellissimo il nero per esempio, che permette un contrasto più deciso. Andranno poi ritagliati perfettamente e tutti della stessa misura. Questi quadrati andranno incollati sul foglio da disegno bianco, in due file di tre per fare una griglia di sei o tre file di quattro per avere una griglia di dodici. Non bisogna lasciare spazio tra i foglietti; per ottenere l’effetto cornice, si lascerà lo spazio libero un po’ di spazio bianco, tutto intorno ai foglietti.

• carta da pacco, color avana

• fogli di carta velina multicolore

• colla-stick

• pastelli ad olio e/o gessetti, acquerelli


Per realizzare il quadro piegare a metà un rettangolino di carta velina e strappare (vietatissime le forbici!) un ovale che riempia il foglietto quadrato. Si strapperanno ovali sequenzialmente più piccoli che si adattano all'interno: almeno tre ovali in ciascuno. I pezzi strappati e aperti si incollano distesi negli spazi con la colla-stick. Continuare fino a quando tutti i quadrati saranno riempiti.
Quando la colla si sarà asciugata, i bambini utilizzeranno pastelli ad olio (gessetti policromi o acquerelli) in colori contrastanti, per disegnare 2-3 ovali in ogni quadrato. Per variare si possono usare al posto della carta velina, anche dei fogli di giornali quotidiani. Non essendo un lavoro di precisione, ma un esercizio di abilità nei contrasti di colori, questa attività sarà accolta positivamente anche da quei bambini che non amano disegnare.
Per avere l’effetto passepartout, il disegno successivamente si potrà incollare su un foglio più grande di carta da pacco, color avana, che darà risalto all’intera composizione. (M.@rt)



fabiana-K

Quadrati-Andrea

Quadrati-Asia

Quadrati-Camilla

Quadrati-Gabriella

Quadrati-Pietro

Quadrati-Sveva




Tutti i lavori sono originali e realizzati dai miei alunni (classe 5, scuola primaria)





Edited by Milea - 27/6/2021, 20:24
 
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giochiamo-con-i-cerchi

Trees-Kandinsky


“Kandinsky Trees” è forse il più famoso dei suoi dipinti astratti con i cerchi. Se si applica la sua idea creativa sulla carta con la tecnica del collage, si possono avere dei risultati piuttosto interessanti.

Materiale occorrente:
• un cartoncino giallo per il fondo
• un cartoncino marrone per la sagoma del tronco
• fogli di tanti colori per realizzare le foglie/cerchio
• colla-stick e forbici

Ritagliare la sagoma del tronco, che più o meno ricorda la forma di una mano con le cinque dita aperte e tese verso l'alto; incollarla sul cartoncino giallo, tonalità che offre molto contrasto di colore.


Realizzare le “foglie-cerchio” partendo dal cerchio centrale, tagliato di qualsiasi colore della carta. I cerchi andranno tagliati in dimensioni diverse, abbastanza regolari, ma non precisissimi, e incollati su un altro cerchio colorato, lasciando un bordo, e così via.
I migliori risultati si otterranno sulla varietà di dimensioni dei cerchi e dei contrasti di colore. I cerchi saranno poi incollati sui rami fino a quando l'albero è pieno.
L’attività è piuttosto semplice, ma di grande effetto. Se si vuole un risultato meno astratto e più realistico, si potrà incollare la sagoma dell’albero su un foglio bianco, procedere per i rami come indicato, ma al termine, disegnare e colorare il cielo e un prato. (M.@rt)


I-nostri-lavori_0


Lorenzo

Albero-Alessia

Albero-Gabriella

Albero-Sveva





Tutti i lavori sono originali e realizzati dai miei alunni (classe 5, scuola primaria)




Edited by Milea - 27/6/2021, 21:30
 
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giochiamo-con-le-forme_0


2013-04-15-10



Materiali occorrenti
:
• Fogli da disegno bianchi o neri, a scelta.
• Carta velina, cartoncini colorati, carta collage
• Forbici e colla-stick
• Pastelli a olio, gessetti policromi
• Righello e squadra
• Pennarello nero


Anche imitare Kandinsky può essere divertente; si potrà utilizzare una tecnica mista, usando pastelli a olio e pennarelli, oppure utilizzare solo i gessetti intorno alle forma per dare un effetto tridimensionale. Se si sceglie di utilizzare la carta velina, le forme sovrapponendosi, daranno vita a tonalità sovrapposte, con effetti particolari. Nel ritaglio delle forme, al contrario dei lavori precedenti, si dovrà essere più precisi, così come nel disegnare le varie linee nere, che daranno profondità al quadro. (M.@rt)


Alessia


Gabriella


Giulia


K-Carolina


Sveva2


SVeva-rombi



Tutti i lavori sono originali e realizzati dai miei alunni (classe 5, scuola primaria)


Edited by Milea - 27/6/2021, 20:58
 
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Kandinsky da colorare


Composition_VIII_1923_excerpt

Composizione-10-Kandinsky

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kandinsky-cerchi-concentrici

Kandinsky-decisive-pink

kandinsky-quadrati-con-cerchi-concentrici

KANDISKY




Edited by Milea - 27/6/2021, 21:05
 
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L'albero di Kandinsky
in versione autunnale






Per ottenere un albero autunnale in stile Kandinsky suggerisco alcuni accorgimenti visivi alle caratteristiche foglie circolari.
L' obiettivo è quello di ottenere con esse, quante più variazioni possibili alternando alcune sottili, piccole ad altre spesse, grandi, e così via.

1. Innanzitutto occorre tagliare una forma ondulata nel cartoncino verde per ottenere l'effetto di un prato erboso, che andrà incollata su un fondo azzurro.




2. Quindi ricavare la sagoma dell' albero e da un cartoncino nero (farà più contrasto).





3. Le foglie sono ricavate da tagli circolari incollati su pezzi di cartoncino più grandi e rifilati come mostrato nell'immagine, in due, tre e quattro strati.




4. Incollare i cerchi sull' albero, attaccandoli ai rami o anche riempiendo gli spazi liberi. Il risultato è un albero astratto molto divertente e d'effetto! Fonte








Edited by Milea - 27/6/2021, 21:36
 
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Quadro con macchia rossa, 1914
Olio su tela, 130 x 130 cm
Parigi, Centre Pompidou


Non c’è niente di strano, quando si dipinge si sporca un po’ dappertutto: il colore schizza dai pennelli, sgocciola dalla tavolozza, cola dai tubetti, va a finire sul camice da lavoro, sullo straccio per pulire i pennelli, sul pavimento dello studio… in fondo quello che rimane sulla tela è il risultato di una tempesta di macchie.


Chiaro, lo studio di un pittore non può essere come quello di un musicista. Vado spesso a casa del mio amico Arnold Schönberg, il compositore. Parliamo a lungo di pittura e di musica; a volte vorremmo scambiarci i ruoli e devo ammettere che, quando gli ho fatto provare a dipingere qualcosa, Arnold se l’è cavata bene, ha un certo talento; ma è senz’altro meglio come musicista.

A lui bastano un pianoforte, dei fogli con il pentagramma e una matita: la sua arte è fatta di suoni, sensazioni, brevi segni sulla carta. La mia è materia densa, trementina, solventi, pennelli, tele e macchie… tante macchie! Be’, una buona idea è scegliersi per moglie una pittrice, come ho fatto io, così non protesta troppo per la confusione.

Se penso a come è cambiata la mia vita in pochi anni, giusto quattro o cinque, mi sembra incredibile. Ma io vengo dalla Russia, una terra di storie favolose, avventure impossibili, distanze incolmabili.

Mi pare di vedermi in uno specchio; un giovane avvocato perbene che attraversa veloce le strade di Mosca. Oh, sì! Ben avvolto in un caldo cappotto, per andare a lavorare tagliavo volentieri per la Piazza Rossa, sotto le mura di mattoni del Cremlino, guardando le antiche torri sfaccettate di San Basilio. Un segno della croce davanti all’icona, un pensiero allo zar e poi eccomi appoggiato alla ringhiera del ponte a guardare il corso della Moscova.

Sul fiume, nelle belle giornate, mi piaceva osservare i riflessi sulle increspature dell’acqua: era come veder scorrere scaglie di colore, con le sagome dorate delle cupole di chiese e campanili sempre pronte a scomporsi e ricomporsi.
Sottobraccio stringevo la mia borsa da avvocato, piena di pratiche, fogli da firmare, scartoffie di ogni genere: sarei dovuto correre in ufficio, di sicuro c’era già qualche cliente nella sala d’attesa, nervoso, impaziente.

E invece me ne stavo lì, affascinato a guardare i colori riflessi, specchiati, franti e ricomposti sul flusso del largo e lento fiume, mentre una dopo l’altra rintoccavano le campane delle chiese allineate lungo la via di Santa Barbara.
Sarei stato lì per ore: lasciandomi cullare dalle piccole onde, ripensavo alle fiabe che mi raccontavano da bambino, agli interminabili inverni innevati, alla campagna infinita, a perdita d’occhio.

Meno male che sullo stesso ponte passavano amici e colleghi: c’era sempre qualcuno pronto a darmi uno strattone, a chiamarmi, a spedirmi in quell’ufficio severo, con le lampade verdi sempre accese, i grossi mobili di legno scricchiolanti, l’inevitabile polvere dei documenti, dei faldoni, delle pratiche. E’ vero, facevo carriera, ma non era quello il mio mondo.

Finito il lavoro andavo a visitare le gallerie d’arte lungo la via Arbat. C’era di tutto: dalle antiche icone con i santi scuri e barbuti e le Madonne dal dolce volto triste ai paesaggi punteggiati da betulle; dalle vivacissime illustrazioni dei libri per bambini ai primi esperimenti dei pittori d’avanguardia, che i bravi moscoviti consideravano ridicoli sgorbi.

Un bel giorno ho deciso di mollare tutto. Era una mattina di primavera: mi sono affacciato al solito ponte e la Moscova mi è parsa bella come non mai. Il contrasto con lo studio di avvocato, con le carte accatastate sulla scrivania, con la vita d’ufficio, mi è sembrato insopportabile. Allora ho preso la mia borsa e ho rovesciato tutti i fogli giù dal ponte: hanno volteggiato un po’ a mezz’ aria, poi si sono posati sull’acqua, mescolandosi con le scaglie colorate che vedevo palpitare. Alla fine ho preso la borsa per il manico e ho gettato nel fiume anche lei, il più lontano possibile.



Curva dominante (Courbe dominante)1936
Olio su tela, 129,2 × 194,3 cm
Solomon R. Guggenheim Museum, New York


Così è cominciata la mia nuova vita: sono diventato un pittore. Un treno mi ha portato verso l’Occidente. Ho scelto la Germania anche perché avevo studiato il tedesco e qui a Monaco mi sono ambientato benissimo: visito musei e mostre, ho amici appassionati come me di pittura, di musica, di natura. All’inizio per farmi conoscere, ho dipinto illustrazioni di fiabe russe, ma poi, insieme ai miei amici August e Franz, ci siamo dedicati soprattutto al mondo della natura.

Spesso andiamo a dipingere insieme in campagna, anzi in montagna. Questa per me è stata una grande novità: intorno a Mosca, per centinaia e centinaia di chilometri, è tutta pianura, ci sono al massimo delle colline.
Qui invece si raggiungono in fretta le Alpi che, con le cime innevate, la neve e il ghiaccio, riflettono i raggi del sole e si accendono dei colori più imprevisti.

A molti piace dipingere la natura: i prati, i boschi, gli animali, le vedute. Per un po’ mi sono esercitato anch’io con questi soggetti tradizionali, ma cercando uno stile nuovo, diverso.
Ai miei occhi gli alberi, i prati, le nuvole, gli animali cominciano ad apparire semplici sagome, colpi di colore. Macchie, appunto.
Comunque per il momento si capiva ancora benissimo che si trattava di paesaggi: casette, campanili, abeti, cime innevate, laghetti… il tipico scenario delle montagne.


Striped (Rayé), November 1934
Oil with sand on canvas (81 x 100 cm)
Solomon R. Guggenheim Museum, New York


Poi un giorno è successo un fatto imprevisto: avevo appena finito di dipingere uno di questi paesaggi e, come faccio sempre, ho tolto la tela dal cavalletto e l’ho appoggiata su una seggiola vicino alla finestra, per far asciugare le tinte.

Ho ricominciato a lavorare su un’altra tela e solo qualche ora dopo ho dato di nuovo un’occhiata al quadro. Per distrazione l’avevo appoggiato al contrario, a testa in giù. Capita.

Stavo per girarlo nella posizione giusta, ma mi sono fermato di colpo: in fondo la composizione funzionava benissimo anche così. Chiaro, non si capiva assolutamente più nulla del soggetto: colline, prati, tutto era irriconoscibile a gambe all’aria. Non si vedeva altro che una costellazione di macchie, confusa eppure viva, vibrante, carica di espressività. Ogni colore era come una nota, un suono: la pittura, ho pensato allora, può essere “astratta”, proprio come la musica.


Intorno al cerchio (Autour du cercle), 2940
Olio e smalto su tela 97,2 × 146,4 cm
Solomon R. Guggenheim Museum, New York


Così, da una tela ribaltata, ho cominciato a dipingere quadri astratti. Chi vuole, può cercare significati, figure, scene. Un segno appuntito può essere il tetto di una casa, la cima di un monte, la sagoma di un abete, la freccia scoccata da un cavaliere. Ognuno è libero di interpretare, ma le mie “macchie” non sono mai casuali. Ogni colore ha un suono, dicevo, ma secondo me ha anche una forma, un valore specifico, che entra in gioco con tutti gli altri. Ci sono colori “acuti” che fanno meglio risuonare le loro qualità in una forma appuntita: il giallo, secondo me, è perfetto per i triangoli; altri colori, che si possono definire “profondi”, sono rafforzati soprattutto da forme tondeggianti: l’azzurro, per esempio, in un cerchio.


Alcuni cerchi (Einige Kreise), 1926
Olio su tela, 140,7 × 140,3 cm
Solomon R. Guggenheim Museum, New York


Quando dipingo, ora, mi sento libero: non devo più “copiare” un paesaggio, ma lascio fluttuare i colori sulla tela: segni, schizzi, forme, pennelli si incontrano, si incrociano, si scontrano. Con i miei amici musicisti, anch’io adesso posso improvvisare, permettere alle mie mani si scorrere senza dover necessariamente comporre un tema, un soggetto. Anche per questo, i titoli delle mie opere non fanno più riferimento a qualcosa di preciso, ma non nascono mai per caso: se troverete scritto “Quadro con macchia rossa”, non pensate che abbia semplicemente lasciato sgocciolare qualcosa…




Stefano Zuffi

Il mondo dipinto

Ventidue capolavori di grandi maestri
raccontano la loro storia

Ed. FeltrinelliKIDS


 
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ATTIVITA' DIDATTICA SUL QUADRO

“COPPIA A CAVALLO”

Aree di competenza: italiano, arte e immagine



Coppia-a-cavallo-P



Lettura dell'immagine


Guardiamo con attenzione il quadro; in primo piano si vedono due persone che cavalcano abbracciati. In secondo piano si vede un fiume; sui suoi argini ci sono alte betulle.
Sullo sfondo una città orientale, tutta illuminata: si vedono cupole d’oro e un'altissima torre.
E' notte o forse il tramonto, ma la grande nuvola rosa potrebbe indicare che è l’alba.
La coppia indossa abiti eleganti e anche il cavallo ha un bellissimo drappo blu a pois bianchi rossi e marroni.

Trasferisci nella tabella i colori del quadro

colori-FIABA


Abbiamo trasferito i colori del quadro nella tabella. I colori sono mezzi efficaci per far nascere in noi qualcosa. Il modo in cui il colore, attraverso l’occhio, comunica con la mente e con il cuore facendo nascere emozioni, si chiama RISONANZA.


Fiaba-da-colorare-Kandinsky-P





Osservo e rifletto
In primo piano ci sono due persone: un uomo e una donna.
Si corrono incontro: sembra che stiano per abbracciarsi, dopo una lunga lontananza.
Potrebbero essere due innamorati, fratello e sorella, madre e figlio oppure padre e figlia.
Lei indossa un lungo abito, con larghe maniche e sul capo ha un turbante, che le nasconde i capelli. Lui porta degli stivaloni e un grande cappello piumato. Si trovano in una radura ai margini del bosco. Sullo sfondo, un castello sorge su una collina.


Utilizzando i colori che hai precedentemente scomposto, colora il disegno


Sec-FIABA



INVENTA UNA FIABA ISPIRANDOTI AL QUADRO



Dopo aver osservato bene il disegno, invento la mia fiaba



Rosalì delle rose



C’era una volta in una città d’Oriente una bellissima fanciulla di nome Rosalì; le piacevano le rose e ne portava sempre una nei capelli.
Una strega voleva la sua bellezza; allora si mise a preparare una pozione per rubargliela.
La fatina della principessa venne a saperlo e avvisò la fanciulla che lo andò a dire a suo padre, il sultano. Il padre le consigliò di fuggire.
Mentre Rosalì scappava incontrò un cavaliere coraggioso che stava tornando da una guerra.
Egli la fece salire sul suo cavallo.
Questo destriero era magico: se gli toglievi il drappo che aveva sul dorso si scoprivano ali che sembravano fatte di seta, con le quali poteva volare alto nel cielo.
Il principe strinse fra le sue braccia la fanciulla; il cavallo iniziò a volare.
I due si innamorarono e non vollero più lasciarsi.
La fanciulla decise di ritornare dal padre e combattere la strega con la forza del loro amore.
Infatti la sconfissero e la rinchiusero nella stanza più remota della torre d’oro.
Da allora tutti gli abitanti della città capirono lo scopo di un vero amore e vissero felici e contenti.


L’incantesimo del lago



C’erano una volta due fratelli che si volevano molto bene: lei si chiamava Gabriella e lui si chiamava Alex.
Un giorno un mago voleva separarli perché a lui non piaceva l’allegria e la felicità, insomma tutto ciò che provavano i due giovani.
Allora fece un incantesimo, che distrusse la loro gioia di stare insieme.
Una sera Gabriella e Alex videro in lontananza due sentieri e iniziarono a litigare: lui voleva andare per un sentiero e lei nell’altro.
Così presero un sentiero diverso.
Il mago aveva compiuto la sua missione: li aveva fatti litigare.
Proseguirono per molto tempo; Gabriella incontrò l’aiutante del mago, un grosso pipistrello che la condusse nella casa del mago. Era in pericolo!
Alex ebbe un brutto presentimento: ritornò indietro per salvare la sorella e la sentì gridare.
Si ritrovarono, si abbracciarono e sconfissero il mago, facendolo cadere da un alto precipizio.
E da quel giorno non si separarono mai più e vissero felici e contenti.


Tutti i lavori sono originali e realizzati dai miei alunni (classe 3, scuola primaria)
(M.@rt)
 
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view post Posted on 7/9/2022, 08:51     +3   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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''L'opera d'arte è composta da due elementi:
quello interno e quello esterno.
L'elemento interno, preso singolarmente,
è l'emozione dell'anima dell'artista.
Questa emozione è in grado di suscitare
nell'animo di colui che guarda
un'emozione corrispondente...
Finchè l'anima è legata al corpo può ricevere
vibrazioni solo tramite la sensazione,
che funge quindi da ponte dall'immateriale
al materiale ( artista ) e dal
materiale all'immateriale ( osservatore ).


Emozione, sensazione, opera,

sensazione, emozione.



(Wassily Kandinsky)



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VasilyKandinsky



 
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