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Giotto Storie di Cristo Fuga in Egitto, 1303 - 1304 affresco, 200x185 cm Padova, Cappella degli Scrovegni
Un angelo appare a Giuseppe e gli dice di fuggire con Maria e il Bambino in Egitto per evitare la strage di Erode. “Giuseppe si mise in viaggio, come gli aveva detto l’angelo. Ora tre ragazzi percorrevano la strada con Giuseppe mentre una ragazza accompagnava Maria” (PseudoMatteo, 17 e 18). La scena, una delle più famose del ciclo padovano, tutta racchiusa entro la piramide formata dalla roccia del paesaggio, coglie del racconto, il momento centrale della fuga. “lo portano in Egitto passando per strade accidentate e deserte, senza contare la notevole distanza”, scrive l’anonimo duecentesco nelle sue Meditazioni sulla vita di Cristo.
Giotto sceglie di dipingere le “lande accidentate e deserte”, grandi, aride montagne, popolate da qualche albero. Uno scenario allarmante, che crea angoscia ai due genitori costretti a peregrinare in terre lontane e sconosciute, per strade difficili, con un bambino di appena due mesi. A confortare quella “madre molto giovane e delicata” e quel padre “molto avanti negli anni”, come scrive il frate francescano, sono i quattro giovani accompagnatori e quel bellissimo angelo, che aveva consigliato Giuseppe in sogno. La pittura, magistralmente costruita, quasi scolpita con blocchi di colore dai contorni taglienti, in un’atmosfera lunare e metafisica, è curata nei dettagli. Fini come miniature sono, per esempio, gli alberi descritti in ogni foglia, le decorazioni dell’abito del Bambino legato a Maria da una sciarpa, i calzari, e gli oggetti comuni, come la cesta di paglia di san Giuseppe e la borraccia del ragazzo, piccoli brani di natura morta. (M.@rt)
Edited by Milea - 29/8/2021, 09:50
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