Nodo alla gola, Rope, 1948

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Lottovolante
view post Posted on 21/5/2011, 09:29 by: Lottovolante     +1   +1   -1
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L'orrore del delitto:

A quale ammiratore di Hitchcock, a quale cinefilo non sarebeb piaciuto assistere alle riprese di ''Nodo alla gola'', vero e proprio spettacolo esse stesse ?

La macchina da presa, gli attori, i macchinisti addetti a spostare le pareti del seto, dovevano muoversi con la precisione e la sincronia di una compagnia di ballo. E' naturale che la particolare modalità di ripresa sia l'aspetto del film che si cita più frequentemente quando si parla di ''Nodo alla gola''.

Come osserva Truffaut, un film del genere ''è la realizzazione di un sogno che ogni regista deve accarezzare in un certo periodo della sua vita, il sogno di poter legare le cose in modo da ottenere un solo movimento''.
E la continuità della ripresa, rimanda anche allo svolgersi ininterrotto della pellicola, al fluire senza sosta delle immagini, al ''farsi'' e all'''essere'' del cinema.

Ma sull'uso del paino sequenza in ''Nodo alla gola'' sono possibili anche altre interpretazioni: la macchina da presa ''lega'' come una corda ( il titolo originale del film è Rope, ''corda'' ), tutti i personaggi del dramma - compreso lo spettatore che proprio grazie lla macchina da presa ''entra'' nell'appartamento come un altro invitato -, avvolge i colpevoli fino a immobilizzarli, come essi avevano fatto con la loro vittima.

E il funambolico esercizio di abilità tecnica del regista, il suo ''camminare sulla corda'' corrisponde a quello tentato da Brandon nell'organizzare la sua atroce e assurda messa in scena; e se è crudele e terribile godere di un assassinio e desiderare addirittura un pubblico per questo, forse Hitch suggerisce che egli stesso si sente colpevole, come colpevole è Rupert: certo Hitchcock non uccide, ma non fa anch'egli del delitto uno spettacolo, che avvince e persino diverte ?



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E tuttavia rimane uno dei pochissimi registi capaci di avvertire e comunicare l'orrore del delitto che rappresentano.

In ''Nodo alla gola'' l'orrore è nell'urlo di David fuori campo, nel gesto di Brandon che sente il cuore cessare di battere ( com'è terribilmente facile uccidere ! ); è nel respiro affannoso degli assassini, nei loro lineamenti stravolti, nella vergogna di Philip all'accendersi della luce; è nei guanti indossati dai complici, nella cassapanca-sarcofago imbandita da questi epigoni di Atreo, nella corda impudicamente ostentata e riutilizzata da Brandon; è nell'assurda banalità della conversazione e dei gesti che hanno luogo mentre David è lì, morto; è nelle mani Impure di Philip, il pianista nel suo desiderio che sia stato tutto un incubo ( in quel momento, quanto lo vorrebbe anche lo spettatore ! ); è nelle risposte addolorate dell'anziano signor Kentley al discorso di Brandon, nella sua ansia e nella sua pena per il figlio; è, infine, nello sguardo pieno di orrore di Rupert alla scoperta del corpo di David e nelle parole che pronuncia con angoscia e rabbia: ''è scomparso un essere umano, che avrebbe potuto vivere e amare''. ( Mar L8v )



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