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Andy Warhol
Marylin
1964
Vernice di polimeri sintetici
e inchiostro serigrafico su tela
101,6X101,6cm
The Andy Warhol Foundation - New York
Nei primi ritratti, risalenti sembra trascurare volutamente la qualità della stampa serigrafica, ora eccedendo nell'inchiostrazione, ora evitando di pulire il telaio di seta e ottenendo quindi delle immagini quasi cancellate, sfalsate rispetto alle aree di colore sottostanti ( il rosa del volto, il giallo dei capelli... ).
Ne risultano ritratti a volte molto diversi, spesso quasi mostruosi, in certi casi addirittura illeggibili.
Dal 1964 in poi, eviterà di intaccare la bellezza, ma l'ambiguità continuerà a segnare quelle labbra troppo rosse e quell'ombretto slavato.
"Il volto ha subito uno svuotamento, si è appiattito in un clichè: il glamour si è congelato in uno stereotipo. Occhi, guance, capelli, labbra, a forza di dare enfasi ai loro particolari pregi, sono caduti nel falso universale. Ciò che nella realtà occupa spazio, trasuda odore e sudore, nella foto è assottigliato, reciso dal resto del corpo", spiega Alberto Boatto, che giustamente fa derivare la mostruosità dell'immagine, la sua aura di morte, dalla sua orogine fotografica.
I media hanno ucciso Marylin, e i media ne uccidono la memoria , come uccidono la compassione per Jackie e l'orrore per i pestaggi e gli incidenti stradali, una volta che li hanno trasformati in notizie da prima pagina.
E' l'adorazione della fotografia come base di partenza della stampa serigrafica che fa entrare la morte nel lavoro di Warhol, che a un certo punto sembra rendersene conto, suo malgrado.
Marylin arriva nel momento in cui questo lavoro sullla morte diventa consapevole: "Il ritratto di Marylin faceva parte di una serie sulla morte cui stavo lavorando, relativa a gente morta in modi diversi. Non c'era nessuna ragione profonda per fare una serie sulla morte, niente vittime del proprio tempo: non c'era ragione per farlo, solo una ragione di superficie". ( Mar L8v )
Edited by Milea - 31/8/2021, 18:10 |
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