La Cappella degli Scrovegni, Giotto, 1303 -1304

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Milea
view post Posted on 3/8/2011, 15:08 by: Milea     +2   +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Strage_InnocentiP

Giotto
Storie di Cristo
La strage degli Innocenti, 1303 - 1304
affresco, 200x185 cm
Padova, Cappella degli Scrovegni



“Il re Erode, vedendo che i Magi non erano tornati da lui, s’infiammò d’ira e spedì soldati su tutte le strade, con la speranza di catturali e ucciderli. Ma non avendo potuto catturarli, inviò soladti a Betlemme e fece uccidere tutti i fanciulli di età superiore ai due anni! (Pseudo Matteo 17-1).

La scena cruda e realistica, è una delle più drammatiche, anche se Pietro Toesca nel 1951 ne sottolinea l’artificiosità e qualche difetto nel movimento dei personaggi, tanto da supporre l’intervento di un collaboratore. Di aiuti del resto ce ne sono molti, in tutto il ciclo, condotto da diversi pittori del cantiere, su disegno di Giotto. L’evidente sproporzione dei corpi dei bambini rispetto agli adulti ha lo scopo di evidenziarli e di farne i protagonisti.
Sullo sfondo di due architetture gotiche, una delle quali, a forma ottagonale, ricorda il battistero fiorentino, si svolge l’episodio cruento.


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I due gruppi, da un lato le donne urlanti di dolore, con le guance rigate dalle lacrime (riemerse durante il recente restauro); dall’altro alcuni uomini presenti e sconvolti dall’orrore, sono raccordati dai due tetri carnefici, trattati a tinte livide e cupe. L’unità della scena è creata dall’intera parata di personaggi, che riunisce a sua volta due architetture, poste su piani diversi per evidenziare, con una leggera prospettiva, la loggia da cui domina Erode.

L’uso già dinamico dello spazio, che precede in qualche modo le esperienze quattrocentesche di Alberti e Brunelleschi, è percepibile nel mucchio dei corpi dei bambini che sembrano franare oltre la cornice del riquadro. E’ probabile che Giotto abbia assimilato la nuova spazialità pittorica dalle diverse maestranze attive alla fine del Duecento ad Assisi e che conoscesse libri come la Perspectiva communis, composto a Viterbo tra il 1277 e 1279 da Giovanni Pecham. Si tratta di una rappresentazione complessa, in cui la cultura medievale delle sacre rappresentazioni si intreccia con le prime novità prospettiche e con una nuova gestualità. (M.@rt)






Edited by Milea - 29/8/2021, 09:51
 
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