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Cattura di Cristo, 1602 - 1603
olio su tela 169,5x 33,5 cm
Dublino, National Gallery of Ireland
Uno straordinario recupero critico, diventata anche un caso letterario, ha restituito in tempi recenti questo capolavoro che pareva perduto, noto soltanto grazie a una copia conservata a Odessa ( fedele nella composizione, ma debole nell’esecuzione) e a varie derivazioni. Questa tela era esposta in un corridoio del collegio dell’ordine dei Gesuiti a Dublino, attribuita al pittore olandese Gerrit van Honthost ( soprannominato in Italia “ Gerardo delle notti” per l’ambientazione notturna di molte sue opere, evidentemente ispirate a Caravaggio).
In mediocri condizioni di conservazione, è stata sottoposta a un efficace restauro, che ha rimosso lo sporco e le ridipinture, rivelando lo splendore di un capolavoro di assoluta autografia e di perfetta integrità.
In parallelo, il ritrovamento di alcuni documenti ha permesso di collegare l’opera irlandese con la figura del cardinale Gerolamo Mattei, esponente di spicco dell’ordine francescano e fratello di Ciriaco, committente del quadro ( in questi anni Caravaggio ha dipinto diverse volte la figura di san Francesco in meditazione).
Secondo la dottrina dell’ubbidienza e dell’abbandono al volere di Dio, tipica dei francescani, Gesù è raffigurato in un atteggiamento docile e rassegnato, con le mani incrociate, mentre riceve il bacio del tradimento.
Fulcro dell’episodio è il bacio con cui Giuda permette alle guardie di riconoscere Cristo e di arrestarlo; la mano di Giuda trattiene la spalla di Gesù come per trattenerlo. Intorno si scatena una drammatica scena notturna, con personaggi che si muovono in direzioni diverse e gesticolano in modo concitato. A sinistra un apostolo fugge gridando e simbolicamente volta la schiena a Gesù, allontanandosi e lasciandolo solo.
Nel buio profondo della notte, gli scuri metalli delle corazze riverberano bagliori scintillanti di fiaccole e lanterne: è un effetto che tornerà spesso nelle opere tarde di Caravaggio.
Basandosi sulle copie, Roberto Longhi aveva individuato nel personaggio che entra in scena a destra, reggendo con la mano una lanterna, un autoritratto di Caravaggio sulla trentina.
Con la comparsa di alcune opere di intensa drammaticità, come, oltre a questa, Martirio di san Matteo e più tardi il Seppellimento di santa Lucia, Caravaggio intende ribadire allo spettatore l’indicazione verso una partecipazione attiva e personale, una piena attualizzazione delle vicende narrate in pittura. (M.@rt)
Edited by Milea - 10/8/2021, 21:08 |
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