La storia del profumo, Breve storia del mondo delle fragranze

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La storia del profumo

In breve la storia del mondo delle fragranze





Seduzione, sacralità, cura del corpo, nobiltà, vivacità: il profumo da sempre ha valenze diverse e fin dalla sua nascita ha giocato un ruolo di primo piano nella vita dell’uomo.
La sua origine si perde nella notte dei tempi, quando l’uomo cominciò a bruciare alcuni particolari tipi di legname e resine per ottenerne odori fragranti. Infatti, per fumis in latino è la locuzione che ha dato origine alla parola profumo.

perfume

L’antichità
Se la prima fabbrica del profumo sembra essere sorta a Cipro precisamente a Pyrgos nel XX Secolo a.C., è all’epoca degli antichi egizi che risalgono i primi documenti sulla profumeria. In questa civiltà, le fragranze venivano sia impiegate nell’igiene quotidiana sia come strumento di seduzione sia nei riti religiosi: ai profumi veniva attribuita la proprietà di fare da tramite alle preghiere umane nell’aldilà ed erano usati nel processo di imbalsamazione.

Gli antichi greci e i romani, come gli egizi, sia gli uomini sia le donne facevano largo uso di essenze. Presso i primi le fragranze venivano ritenute creazione degli dei e venivano utilizzate, tra le altre cose, per ungere gli atleti e come cure terapeutiche. È dei romani, invece, l’idea di conservare i profumi in ampolle di vetro e di applicarli su capelli, abiti, letti, cavalli, templi e vele delle navi.

Il Medioevo
Caduto l’Impero Romano, in Europa l’arte della profumeria conobbe un periodo di decadenza. Il Cristianesimo, infatti, riservò la pratica dell’uso delle essenze al solo culto religioso. Sarà nel XIII secolo, alla fine delle Crociate, che il profumo farà ritorno stabilmente nel Vecchio Continente. Intanto, in Oriente il commercio di aromi e spezie conobbe un grande sviluppo. Venne sempre più usata l’arte della distillazione, raffinata dagli Arabi, che diede forte impulso al mercato delle essenze. L’alcool sostituì l’olio e si diffuse l’uso dell’alambicco. Con l’invasione della Spagna da parte dei Mori le loro leggendarie fragranze entrarono in Europa.
È del 1370 il primo profumo moderno in soluzione alcolica. Fu creato da un monaco esperto di chimica in Ungheria e per questo prese il nome di Acqua Ungherese.

perfume-flask

Il Rinascimento e l’età moderna
Fu grazie ai primi studi di chimica, ai nobili e sovrani rinascimentali come Caterina Sforza, Isabella e Alfonso d’Este, Lucrezia Borgia, Cosimo de’ Medici, Elisabetta I d’Inghilterra, e all’arrivo di materie prime – come cacao, vaniglia, chiodi di garofano – dai viaggi degli esploratori che la profumeria trovò un nuovo momento di vigore. Patria dei profumi erano la Spagna che deteneva il monopolio di ingredienti ricercati e costosi come l’ambra grigia e lo zibetto, Firenze e Venezia per i loro laboratori.

La profumeria in Francia arrivò con Caterina de’ Medici e il suo profumiere nel 1633.
Da quel momento si diffuse a tal punto da far diventare la Francia uno dei mercati di riferimento. Versailles impose la sua moda e i suoi costumi durante il Secolo dei Lumi: si fissarono i canoni di eleganza femminile e si diffusero fragranze delicate che fecero la fortuna delle prime case parigine.

È del XVII Secolo anche la creazione dell’Acqua di Colonia. Il mondo della profumeria, aristocratico per eccellenza, entra in crisi con la Rivoluzione Francese. Nel XIX Secolo la liberalizzazione del commercio diede nuovo vigore al settore e nacquero aziende come Guerlain.

Il Novecento
Nel Novecento il profumo diventò un prodotto esclusivo con nome e flacone studiato appositamente per il prodotto. Fu il periodo della Belle Epoque e delle creazioni d’avanguardia di Coty e Lalique, una nuova era segnata anche dall’introduzione dei prodotti di sintesi come i fissatori e le aldeidi, usate per la prima volta in Flomary e consacrate nello Chanel N°5. Tra le due guerre apparvero, invece, i nomi dell’Alta Moda nel mondo della profumeria.

È nel dopoguerra che il profumo si democratizzò ed i prodotti in commercio diventarono meno complessi. Nelle profumerie comparve anche l’eau de toilette per uomini, anche se il profumo maschile restò legato al rito della rasatura. Se negli anni Settanta la donna femminista usò il profumo per rappresentare uno stile di vita, negli anni Ottanta la fragranza era chiamata a interpretare le sensazioni degli yuppies, quella del II millennio è l’era del profumo creato dai personaggi dello star system. Al calo del mercato le case corrono ai ripari sfruttando l’immagine di personalità che fanno aumentare le vendite.



Edited by Milea - 24/12/2022, 19:41
 
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Storia del profumo:
l’antico Egitto


Dal sacro al profano




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La storia del profumo è legata in particolar modo all’antico Egitto. A quest’epoca, infatti, risalgono i primi documenti sulla profumeria mentre le fragranze permeavano ogni aspetto della vita religiosa e sociale del popolo, con ritrovati la cui fama e influenza si estese fino all’Asia Minore, soprattutto a Babilonia e Palmira.

Gli oli profumati erano usati in questo paese fin dalla fine del IV millennio a.C. Sebbene le tombe predinastiche fossero semplici fosse nel terreno, esse già contenevano insieme alle tradizionali offerte di cibo e bevande per il morto, cosmetici, profumi e ingredienti per la loro preparazione. Fu da qui che l’uso dei profumi si diffuse in tutto il Mediterraneo, incrementando un fiorente commercio di materie prime grezze ed essenze lavorate provenienti da vari paesi.

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L’industria delle fragranze fu favorita dal viaggio della regina Hatsepsuth nel mitico Paese di Punt dove crescevano mirra, incenso e opoponax.La sovrana tornò dalla terra che probabilmente corrisponde all’attuale Somalia con navi cariche di legnami pregiati e resine odorose. Se l’Egitto era ricco di materie prime, alcune essenze pregiate si facevano arrivare da altri paesi, quali la Libia e l’Arabia, tra questi spezie delle Indie, legni odorosi, olio di pino.

Le essenze erano sempre presenti nei templi e nei rituali religiosi
in quanto, secondo le credenze dell’epoca, in grado di purificare mente e corpo. Le fragranze erano considerate emanazione del sudore divino, che univa gli uomini agli dei. In questo senso è emblematico il rituale dell’imbalsamazione in cui il corpo del faraone veniva privato delle viscere, pulito con olio di pino, riempito di essenze tra cui mirra, cassia, cannella e cedro e infine avvolto in bende intrise di oli aromatici: la conservazione del corpo era fondamentale per il passaggio alla vita ultraterrena.

Presso i templi, i sacerdoti ogni giorno onoravano gli dei dapprima pulendo le loro statue, poi ungendole e imbellettando il loro volto. Erano gli stessi sacerdoti a preparare gli aromi da bruciare e gli oli profumati tramite lavorazioni che a volte richiedevano mesi. Questi prodotti preziosi venivano, così, usati anche nella diplomazia come regalo del faraone ai sovrani alleati.

Il sacerdote capo del laboratorio leggeva agli assistenti la formula scritta sui muri del luogo e questi pestavano fiori ed erbe e le mescolavano a resine e gomme, vino e miele. Le ricette erano comunque segrete e per evitarne la divulgazione alcuni particolari erano trasmessi solo oralmente. Presso il tempio di Horus a Edfou vicino a Luxor edificato tra il 237 e il 57 a.C. è stato ritrovato uno di questi ambienti con iscrizioni che riportano alcune delle ricette delle fragranze, tra cui quella del kyphi.

Questo era il profumo più utilizzato dai faraoni e dalle regine. E’ descritto dal greco Plutarco come fragranza in grado di favorire il sonno, rilassare e dare un senso di pace. Era composto da numerose essenze, in alcune ricette più di sessanta. Tra gli ingredienti incenso, mirra, pistacchio, menta, cannella.

Col passare dei secoli e delle dinastie il lusso si diffuse nella vita privata e con questo anche l’impiego dei profumi, impiegati nell’igiene quotidiana di nobili e funzionari. Infine, gli scent venivano usati a scopo seduttivo: le donne spalmavano sul corpo e sui capelli balsami, oli e pomate aromatiche.

Famoso il caso di Cleopatra che impiegava unguenti e oli per la cura di sé.
Infine, furono quasi certamente gli Egiziani ad inventare la boccetta portaprofumo, l’Alabastron, bottiglina di alabastro che tenuta lontano dai raggi del sole e in luogo fresco conservava gli oli. La forma caratteristica a goccia con larga imboccatura a colletto svasato ebbe una diffusione immensa e fu replicata nelle varie culture con diversi materiali.


Edited by Milea - 24/12/2022, 19:45
 
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Un profumo antico, il Kyphi

La fragranza dei faraoni


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Una delle fragranze più diffuse e famose, impiegata da faraoni e regine per il suo potere benefico e seduttivo, era il Kyphi, di cui si conoscono numerose ricette, alcune delle quali comprendenti poco più di una decina di ingredienti fino ad arrivare a più di sessanta essenze. Si dice, tra le altre cose, che gli Egizi lo applicassero sui capelli e nelle parti intime per migliorare la propria vita amorosa.

egyptian-Kyphi

Riportiamo la descrizione del greco Plutarco nell’opera Iside e Osiride: “Il kyphi è un profumo composto da sedici materiali: miele, vino, uva passa, cipero, resina, mirra, legno di rosa. Si aggiungono lentisco, bitume, giunco odoroso, pazienza, ginepro, cardamomo e calamo aromatico, ma non con casualità, bensì secondo le formule indicate nei libri sacri“.


Altre fonti citano tra gli ingredienti anche il pistacchio, la menta, la cannella, l’incenso e il ginepro. Per lo storico greco, inoltre, questo scent era in grado di “favorire il sonno, aiutare a fare dei bei sogni, rilassare, spazzare via le preoccupazioni quotidiane, dare un senso di pace.“

Un’altra celebre ricetta del Kyphi è riportata dalle iscrizioni della stanza del laboratorio del tempio di Horus a Edfou. Questa costruzione, una delle più antiche e meglio conservate della civiltà egizia, fu edificata tra il 237 e il 57 a.C. sul luogo in cui il dio, secondo le credenze dell’epoca, aveva combattuto una battaglia. Fu fatto erigere dalla dinastia tolemaica di origine macedone per ingraziarsi la potente casta sacerdotale.

I custodi del culto in quel tempo non rischiarono di trasmettere le preziose informazioni sulla creazione delle fragranze e soprattutto sulla celebrazione dei rituali sul papiro, troppo fragile, o di affidarle alla sola tradizione orale, ma fecero incidere i dati sulle pareti del tempio. Il Kyphi è stato ricreato anche nella nostra epoca da alcuni scienziati francesi, tra cui Sandrine Videault, che ha lavorato pazientemente per anni studiando diverse fonti.



Edited by Milea - 24/12/2022, 19:48
 
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L’Acqua di Colonia

La storia di uno dei profumi di maggior successo,
da Giovanni Paolo Feminis alle declinazioni più moderne




Una delle creazioni che ha avuto più successo nel mondo della profumeria è l’Acqua di Colonia, che grazie alle sue note fresche e leggere è adatta per essere indossata da tutti, anche dai più piccini. Uno dei miei primi ricordi in fatto di profumi è legato alla 4711 che mia nonna applicava sulla mia pelle quando ero una bambina mentre per i piccoli di oggi sono presenti sul mercato numerose declinazioni, come da quella della Chicco.

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La storia di questo profumo iniziò nella città tedesca di Colonia, da cui prende il nome, nel XVII Secolo e diventò molto richiesta da nobili e teste coronate di tutta Europa, tra cui Napoleone, Voltaire e la regina Vittoria, perchè si distingueva da tutte le creazioni dell’epoca molto più pesanti, apparendo una fragranza rivoluzionaria. Anche per questo, in molti ne rivendicarono la paternità e si contarono numerose contraffazioni.

Studi e ricerche hanno attribuito l’invenzione della sua formula a Giovanni Paolo Feminis (ca 1660-1736), originario di Crana, nella Valle Onsernone, emigrato in giovanissima età in Germania e stabilitosi a Colonia nel 1693. Giunto nella città sul Reno, Feminis apre una distilleria-erboristeria specializzata nella vendita dei profumi, soprattutto dell’ “Aqua mirabilis”, un’acqua profumata medicamentosa basata su un’antichissima ricetta conventuale di cui Feminis era venuto in possesso. Importante, per il successo della sua attività, fu l’amicizia e il sostegno del mercante vigezzino, Gian Maria Farina (1657-1732).

In precedenza la paternità del prodotto era attribuita a un altro Gian Maria Farina (1685-1766), nipote del precedente, commerciante originario di Santa Maria Maggiore in Valle Vigezzo, anche lui emigrato a Colonia insieme ai fratelli e produttore della versione dell’Acqua di Colonia che ebbe per prima un enorme successo.

Acqua di Colonia Farina.Durante il XVIII secolo, Gian Maria Farina divulgò il nome di Colonia nel mondo grazie all’acqua alcoolica a base di agrumi di cui la locale Facoltà di Medicina attesta le virtù terapeutiche. Le ditte che produssero la fragranza con o senza il nome Farina si moltiplicarono esponenzialmente e con esse i processi di plagio.

Oggi l’ottava generazione della famiglia Farina continua a produrre l’Eau de Cologne, un prodotto di nicchia diventato marchio protetto che ne garantisce l’origine e la provenienza. Il vecchio laboratorio nella Farina-Haus, situata nel centro storico di Colonia a poca distanza del celebre Duomo, richiama turisti e curiosi da tutto il mondo.

Tra le imitazioni di più successo è la 4711 creata nel 1792 da Wilhelm Mulhens, che ricevette, sembra, la ricetta segreta da un certosino come regalo di nozze. Lo stabilimento si trovava in Glockengasse 4711, da cui il nome del profumo, e in cui si trova ancora il negozio-museo.

La ricetta si è trasformata a seconda delle mode e dell’evolversi delle tecniche di lavorazione delle materie prime. Tra i componenti comunque non possono mancare le essenze bergamotto, limone ed arancia, spremute dalla scorza dei frutti, essenza di petit grain e neroli, olio essenziale di lavanda, musk.

Tra i prodotti moderni citiamo Acqua di Parma, Zegna Colonia, Eau de Cologne Imperiale di Guerlain e Trafalgar Cologne di Trueffit & Hil.



Edited by Milea - 24/12/2022, 19:58
 
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Le diverse classificazioni delle fragranze



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I profumi si compongono attorno a un tema, ossia a una miscela di componenti la cui proporzione definisce la nota dominante dell’insieme e quindi la sua appartenenza a una famiglia olfattiva. Ogni scent ha poi le sue sfaccettature che ne definiscono il carattere e l’originalità.

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La classificazione dei profumi in famiglie olfattive è stata introdotta alla fine del XIX Secolo da Eugène Rimmel. Il numero di sfaccettature può variare a seconda dei casi, ma in generale si accettanoi gruppi elencati di seguito.

Esperidata o agrumata. Il nome deriva dalle Esperidi, nella mitologia custodi del giardino dei Pomi d’oro, ossia le arance. E’ la famiglia che racchiude fragranze ricche di note agrumate sia mediterranee, come bergamotto, limone, mandarino, arancia e pompelmo, sia esotiche come lime e yuzu. La parte utilizzata è la scorza del frutto, trattata per spremitura o espressione. La capostipite del gruppo è l’Aqua Mirabilis di Giovanni Paolo Feminis da cui ne è derivata l’Acqua di Colonia e le sue numerose interpretazioni. Si tratta di profumi freschi e dinamici, femminili se alle note esperidate vengono associati fiori bianchi e muschio, maschili se accompagnate da note acquatiche e verdi.

Aromatica. Ne fanno parte soprattutto eau de toilette maschili ed è contraddistinta dall’impiego di piante aromatiche per lo più mediterranee che trasmettono vivacità e freschezza, al contrario delle spezie, utilizzate fresche. La nota più diffusa è la lavanda poi basilico, timo, rosmarino, salvia, menta, anice, finocchio, estragone, origano, lauro, cumino, verbena.

Speziata. Le spezie sono sostanze naturali che vengono fatte seccare prima di essere usate, al contrario degli aromi. Le note speziate corrispondono agli olii essenziali di quasi tutte le specie conosciute, come la cannella, i chiodi di garofano, la maggiorana, il pepe, lo zenzero, il cardamomo. Le note speziate conferiscono calore ai profumi.

Aldeidata.
Le aldeidi sono prodotti di sintesi che donano intensità al profumo. Sono aldeidate le fragranze femminili floreali o legnose-cipriate caratterizzate dalle note tipiche di queste sostanze.

Fiorita o floreale. La maggior parte dei profumi femminili appartengono a questa famiglia. Se lo scent porta la nota di un solo fiore si chiama soliflore. Tra i fiori più utilizzati, la rosa, la violetta e la tuberosa. Se le note vengono abbinate a accenti marini si hanno fragranze fresche, se associate a note fruttate fragranze giocose. I porfumi più sensuali si hanno quando le note fiorite si uniscono alle aldeidi o alle spezie, ai legni, alle resine orientali o agli accenti cipriati.

Fruttata. L’accordo fruttato, spesso unito a quello fiorito, è per lo più una sfumatura che dà carattere al profumo ed è legato all’odore di frutti freschi come la fragola, il lampone, la pesca, l’ananas, l’albicocca. Se le note fruttate hanno il sopravvento sulle altre, il profumo diventa goloso e perde in charm.

Legnosa. Racchiude profumi con una forte presenza di legni secchi come il cedro o il vetiver o morbidi come il sandalo. Si arricchisce di nuove inflessioni con l’utilizzo di legni esotici o prodotti di sintesi. A far parte di questo gruppo per lo più profumi maschili. Le note legnose possono essere rinfrescate con sfaccettature aromatiche, marine o agrumate, o rese sensuali da accenti speziati, orientali e cipriati.

Cuoio. oggi è considerata una sfaccettatura ma era molto in voga dagli Venti agli anni Sessanta del Novecento. E’ caratterizzata da accordi che ricreano l’odore della pelle conciata, rinfrescati da note agrumate o floreali.

Fougère. Prende il nome da Fougère Royale di Houbigant del 1882 e raggruppa profumi maschili. A rendere riconoscibile una fragranza fougère è un mix di lavanda, geranio, vetiver, muschio di quercia e cumarina o fava tonka.

Chypre. Capostipite della famiglia è Chypre di François Coty. Alla base c’è un accordo di bergamotto, rosa, gelsomino, muschio di quercia, patchouli e labdano. Alcuni componenti sono stati sostituiti oggi da molecole sintetiche, con risultati più leggeri e moderni.

Orientale. Il termine che evoca profumi avvolgenti, dolci e persistenti, può essere impiegato in varie accezioni e riferirsi a fragranze femminili e maschili. Il gruppo include scent dalla composizione ricca e sfaccettata, con note di testa discrete, che lasciano subito il campo al fondo fatto di balsami dorati, essenze animali, resine preziose. A caratterizzarlo patchouli, vaniglia e spezie, soprattutto la cannella. Per creare blend molto sensuli le note orientali si associano a sfaccettature cipriate, muschiate, vanigliate. Invece il mix con accordi più freschi dà vita a profumi definiti Semi-Orientali o Florientali.

Ambrata. Simile all’orientale, vanta tonalità più leggere in origine a base di ambra grigia. Oggi emergono accordi costruiti attorno alla vaniglia e a materie prime balsamiche come il benzoino.

Muschiata. I profumi di questa famiglia puntano su una componente vegetale assai diffusa in profumeria specie nelle composizioni in cui predomina la nota cipriata. Tra le note più utilizzate ci sono il muschio di quercia o quello d’albero. Il muschio vegetale non deve essere confuso con il musk, sostanza di origine animale.

Verde. Il termine fa riferimento all’odore dell’erba, degli steli, delle foglie. I profumi verdi femminili sono tendenzialmente freschi e leggeri oppure balsamici e cipriati. I maschili sono più spesso cipriati.

Ozonica-Marina. Sono profumi costruiti su accenti trasparenti come ozono e acqua, che vogliono evocare aria e acqua.

Gourmande. Sono fragranze caratterizzate da ingredienti legati ad alimenti “golosi”, come il cioccolato o il cocco.



Edited by Milea - 24/12/2022, 20:01
 
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Il muschio di quercia

Il fascino del profumo maschile


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Il muschio di quercia, un tipo di lichene molto comune nei nostri boschi, è anche uno degli ingredienti più affascinanti usati nei profumi, specialmente maschili o chypre.
L’assoluta di muschio di quercia ha un sentore che ricorda il bosco, terroso-muschiato con sfumatura cuoio e infonde forza e sicurezza.

Il suo fascino è dovuto al fatto che le sue molecole sono simili ai ferormoni animali e sono quindi capaci di influenzare la parte più primitiva della nostra natura. A questo aroma è infatti stato attribuito un forte valore sensuale e afrodisiaco. Inoltre, il suo odore risveglia il ricordo impresso nel nostro DNA di abitanti delle foreste in cui la quercia è regina.

La concrète di muschio di quercia, usata in saponeria, è ottenuta per estrazione con solvente dalla pianta, mentre l’assoluta per estrazione con alcool dalla concrète. E’ quest’ultima che compare spesso come nota di fondo dei profumi, essendo anche un ottimo fissativo.

Il lichene è originario dell’Europa e dell’America del Nord ed è raccolto particolarmente in Macedonia e Bulgaria. La lavorazione invece avviene per lo più in Francia. Spesso è sostituito nelle fragranze da estratti da piante simili o da prodotti sintetici. Oltre che in profumeria è usato per inalazioni mentre gli Indiani d’America lo impiegano sulle ferite e per curare disturbi respiratori.



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La cannella

Una delle spezie più usate fin dall’antichità




cannella


La cannella o cinnamomo è una spezia impiegata in profumeria, nella medicina e nella cucina fin dall’antichità.
Vanta una storia millenaria: era già citata nella Bibbia, e, come abbiamo già visto, era usata dagli antichi Egizi per le imbalsamazioni. Importata in Occidente con le carovane durante il Medioevo, portò gli Olandesi a instaurare commerci con lo Sri Lanka, massimo fornitore mondiale della spezia, nella prima metà del 1600. Il popolo nordeuropeo ne divenne il principale importatore d’Europa.

Cannella

È usata in molti modi da secoli. In Occidente si impiega prevalentemente nella preparazione di dolci mentre la tradizione orientale e creola la utilizza anche in piatti salati.

La cannella (Cinnamomum zeylanicum) è la corteccia essiccata di un albero originario di Celyon e delle isole Seychelles. La maggior parte delle produzione mondiale di questa spezia, come vi abbiamo già accennato è in Sri Lanka, dove viene ancora raccolta con il metodo tradizionale. I rami giovani vengono recisi manualmente al mattino e riposti in una capanna chiamata wadi. I rametti e la corteccia esterna vengono poi separati con un utensile di ottone. La corteccia viene poi arrotolata e fatta essiccare, prendendo la tipica forma a pergamena. Questi bastoncini conservano il loro aroma se riposti in barattoli di vetro ben chiusi e lontani da fonti di calore e dalla luce.

Accanto alla cannella più pregiata, ne esiste una varietà più economica e meno fine, dai sentori più aspri, la cassia (Cinnamomum cassia Nees), proveniente da Cina, Vietnam e Indonesia.
L’aroma di questa spezia, secco e pungente con una nota pepata, è associato nella civiltà occidentale ai dolci e all’infanzia oltre che all’immagine dei paesi tripicali. In questo risiede il suo successo nel mondo della profumeria.
Esiste anche un olio essenziale di cannella, ottenuto facendo macerare la corteccia in acqua marina e poi distillando il tutto. Il liquido che se ne ricava è usato per lo più come principio medicamentoso.

Altre sue proprietà la rendono un ottimo principio attivo nella cosmesi e come coadiuvante di diversi disturbi di salute. Il cinnamomo ha un potere antiossidante tra i più elevati in assoluto: contiene tannini, aldeide cinnamica nell’olio essenziale, eugenolo, canfora. Usata tradizionalmente contro le infreddature e come antibatterico e antispastico, è in grado di abbassare il colesterolo e i trigliceridi nel sangue, alleviando l’ipertensione. Svolge anche una funzione antisettica sui disturbi dell’apparato respiratorio. Diversi gli usi anche nella medicina ayurvedica e cinese. Inoltre, l’olio essenziale di cannella ha una forte attività antimicotica e favorisce la circolazione periferica se frizionato sulla pelle.



Edited by Milea - 24/12/2022, 20:14
 
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La mirra

Profumo antico e moderno




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Andrea Mantegna, Adorazione dei Magi (dettaglio)



La mirra è una resina usata fin dai tempi antichi nei riti sacri e in profumeria.La sua storia è parallela a quella dell’incenso: era già usata nell’antico Egitto, dove costituiva uno dei componenti del kyphi ed era utilizzata nel rituale dell’imbalsamazione. Si credeva che le gocce di mirra fossero le lacrime di Horus, il Dio del Cielo.

Mirra

Ad impiegarla anche gli Ebrei, come testimonia la Bibbia, dove è citata molte volte: è uno dei principali componenti dell’olio santo per le unzioni (Esodo, XXX,23) e un profumo, come si evince dal Cantico dei Cantici.

“Son venuto nel mio giardino, sorella mia, sposa,
e raccolgo la mia mirra e il mio balsamo;
mangio il mio favo e il mio miele,
bevo il mio vino e il mio latte.
Mangiate, amici, bevete;
inebriatevi, o cari”.


La resina era utilizzata anche dagli Antichi Greci che, tra gli altri impieghi, la mescolavano con il vino e anche in India: il semidio Ati era rappresentato con i capelli impomatati di mirra.
Ai nostri giorni, oltre che nel campo della profumeria, la mirra è usata anche come componente di prodotti farmaceutici e come tintura per curare afte e ulcerazioni della bocca.

Questo prezioso ingrediente deriva da un arbusto, la Commiphora, della famiglia delle Burseraceae, originario delle regioni semiaride ed aride dell’Africa orientale, dell’Arabia e del subcontinente indiano. La specie più usata per la produzione della mirra è la Commiphora myrrha, diffusa in Somalia, Etiopia, Sudan e Penisola Arabica dove la resina è raccolta dalle piante alla fine dell’estate.

Il termine deriva dal latino myrrha, derivato dal greco e da una radice semitica mrr, con il significato di “amaro“.
L’olio essenziale è ricavato dalla resina della piante e ha un odore ricco, fumoso, balsamico, che ha un effetto calmante sul sistema nervoso.



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I protagonisti

Gian Maria Farina

Storia del profumiere che diffuse nel mondo l’Acqua di Colonia



Il 25 novembre ricorreva l’anniversario della morte di Giovanni Maria Farina (Santa Maria Maggiore, 8 dicembre 1685 – Colonia, 25 novembre 1766) il profumiere italiano che diffuse nel mondo l’Acqua di Colonia (a inventarla fu Giovanni Paolo Feminis).




Il profumo ideato e lanciato dal Farina era in gran voga presso le corti del XVIII secolo tanto che furono numerosissime le imitazioni e il nome Eau de Cologne divenne la dicitura generica di un’intera classe di profumi.

Il nome Acqua di Colonia deriva dalla dedica del suo inventore alla città tedesca che era diventata la sua nuova patria. Grazie a lui il centro sul Reno diventò famoso in tutto il mondo.

Acqua di Colonia.
Farina assieme ai fratelli si trasferì in Germania a seguito di uno zio mercante che aveva lavorato con Feminis. Quando questo venne a mancare i fratelli si divisero l’eredità e a Gian Maria rimasero le cartelle dello zio e la formula dell’Aqua Mirabilis in grado di guarire le più svariate malattie di cui aveva tanto sentito parlare ma che non aveva avuto ancora il successo sperato, visto il suo gusto molto amaro.

Qui l’intuizione del Farina che ingentilì la formula smorzando il sapore con erbe locali e impiegando l’alcool originato dalla fermentazione dell’uva.

Il successo fu immediato, tanto che fu approvato come medicamento anche dai sapienti dell’Università di Colonia.
Il profumiere prese a farsi chiamare Jean Marie seguendo la moda che voleva la lingua francese idioma delle classi nobili e borghesi e le sue condizioni economiche migliorarono tanto che aprì la piccola fabbrica di Piazza Jülichs, nota oggi come Farina-Haus. Non tardarono ad arrivare però le prime contraffazioni che misero in crisi la sua attività.

Era il periodo della Guerra dei Sette Anni: i francesi invasero la Renania e divennero grandi estimatori del prodotto di Farina chiamandolo Eau de Cologne. Fu grazie ai soldati che la fragranza perse il carattere di medicina per diventare tonico e profumo e come tale diffuse la sua fama in tutta Europa. Farina intanto continuava a combattere con i suoi imitatori. Morì a Colonia nel 1766.






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Serge Lutens

Profumi e non solo



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Ripercorrendo la carriera del naso francese Serge Lutens ci si rende conto che attribuirgli un titolo è alquanto complicato. Così tante e diverse sono le sue esperienze artistiche che qualsiasi definizione risulterebbe riduttiva: fotografo, designer e make up artist, image maker, maestro profumiere, sono solo alcuni dei ruoli interpretati da questo poliedrico personaggio, che ha collezionato importanti collaborazioni con i nomi più noti del mondo della moda e della cosmesi.

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Bambino prodigio, già quattordicenne Lutens inizia a lavorare come apprendista parrucchiere a Lille. Esperienza che, stando al suo stesso racconto, ha contribuito a definire in lui quel concetto di bellezza capace di accompagnarlo per il resto della sua carriera.

A 20 anni lavora già per la rivista Vogue di Parigi come acconciatore e make up artist: esperienza fondamentale per lui, se non altro per la collaborazione con fotografi del calibro di Richard Avedon, Irving Penn e Bob Richardson. In un contesto stimolante come questo nasce la sua passione per la fotografia, che fiorisce fino a valergli l’esposizione di alcuni scatti al Guggenheim Museum di New York nel 1973.

Altre importanti tappe della sua carriera sono rappresentate dagli ingaggi da parte di due aziende di fama internazionale: Christian Dior e Shiseido. Per entrambe Lutens lavora come make up artist e image maker, ideando famose campagne pubblicitarie capaci di rilanciare l’immagine dei due marchi. In particolare, i cortometraggi realizzati per Shiseido gli valgono due Leoni D’Oro al festival di Cannes nel 1980.

Il coinvolgimento nel mondo dell’estetica e della cosmesi, nonché il suo innato senso della bellezza sfociano nella sua prima linea di profumi, Parfums-Beaute Serge Lutens, insignita del FiFi Award dal 2001 al 2004. Illuminante per lui, oltre alle prime esperienze come ideatore di fragranze sotto il marchio Shiseido negli anni ’90, il viaggio a Marrakech, città magica e ispiratrice, percepita come “un’immensa biblioteca di odori“.

Una passione, questa, che si esprime non solo nella creazione di delicate essenze note a livello internazionale, ma è visibile anche nella progettazione di Les Salons du Palais Royal, un vero e proprio tempio del profumo edificato a Parigi negli anni Novanta per Shiseido e tutt’oggi frequentato da cultori del genere e da turisti da tutto il mondo. Tra i suoi successi ricordiamo Tubereuse Criminelle, Serge Noire e Fille en Aiguilles.



Edited by Milea - 24/12/2022, 20:40
 
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François Coty

La storia del profumiere e imprenditore corso
che ha cambiato la storia della profumeria moderna



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Profumiere, imprenditore, politico, uomo schivo e misterioso, Joseph Marie François Spoturno detto François Coty (Ajaccio, 3 maggio 1874 - Louveciennes, 25 luglio 1934) è il creatore di uno degli imperi più grandi nel mondo della profumeria attivo ancora oggi. Alcune delle sue fragranze hanno segnato un’epoca e le sue idee hanno fortemente modificato il modo di proporre al pubblico i profumi.

la-rose-jaqueminot

Nato ad Ajaccio, rimase orfano molto giovane e lasciò presto gli studi. Nel 1900, sposò Yvonne Alexandrine Le Baron e si trasferì a Parigi, dove adottò il cognome Coty, più accettabile socialmente del suo vero cognome.
Pare che François avesse l’abitudine di giocare a carte con un farmacista, che vistolo affascinato dalle attrezzature di chimica del suo laboratorio, gli donò la ricetta dell’Acqua di Colonia. Il risultato di François fu soddisfacente, cosicchè si trasferì per un anno a Grasse, già allora patria dei profumieri, per studiare l’arte del creare fragranze. Rientrato nella capitale francese, iniziò a vendere essenze ai barbieri della capitale.

Fu nel 1904 la fondazione di quella che ancora oggi è la Coty e che spostò nel 1905 sulla riva della Senna a Suresnes, sede poi seguita da numerose altre. Il suo successo fu dovuto in primo luogo al suo talento di profumiere e all’intuizione che il profumo poteva abbandonare lo status di prodotto di lusso per per diventare un articolo di massa. Per questo associò le essenze naturali e i prodotti di sintesi portando la profumeria nell’era industriale. Inoltre, l’imprenditore seguiva la creazione del porfumo in ogni suo aspetto, dalla scelta delle essenze al packaging alle strategie di vendita.

Le collaborazioni con René Lalique, Baccarat e Léon Bakst testimoniano del suo talento nelle operazioni di marketing: era importante per Coty la presentazione del prodotto in un flacone bello e semplice a un prezzo ragionevole. Fu la strategia vincente: arrivò un successo dietro l’altro a partire da La Rose Jacqueminot (1904), per continuare con L’Origan (1905), Ambre Antique (1908), Le Muguet (1910), Lilas blanc (1910), Iris (1913, primo profumo soliflore) e soprattutto Chypre (1917), che ha segnato in modo indelebile la profumeria moderna. Con Coty i profumi entrano nei grandi magazzini uscendo dal mondo incantato delle boutique dei profumieri.

È del 1912 l’apertura delle succursali di New York e Londra a cui ne seguirono molte altre. Nel 1914, i Profumi Coty erano il numero uno nel mondo, ed erano diffusi in ogni parte del globo, da Mosca a Buenos Aires. I successi continuano tanto che nel 1920 Francois era considerato uno degli uomini più ricchi del mondo. Aquistò e costruì palazzi, ville e castelli. Si stima che nel 1925 36 milioni di donne in tutto il mondo usavano la cipria di Coty.

Fu mecenate tanto da finanziare numerose esposizioni e fu anche un uomo inpegnato in politica, fortemente anticomunista e risolutamente di destra. Questa è anche l’impronta che diede a Le Figaro quando ne assunse il controllo e alle altre testate da lui fondate. Nel 1933, creò un movimento politico, Solidarité Française, che poco dopo la sua morte, si unì al Francisme di Marcel Bucard.

Le sue idee politiche e le sue attività hanno portato alla rovina il suo ricordo. Tra le altre cose, con la sua scomparsa, la maggior parte dei suoi beni furono posti sotto sequestro su domanda dei suoi creditori, mentre l’azienda fu seguita dai familiari fino agli anni Sessanta.

Oggi la Coty è ancora una delle società principali nel mondo della bellezza e dei profumi a livello globale, conosciuta anche per le collaborazioni del brand con diverse celebrità per la creazione di profumi, come Beyoncé Knowles, Jennifer López e da poco anche Madonna. I marchi della compagnia sono organizzati in due divisioni: Coty Beauty e Coty Prestige. Tra i nomi, Nautica, Pierre Cardin, Playboy, Rimmel, Balenciaga, Bottega Veneta, Calvin Klein, Cerruti, Chloé, Chopard, Jil Sander, Lancaster, Marc Jacobs, Vera Wang, Vivienne Westwood, che hanno riservato alla società successi planetari.
Nel corso degli anni l’azienda ha avuto numerosi cambiamenti di proprietà e di gestione. Uffici in più di trenta paesi e la presenza in 90 mercati testimoniano della forza della società e la sua flessibilità.



Edited by Milea - 24/12/2022, 20:46
 
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Nicolas de Barry, profumiere in castello

Fragranze su misura e materiali naturali



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Nicolas de Barry è una delle figure più inusuali nel mondo della profumeria contemporanea, il naso francese, autore di fragranze di lusso, volumi e docente di corsi sul mondo delle essenze.
Parigino di nascita, de Barry ha studiato sociologia e scienze politiche alla Sorbona, vincendo il Prix d’Histoire de l’Académie Française prima di entrare nel magico settore delle essenze nel 1992. Questo è avvenuto grazie all’incontro con Edmond Roudnitska, naso di Diorissimo e Eau Sauvage, Françoise Marin, direttore della scuola di profumi Givaudan-Roure di Grasse, e Rodrique Romani.



In Brasile è diventato il profumiere dell’alta società grazie alle sue fragranze esclusive, mentre in Francia vive al Castello di Frileuse nella Valle della Loira, dove ha un atelier di profumi e un giardino di essenze. Qui incontra i suoi clienti, teste coronate e vip di tutto il mondo per cui crea fragranze personalizzate. Il naso viaggia per il mondo per dirigere master class dedicate agli appassionati di profumeria e ricercare gli ingredienti migliori per le sue fragranze.
Autore di numerosi libri sulla profumeria e la cosmetica, è professore all’Università di Montpellier e segretario dal 2000 del Prix International du Parfum. Ne 2011 è stato onorato del riconoscimento di Chevalier des Arts et Lettres da M. Frédéric Mitterrand, ministro della cultura in Francia.

Da più di dieci anni crea profumi customizzati per reali e celebrities. Si tratta di prodotti di alta profumeria ideati a stretto contatto con il cliente, che sta al castello accanto al profumiere, per entrare in contatto con il mondo delle fragranze e imparare a riconoscere e scegliere quelle che più si adattano alle sue esigenze. Il naso sottopone alla persona alcune prove, da cui nasce il profumo. La formula viene poi donata al cliente. Il costo di tali scent arriva al costo di 10.000 euro.

Inoltre, de Barry produce jus personalizzati – più a buon mercato ma certamente sempre per appassionati facoltosi – con lo oud, una delle essenze più preziose del settore, proponendo un prodotto naturale al 100% di contro ai profumi sul mercato, spesso con ingredienti sintetici. A questa affascinante nota orientale si possono aggiungere accenti floreali come tuberosa, osmanto, neroli, iris.

Si riceve un primo esempio di profumo customizzato a cui segue una seconda versione, con le correzioni proposte dall’acquirente, che può scegliere anche la concentrazione e la base (alcool o balsamo). Infine si riceve la propria fragranza in una bottiglia fatta a mano in vetro di Murano e decorata con oro 24 carati.

Ecco la collezione Les Parfums Historiques, riedizioni delle fragranze di George Sand, Margherita di Vallois, Luigi XV, la Pompadour e l’Imperatrice Sissi, nate da sue ricerche di archivio. Sissi, ad esempio, amava la violetta e il suo profumo è un’interpretazione di questo fiore. Madame de Pompadour amava molto i fiori d’arancio: de Barry ha ricostruito la sua fragranza impiegando una preziosa essenza di neroli.

Il profumiere francese dedica la sua ricerca e il suo lavoro ai materiali naturali, come l’aloe o il loto blu, la rosa di Grasse o Crimea, producendo essenze in edizione limitata di note quali l’osmanto o il gelsomino sambac. Un esempio di queste creazioni? Kyara, un particolare olio nato dalla migiore qualità di legno di aloe, impiegata tradizionalmente in Giappone e in Asia. Buddha la considerava l’essenza del Nirvana, Maometto diceva provenisse dal Paradiso.

Menzionato anche nella Bibbia e usato dagli Egiziani, è uno degli ingredienti più misteriosi ed esclusivi usato in profumeria. Il naso francese lo associa al sandalo e all’osmanto della Cina. L’estratto di aloe arriva dalla Tailandia. Il profumo in versione 150 ml con 20% di concentrazione costa 950 euro.

Il profumiere conduce Master Classes nel suo castello nella valle della Loira, in Provenza e in altri luoghi nel mondo, come al Reid Palace a Madeira, al Saint Regis Resort a Bali, al Kulm Palace Saint Moritz o sulle crociere Seven Seas. Le lezioni sono dedicate a persone interessate al settore che verranno accolte in location lussuose e ambienti rilassanti.
Per chi fosse interessato, i prossimi corsi di profumeria si terranno a Madeira nella primavera 2012, in Brasile e Provenza in estate.





Edited by Milea - 24/12/2022, 20:56
 
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Le nuove frontiere olfattive

Dalle tv profumate alle fragranze da mangiare




Film ad alto impatto olfattivo. Essenze che migliorano la resa sul lavoro. Fragranze da annusare e da assaggiare. Sono queste le nuove frontiere in materia di profumi destinate a stravolgere i mercati di tutto il mondo.

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A partire da Smell It, la nuova televisione olfattiva progettata dall’azienda francese Olf Action e che promette di rivoluzionare l’universo dell’home entertainment: grazie ad una sofisticata tecnologia in grado di liberare una gamma di odori da alcuni speciali diffusori, lo spettatore percepirà anche il valore olfattivo di alcune immagini, con un coinvolgimento ancora maggiore.

Un coinvolgimento a scopi produttivi é invece l’obiettivo di alcuni datori di lavoro giapponesi, che hanno deciso di diffondere nei propri uffici essenze in grado di stimolare l’efficienza dei propri dipendenti: limone al mattino per dare la carica, fiori nel pomeriggio per aumentare la resistenza e fragranze di bosco verso sera per incrementare l’ottimismo. In alcuni grandi magazzini statunitensi e tedeschi, invece, l’aumento delle vendite si fa risalire all’utilizzo di alcuni profumatori per ambiente.

Infine, la più futuristica delle frontiere in materia “olfattiva” é rappresentata da Swallowable Parfum, la nuova linea di fragranze da mangiare. Vere e proprie capsule da mandar giù come caramelle. Non solo per compiacere la tentazione di assaggiare una fragranza dal sentore particolarmente accattivante. La novità rivoluzionaria di questo prodotto sta nel fatto che la pastiglia profumata, dopo essere stata digerita, si diffonde attraverso la traspirazione della pelle. Una trovata dell’artista e body architect Lucy McRae che aspetta ancora di ottenere l’approvazione del Food and Drug Administration, ma che, una volta commercializzata, promette di far breccia nei nasi e nei palati di molti appassionati.






Edited by Milea - 24/12/2022, 21:04
 
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Profumo, come si sceglie


Alcuni principi da non dimenticare


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La fragranza personale si cambia spesso, si dona, si colleziona. C’è chi porta un profumo diverso a seconda della stagione, dell’occasione, dell’ora del giorno.
Se da uno studio della Charles University di Praga si apprende che il profumo si sceglie in base al proprio odore naturale e quindi risulta essere un’operazione semplice, tuttavia non per tutti puntare su una fragranza piuttosto che su un’altra non è un’impresa facile.

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A rendere più dispersiva la scelta è l’alto numero di proposte presenti sul mercato e a portare a una decisione sbagliata spesso è la fretta e la non conoscenza del settore.
Ecco alcuni consigli su come orientarsi nella scelta del profumo.
1) La stessa fragranza su persone diverse può risultare irriconoscibile, ma questo può accadere anche alla stessa persona se lo indossa in ore del giorno differenti o – e questo vale per le donne – in base al periodo del mese: l’acidità della pelle cambia e con essa la resa del profumo. Non scegliete un prodotto perchè vi piace portato da un’altra persona in quanto su di voi il risultato potrebbe non essere uguale e prendetevi un po’ di tempo per prendere la vostra decisione.

2) Scegliete una profumeria in cui il personale è in grado di suggerirvi e guidarvi nella scelta a seconda delle vostre esigenze.

3) Annusate non più di cinque fragranze. Inizialmente provatele sui cartoncini e restringete la rosa a due o tre profumi, che potete provare direttamente sulla pelle dei polsi, senza strofinare. A questo punto il tempo deve fare la sua parte: uscite dalla profumeria e ponete attenzione a come lo scent cambia sulla vostra epidermide e alla piramide olfattiva. Le note di testa che si sentono quando il profumo viene spruzzato, per lo più fresche e leggere, svaniscono dopo pochi minuti. Le note di cuore sono più intense e durano in media due o tre ore. Infine, le note di fondo hanno una persistenza maggiore. Il prodotto deve convincervi in tutte le sue fasi.

4) Bisogna tenere presente la distinzione tra eau de parfum e eau de toilette: la prima ha una maggiore concentrazione di oli essenziali, quindi è più intensa e persistente nel tempo. Se non amate le fragranze decise e forti puntate su una eau de toilette, più leggera e meno appariscente.

5) Se avete la pelle secca scegliete un profumo più forte e intenso: l’epidermide tende ad assorbirlo velocemente. La pelle grassa, invece, mantiene a lungo il profumo ed è più adatta a vestire fragranze leggere.

6) Ogni fragranza ci ricorda fatti ed esperienza della nostra vita: evitate profumi che, pur attraenti, vi richiamano subito a fatti spiacevoli, perchè non li indossereste mai!

Se state cercando un profumo da regalare, ricordatevi che:
1)
Generalmente, i giovani preferiscono i profumi freschi e vivaci e sono portati a cambiare spesso prodotto. Dopo i trenta anni le scelte si stabilizzano su profumi dalle note decise per le donne e su fragranze legnose o cuoiate per gli uomini. Intorno ai 40 anni si tende a portare sempre lo stesso profumo.

2) Di solito, le persone con carattere riservato e tranquillo prediligono profumi delicati e leggeri, chi è più estroverso punta su prodotti intensi e provocanti.



Edited by Milea - 24/12/2022, 21:08
 
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Il glossario del profumo

I termini più usati nel mondo della profumeria :
il significato e le definizioni



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Accordo. L’accordo è l’insieme di singoli odori combinati in modo da creare effetti fragranti. Può essere semplice o complesso, potendo comprendere da due a centinaia di ingredienti.

Acqua di Colonia (eau de Cologne). L’acqua di colonia è una soluzione contenente dal 1% al 5% di essenza di profumo in una base di acqua e alcool. È più leggera rispetto al profumo concentrato. È composta da circa 25/30 essenze diverse. La base essenziale è il bergamotto, cui si aggiungono quella di: limone, arancia, mandarino, limetta, cedro e pompelmo. Inoltre può contenere olio di lavanda, neroli, rosmarino, timo, petigrain, olio di gelsomino ed issopo. Attualmente il nome Acqua di Colonia Originale (Echt Kölnisch Wasser oppure Original Eau de Cologne) identifica un prodotto ad indicazione geografica protetta di Colonia.

Acquatico. La nota acquatica ricorda l’acqua delle cascate, il mare, l’aria. E’ trasparente, fresca, naturale e molto persistente. Essenzialmente si compone di materie prime sintetiche.

Aqua mirabilis. Termine impiegato dal XVII Secolo per indicare acque alcoliche che trovano impiego in qualità di prodotti medicinali, cosmetici e della profumeria. Dietro al nome Aqua Mirabilis si cela un vasto numero di ricette che si distinguono fra loro nella composizione. Questo termine generico è un iperonimo per indicare tutte le acque alcooliche e non alcooliche che spaziano dalle acque medicinali come lo spirito di melissa e le acqueviti, passando per le tinture omeopatiche, fino ad arrivare all’Acqua di Colonia, all’Eau de Parfum, al profumo, all’After Shave e alle acque per il viso.

Alcool. L’alcool, soprattutto quello etilico, è il solvente utilizzato per la produzione dei profumi.

Aldeidato. È l’effetto dato ai profumi dalle aldeidi alifatiche, sostanze sintetiche usate per esaltare soprattutto le fragranze femminili.

Aldeide. L’aldeide è un componente sintetico usato per rinforzare le note floreali o fruttate dei profumi. Se concentrate, le aldeidi hanno un odore molto forte. La loro scoperta ha segnato la nascita di una nuova era della storia della profumeria e della famiglia di profumi aldeidata.

Ambra grigia. Usata come fissatore, è la secrezione del capodoglio che galleggia sulla superficie dell’oceano. Oggi è per lo più sostituita con prodotti di sintesi

Ananas. È uno dei frutti più comuni usato per donare note fresche i profumi.



Animale. La nota animale è connotata dai sentori caldi di componenti provenienti dal mondo animale, come l’ambra grigia, il musk o lo zibetto.

Anosmia. Mancanza o diminuzione della sensibilità olfattiva.

Aromatico. È il profumo caratterizzato da note provenienti da erbe ed aromi come timo, rosmarino e lavanda.

Arrotondare. Significa armonizzare le diverse fragranze, anche discordanti, all’interno del profumo.

Artemisia. Pianta erbacea dall’odore simile a una miscela di rosmarino e basilico.

Assoluta. È una sostanza fragrante estratta da varie parti di piante. Per ottenerla di purifica la “concreta” ovvero il cuore della sostanza con alcol portato a 50 gradi e poi raffreddato a -3 gradi. Il tutto viene filtrato con distillazione a vuoto.

Balsamico. È un odore caldo e dolce che si ottiene dalla linfa e dalle resine degli alberi presente in particolare nei profumi orientali.

Balsamo. È una secrezione viscosa prodotta da alcuni tipi di piante che non richiede un procedimento estrattivo prima di essere utilizzato in profumeria.

Bergamotto. L’essenza si ricava dalla scorza del frutto omonimo tipico del Sud Italia e dona ai profumi una nota di limone molto fresca.

Benzoino. Questa nota aromatica si ricava dalla resina dello storace benzoino pianta tipica della Tailandia.

Biancospino. Fiore da cui si ricava una essenza speziata e pepata.

Boisé. Le note più famose di questa tipologia sono quelle che spesso sono definite di fondo, legno di cedro, patchouli, vetiver e sandalo, che svolgono anche la funzione di fissatori.

Bouquet. Insieme di note floreali che spesso caratterizza il cuore di un profumo e rende la composizione più armonica.

Cannella. L’odore zuccherino di questa spezia asiatica si ricava dalla corteccia della pianta.

Castoréo. è un odore caldo e persistente usato come fissatore che si ricava da una ghiandola del castoro seccata e ridotta in polvere.
Cedro. Essenza classica e delicata che si ricava dalla corteccia dell’albero omonimo.

Chiodo di garofano – Coriandolo. Odore dolce e speziato che si ricava dai frutti maturi ed essiccatti.

Chypre. È una famiglia di profumi caratterizzati dalla combinazione di elementi quali muschio di quercia, labdano e patchouli. Il nome deriva da “Chypre” di Coty del 1917.

Composizione. È l’insieme degli elementi e delle essenze che mescolate armonicamente insieme costituiscono il profumo.

Corpo o cuore. E’ la seconda fase di sviluppo di un profumo che emerge quando la prima, l’acordo di testa, comincia a sfumare. Rappresenta mediamente il 20-30 % di una fragranza.

Cuoio. Di origine naturale o sintetica, è una delle note più antiche in profumeria. Di odore dolce (styrax) o affumicato (betulla), è spesso associata alle note cipriate.

Distillazione. Processo per la produzione degli oli essenziali. Il vapore scorre attraverso la sostanza trascinando con sè gli oli, che sono poi separati dall’acqua di distillazione tramite raffreddamento.

Dolce. È una connotazione data soprattutto dalla presenza della vaniglia ed è tipica delle fragranze orientali o chypre.

Eau de toilette. L’eau de toilette è una soluzione profumata in una base di alcol e acqua contenente una percentuale di essenza di profumo compresa tra il 4% e il 10%. Meno concentrata rispetto all’acqua di profumo, viene spesso creata come versione più leggera del profumo. Persiste circa tre ore.

Eau de parfum. L’eau de parfum è una soluzione profumata alcolica contenente una percentuale di essenza di profumo compresa tra l’8% e il 20%. Persiste circa sei ore.

Enfleurage. Processo di estrazione impiegato nel caso in cui non è possibile la distillazione. Le sostanze sono disposte su ripiani di vetro e ricoperti di grasso animale a cui cedono l’aroma. La sostanza profumata viene poi separata per estrazione dal materiale grasso. Il procedimento era praticato soprattutto nel XVIII Secolo.

Erbaceo. È una connotazione che richiama l’odore di erbe data per lo più da fieno, lavanda e rosmarino.

Esperideo. È il profumo caratterizzato da note fresche e leggere conferite da olii ricavati dalla scorza degli agrumi.

Essenza. È un composto di sostanze naturali o chimiche impiegato nella creazione dei profumi. È spesso usato come sinonimo di olio essenziale.

Estrazione. Processo in cui vengono impiegati solventi per ottenere gli olii essenziali.

Extrait (Parfum). Soluzione profumata in alcol ad alta gradazione molto persistente contenente una percentuale di essenza di profumo compresa tra il 15% e il 50%. Il profumo, a differenza dell’acqua di Colonia, dell’eau de toilette e dell’eau de parfum, è la forma più concentrata di fragranza. È la versione più persistente, nonché la più costosa.

Fava Tonka. È un’essenza che si ricava dai semi della pianta proveniente da Sud America e Africa. Aggiunge ai profumi la nota tabacco.

Fissatore. È un composto che può avere tre funzioni. La prima è quella di abbassare il tasso di evaporazione delle sostanze più volatili di una composizione di essenze. La seconda è quella di dare una nota particolare al profumo. La terza di esaltare gli altri componenti.

Fiori d’arancio. L’essenza data da questi fiori si chiama neroli.

Fiorito. E’ un profumo con nota dominante data da un solo fiore (monofloreale) o da un bouquet di fiori. Oggi più della metà dei profumi sono caratterizzati dall’aggettivo “fiorito”.

Fiorito Fruttato. Definisce i profumi fioriti che hanno un notevole elemento fruttato, specialmente nelle note di testa.

Fondo. È la terza fase dei profumi data dalle sostanze più persistenti come i legni e le sostanze animali. Rappresenta il 40-55 % di una fragranza.

Fougere. Combinazione di note di lavanda su fondo di muschio di quercia.

Fruttato. Caratterizzazione data dalla presenza di ananas, fragola, ribes, pesca, albicocca.

Gaggia. Odore dolce caratteristico del legno che si ricava dai petali in boccio.

Galbano. È un odore muschiato usato come fissatore ricavato dalla resina di una pianta ombrellifera originaria di Iran e Irak.

Gardenia. Fiore di un arbusto esotico.

Garofano. Ingrediente che si ricava dal fiore omonimo che dà al profumo una connotazione verde e speziata.

Gelsomino. Si ricava dal fiore omonimo ed è un odore fiorito e caldo.

Geranio. Olio dall’odore forte e speziato ricavato dalle foglie e dagli steli della pianta omonima.

Incenso. Componente usato come fissatore che si ricava dalla corteccia dell’albero e dall’odore intenso.

Iris. Odore impiegato anche come fissatore delicato e boisé ricavato dal rizoma del fiore di origine italiana essiccato al sole per tre anni. È uno dei componenti più costosi e pregiati per creare i profumi.

Laudano. Odore impiegato anche come fissatore caldo e balsamico derivato dalla gomma ricavata dai rami dell’arbusto.

Lavanda. L’odore fresco e aromatico si ricava dall’estremità degli steli fioriti, appena tagliati del fiore tipico della Francia del Sud.

Legno. Il cedro di Virginia, il legno di Gaïac, l’essenza di pino, il patchouli, il santal e il vetiver fanno parte di questa grande famiglia olfattiva.

Limone. Odore fresco e tonificante derivato dalla scorza del frutto.

Mandarino. Odore nato dall’agrume proveniente principalmente dall’Italia.

Maggiorana. L’erba dà al profumo un odore aromatico.

Menta. Pianta erbacea che cresce nei luoghi umidi.

Mentolo. È tratto dall’olio essenziale della menta e ha un effetto tonificante e rinfrescante.

Mimosa. L’essenza di mimosa si ricava dai fiori in boccio e ha un sentore leggero e un po’ cipriato.

Mirra. Ingrediente dolce e balsamico usato come fissatore che si ricava dalla resina dell’albero omonimo tipico dell’Arabia Saudita, Etiopia.

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Mosco ( muschio animale/musck). Impiegato sotto forma di tintura, il prodotto naturale proveniente da ghiandole di mammiferi oggi viene sostituito da prodotti di sintesi. E’ indispensabile in profumeria in quanto apporta importanti elementi di diffusione e di tenacità.

Mughetto. Si ricava dai fiori e dà una nota zuccherina. Il metodo d’estrazione è molto costoso ed è sostituito dal prodotto chimico dall’odore più intenso.

Muschiato. È l’odore molto profondo dato da muschi e licheni, il più noto dei quali è quello di quercia.

Muschi d’albero (muschio di quercia). Componenti che rievocano l’odore delle foreste e del sottobosco e che si ricavano dai vari tipi di muschi e licheni, tra cui il più diffuso è il muschio di quercia. Costituiscono la nota dominante dei profumi chypré e si sviluppano nelle note di fondo.

Neroli. È l’olio essenziale ricavato dai fiori dell’arancio. Ha l’odore dolce ma fresco.

Noce Moscata. Odore aromatico che si ricava dal seme del frutto proveniente dalle regioni tropicali.

Nota. Le note sono i singoli elementi che compongono un profumo.

Oli essenziali. Sono oli estratti con spremitura a freddo o distillazione a vapore da varie parti delle piante: radici, steli, petali, foglie ecc.

Opoponaco (opoponax). Usato come fissatore, si ricava dalla resina della pianta tipica della Somalia e ha un odore balsamico e dolce.

Orientale. Sono considerati orientali i profumi caratterizzati da note dolci e speziate con un fondo ambrato, che evocano gli odori soavi tipici dell’Oriente.

Parfum Millesimè. È il profumo interamente formato dalle essenze naturali più rare e preziose, ottenute nelle migliori annate.

Patchouli. Ottimo fissatore che si ricava dalle foglie essiccate delle piccole piante del SudEst Asiatico. Odore molto ricco e caldo, aromatico, boisé e balsamico. Dà profondità al profumo ed è un ottimo fissatore.

Rosa. Olio essenziale caldo e di grande persistenza tratto dai petali dei fiori. In profumeria vengono usati diversi tipi di fiore, i più famosi dei quali sono la Rosa di Bulgaria e la rosa di maggio.

Rosmarino. Olio ricavato dalle foglie dell’arbusto dall’odore molto aromatico, un po’ pepato.

Vanilla-flor



Sandalo. Proviene dalla polverizzazione della parte interna di un albero di almeno trent’anni. Odore delicato,
zuccherino e balsamico. Dà calore e corpo al profumo ed è usato anche come fissatore.

Secco. E’ il contrario di dolce. Questo effetto scaturisce dai legni, i muschi e le erbe, ingredienti tipici della profumeria maschile.

Sfumatura. Sostanza odorosa che non costituisce la principale nota di un profumo, ma viene usata come supporto e arrotondamento.

Speziato. Si dice di un profumo che contiene note speziate come cannella, chiodi di garofano, pepe, noce moscata e cardamomo.

Tabacco. La famiglia tabacco è caratterizzata da note legnose e mielate. Tali note conferiscono ai profumi un effetto ricco e vellutato.

Testa. E’ l’impressione iniziale di un profumo. Rappresenta mediamente il 20-25 % della fragranza.

Timo. Erba dall’odore molto aromatico.

Tuberosa. Si ricava dal fiore ed è un odore forte e voluttuoso.

Vaniglia. L’essenza molto dolce è usata come fissatore si ricava dal baccello di vaniglia o viene prodotta per sintesi.

Verde. E’ il termine generico per gli odori erbacei largamente usati nelle note di testa.

Vetiver. Olio ricavato dalle radici della pianta omonima che si usa anche come fissatore e dai sentori dolci e boisé.

Violetta. Essenza che si ricava dalle foglie della pianta e ha un odore delicato e fresco.

Volatilità. La volatilità delle sostanze determina l’impressione olfattiva di un profumo. Ogni sostanza ha la sua volatilità e questo regola i cambi di carattere del profumo nel corso dell’evaporazione delle fragranze. Le parti più volatili sono in genere le note di testa. L’opposto della volatilità è la persistenza.

Ylang-Ylang. Odore intenso e molto dolce che si ricava dai fiori yalng-ylang

Zibetto. Secrezione dello zibetto, piccolo mammifero africano. Odore molto caldo e persistente usato come fissatore, oggi sostituito da prodotti di sintesi.



Edited by Milea - 24/12/2022, 21:20
 
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