Léal Souvenir (Tymotheos - Portrait of a Man), Jan van Eyck, 1432

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Milea
view post Posted on 15/6/2013, 18:28 by: Milea     +6   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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jan_van_eyck-leal-souvenir
Jan van Eyck, Léal Souvenir (Tymotheos - Portrait of a Man)
Oil on panel, 34,5 x 19 cm. (1432)
Londra, National Gallery



Che il più antico ritratto di Jan van Eyck in nostro possesso riporti una data (10 ottobre 1432) non è per niente casuale, anzi la riflessione sulla temporalità è elemento fondante di quest’opera anche per altri motivi.
Il davanzale di pietra, relativamente ampio e dipinto in prospettiva, che funge da contrasto e, vicinissimo al personaggio, pare frapporsi fra il soggetto e lo spettatore a creare un distacco, reca tracce di deterioramento e schegge, crepe, buchi, scarabocchi simili a graffiti. Se neppure la materia più dura e solida resiste all’usura del tempo, cosa ne sarà allora dell’uomo che si è fatto ritrarre? Come su una tomba, ma riferita qui a un uomo vivente, vi è scolpita un’iscrizione: LEAL SOUVENIR, che significa “ricordo fedele”.



Le parole alludono ai rapidi cambiamenti che la persona ritratta in quel determinato momento, conoscerà e subirà. Il ritratto assurge dunque a protocollo per conservare e trattenere l’immagine in continua metamorfosi. Questo evoca i poteri magici del quadro e si offre come sostituto fittizio dell’esistenza reale. Ma ciò che rimane non è altro che la copia, a conferma dell’essere, dell’impressione della retina, la riproduzione di segni ottici e dunque di percezioni luminose tramite i colori.

Timoteo-Hand

Su uno sfondo scuro e uniforme, posto di tre quarti e rivolto a sinistra, è raffigurato un uomo sui trent’anni, con un copricapo verde che gli cade di lato, presumibilmente secondo la moda di allora. Indossa una tunica rossa dal colletto di pelliccia; il braccio sinistro è piegato e appoggiato dietro al davanzale, la mano sinistra è nascosta sotto la destra che reca un foglio arrotolato.

Si sono fatte numerose ipotesi intorno all’identità del personaggio. A ragione ci si è documentati sul nome iscritto (apparentemente a mano) in lettere greche, “ TΥMΩΘEOΣ” (Timoteo). Non essendoci prova dell’esistenza di questo nome nelle Fiandre nel periodo antecedente la Riforma Protestante, dovrebbe perciò trattarsi di una metonimia umanistica per mezzo della quale il personaggio raffigurato veniva assimilato a un particolare personaggio classico.
Tra tutti i personaggi portatori di questo nome si è preso in considerazione Timoteo da Mileto, che rivoluzionò la musica greca al tempo di Platone e di Euripide. Dunque il modello di van Eyck doveva essere stato un musicista, al quale venivano attribuiti analoghi meriti innovativi.

In effetti, all’inizio del XV secolo, dalla Borgogna partì una vera e propria rivoluzione in campo musicale, denominata “ars nova”. I suoi maggiori rappresentanti erano Guillaume Dufay e Gilles Binchois. Dato che nel periodo in cui fu dipinto il quadro, Dufay si trovava all’estero, non può che trattarsi di Binchois.
Alcuni studiosi approdano invece ad una diversa conclusione: il Timoteo classico a cui il ritratto fa riferimento non sarebbe un musicista ma uno scultore omonimo, conosciuto per i suoi bassorilievi, Per analogia occorreva quindi ricercare uno scultore alla corte borgognona, identificato nella persona di Gilles de Blachère. (M.@rt)





Edited by Milea - 21/9/2021, 19:27
 
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