Titanic, il mito e la “storia vera”, Il Titanic 100 anni dopo

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 15/4/2012, 22:01     +1   +1   -1
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
34,021
Reputation:
+25,035
Location:
Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

Status:



Titanic, Emilio Portaluppi
l'italiano che ispirò il personaggio di Di Caprio



Leonardo-DiCaprio-Kate-Winslet-Titanic_650x435



Il Jack Dawson interpretato da Leonardo Di Caprio nel film Titanic di James Cameron è stato ispirato da uno dei due italiani sopravvissuti al naufragio del transatlantico, l'artista Emilio Portaluppi. L'ipotesi di Ezio Savino e Stefano Giussani, autori di un documentario prodotto da Cinehollywood per Fox





"Quando lo zio italiano mi raccontò del Titanic"



Emilio Portaluppi era lo scalpellino della Valceresio che si salvò dal più celebre naufragio della storia: pochi giorni fa una sua discendente americana ha letto il nostro articolo e ci ha contattato



portaluppigiovane





titanicshipwreackemilio

Dell'anziano zio tornato dall'Italia negli USA conservano una foto e il racconto della notte più famosa della sua vita: quella del naufragio del Titanic.
Christina Morin vive vicino a New York, nel Connecticut, ed è la "bis-nipote" di Emilio Portaluppi, lo scalpellino arcisatese che viaggiava in seconda classe sul Titanic e si salvò fortunosamente dalle acque gelide dell'Atlantico. Ci ha scritto solo pochi giorni fa da New York City: «Ho trovato il vostro articolo cercando su google delle notizie di Emilio Portaluppi. Speravamo che l'anniversario del Titanic potesse portarci le parti mancanti o delle notizie dell'altra parte di famiglia che ancora vive ad Arcisate».

Così VareseNews ha fatto re-incontrare le due famiglie sulle due sponde dell'oceano e ha fatto conoscere nuovi aspetti dell'avventurosa vita di Emilio, che partì per il Vermont per fare lo scalpellino a Barre (la capitale del granito dove si trasferirono molti abitanti di Viggiù e di Arcisate), tornò in Italia, naufragò con il Titanic nel viaggio di ritorno e si stabilì poi nel New Jersey. A raccontarci la storia è ora Gerry Widell Mahler: Emilio era suo zio (è figlia di Matthew Portaluppi, fratello del nostro scalpellino arcisatese) e lei è un po' la custode della storia della famiglia (nella foto). «Eravamo tutti entusiasti nel vedere il vostro articolo insieme alle foto che lo ritraggono» ci ha scritto emozionata poche ore dopo, contattata da sua nipote Christina che aveva fatto la scoperta su Google.

«Ero molto giovane quando mio zio venne a farci visita, ma mi ricordo di lui. Nostra madre ci disse di non domandare nulla riguardo al Titanic, perché aveva paura che sarebbe stato troppo triste per lui. Nonostante tutto, lui volle condividere alcune storie e volle intrattenere me e mia sorella disegnando cerchi di fumo per noi». Possiamo immaginare il vecchio Emilio che racconta il naufragio ai bambini: «Le sue storie erano dedicate soprattutto a come si era aggrappato ad un pezzo di ghiaccio per non annegare, fino a che una delle scialuppe non era venuta e l'aveva preso a bordo».

Un altro racconto, molto drammatico, ricorda le dimensioni della tragedia, riguardava una donna che aveva chiesto a Emilio di salvare il suo bambino: «Mentre lui prendeva il bambino, la donna scomparve. Lui guardò il bimbo e si accorse che era già morto. Ricordo che era molto triste per lui». Il salvataggio: «Raccontò anche che quando il Carpathia li portò a terra, fu ricoverato in ospedale e i dottori dissero che non avrebbe mai più potuto camminare e che volevano amputargli entrambe le gambe». Emilio raccontava di aver resistito e di aver evitato l'amputazione: «Dopo un po' di tempo fu di nuovo in grado di camminare, ma di lì in avanti dovette usare un bastone».

Il ricordo è ancora molto vivo nella famiglia americana, che nelle mail che ci ha spedito mostra molto affetto per Emilio (a destra: la foto con la scritta "uncle Emilio") e anche per la parte di famiglia rimasta di là dell'Oceano Atlantico: «Prima di andarsene da casa nostra, volle dare a tutti noi un dollaro d'argento. Era un grande dono per un bambino e lo conservo ancora oggi, dopo tutti questi anni», ricorda ancora Gerry Widell. Alla terra da cui Emilio partì la famiglia americana regala anche una foto scattata durante quella visita in New Jersey, tanti anni fa: è quella sopra a sinistra, in cui Emilio è ritratto in compagnia del fratello Louis, il capostipite del "ramo" americano insieme all'altro fratello, Matthew. Fonte





Edited by Milea - 15/3/2013, 15:58
 
Web  Top
view post Posted on 16/4/2012, 18:06     +1   -1
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
34,021
Reputation:
+25,035
Location:
Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

Status:



Titanic,
possibili resti umani vicino al relitto




172747040-a56127ab-55de-4269-9047-6ba487080566



Potrebbero esserci dei resti umani in fondo all'Oceano Atlantico, a pochi metri dal relitto del Titanic. La notizia è stata diffusa dall'Institute for Exploration dell'University of Rhode attraverso la pubblicazione di alcune immagini scattate nei fondali marini dove riposa il relitto. Nelle foto si distinguono un paio di stivali disposti compostamente in posizione supina, come se il corpo di chi li indossava fosse rimasto a lungo in quella posizione. Le foto sono state scattate nel 2004 durante la spedizione guidata dall'archeologo Robert Ballard.


172746779-8bb67aea-0f72-439e-a67a-bce1e160a064

172746808-321f5041-e92b-4e34-ab4d-c4cc7696b576

172746749-0bf19ef5-511f-4cbf-b8c6-a4cba2429409
Robert Ballard

172746756-5dc76568-6824-471f-a583-04b7f1c98d1d

172746849-7cb9e289-7164-44b9-b6f6-0e7e90800511
Fonte




 
Web  Top
view post Posted on 9/5/2012, 13:42     +1   -1
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
34,021
Reputation:
+25,035
Location:
Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

Status:



La "Super Luna”
e l'affondamento del Titanic


Secondo uno studioso, un particolare fenomeno astronomico potrebbe aver innescato maree che avrebbero spinto gli iceberg sulla rotta di collisione con il transatlantico. Ma l'ipotesi non convince tutti



titanicqh




mitodeltitanicanaufragi

Nel centesimo anniversario dell'affondamento del R.M.S. Titanic, alcuni studiosi hanno elaborato una nuova ipotesi su una delle cause che potrebbe aver contribuito alla più celebre tragedia marittima del secolo scorso.

A innescare la tragedia il 14 aprile del 1912 potrebbe essere stato un allineamento particolarmente insolito di Sole, Luna piena e Terra. L'affondamento avvenne in una notte senza luna, ma l'iceberg che fece affondare il transatlantico potrebbe essersi mosso anche a causa di una luna piena risalente a tre mesi e mezzo prima, esattamente il 4 gennaio 1912: secondo l'astronomo Donald Olson della Texas State University-San Marcos, ciò avrebbe provocato maree particolarmente intense che avrebbero fatto muovere l'iceberg verso sud, giusto in tempo per il viaggio inaugurale del Titanic.

Colpa della Luna?
Già all'epoca, la primavera del 1912 era considerata una stagione pericolosa per gli iceberg, anche se l'origine del fenomeno era sconosciuta. Olson ritiene che la presenza degli iceberg fosse il risultato di una combinazione di rari fenomeni celesti, tra cui una "Super Luna", ovvero una luna piena alla distanza mensile più ravvicinata alla Terra.

Titanic_struck_iceberg

Come ad ogni plenilunio e novilunio, il 4 gennaio di un secolo fa Luna e Sole erano allineati con la Terra nel mezzo dando origine a una marea sigiziale, quella in cui si verificano le maree più alte.

Quel giorno però la Luna era anche al perigeo, ossia il punto più vicino alla Terra. Il nostro satellite lo raggiunse sei minuti dopo il plenilunio, ma quello del 4 gennaio 1912 non fu un perigeo "normale”, bensì il massimo perigeo dal 796 d.C. (un evento che non si riverificherà prima del 2257). Il 4 gennaio infatti la Luna arrivò alla distanza minima di 356.375 chilometri dalla Terra. Solo un giorno prima il pianeta aveva raggiunto il perielio, cioè la distanza minima dal Sole durante l'anno. Il risultato di queste circostanze è che l'attrazione gravitazionale combinata di Luna e Sole produsse sulla Terra la maggiore forza di marea possibile.

Le maree e il Titanic
Che effetto avrebbero avuto queste maree così intense sul Titanic? Per cominciare, avrebbero piegato le lingue dei ghiacciai che si proiettano verso il mare nei fiordi groeanlandesi, provocandone la frattura e quindi la formazione di iceberg diretti verso sud.

Ma gli iceberg non viaggiano così in fretta. Quelli formatisi in queste circostanze non avrebbero potuto incrociare la rotta del Titanic già il 14 aprile, ha concluso il team di Olson. Piuttosto, le maree avrebbero potuto avere effetti sugli iceberg più "vecchi” che si trovavano arenati nelle acque al largo del Labrador e di Terranova, in Canada.

Spesso questi iceberg si arenano finché non fondono abbastanza da galleggiare di nuovo. Ma un'alta marea, sostiene Olson, può rimetterli in moto. E l'insolita congiuntura astrale del 4 gennaio potrebbe averne smossi un gran numero in una sola volta, mandandone uno "sciame” verso sud e incontro alla rotta del transatlantico.


cento-anni-dal-titanic-corone-di-fiori-ed-eve-L-Kn6OGF



Ipotesi convincente?
È una teoria interessante, ma che non convince tutti. L'astronomo Geza Gyuk, direttore del Department of Astronomy al Chicago's Adler Planetarium & Astronomy Museum, ad esempio, non è affatto sicuro che il 4 gennaio 1912 le maree fossero così violente. Allineamento e Super Luna coincidono ogni pochi anni, senza che questo influenzi più di tanto la formazione di iceberg, dice Gyuk.

Inoltre, in termini di marea-aumento dell'attrazione gravitazionale, non fa differenza se il fenomeno si verifichi entro sei minuti o due giorni dal perigeo lunare (il massimo avvicinamento alla Terra). Inoltre, spiega, il 4 gennaio 1912, la Luna arrivò a soli 6.200 chilometri più vicino rispetto al normale perigeo. "La differenza in termini di forza di marea tra il perigeo del 4 gennaio e uno medio è solo del 5 per cento”, dice l'astronomo.

Olson non contesta queste osservazioni. Anzi, dice, non è necessaria una marea eccezionalmente forte per rimettere in moto un iceberg. Il suo rapporto appare nel numero di aprile della rivista Sky & Telescope. Fonte


titanicsalvagente




Edited by Milea - 15/3/2013, 15:46
 
Web  Top
view post Posted on 15/3/2013, 15:28     +1   -1
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
34,021
Reputation:
+25,035
Location:
Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

Status:



Ritrovato il violino "sopravvissuto"
al Titanic



140444831-f10a1e5e-ecfc-4b45-9efd-8464332c6f93


L'orchestra del Titanic non permise che un semplice affondamento interrompesse il programma, e continuò a suonare imperterrita: dopo sette anni di perizie e analisi, è stata accertata l'autenticità di uno dei violini, che si pensava fosse andato perso nel naufragio. Come riporta il quotidiano britannico The Daily Telegraph, lo strumento era appartenuto al direttore e primo violino, Wallace Hartley era apparso nel 2006, dopo essere stato ripescato in cantina da un musicista dilettante che lo aveva ricevuto in regalo dalla sua insegnante. Il violino mostra i segni dell'immersione in acqua - venne ritrovato a quanto sembra una decina di giorni dopo il naufragio - ma è nel complesso in buono stato: sono in corso le trattative perché venga esposto in alcuni musei e in futuro potrebbe essere venduto all'asta.






 
Web  Top
view post Posted on 16/3/2013, 17:52     +1   -1
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
34,021
Reputation:
+25,035
Location:
Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

Status:



Ecco il violino del Titanic:
suona come 100 anni fa



20130316_titanic



Prima di piombare nell'acqua gelida, insieme ad altre centinaia di persone, lo aveva adagiato dentro una borsa di pelle, che aveva tenuto stretta a sé finché è rimasto in vita. Grazie al giubbotto salvagente la sacca, posata sul suo petto, si è bagnata solo in parte e il prezioso contenuto è stato preservato. Ma gli storici, fino a oggi, hanno sempre creduto che il violino di Wallace Hartley, il primo musicista dell'orchestrina del Titanic, fosse andato perduto per sempre. Invece è spuntato in una soffitta a Bridlington, nella Gran Bretagna centrale, trovato per caso dal figlio di un appassionato di musica. E ci sono voluti sette anni di studi e ricerche per provarne l'autenticità.

Come è noto dai racconti dei testimoni, dai libri e dai film sulla tragedia del Titanic, quella notte del 15 aprile 1912, mentre il transatlantico affondava dopo aver speronato un iceberg, l'orchestra guidata da Hartley ha continuato a suonare e a intrattenere i passeggeri che fuggivano cercando le scialuppe di salvataggio. Wallace e i suoi la ritenevano una missione. Mentre la nave si inclinava pericolosamente loro avevano attaccato l'inno “Nearer, my God, to thee”. L'ultima canzone mai suonata da quel violino. Hartley non ha mai cercato di salvarsi ed è stato una delle 1.517 vittime del disastro.

LA SCRITTA. Il suo corpo fu ritrovato dieci giorni dopo. Un giornale di New York scrisse che il cadavere abbracciava un violino. Ma poi lo strumento non è mai stato indicato nella lista degli oggetti ritrovati. Per questo si era creduto che fosse stato rubato o andato perduto. Invece era nascosto nella borsa di pelle. Hartley lo aveva ricevuto in regalo dalla sua promessa sposa, Maria Robinson, nel 1910. Sullo strumento c'era una placca d'argento con incisa una dedica: «Per Wallace, in occasione del nostro fidanzamento».

L'uomo che ha trovato lo strumento è voluto rimanere anonimo.
E si è rivolto alla casa d'aste di Henry Aldridge & son, specializzata in memorabilia del Titanic, per farlo valutare e scoprire se era davvero l'originale. Per 7 anni Aldridge ha scavato a fondo nella storia del violino.

Fatto di legno di palissandro, è incredibilmente ben conservato, nonostante gli anni e l'acqua di mare.
Il collezionista è riuscito a trovare una lettera della Robinson che ringraziava le autorità della Nuova Scozia per averle restituito il violino. La donna viveva proprio a Bridlington e non si era mai più sposata. Aveva lasciato tutto quello che aveva, violino compreso, alla sorella, la quale lo aveva donato, insieme alla borsa di pelle, al maggiore Renwick, che guidava l'orchestra dell'Esercito della Salvezza di Bridlington. Il maggiore infine lo aveva offerto a un membro della banda, un insegnante di musica, raccontandogli la storia dello strumento. Nella soffitta dove il violino è stato trovato c'era anche una lettera in cui il maestro di musica spiegava come lo avesse ricevuto in regalo.

ANNI DI TEST. Aldridge ha interpellato decine di esperti, si è rivolto a scienziati forensi e ai laboratori dell'università di Oxford. Tutti hanno concordato che i depositi corrosivi sullo strumento sono compatibili con l'immersione in acqua salata. Che la placca d'argento è originale e che l'incisione risale all'inizio del 1900.

«Abbiamo dovuto fare tutto in segreto perché sembrava troppo bello per essere vero - ha raccontato Aldridge al Times - Non abbiamo voluto dire nulla finché non siamo stati assolutamente certi. Quando ho visto il violino, la sacca di pelle con le iniziali di Hartley e dentro i suoi pochi averi ho pensato: o era autentico o un falso molto ben elaborato. Dopo sette anni possiamo dire senza dubbio che questo è il violino di Wallace ed è anche l'oggetto più prezioso legato al Titanic mai ritrovato. Sicuramente il più di valore».

All'asta potrebbe essere battuto per un milione di euro
. Ma non sarà venduto subito. Questa estate sarà in mostra a Belfast, dove il transatlantico è stato costruito e dove è nato Titanic Belfast, la più grande attrazione al mondo dedicata alla nave della tragedia. Una via di mezzo tra museo e parco a tema, costruito in modo da assomigliare alla gigantesca prua del Titanic. Fonte


 
Web  Top
19 replies since 18/3/2012, 21:45   7046 views
  Share