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| L'eccentrico universo di Bosch: il fiammingo politicamente scorretto
Tormenti, follia, incubi. L'immaginario fantastico ed enigmatico che caratterizza lo stile dell'artista
Sette peccati capitali
Tormenti, tentazioni, lussuria, follia, mostri, incubi, ceffi deformi e bestiali. In una parola, satira. Una visione lucida, caustica e senza appello dell'umanità condannata all'inferno per via del peccato, che si traduce in affollate composizioni infestate di bizzarrie e inquietanti figure.
Un immaginario fantastico, a tratti enigmatico, per dare sferzate di morale e per codificare la dottrina religiosa dell'epoca.
È questa la suggestione estetica del grande Hieronymus Bosch, al secolo Jeroen Anthoniszoon van Aken, il pittore delle "diavolerie", il fiammingo più intrigante e controverso della storia dell'arte, vissuto tra il 1450 e il 1516, che della pittura profana, ma sempre destinata ad una sfera privata di dotti e letterati committenti, ha fatto la sua fortuna.
(...) Figlio e nipote di pittori, si formò nella bottega di famiglia per svolgere la carriera interamente nella sua città natale (s'Hertogenbosch, da cui l'appellativo di Bosch), anche grazie al matrimonio con una donna del patriziato locale che lo avvicina alla confraternita di Notre-Dame dove l'elite politica si riuniva regolarmente.
Saranno le sue invenzioni mostruose a farlo conoscere un po' ovunque, intrigando tutti gli ambienti aristocratici dell'epoca. Il fascino della sua arte risiedeva tutto nelle soluzioni iconografiche dei suoi quadri, che traduceva in un'ardita scenografia sul linguaggio della miniatura dove la sua perizia grafica consentiva di mettere a fuoco ogni dettaglio e particolare degli innumerevoli episodi narrativi. I gesti, le azioni, le posizioni, le mimiche dei corpi, tutto è perfettamente congegnato con una armonia ritmica e con una forza strutturale, anche grazie alla stesura dei colori che danno peso scultoreo alle figure. (...) Fonte
Edited by Milea - 23/8/2021, 09:09
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