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Giovanni Antonio Canal, detto Canaletto Il ponte di Rialto da nord, 1725 - 1726 olio su tela, 91,5x134,5 cm Torino, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli al Lingotto
Nel 1725 il pittore Alessandro Marchesini scriveva al mercante lucchese Stefano Conti che “il Sig.r Ant. Canale, che fa in questo paese stordire universalmente ognuno che vede le sue opere, che consiste sul ordine del Carlevarijs, ma si vede Lucer entro il Sole”. Fu così che Canaletto ottenne dal Conti la commissione di quattro vedute. La prima a essere realizzata è questa veduta del tratto del Canal Grande che i turisti di rango alto potevano ammirare da una finestra del piano nobile dell’albergo Leon Bianco, nell’antica Ca’ da Mosto. Navigando lungo le acque del Canale è possibile vedere scorrere, sulla riva sinistra, i noti palazzi che vi si affacciano: palazzo Civran ripreso di scorcio, subito accanto il fondaco dei Tedeschi colpito in pieno dalla luce, sulla cui facciata era ancora possibile vedere ciò che rimaneva della splendida decorazione di Giorgione, oggi completamente perduta.
Sulla sponda opposta divisi dal quadrate dell’Erberia, il palazzo dei Camerlenghi e le Fabbriche Nuove, sede delle magistrature preposte al commercio. Anche qui la luce è protagonista: illumina le acque profonde e verdastre del canale, scivola sulle facciate dei palazzi e si impadronisce dello spazio del campo dell’Erberia, lasciando in ombra gli edifici circostanti. E’ un dipinto particolarmente efficace dal punto di vista luministico, quasi fosse dipinto dal vero. In realtà, non è stato il dipinto a essere studiato “sul loco” come scrisse Marchesini, ma il disegno di Oxford, dove la definizione delle luci è di primaria importanza per il pittore, tanto da sottolineare con delle annotazioni scritte le zone più chiare. (M.@rt)
Edited by Milea - 13/8/2021, 16:43
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