Cap.28 - La carestia a Milano, “dell’indicibile spettacolo del corso incessante di miserie, del soggiorno perpetuo di patimenti... “

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Milea
view post Posted on 26/9/2010, 19:23 by: Milea     +1   -1
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Sono così tanti a zoppicare che chi cammina dritto, pare in difetto!

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Cap.28 - La carestia a Milano


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Non c’è spazio per la benevola ironia manzoniana nella descrizione “dell’indicibile spettacolo del corso incessante di miserie, del soggiorno perpetuo di patimenti “che caratterizzano la carestia nel capoluogo lombardo.
Sul dolore infinito non si può fare ironia: si può solo contemplare in silenzio il mistero di certi eventi che rischiano di travolgere, nella loro drammaticità, anche gli animi più saldi.
Ma interessante è senz’altro la serie di vicende che precedono l’esplosione della carestia a Milano. I tumulti di San martino, che avevano visto Renzo come incauto protagonista, erano solo l’antefatto su cui Manzoni si sofferma ancora all’inizio del cap. 28, per fornirci lo spunto per alcune considerazioni.
“La moltitudine – dice Manzoni – aveva voluto far nascere l’abbondanza col saccheggio e con l’incendio; il governo voleva mantenerla con la galera e con la corda (la tortura). I mezzi erano convenienti tra loro, ma cosa avessero a fare col fine, il lettore lo vede; come valessero in fatto ad ottenerlo, lo vedrà a momenti “(nella descrizione successiva). Ci dice ancora l’autore che le autorità, spinte dalla folla affamata e inferocita, avevano preso dei provvedimenti assolutamente inadeguati a risolvere la penuria di grano, che l’imposizione di un prezzo calmierato non poteva certo risolvere. Ma “alla moltitudine un tale espediente è sempre parso, e ha sempre dovuto parere, quanto conforme all’equità, altrettanto semplice e agevole a mettersi in esecuzione: è quindi cosa naturale che, nell’angustie e ne’ patimenti della carestia, essa lo desideri, l’implori e, se può, l’imponga.” Le autorità, impotenti ed incapaci perché preoccupate di mantenere il potere e non di servire al bene comune con responsabilità e lungimiranza, allora come in altri periodi successivi della storia (dice Manzoni), non possono risolvere problemi gravi come appunto la carestia, ampiamente prevista dalle annate magre precedenti, mettendo continuamente delle pezze ad un sistema che vorrebbe censurare l’oggettiva difficoltà.
A questo punto l’autore pare invitarci a riflettere su quello che è il potere politico, e su questo per un momento è bene soffermarsi.
Occorre chiarire che il cosiddetto potere non è un aspetto negativo della vita di una società, perché se non vi è qualcuno che si assuma la responsabilità di coordinare gli interventi, di organizzare la vita di un popolo, si ritorna all’anarchia “dell’Homo homini lupus.”
Il potere in sé non ha dunque un’accezione negativa; mentre è decisamente condannabile l’uso sbagliato di esso, cioè la prepotenza di chi crede di servirsi di esso, non per un servizio al bene comune, ma per i propri interessi.
E’ importante riconciliarsi con il significato positivo della parola “potere”, che tanti anni di prepotenza irresponsabile di alcuni uomini politici hanno contribuito ad allontanare dalla politica attiva, molte delle energie migliori della nostra società.




Edited by Milea - 24/7/2021, 20:10
 
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