Duccio di Buoninsegna, Maestà, Museo dell'Opera Metropolitana del Duomo, Siena

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view post Posted on 14/7/2012, 17:35     +3   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Maesta_duccio_siena

Maestà (recto)
Duccio di Buoninsegna, 1308 - 1311
tempera su tavola , 2,12×4,25 m
Museo dell'Opera Metropolitana del Duomo, Siena



In una sala climatizzata del primo piano del Museo dell’Opera si ammira la Maestà di Duccio di Buoninsegna, il più celebre e prezioso dipinto, o meglio, complesso di dipinti, su tavola di tutto il Medioevo europeo. Fu commissionato dall’ Operaio (Amministratore) messer Jacopo del fu Giliberto de’ Marescotti il 9 ottobre 1308 per l’altare maggiore del Duomo e quando, dopo trentadue mesi di lavoro, Duccio l’ebbe terminato, il 9 giugno 1311, tutto il popolo di Siena, con a capo il Clero e la Signoria e con la musica in testa, si recò a prelevarlo alla bottega del pittore e lo accompagnò in cattedrale dopo averlo portato solennemente in processione nel Campo e per la vie della città.

angelo

In tale occasione si fecero per tre giorni grandi feste nelle quali al profondo sentimento religioso e civico dei senesi, di devozione e gratitudine verso la loro celeste “Avvocata”, si unirono la consapevolezza e l’ammirazione per il capolavoro appena uscito dalle mani dell’artefice.
Un cronista del tempo riferisce che il costo complessivo dell’opera fu di 3000 fiorini d’oro: una cifra iperbolica e che forse va intesa 300, somma anche questa assai rilevante e di gran lunga superiore a quelle che risultavano pagate per ogni altra opera pittorica dell’epoca.

Originariamente l’ancòna, di grandissime dimensioni, era dipinta da ambo i lati ed era munita di predella e di coronamento: nel 1506 essa fu tolta dall’altare e nel 1771 le due facciate vennero separate ed esposte in due diverse cappelle del Duomo, da dove nel 1878 vennero trasferite nel Museo.

Durante queste vicissitudini otto pannelli della predella emigrarono (tre si trovano ora alla National Gallery di Londra, due a quella di Washington e uno rispettivamente nella collezione Frick di New York, nella collezione Thyssen di Madrid e al Museo di Fort Worth nel Texas) e uno è andato disperso; dispersi sono andati pure alcuni pannelli della cimasa, forse quattro o sei che, sul davanti e sul tergo, stavano al centro, otto mezze figure di angioletti delle cuspidi ( altri quattro sono in collezioni estere) e tutta la carpenteria, che doveva essere assai complessa e raffinata.

Ma nel Museo dell’opera si conservano il prospetto, il tergo, sette pannelli della predella e dodici del coronamento. La ricostruzione teorica del complesso, più volte tentata, presenta ancora della incertezze, specialmente per quanto riguarda il coronamento.


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Il prospetto è formato da un’unica, grande composizione ( attualmente alta 2,12 m e larga 4,25 m) con figure al naturale glorificanti la Vergine col Bambino che siede in trono circondata dalla sua celeste corte di Santi, di Sante e di Angioli (da ciò il nome di “Maestà”).
Ai lati del trono sono, a sinistra, santa Caterina d’Alessandria, san Paolo, san Giovanni Evangelista e vari Angioli e, a destra, san Giovanni Battisti, san Pietro, sant’Agnese e dieci Angioli: inginocchiati in primo piano. Inginocchiati in primo piano i quattro Santi patroni di Siena, Ansano, Savino, Crescenzio e Vittore e sotto le arcatelle in alto dieci Apostoli a mezzo busto.


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Sul davanti del gradino del trono si legge la scritta:
MATER SANCTA DEI - SIS CAUSA SENIS REQUIEI - SIS DUCIO VITA - TE QUIA PINXIT ITA
(O Santa Madre di Dio – sii causa di pace per Siena – sii vita per Duccio - poiché egli ti ha dipinto così); scritta che oltre a dichiarare il significato civico dell’opera in quanto evoca la Madonna quale propiziatrice di pace per la città, adombra la consapevolezza dell’artista di aver creato un capolavoro e per questo reclama per sé una particolare protezione da parte della Vergine.


Scritta




L’eccezionale e si potrebbe dire miracolosa, integrazione della tradizione bizantina, nella quale Duccio si educò, nel nuovo spirito gotico d’Occidente trova qui la sua più profonda ed originale realizzazione che resterà esemplare per tutta la successiva pittura senese. Il rigoroso ordinamento dei personaggi trasfigura in sovrumana dignità l’apollinea bellezza dei loro volti, immersi in uno stato di estasi adorante e di intima beatitudine.

L’immagine della Vergine domina tutta la composizione sia per le sue maggiori dimensioni rispetto alle altre figure, sia per l’ampio spazio entro il quale campeggia e dove il dilatato pretendersi del trono si assimila alle strombature di un portale. Monumentale e solenne, la sua massa imponente tuttavia si addolcisce nei fluenti ritmi gotici del manto blu notturno che si staglia con musicale continuità di profili contro il drappo trapunto d’oro pendente dalla spalliera del trono, così come la sua regale dignità si umanizza nell’affettuoso reclinarsi della testa e nel volgere in basso dello sguardo soavissimo e penetrante, quasi a raccogliere maternamente la preghiera dei fedeli che si inginocchiavano ai suoi piedi.


Maesta-dett-destro




Alla parete lunga della sala si allineano, in due file, i pannelli rimasti a Siena della predella e del coronamento, mentre su quella attigua stanno quelli del tergo della grande composizione. Essi illustrano, per un totale di cinquantatré storiette attualmente superstiti e identificate, la vita di Cristo e gli ultimi episodi della vita della Madonna. Il racconto inizia dalla parte anteriore della predella, suddivisa in sette scomparti intervallati da sei figure di Profeti: le storiette si riferiscono all’infanzia di Gesù (mancano le prime due), mentre alla vita pubblica del Cristo si riferiscono le nove storiette del tergo della predella (ne mancano sei).


Storie-della-passione





Il tergo della composizione principale è suddiviso in ventisei scomparti di ineguale grandezza, illustranti la Passione di cristo dall’ Ingresso in Gerusalemme fino all’ Apparizione ad Emmaus; quindi il racconto prosegue nei pannelli del coronamento del tergo (attualmente sei) raffiguranti le altre apparizioni del Cristo dopo la Resurrezione e la Pentecoste, e si conclude con gli ultimi giorni e la morte di Maria raffigurati nei sei pannelli di coronamento del prospetto.


Maesta-verso




Maesta-verso-legenda

1.Ingresso a Gerusalemme
2.La lavanda dei piedi
3.L’ultima Cena
4.Il congedo dagli apostoli
5.Il patto di Giuda
6.La preghiera nell’Orto
7.La cattura di Cristo
8.Il diniego di Pietro
9.Cristo davanti ad Anna
10.Cristo davanti a Caifa I
11.Cristo davanti a Caifa II
12.Cristo davanti a Pilato
13.Cristo accusato dai farisei
14.Cristo davanti a Erode
15.Cristo ricondotto davanti a Pilato
16.La flagellazione
17.L’incoronazione di spine
18.Pilato si lava le mani
19.L’andata al Calvario
20.La Crocifissione
21.La deposizione dalla croce
22.Il seppellimento di Cristo
23.Le Marie al sepolcro
24.La discesa al Limbo
25.L’apparizione di Cristo alla Maddalena
26.Gesù e i pellegrini in cammino verso Emmaus


Maesta-versoX



Ogni storietta è di un lenticolare nitore, di una compiutezza formale e di una preziosità coloristica senza pari: in esse i vecchi schemi iconografici della tradizione bizantina, che Duccio riprende con gusto e sensibilità già gotici, perdono ogni convenzionalità e appaiono profondamente rigenerati e quasi ridestati a nuova vita dalla capacità dell’artista di cogliere i significati più sottilmente e intensamente lirici di ogni episodio.
La Fuga in Egitto, tra le più belle storiette della predella ha tutta la grazia di un bassorilievo ellenistico; le Storie della Passione sul tergo costituiscono un’ampia meditazione su Cristo, il cui processo è descritto con fedeltà assoluta al testo evangelico.


Storie-della-passione1





Momenti particolarmente alti di perfezione formale e di intensità poetica ed evocativa sono raggiunti nell’’ Ingresso in Gerusalemme, dove l’erompere della folla fuori della porta urbica appare come allontanato e quasi attutito dal muricciolo e dall’orto solitario in primo piano; nell’ Orazione nell’Orto e nella Cattura di Cristo, in cui la composizione appare sottilmente ritmata dagli elementi paesistici; nella Crocifissione, affollata di personaggi e di dimensioni assai maggiori degli altri scomparti, secondo l’uso bizantino; nella Deposizione dalla Croce, così tenera e patetica soprattutto nel gesto della Madonna; nelle Marie al sepolcro, in cui l’episodio appare come sospeso in un’atmosfera di stupore determinata dalla fulgida, immateriale presenza dell’Angelo, e nell’ Apparizione alla Maddalena, che si svolge nella raccolta solitudine di una chiostra di rocce. (M.@rt)



Andata-al-calvario


Crocifissione



Tra i pannelli del coronamento emergono l’ Annuncio a Maria, di classica compostezza , il Congedo di Maria dagli Apostoli, sereno e solenne, e i Funerali di Maria, che si svolgono davanti alle mura merlate di Efeso.



Incredulita-san-tommaso



Noli_me_tangere





Edited by Milea - 10/9/2021, 08:46
 
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