La Cappella degli Scrovegni, Giotto, 1303 -1304

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La Cappella degli Scrovegni



La Cappella degli Scrovegni, capolavoro della pittura del Trecento italiano ed europeo, è considerato il ciclo più completo di affreschi realizzato dal grande maestro toscano nella sua maturità.


Giotto_cappella_scrovegniP



Intitolata a Santa Maria della Carità, la cappella fu fatta costruire ed affrescare tra il 1303 e i primi mesi del 1305 - a beneficio della sua famiglia e dell'intera popolazione padovana - da Enrico Scrovegni, ricchissimo banchiere padovano, che nel febbraio del 1300 aveva acquistato l'intera area dell'antica arena romana di Padova e vi eresse un sontuoso palazzo, di cui la Cappella era l'oratorio privato e il futuro mausoleo della famiglia.


scrovegni_PareteSinP





A Giotto venne affidato il compito di raffigurare una sequenza di storie tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento che culminavano nella morte e resurrezione del Figlio di Dio e nel Giudizio Universale, allo scopo di sollecitare chi entrava nella Cappella a rimeditare sul suo sacrificio per la salvezza dell'umanità.



Sulle pareti laterali, sopra uno zoccolo che mostra con figure allegoriche il volto dei sette Vizi e delle sette Virtù, e sotto la suggestiva volta stellata, si succedono 38 riquadri, disposti in tre fasce di affreschi, nei quali è rappresentata la storia della salvezza, a partire dalla storia di Gioacchino e Maria.


Scrovegni_parete_Nord





Scrovegni_parete_sud




Il racconto inizia con Gioacchino cacciato dal tempio e prosegue con andamento a spirale fino al riquadro del Giudizio Universale, in cui al centro compare ritratto lo Scrovegni mentre offre a Cristo in gloria la cappella. Sulla parete di fronte l'Annunciazione, e al centro ancora un Cristo in Gloria, dipinto però su tavola. Un tempo era appeso nel presbiterio anche un Crocifisso di Giotto, dipinto su tavola, che però ora si trova al Museo degli Eremitani.


scrovegni_ControfacciataP




Infine il soffitto, completamente dipinto di blu, presenta entro tondi le immagini di Cristo tra Evangelisti e Profeti. Nel Presbiterio un pittore giottesco, intorno al 1320, ha raffigurato la Dormizione e la Glorificazione di Maria. Le due Madonne del latte sono attribuite a Giusto de' Menabuoi.


Ceiling_Giotto





L'opera fu ultimata in tempi molto brevi tanto che nel 1305, dopo 2 soli anni di lavoro, la Cappella era tutta decorata e veniva consacrata per la seconda volta.
Il ciclo di Giotto agli Scrovegni costituisce il più alto capolavoro del pittore e della storia dell'arte occidentale, pari solamente alla Cappella Sistina di Michelangelo in Roma.
Con quest'opera Giotto inizia una nuova era nella storia della pittura, superando l'astrazione formale della corrente bizantina allora dominante, per proporre forme umane più naturali e realistiche e per questo fu definito anche il primo pittore moderno. La Cappella è visitabile solo su prenotazione. (049 20 100 20 - da lunedì a venerdì dalle 9 alle 19 sabato dalle 9 alle 18, escluso i festivi- Prenotazione on-line 24 ore su 24)





Edited by Milea - 29/8/2021, 09:12
 
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Gioacchino_cacciatoP

Giotto
Storie della Vergine
Gioacchino cacciato dal tempio, 1303 - 1304
affresco, 200x185 cm
Padova,Cappella degli Scrovegni



Le sei storie di Gioacchino e Anna occupano tutto il registro superiore della parete di destra della cappella. Gli episodi che trattano la vita dei genitori di Maria, iniziano con Gioacchino cacciato dal tempio e terminano con l’Incontro di Gioacchino e Anna presso la Porta Aurea.

L’iconografia è ispirata a vari testi apocrifi, in particolari al Protovangelo di Giacomo e con più probabilità alla versione latina dello Pseudo Matteo e al De Nativitate Mariae.
Testi confluiti, interamente o in parte, nella Legenda aurea di Jacopo da Varazze della metà del Duecento.
Giotto aveva come modelli per questi episodi, rotoli liturgici, manoscritti miniati, di origine bizantina, trasmessi e rielaborati in Occidente, ma rinnova l’iconografia secondo la sensibilità religiosa degli ordini mendicanti.

Così nel primo episodio viene messo in evidenza il dramma umano e psicologico di Gioacchino, nel momento in cui viene cacciato dal tempio. Il vecchio Gioacchino, presentatosi al tempio per sacrificare un agnello, viene allontanato dal sacerdote, perché il suo matrimonio con Anna non ha dato prole al popolo di Israele (Pseudo Matteo 2,1).


Gioacchino_cacciatoD



L’episodio, considerato dalla maggior parte della critica il primo eseguito, risente della cultura classica di Giotto. Il tempio, infatti, riproduce l’interno del sacrario di un’antica basilica paleocristiana, visto certamente dal pittore a Roma e aggiornato secondo la moderna architettura di Arnolfo di Cambio. Luciano Bellosi (1982) ha sottolineato le differenze con il ciclo di san Francesco ad Assisi in “una stesura più densa e morbida” in cui “ogni asperità è smussata, i gesti mantengono un equilibrio inimitabile tra la gravitas e certe statue antiche e il garbo del gotico francese.
Il tono della narrazione è solenne e alto, ma disteso e sereno”. Bruno Zanardi (2003) nota affinità tecniche nell’uso del colore tra il ciclo padovano e quello della Basilica inferiore di Asssi e differenze di entrambi con le Storie di san Francesco nella Basilica superiore. (M.@rt)






Edited by Milea - 29/8/2021, 09:19
 
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Gioacchino_PastoriP

Giotto
Storie della Vergine
Gioacchino fra i pastori, 1303 - 1304
affresco, 200x185 cm
Padova, Cappella degli Scrovegni




Dopo la cacciata dal tempio Gioacchino si ritira in montagna presso i pastori del proprio gregge per fare penitenza, e non manda notizie di sé per cinque mesi alla consorte Anna che, secondo il racconto dello pseudo Matteo, pregava e piangeva, dicendo: “Signore, Dio d’Israele, tu non mi hai dato prole e ora vuoi togliermi Gioacchino? (PM 2,1). La mortificazione di Gioacchino è espressa dalla testa chinata e l’atteggiamento raccolto, in contrasto con la vivacità del cagnolino.

Le figure sono trattate con un forte senso del volume, lasciando tuttavia grande spazio alla natura, che, con alberi, rocce e cielo, acquista un ruolo importante nella scena, come in certi episodi del ciclo assisiate, La predica agli uccelli per esempio. Ma il risultato è diverso, più pittorico ad Assisi, più scultoreo, quasi metallico nei timbri di luce a Padova, dove emergono figure minori come i pastori e gli animali, realizzati con un robusto disegno e notevole espressività.


Gioacchino_PastoriD



Fortemente dilatato, popolato da rocce scabre e geometriche, di colore quasi argenteo, il paesaggio è in stretta relazione visiva con le figure, con cui sembra compenetrarsi. Così dietro a Gioacchino e i pastori, si innalza una montagna di pietra, che segue il profilo delle loro teste, per sottolinearne il profilo aguzzo. Nuova monumentalità acquistano i personaggi, protagonisti di un mondo severo e intenso, carico di affetti e di drammi, vissuti interiormente, con profondo equilibrio.
Non mancano in questa, come in altre scene, forti legami con la tradizione classica, desunti dalla scultura di Nicola Pisano e seguaci e dalla plastica decorativa delle cattedrali gotiche di Francia, fatto che ha permesso all’artista il distacco della tradizione bizantina, come già riconoscevano i contemporanei. E’ stato notato, per esempio, che il Gioacchino fra i pastori potrebbe derivare da un cratere neo-attico del Camposanto di Pisa raffigurante Dioniso ebbro portato da un satiro, già utilizzato da Nicola Pisano per la Presentazione al tempio nel pulpito di Siena. (M.@rt)





Edited by Milea - 29/8/2021, 09:23
 
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Annuncio_AnnaP

Giotto
Storie della Vergine
L'annuncio ad Anna, 1303 - 1304
affresco, 200x185 cm
Padova,Cappella degli Scrovegni



Mentre pregava nella sua stanza, Anna riceve da un angelo l’annuncio delle sua prossima maternità. Sulla sinistra, in un vano attiguo, una domestica è intenta a filare. E’ una delle più poetiche scene del ciclo. Giotto segue probabilmente la versione dello Pseudo Matteo, secondo cui un angelo compare improvvisamente ad Anna in preghiera, dicendole: “Non temere Anna. Dio ha stabilito di esaudire la tua preghiera. Chi nascerà da te, sarà di ammirazione per tutti i secoli” (PM 2,3-4), e la interpreta come una classica Annunciazione.
Il clima tuttavia non è sacro, ma decisamente terreno, trasferito in un interno di stampo borghese, tra umili oggetti e persone semplici. L’episodio si svolge dentro una costruzione classicheggiante memore della romanità nel tipo di architettura e nel timpano, che, nei due putti alati ch sorreggono il busto del profeta Isaia, rievoca motivi dei sarcofagi classici.


Annuncio_AnnaD



Molte sono le note di costume trecentesco e l’attenzione all’arredo e agli oggetti di uso quotidiano, come la tenda, il letto ben rifatto, il baule. Ed è proprio questa attenzione alla umanità dei personaggi e alla vita di ogni giorno che fa di Giotto un grande rivoluzionario, il primo ad usare il “latino”, o meglio il “volgare” in pittura, dopo secoli di “greco” e di arte bizantina.
Gli oggetti sono trattati con la minuzia di un fiammingo, basta guardare spole e rocchetti, soffitto a cassettoni e quella stupenda coperta a righe, la panca, la cassapanca e la scala di legno che porta alla piccola loggia superiore. Suggerimenti a Giotto sono certo arrivati anche dal teatro e dalle sacre rappresentazioni del tempo, come racconta quell’angelo che appare ad Anna da una finestra, molto simile a una quinta teatrale. (M.@rt)





Edited by Milea - 29/8/2021, 09:27
 
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Sogno_GioacchinoP

Giotto
Storie della Vergine
Il sogno di Gioacchino, 1303 - 1304
affresco, 200x185 cm
Padova, Cappella degli Scrovegni



Gioacchino dorme davanti alla capanna del gregge; un angelo gli appare in sogno e gli annuncia la prossima nascita di Maria. “Io sono il tuo angelo custode; non aver paura. Ritorna da Anna, tua consorte, perché le vostre opere di misericordia sono state narrate a Dio e siete stati esauditi nelle vostre preghiere” (PM 3,4).


Sogno_GioacchinoD



L’angelo in volo tiene in mano uno scettro, sormontato da un trifoglio, simbolo della Trinità. I pastori e il gregge assistono alla prodigiosa visione, che ha il centro emotivo nella figura di Gioacchino, immerso nel sonno, accovacciato e chiuso in se stesso in modo da formare una figura triangolare, solida come quelle del pulpito del Duomo di Siena.
Gli altri protagonisti, spostati al limite del lato sinistro, lasciano un grande, suggestivo vuoto, al centro popolato da rocce, animali, disegnati con nitidezza e precisione, come in una pagina miniata.


Sogno_GioacchinoDD


La scena, di grande impatto per l’atmosfera silenziosa che accompagna il sonno di Gioacchino, è preceduta da un’altra, Il sacrificio di Gioacchino, in cui l’angelo avverte una prima volta l’uomo della prossima maternità di Anna. Sarebbe nata dunque una figliola, destinata a tenere nel suo grembo lo Spirito Santo. Gioacchino, invitato dall’angelo a tornare a casa “dalla consorte”, come racconta lo Pseudo Matteo, offre un capretto in olocausto a Dio.


Sacrificio_Gioacchino


Ma tormentato dai dubbi, cade nel sonno profondo rappresentato appunto in questa scena, che termina col sogno rivelatore raccontato ai pastori e la decisione di riprendere la via di casa. La figura di Gioacchino è una delle più drammatiche e intense di Giotto, che riesce a rappresentarne l’angoscia, immergendo la figura in ambienti rarefatti e rocciosi, fortemente illuminati dalla luce, che sottolinea gli stati d’animo attraverso i contrasti cromatici. (M.@rt)






Edited by Milea - 29/8/2021, 09:32
 
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Ritorno_GioacchinoP

Giotto
Storie della Vergine
L'incontro di Gioacchino e Anna, 1303 - 1304
affresco, 200x185 cm
Padova,Cappella degli Scrovegni



Secondo il racconto dello Pseudo Matteo (PM 3,5), Gioacchino e i suoi pastori camminano per trenta giorni, alla volta di Gerusalemme. Intanto Anna è avvertita da un angelo del ritorno di Gioacchino: “Va alla porta “aurea”, va incontro a Gioacchino, perché oggi ritornerà da te”. Si dirige allora con le sue amiche al luogo indicato e aspetta a lungo, fino a che, alzando gli occhi, vede il suo consorte con il suo gregge. Gli corre incontro, gli getta le braccia al collo e, ringraziando il Signore, dice: “Ero vedova, ora non lo sono più”.
L’incontro alla Porta Aurea di Gerusalemme è interpretato da Giotto in modo estremamente sintetico: un abbraccio e un bacio tra i due, alla presenza di un pastore, munito di cestello, e delle donne al seguito di Anna, ritratte forse da modelli reali, come suggeriscono le complicate acconciature e le differenze sociali testimoniate dagli abiti più o meno ricchi.

Ritorno_GioacchinoD


Tutto è molto naturale, compreso quel bacio, che nella simbologia classica, mantenuta in epoca medioevale, alludeva alla procreazione. L’arcone di ingresso alla città, forse ispirato all’arco romano di Rimini, costituirebbe un’indiretta testimonianza dell’attività di Giotto in quella città prima del 1304. Anche in questa scena la luce ha un ruolo fondamentale, sottolineando protagonisti, architetture, vestiti, tutti giocati su chiare tinte pastello, a eccezione del mantello nero della donna con il volto parzialmente coperto che, oltre a essere un colore insolito nella gamma di Giotto, alluderebbe secondo alcuni, alla passata vedovanza di Anna. (M.@rt)





Edited by Milea - 29/8/2021, 09:34
 
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Nascita_MariaP

Giotto
Storie della Vergine
La nascita di Maria, 1303 - 1304
affresco, 200x185 cm
Padova, Cappella degli Scrovegni



Le sei storie, che riguardano l’infanzia e lo sposalizio di Maria, si svolgono sulla parete opposta a quella delle storie di Gioacchino e Anna. L’insieme costituisce il più esteso ciclo mariano sino ad allora affrescato in Italia. Del resto la cappella degli Scrovegni era dedicata alla Vergine della Carità, il luogo scelto dal committente era legato alla Confraternita dei Frati Gaudenti, che combatteva l’usura e aveva una particolare devozione alla Madonna.
Anche in questa serie di episodi l’iconografia si ispira alla Legenda aurea di Jacopo da Varazze e si sviluppa con sottili rispondenze concettuali a quelle della parete opposta. Giuseppe e Gioacchino sono presentati come exempla virtutis legati alla castità, virtù celebrata dai Frati Gaudenti, anche per uomini sposati come Enrico. L’episodio della Nascita di Maria è raffigurato all’interno della stessa architettura dell’Annuncio ad Anna per mantenere l’unità del luogo.


Nascita_MariaD



Nel piccolo vano a sinistra, una donna porge a un’altra dei panni. Nella stanza più grande sant’Anna, distesa nel suo letto con la coperta a righe già vista nell’annuncio, tende le braccia verso la neonata. In primo piano le ancelle lavano la piccola Maria.
Due belle donne accanto al letto si danno da fare, una con la neonata avvolta in fasce, l’altra con tazze di cibo per sant’Anna. Le figure hanno un carattere scultoreo che ricorda quelle die dipinti di Giovanni Pisano. In questa scena Giotto ha ripreso uno spaccato di vita domestica trecentesca e lo ha trasformato in tema sacro.
Per sottolineare la profondità della stanza ha disegnato prospetticamente il rettangolo formato dai bastoni che sorreggono le tende, anticipando soluzioni rinascimentali.
E’ stato ipotizzato che nella nobile dama, dal vestito azzurro con bordure dorate, si celasse la consorte di Enrico Scrovegni. (M.@rt)






Edited by Milea - 29/8/2021, 09:37
 
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Presentazione_MariaP

Giotto
Storie della Vergine
La presentazione di Maria al Tempio, 1303 - 1304
affresco, 200x185 cm
Padova,Cappella degli Scrovegni



Giunta al quinto anno di età, Maria, accompagnata dai genitori secondo la consuetudine ebraica, è accolta da la sacerdote. Il tempio è molto simile a quello da cui Gioacchino viene allontanato nell’omonima scena, ma presentato in una diversa prospettiva. I marmi variegati e le esili colonnine riprendono l’architettura classica attraverso Arnolfo di Cambio. I personaggi, scelti con estrema cura, sono il sacerdote che accoglie Maria tra le fanciulle che già si trovano al tempio, altri due sacerdoti in basso, un giovane che porta una cesta, Gioacchino, Anna avvolta in una mantello rosso e la piccola Maria.


Presentazione_MariaD



La scena si svolge, come quasi tutte le altre del ciclo, intorno a un fulcro principale, architettonico o paesistico, e non si avvale di un doppio schema simmetrico, come ad Assisi. Le composizioni padovane appaiono semplificate, ma di grande efficacia, nel calibrato spazio reale e spazio illusorio, nella gestualità lenta e calcolata, ma fortemente incisiva, nei timbri di colori chiari, intrisi di luce. (M.@rt)





Edited by Milea - 29/8/2021, 09:38
 
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Nozze_MariaP

Giotto
Storie della Vergine
Le nozze di Maria e Giuseppe, 1303 - 1304
affresco, 200x185 cm
Padova, Cappella degli Scrovegni



E’ fiorita la verga portata dal vecchio Giuseppe, e su di essa appare una colomba. Il sacerdote celebra il matrimonio dinanzi agli altri pretendenti e ad alcune donne. “Giuseppe disse: “Accetto il divino beneplacito. Sarò il custode di Maria, finchè si potrà conoscere la volontà di Dio. Frattanto le siano date alcune amiche con le quali abiti”. Il sommo sacerdote Abiatar rispose: “Sarà fatto come tu hai detto, finchè venga il giorno, nel quale tu riceva a casa tua; a nessun altro infatti potrà essere data in sposa” (PM 8,4). Maria viene data dunque in consegna a Giuseppe, secondo la volontà divina. La cerimonia si svolge in un tempio raffigurato identico a quelli di episodi precedenti. Il gruppo di giovani a sinistra crea continuità con la scena della Preghiera di Giuseppe e dei giovani al tempio.


Nozze_MariaD


L’esile figura di Maria evoca Madonne gotiche, mentre quella mano appoggiata sul ventre sembra alludere alla maternità, nel momento in cui Giuseppe sta per infilarle l’anello al dito. Il fulcro centrale della pittura è formato da Giuseppe, Maria e il sacerdote, mentre i personaggi che fanno corona creano, con l’architettura, gli spazi come quinte umane di un grande teatro sacro. Si è supposto che le tre donne astanti, di cui una sembra incinta come pare indicare con la mano sul ventre che ripete il gesto di Maria, possano essere ritratti di nobildonne dell’entourage degli Scrovegni.
I sobri, ma eleganti vestiti, certamente di moda nell’ambiente aristocratico padovano, nascondono nei loro colori precisi. Metalliche come sculture le pieghe di manti sfavillano di luce fluorescente, ricca di sfumature. Vivace la gestualità dei personaggi, concentrata nei giochi delle mani sottili e forte l’espressività dei volti, che indicano una gamma variegata di sentimenti ed emozioni. (M.@rt)





Edited by Milea - 29/8/2021, 09:41
 
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AnnunciazioneP

Giotto
L’Annunciazione, 1303 - 1304
affresco, 200x185 cm
Padova, Cappella degli Scrovegni



La scena, che si configura come una vera e propria cerniera dal punto di vista visivo e concettuale con le storie di Cristo, occupa la lunetta dell’arcone trionfale. In alto L’eterno in trono, dipinto su una tavola inserita nel muro, attorniato da schiere angeliche, ordina all’arcangelo Gabriele, posto alla sua destra, di dare l’annuncio a Maria della Prossima maternità. “L’Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città delle Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La Vergine si chiamava Maria”, recita il Vangelo di Luca (I,26-27).


Annunciazione_Angelo


Annunciazione_Maria



L’angelo annunciante e l’annunciata sono dipinti ai lati estremi dell’arcone, inginocchiati uno di fronte all’altra, entro vani architettonici simili, articolati con loggette, piccole finestre e soffitti a cassettoni, che raffigurano la stanza, semplice e sobria, in cui si svolge l’avvenimento.
Il particolare risalto che Giotto dà a questa scena nasce dalla devozione al culto dell’Annunziata cui era dedicato un antico oratorio, che sorgeva nell’area acquistata da Enrico Scrovegni per costruire la cappella, di fronte a cui il 25 marzo di ogni anno si svolgeva una processione e una sacra rappresentazione in onore della Madonna. (M.@rt)





Edited by Milea - 29/8/2021, 09:43
 
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NativitaP

Giotto
Storie di Cristo
La nascita di Gesù e l'annuncio ai pastori, 1303 - 1304
affresco, 200x185 cm
Padova,Cappella degli Scrovegni



Le scene che hanno come protagonista Cristo si dividono in due sequenze, che narrano le vicende della vita e della passione. Sono disposte lungo due registri paralleli lungo le pareti e sovrapposte in modo da creare rispondenze. La prima serie è composta da dodici storie che cominciano con la Visitazione e si concludono con Cristo scaccia i mercanti dal Tempio. Le fonti iconografiche sono i Vangeli, arricchiti di particolari tratti dal Protovangelo di Giacomo e dalla Legenda aurea di Jacopo da Varazze.
Molta importanza assumono nella composizione delle scene le architetture e l’uso esperto della prospettiva. In questa l’avvenimento che rievoca il famoso racconto della nascita di Gesù (“Maria pose il fanciullo nella mangiatoia e il bue e l’asinello lo adorarono”, Pseudo Matteo, 13-14) è proiettato in primo piano, dentro una capanna, ben inserita nello spazio.


NativitaD



Tra le più originali per il taglio, che rinnova l’antica iconografia di origine bizantina, con l’asino che spunta a sinistra, le pecore e Giuseppe accovacciati, i pastori che dialogano con l’angelo, l’immagine diventa un modello per i seguaci di Giotto.
Intensi sono i ricordi di Giovanni Pisano, delle sue dinamiche e solide figure, evidenti in modo particolare nella sagoma della Madonna tesa verso il Bambino. Si tratta di un brano di alta poesia, che interpreta con umanità e tensione affettiva il racconto sacro. Bella è l’espressione incantata e sognante di Giuseppe, vivacissimi gli angeli che ruotano e volano nel cielo. Chiaro e luminoso, studiato in rapporto all’architettura della cappella, è il colore, con sottili passaggi e accostamenti di tonalità, da vero mago. (M.@rt)






Edited by Milea - 29/8/2021, 09:46
 
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AdorazioneP

Giotto
Storie di Cristo
L'Adorazione dei Magi, 1303 - 1304
affresco, 200x185 cm
Padova, Cappella degli Scrovegni



Il Bambin Gesù aveva dodici giorni quando si mostrò al mondo pagano, cioè ai Magi, che arrivarono con molta gente sino alla grotta di Betlemme. La Madonna, sentito tutto quel rumore di folla, prese in braccio il Bambino e lo mostrò ai Magi, che si inginocchiarono e lo adorarono con devozione.
Cominciano più o meno così le Meditazioni sulla vita di Cristo, una specie di biografia mistica, scritta da un anonimo frate francescano della fine del Duecento, che ripercorre nascita, passione e morte di Cristo. Che Giotto l’abbia avuto tra le mani o no, poco importa, certo è che molte pagine nascono con lo stesso spirito delle pitture di Giotto, con cui ci sono innegabili analogie.
Il pittore segue , in questa scena, il racconto tradizionale dei Re Magi che arrivano dall’Oriente, guidati da una stella. Ma se si osservano con attenzione i visi, volti e atteggiamenti, emergerà un sottile dialogo tra i presenti, che l’anonimo racconta nei dettagli: “[I Magi] se ne stanno dunque in ginocchio davanti al Bambino e conversano con la Madonna, forse attraverso interpreti, forse direttamente se si pensa che erano colti e che conoscevano l’ebraico.


AdorazioneD



Le chiedono informazioni sul Bambino. La madre risponde ed essi credono a ogni sua parola. I Magi ricevono piena soddisfazione, aprono gli scrigni e offrono i loro doni. Alla fine, con reverente devozione, baciano i piedi al Bambino.
Giotto dà vita alla scena, le imprime movimento e carattere, aggiungendo particolari preziosi e pittoreschi, che dovevano incuriosire, divertire e incantare lo spettatore: i due cammelli a sinistra, per esempio, la capanna formata da una struttura lignea “moderna”, i vestiti dai colori pastello profilati d’oro che, nell’angelo a destra, seguono la moda di primo Trecento con le maniche strette al polso e larghe al gomito. (M.@rt)





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Fuga_EgittoP

Giotto
Storie di Cristo
Fuga in Egitto, 1303 - 1304
affresco, 200x185 cm
Padova, Cappella degli Scrovegni




Un angelo appare a Giuseppe e gli dice di fuggire con Maria e il Bambino in Egitto per evitare la strage di Erode. “Giuseppe si mise in viaggio, come gli aveva detto l’angelo. Ora tre ragazzi percorrevano la strada con Giuseppe mentre una ragazza accompagnava Maria” (PseudoMatteo, 17 e 18). La scena, una delle più famose del ciclo padovano, tutta racchiusa entro la piramide formata dalla roccia del paesaggio, coglie del racconto, il momento centrale della fuga. “lo portano in Egitto passando per strade accidentate e deserte, senza contare la notevole distanza”, scrive l’anonimo duecentesco nelle sue Meditazioni sulla vita di Cristo.


Fuga_EgittoD


Giotto sceglie di dipingere le “lande accidentate e deserte”, grandi, aride montagne, popolate da qualche albero. Uno scenario allarmante, che crea angoscia ai due genitori costretti a peregrinare in terre lontane e sconosciute, per strade difficili, con un bambino di appena due mesi.
A confortare quella “madre molto giovane e delicata” e quel padre “molto avanti negli anni”, come scrive il frate francescano, sono i quattro giovani accompagnatori e quel bellissimo angelo, che aveva consigliato Giuseppe in sogno. La pittura, magistralmente costruita, quasi scolpita con blocchi di colore dai contorni taglienti, in un’atmosfera lunare e metafisica, è curata nei dettagli. Fini come miniature sono, per esempio, gli alberi descritti in ogni foglia, le decorazioni dell’abito del Bambino legato a Maria da una sciarpa, i calzari, e gli oggetti comuni, come la cesta di paglia di san Giuseppe e la borraccia del ragazzo, piccoli brani di natura morta. (M.@rt)





Edited by Milea - 29/8/2021, 09:50
 
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view post Posted on 3/8/2011, 15:08     +2   +1   -1
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Strage_InnocentiP

Giotto
Storie di Cristo
La strage degli Innocenti, 1303 - 1304
affresco, 200x185 cm
Padova, Cappella degli Scrovegni



“Il re Erode, vedendo che i Magi non erano tornati da lui, s’infiammò d’ira e spedì soldati su tutte le strade, con la speranza di catturali e ucciderli. Ma non avendo potuto catturarli, inviò soladti a Betlemme e fece uccidere tutti i fanciulli di età superiore ai due anni! (Pseudo Matteo 17-1).

La scena cruda e realistica, è una delle più drammatiche, anche se Pietro Toesca nel 1951 ne sottolinea l’artificiosità e qualche difetto nel movimento dei personaggi, tanto da supporre l’intervento di un collaboratore. Di aiuti del resto ce ne sono molti, in tutto il ciclo, condotto da diversi pittori del cantiere, su disegno di Giotto. L’evidente sproporzione dei corpi dei bambini rispetto agli adulti ha lo scopo di evidenziarli e di farne i protagonisti.
Sullo sfondo di due architetture gotiche, una delle quali, a forma ottagonale, ricorda il battistero fiorentino, si svolge l’episodio cruento.


Strage_InnocentiD



I due gruppi, da un lato le donne urlanti di dolore, con le guance rigate dalle lacrime (riemerse durante il recente restauro); dall’altro alcuni uomini presenti e sconvolti dall’orrore, sono raccordati dai due tetri carnefici, trattati a tinte livide e cupe. L’unità della scena è creata dall’intera parata di personaggi, che riunisce a sua volta due architetture, poste su piani diversi per evidenziare, con una leggera prospettiva, la loggia da cui domina Erode.

L’uso già dinamico dello spazio, che precede in qualche modo le esperienze quattrocentesche di Alberti e Brunelleschi, è percepibile nel mucchio dei corpi dei bambini che sembrano franare oltre la cornice del riquadro. E’ probabile che Giotto abbia assimilato la nuova spazialità pittorica dalle diverse maestranze attive alla fine del Duecento ad Assisi e che conoscesse libri come la Perspectiva communis, composto a Viterbo tra il 1277 e 1279 da Giovanni Pecham. Si tratta di una rappresentazione complessa, in cui la cultura medievale delle sacre rappresentazioni si intreccia con le prime novità prospettiche e con una nuova gestualità. (M.@rt)






Edited by Milea - 29/8/2021, 09:51
 
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view post Posted on 3/8/2011, 19:54     +2   +1   -1
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Nozze_CanaP

Giotto
Storie di Cristo
Le nozze di Cana, 1303 - 1304
affresco, 200x185 cm
Padova, Cappella degli Scrovegni



“Gesù disse ai suoi servi: Attingete e portate al maestro di mensa. Egli come ebbe assaggiato disse allo sposo: Tu hai conservato fino ad ora il vino buono” (Giovanni 2,7-11). Giotto tratta con vivacità il momento in cui il maestro di mensa assaggia il vino. In una elegante camera con le pareti a stoffe rigate e un ballatoio di legno traforato si sta svolgendo il pranzo. Il vino viene a mancare e Gesù compie il miracolo, trasformando l’acqua in vino. L’attenzione dello spettatore è subito catturata dal grasso maestro di mensa e dal gruppetto di servitori che stanno versando il liquido nelle vistose brocche. Uno spaccato boccaccesco, con un pingue oste, forse addirittura un ritratto, ripreso di sana pianta dalle taverne del tempo.

Nozze_CanaD


La Madonna, in posizione di spicco, sembra dettare le regole del gioco, mentre Gesù è seduto dalla parte opposta, mescolato tra gli ospiti. “Osserva il Signore Gesù che mangia in mezzo a tutti gli altri come un popolano qualunque; osservalo assiso in uno degli ultimi posti, non tra gli invitati importanti.
In realtà, a tavola rifiutava i primi posti, a differenza di coloro che si credono chi sa chi”, racconta l’anonimo duecentesco nelle sue Meditazioni sulla vita di Cristo, offrendo un parallelo scritto al dipinto.
La nuova dimensione spaziale che si nota in questa scena precorre quella degli affreschi in Santa Croce, mentre la saldezza dei volumi, sottolineati dai chiari colori pastello, raggiunge il suo apice nelle figure femminili in primo piano e nelle bellissime giare di stampo classico. Su immagini come questa si formerà tutta la tradizione italiana, da Piero della Francesca alla metafisica. Grande attenzione è rivolta agli oggetti, dalla candida tovaglia alle stoviglie, ai piccoli pani tondi, sino agli abiti eleganti e alla moda dei due sposi. (M.@rt)





Edited by Milea - 29/8/2021, 09:53
 
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